La città si tinge di verde. Non solo giardini e viali ma anche tetti, pareti e balconi diventano i luoghi ideali dove piantare e coltivare. Tanti polmoni metropolitani per ridurre l’accumulo di calore, contrastare l’inquinamento acustico, da CO2e polveri sottili e contribuire al deflusso delle acque piovane.

"L’uso di specie vegetali autoctone in città permetterebbe di ridurre i costi di gestione, di valorizzare al meglio il paesaggio urbano e di ridare identità ai luoghi. In sintesi, di creare valore. Ma tutto ciò richiede una progettazione adeguata - sottolinea Patrizia Menegoni, ricercatrice dell’ENEA - a partire dalla scelta di utilizzare le specie della nostra flora, perchè resistono meglio ai diversi climi del nostro Paese e si integrarsi con l’ambiente circostante."

Progetto AnthosartSu queste basi ENEA ha lanciato il progetto Anthosart - finanziato dal MIUR - in collaborazione con la Società Botanica Italiana e il Forum Plinianum. L’obiettivo principale è quello di collegare e di trasferire l’expertise scientifica di orti botanici e banche del germoplasma – vere e proprie casseforti che custodiscono il nostro patrimonio vegetale – al settore florovivaistico (moltiplicatori, vivaisti, garden center, progettisti) per la progettazione e la gestione a basso impatto ambientale del verde urbano e per la creazione di filiere greeninnovative e sostenibili. In Italia il florovivaismo è un comparto di rilievo che rappresenta il 5% della produzione agricola totale. In Europaè ai primi posti della classifica per superficie coltivata a piante e fiori, nonostante la concorrenza di Paesi come Danimarca e Olanda. “Ma serve più ricercaperinnovare prodotti e processieper rivedere scelte che ormai valutiamo come inopportune – sottolinea Patrizia Menegoni coordinatrice del progetto Anthosart per ENEA – Il nostro obiettivo èdi contribuire in modo significativo alla sostenibilità economica e ambientale delle produzioni florovivaistiche, alla salvaguardia e alla valorizzazione del patrimonio genetico autoctono e alla promozione lungo tutta la filiera di specie idonee ai vari luoghi di impianto”.

Neoingegneri e architetti hanno tempo fino al 12 giugno per iscriversi alla Summer School in Efficienza Energetica organizzata dall’ENEA in programma dal 4 al 15 luglio 2016 presso il Centro Ricerche ENEA Casaccia. Inoltre dal 28 giugno al 1° luglio 2016 presso il Centro Ricerche Sotacarbo di Carbonia (CI), si terrà l’International Sulcis Summer Schoolsulle tecnologie di cattura e stoccaggio della CO2, iniziativa formativa gratuita per studenti e neolaureati.

L’ENEA organizza la IV edizione della Summer School in Efficienza Energetica 2016 promossa dal Ministero dello Sviluppo Economico in collaborazione con ISNOVA nell’ambito di “Italia in classe A”, la campagna nazionale sull’efficienza energetica del Programma di Informazione e Formazione sull’efficienza energetica previsto dall’art.13 del dlgs 102/2014, in attuazione della direttiva 2012/27/UE.

Il corso, che si svolgerà dal 4 al 15 luglio 2016 presso il Centro Ricerche ENEA Casaccia di Roma, punta a formare 24 giovani laureati in Ingegneria e Architettura con esperienza di studio e/o professionale in efficienza energetica nel settore edilizio, per supportare la strategia di promozione della Pubblica Amministrazione in questo ambito.

Per la partecipazione alla Summer School sono previste 24 borse di studio a copertura totale dei costi, dei materiali e dei pasti da consumarsi presso la mensa del Centro Casaccia.

Alla fine del percorso formativo in aula, è previsto un periodo di formazione pratica di 3 mesi, presso gli Uffici Territoriali dell’ENEA, dislocati sul territorio nazionale. I partecipanti saranno affiancati da esperti ENEA nelle attività di consulenza e supporto tecnico-scientifico in materia energetica a imprese, regioni ed enti locali.

La data di scadenza per presentare la domanda è il 12 giugno 2016 e le richieste di ammissione dovranno essere compilate utilizzando il modulo disponibile a partire dal 25 maggio 2016 sul sito www.italiainclassea.enea.it.

Sono aperte le iscrizioni anche alla III edizione dell’International Sulcis Summer School on CCS Technologies, organizzata da ENEA, Università di Cagliari, Sotacarbo, IEA Clean Coal Center e CO2 GeoNet. I corsi si svolgeranno dal 28 giugno al 1° luglio 2016 presso il Centro Ricerche Sotacarbo di Carbonia (CI). L’iniziativa formativa è gratuita e si rivolge a 40 studenti, dottorandi o giovani laureati in ingegneria e materie geo-tecnologiche e socio-economiche.

Il corso sulle tecnologie di cattura e stoccaggio della CO2 ha l’obiettivo di fornire informazioni e documentazione sugli aspetti tecnologici della CCS, sullo sviluppo della ricerca e delle sue applicazioni, sullo stato di attuazione dei progetti in corso a livello europeo e internazionale e sui benefici della riduzione delle emissioni di anidride carbonica in atmosfera.

I corsi saranno incentrati sulle tecniche di confinamento geologico della CO2, per le quali il Sulcis rappresenta uno dei pochi siti al mondo potenzialmente capace di accogliere, con rischi ambientali pressoché nulli, grosse quantità di anidride carbonica, grazie alla presenza di strati profondi di carbone (non sfruttabili ai fini estrattivi e adatti allo stoccaggio permanente di grosse quantità di CO2 per via delle particolari caratteristiche geologiche) e di un acquifero sotto il bacino carbonifero.

Le lezioni tenute da docenti scelti provenienti da università e istituzioni di ricerca nazionali e internazionali tra cui, oltre all’ENEA, l’Università di Cagliari, “Sapienza” Università di Roma, Politecnico di Milano, U.S. Department of Energy, British Geological Survey, si alterneranno a visite a laboratori e impianti e a momenti di formazione online. Tutti gli iscritti, infatti, avranno accesso alla piattaforma e-learning dell'Unità Tecnica ICT dell'ENEA (http://elearning.enea.it/).

Grazie alle tecnologie CCS è possibile ridurre le emissioni di CO2 nell’atmosfera, “catturandola” negli impianti in cui viene prodotta e stoccandola nel sottosuolo. Quasi il 60% delle emissioni di CO2 prodotte dall’uomo derivano da grandi impianti industriali quali centrali elettriche a carbone, petrolio o gas, raffinerie e impianti di produzione di acciaio, cemento, carta e prodotti chimici. Nella maggioranza di questi, i gas di combustione esausti contengono anche anidride carbonica che viene rilasciata nell’atmosfera, contribuendo al cosiddetto global warming.

La Sulcis Summer School rappresenta un’occasione per promuovere a livello nazionale e internazionale la regione Sardegna e Sotacarbo come polo di eccellenza nello sviluppo di tecnologie innovative per l’impiego sostenibile del carbone.

Per iscriversi è necessario compilare il modulo di domanda al seguente link: http://www.sulcisccssummerschool.it/iscrizione

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Si chiama Public Energy Living Lab (PELL) ed è un sistema di gestione messo a punto dall’ENEA per monitorare e rendere trasparenti i consumi nell’illuminazione pubblica. In particolare il sistema PELL consente di programmare interventi di efficientamento sugli 11 milioni di punti luce in Italia che potrebbero portare a risparmi fino a quasi 400 milioni di euro l’anno, pari a circa un terzo della bolletta degli 8 mila Comuni italiani per l’illuminazione pubblica.

Già in fase di sperimentazione in venti comuni italiani, PELL è stato inserito da CONSIP – la “centrale acquisti” della Pubblica Amministrazione - nella Convenzione “Servizio Luce 4” come strumento di monitoraggio della qualità del servizio di illuminazione pubblica. Di fatto, i fornitori che si aggiudicheranno la gara dovranno compilare e caricare sulla piattaforma PELL la scheda censimento con i dati degli impianti assegnati. L’infrastruttura informatica garantirà così un’attività “super partes” di monitoraggio dei consumi e di quantificazione dei risparmi conseguiti grazie agli interventi di riqualificazione messi in campo dagli operatori.

Il nostro obiettivoè di rendere disponibile un sistema di rilevamento dati puntuale, standardizzato e strategico per conoscere lo stato degli impianti e valutare piani di riqualificazioneche garantiscono minori consumi, risparmi in bolletta, sicurezza per i cittadini, qualità del servizio e valorizzazione della città e del suo patrimonio”, spiega Nicoletta Gozo, ENEA, coordinatrice del progetto Lumière & PELL.

“La spending review ha identificato l'illuminazione pubblica quale settore centrale per la realizzazione di interventi di razionalizzazione della spesa, infatti gli interventi di efficienza in tale settore garantiscono ampi margini di risparmio a fronte di ridotti tempi di ritorno per gli investimenti”, sottolinea Marco Gasparri, CONSIP, direttore  Area Sourcing, Servizi e Utility. “La Convenzione ‘Servizio Luce 4’ – aggiunge – introduce per la prima volta un modello puro di contratto a prestazione energetica (EPC) dove il risparmio energetico raggiunto è condiviso tra PA e fornitore, in genere una ESCo”.

PELL è una piattaforma digitale per raccolta dati, rilevazioni, diagnostica dei consumi energetici, analisi delle prestazioni degli impianti;  grazie al monitoraggio costante e alla valutazione delle prestazioni, consente di innovare profondamente le modalità di gestione dell’illuminazione pubblica, un settore che consuma 5,9 TWh all’anno con una spesa di circa 1 miliardo di euro. La riqualificazione del sistema di illuminazione pubblica nazionale, attraverso interventi di efficienza aventi come oggetto la sostituzione delle tecnologie illuminanti e le modalità di gestione degli impianti (come ad esempio il telecontrollo) permetterebbe di abbattere di oltre un terzo i consumi di energia, conun risparmio di circa 400 milioni di euro e 1 milione di tonnellate in meno diemissioni di CO2.

Alla base del funzionamento della piattaforma c’è una scheda censimento con i dati “anagrafici” di ogni punto luce da compilarsi a cura dei gestori del servizio elettrico. L’infrastruttura informatica poi si avvale di smart meter - sensori ‘intelligenti’ installati sui quadri elettrici degli impianti per il monitoraggio dei consumi energetici - e di sistemi di trasmissione dati alla piattaforma cloud per l’analisi e l’elaborazione delle informazioni.

Il PELL risponde ad una logica di rivoluzione profonda delle infrastrutture pubbliche che mira a trasformarle in reti intelligenti attraverso la digitalizzazione delle informazioni, il monitoraggio continuo e l’elaborazione in tempo reale di consumi e prestazioni”, commenta Mauro Annunziato, ENEA, responsabile Divisione Smart Energy del Dipartimento Tecnologie Energetiche.

PELL è uno strumento operativo ideato nell’ambito di Lumière,un progetto di ricerca e trasferimento tecnologico dell’ENEA che ha l'obiettivo di promuovere l’efficienza energetica nel settore dell’illuminazione pubblica mediante lo sviluppo di strumenti operativi e di un modello di management unico per la gestione degli impianti.

Con l’evento “Le Giornate dell’Innovazione”, organizzato da ENEA e Unindustria a Bologna, primo bilancio del road show nazionale dell’Agenzia sull'innovazione tecnologica per la competitività. Dieci le città italiane coinvolte, oltre trenta le potenziali collaborazioni avviate con le aziende e più di 7mila accessi online per l’Atlante dell’innovazione, una banca dati online con oltre 500 tecnologie innovative, prodotti e servizi sviluppati dall’ENEA per le imprese e le associazioni di categoria.

Il focus dell’evento a Bologna è sui materiali ceramici tecnici realizzati nel Laboratorio di Ricerche ENEA di Faenza. Grazie alle loro straordinarie caratteristiche meccaniche, termiche e chimiche, questi materiali costituiscono un mercato in continua ascesa in molti settori, come l’energia, i trasporti, la chimica e l’aerospazio ma anche l’edilizia, l’agroindustria e il biomedicale. Presentate anche le tecnologie di sviluppo e gli impianti dimostrativi dei Laboratori di Faenza per la fabbricazione di componenti e rivestimenti con questi materiali innovativi. Ma non solo. Al centro della tappa bolognese anche casi studio in collaborazione con le aziende per lo sviluppo di componenti ceramici per sistemi frenanti e per pompe di raffreddamento di autoveicoli e di compositi rinforzati con fibre ceramiche e di basalto rispettivamente per applicazioni in ambito aerospaziale e automotive. “Grazie all’esperienza del road show – spiega Marco Casagni, Vice Responsabile della Direzione Committenza (coordinamento attività verso gli operatori privati e relative associazioni di categoria) – ci stiamo confrontando in modo più diretto con la realtà produttiva italiana, costituita soprattutto da piccole e medie imprese, alle quali offriamo il nostro know-how di ricerca applicata e di innovazione per rendere il nostro Paese più competitivo e al passo con i tempi”.

enea cavosuperconduttorePrestazioni da record del nuovo cavo superconduttore progettato dall’ENEA per DEMO, il reattore che – una volta dimostrata fattibilità e convenienza della fusione nucleare – produrrà energia elettrica. Il prototipo ha offerto performance superiori del 30% rispetto ai cavi di ITER, dimostrando di poter trasportare una corrente di 82kA (kiloampere) in un campo magnetico di 13T (Tesla) fino alla temperatura di circa 7K (Kelvin), ossia -266° C. La geometria rettangolare del nuovo cavo superconduttore consente, infatti, di distribuire gli enormi carichi elettromagnetici - corrispondenti a circa 100 t per metro di conduttore - in modo da evitare il fenomeno della “degradazione” delle prestazioni. Il test sulle caratteristiche elettromagnetiche del superconduttore è stato effettuato in Svizzera nei laboratori dello Swiss Plasma Center (SPC), che ha anche collaborato alla manifattura di una parte del campione, al trattamento termico e all’installazione della strumentazione. “Con questo test – spiega Antonio della Corte, ENEA Superconductivity Group Leader - abbiamo dimostrato di poter progettare in maniera affidabile cavi superconduttori di alta potenza con le caratteristiche ‘estreme’ richieste da progetti come DEMO”. Il prototipo di cavo - di tipo CICC (Cable in Conduit Conductor o Cavo in Condotto) - è stato realizzato dai partner industriali di ENEA, TRATOS Cavi spa e CRIOTEC Impianti srl, un esempio di sinergia tra ricerca pubblica e aziende italiane maturata grazie alle esperienze di ITER e JT-60SA, i due esperimenti di fusione nucleare in corso rispettivamente in Europa e in Giappone – che ha già portato all’Italia commesse per quasi 1 miliardo di euro.

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Con l’evento “Le Giornate dell’Innovazione” oggi a Bologna (sede di Unindustria, via San Domenico 4, ore 17-19), primo bilancio del road show nazionale ENEA – Confindustria sull’innovazione tecnologica. Dieci le città italiane coinvolte, oltre trenta le potenziali collaborazioni avviate con le aziende, più di 7mila accessi online per l’Atlante dell’innovazione.

Con l’evento “Le Giornate dell’Innovazione”, organizzato da ENEA e Unindustria oggi a Bologna, primo bilancio del road show nazionale dell’Agenzia sull'innovazione tecnologica per la competitività. Dieci le città italiane coinvolte, oltre trenta le potenziali collaborazioni avviate con le aziende e più di 7mila accessi online per l’Atlante dell’innovazione, una banca dati online con oltre 500 tecnologie innovative, prodotti e servizi sviluppati dall’ENEA per le imprese e le associazioni di categoria.

Il focus dell’evento odierno a Bologna (sede di Unindustria, via San Domenico 4, ore 17-19) sarà sui materiali ceramici tecnici realizzati nel Laboratorio di Ricerche ENEA di Faenza. Grazie alle loro straordinarie caratteristiche meccaniche, termiche e chimiche, questi materiali costituiscono un mercato in continua ascesa in molti settori, come l’energia, i trasporti, la chimica e l’aerospazio ma anche l’edilizia, l’agroindustria e il biomedicale. Presentate anche le tecnologie di sviluppo e gli impianti dimostrativi dei Laboratori di Faenza per la fabbricazione di componenti e rivestimenti con questi materiali innovativi. Ma non solo. Al centro della tappa bolognese anche casi studio in collaborazione con le aziende per lo sviluppo di componenti ceramici per sistemi frenanti e per pompe di raffreddamento di autoveicoli e di compositi rinforzati con fibre ceramiche e di basalto rispettivamente per applicazioni in ambito aerospaziale e automotive. “Grazie all’esperienza del road show – spiega Marco Casagni, Vice Responsabile della Direzione Committenza (coordinamento attività verso gli operatori privati e relative associazioni di categoria) – ci stiamo confrontando in modo più diretto con la realtà produttiva italiana, costituita soprattutto da piccole e medie imprese, alle quali offriamo il nostro know-how di ricerca applicata e di innovazione per rendere il nostro Paese più competitivo e al passo con i tempi”.

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Dar vita a un’Agenzia per l’uso efficiente delle risorse, sull’esempio di Paesi come Germania, Regno Unito, Stati Uniti e Giappone, per promuovere la transizione verso un’economia circolare, un modello virtuoso che potrebbe creare oltre 500 mila nuovi posti di lavoro a livello nazionale.

09CircularEconomy.jpgLa proposta è stata lanciata oggi in occasione del convegno “L’Italia verso l’economia circolare. Gli strumenti operativi per una gestione efficiente delle risorse”, organizzato dall’ENEA, al quale hanno partecipato il sottosegretario del Ministero dell’Ambiente, Silvia Velo, il presidente della Commissione Industria del Senato, Massimo Mucchetti, il vice segretario generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Raffaele Tiscar, la responsabile Ambiente del Partito Democratico, Chiara Braga, e rappresentanti della Commissione europea e dell’UNEP (United Nations Environment Programme).

L’economia circolare può generare importanti benefici per l’ambiente e il sistema produttivo, con particolare riferimento al settore manifatturiero dove si possono ottenere consistenti riduzioni dei costi di produzione tenuto conto che le materie prime incidono fino al 60% del prezzo finale dei prodotti. La Commissione europea stima che l’eco-progettazione, la riduzione della produzione di rifiuti e il loro riutilizzo, possono generare risparmi pari a 600 miliardi di euro per le imprese (l'8% del fatturato annuo) e ridurre le emissioni di gas serra di 450 milioni di tonnellatel’anno.E secondo un recente studio[1], in Italia la piena implementazione dei principi dell’economia circolare lungo l'intera catena del valore  – che comprende progettazione, produzione, uso e gestione del fine vita dei prodotti – potrebbe creare 541 mila nuovi posti di lavoro a fronte di soli 35 mila in uno scenario business as usual.

“La transizione verso un’economia circolare è fondamentale e la creazione di un’Agenzia per l’uso efficiente delle risorse consentirebbe di rendere disponibili,attraverso un approccio sistemico, tecnologie e  metodologie per una gestione eco-efficiente delle risorse e di fornire supporto diretto alla PA, alle imprese, in particolare alle PMI, e alle filiere produttive”, ha sottolineato il presidente dell’ENEA, Federico Testa.

“L’ENEA, con le sue strutture e competenze di Agenzia nazionale per l’energia, le nuove tecnologie e lo sviluppo economico sostenibile, potrebbe svolgere con efficacia questo ruolo – ha aggiunto Testa – Ciò garantirebbe un’immediata operatività, grazie alla disponibilità di professionalità consolidate, di una rete di collegamenti nazionali e internazionali e delle infrastrutture logistiche e informatiche di eccellenza dei nostri centri di ricerca”.

“La proposta del pacchetto sull’economia circolare che approderà nelle prossime settimane alla discussione del Parlamento europeoha evidenziato il sottosegretario all’Ambiente Silvia Velooffrirà, finalmente, un quadro e un indirizzo chiaro in materia di economia circolare. Si tratta, a mio avviso, della sfida ambientale ed economica più importante dei prossimi anni. E, a maggior ragione, lo è per il nostro Paese, da sempre leader in Europa sul riuso e sul riciclaggio di materiali e prodotti. Un’occasione straordinaria che Governo, Regioni, Comuni e Aziende di servizio pubblico locale dovranno saper cogliere per promuovere, sostenere, praticare gli obiettivi dell’economia circolare, riducendo sprechi, utilizzando al meglio le risorse naturali, regolando bene le attività economiche pubbliche e private su scala locale, aiutando la creazione di imprese, di posti di lavoro e di idee.

Convegno ENEA su economia circolare (Roma, 5 maggio 2016).jpg

Sull’economia circolare, è stato ricordato nel corso del convegno, Bruxelles sta investendo molto, con un programma di ricerca da 650 milioni di euroIndustria 2020 ed economia circolare” e il pacchetto di misure varato lo scorso dicembre che fissa nuovi target di riduzione dei rifiuti al 2030 (riciclaggio del 65% di rifiuti urbani e del 75% di imballaggi, con un limite massimo di smaltimento in discarica del 10%) e promuove il riuso, lo scambio dirisorse tra le industrie – la cosiddetta simbiosi industriale – e gli incentivi economici per prodotti verdi e riciclabili.

“La transizione da un’economia lineare ad una circolare – spiega Roberto Morabito, responsabile del Dipartimento Sostenibilità dei Sistemi Produttivi e Territoriali dell’ENEA è una necessità per tutti i Paesi e ancora di più per l’Italiapovera di materie prime critiche ma con una forte industria manifatturiera alla quale garantire un approvvigionamento stabile e sicuro di tali risorse.In questo scenariorisulta fondamentale l’apporto della ricerca e dell’eco-innovazione per rafforzare la competitività della nostra industria in chiave sostenibile”.

L’economia circolare si focalizza sulla ‘chiusura dei cicli’ attraverso l’uso efficiente delle risorse e la minimizzazione delle perdite lungo il loro intero ciclo di vita, la riduzione dei consumi, l’eco-progettazione, la produzione sostenibile. Si basa inoltre sulla sostituzione, dove possibile, con risorse rinnovabili o materiali riciclati, sull’estensione della vita dei prodotti, il loro riuso, la minimizzazione dei rifiuti e un livello di riciclo che assicuri/preservi la qualità dei flussi, apportando benefici ambientali, economici e sociali.

SET ToolUn software dedicato in particolare alle PMI, che offre alle aziende l’opportunità di individuare anomalie nei consumi energetici e comparare i consumi delle proprie macchine con quelli di altre aziende del settore. Si tratta di SET Tool, un’innovativa piattaforma web interfacciata con un'applicazione Excel, per un totale di 40mila righe di codice, che consente di raccogliere e analizzare in maniera correlata i dati aziendali, dai consumi alla produzione. Lo strumento informatico è stato sviluppato dall’ENEA, in collaborazione con le aziende e i principali centri di ricerca europei del settore tessile.

Finanziato con i fondi del progetto europeo SET (Saving Energy in Textiles SMEs), di cui ENEA è unico partner italiano, “SET Tool” è al centro della campagna “Energia su misura”, promossa da Euratex, l’Associazione europea dell’industria tessile e abbigliamento, che coinvolgerà almeno 350 aziende europee e che in Italia viene condotta da ENEA con tour nei principali distretti tessili del Paese. L’obiettivo è quello di coinvolgere le piccole e medie imprese in una strategia di crescita basata su una produzione più sostenibile e una maggiore efficienza energetica in uno dei comparti manifatturieri più energivori. Nei giorni scorsi “Energia su misura” ha fatto tappa a Prato e a Biella, ospite delle locali associazioni industriali, e nelle prossime settimane approderà a Varese e a Como.

“Alla base di SET ci sono due idee - sottolinea Piero De Sabbata, coordinatore del progetto per ENEA - in questo settore l’efficienza energetica dipende anche in forte misura dagli aspetti organizzativi e dai cosiddetti sistemi ausiliari (fluidi tecnici, riscaldamento, illuminazione, ecc.) dell’azienda e quest’ultima è in possesso di numerosi dati su energia e produzione, frammentati tra diverse funzioni, che se portati a sintesi consentono di estrarre nuove ed utili informazioni sulla gestione aziendale”.

“Questa iniziativa non sostituisce gli audit energetici - aggiunge il ricercatore ENEA Giuseppe Nigliaccio - ma stimola l’azienda a migliorare le proprie performance in un settore che ha un rilevante peso economico dato che, in Europa, un’impresa manifatturiera su dieci appartiene al comparto tessile e abbigliamento”.

SET Tool, scaricabile online dal sito www.em2m.eu/tools, è parte integrante dell’Atlante dell’innovazione tecnologica ENEA, con oltre 500 tra servizi avanzati, soluzioni e prodotti che l’Agenzia mette a disposizione di imprese, Pubblica amministrazione e cittadini.

Il Cda si è insediato dopo una lunga fase di commissariamento, iniziata nel 2009 e conclusa con l’approvazione della legge 28 dicembre 2015, n. 221 che ha dato vita alla ‘nuova ENEA’[1].

“Il nostro primo obiettivo – ha sottolineato il Presidente Federico Testa - deve essere di riaprire l’ENEA all’esterno: dopo un periodo di commissariamento così lungo che volenti o nolenti ci ha costretti a un basso profilo, l’Agenzia deve rafforzare il suo ruolo di ente di riferimento per la ricerca nei settori dell’energia, dell’ambiente e dell’innovazione tecnologica, dell’economia circolare, della sostenibilità”.

“Proprio il dialogo con gli stakeholder e la capacità di parlare il linguaggio delle imprese e della PA, dei cittadini, ci consentiranno di trovare un equilibrio tra la ricerca, anche quella di base, e la messa a disposizione dei risultati della ricerca alla società civile. Con un contributo ordinario dello stato che non copre nemmeno il 50% del bilancio, in questo equilibrio sta la nostra sopravvivenza”, ha concluso Testa.

Con oltre 2600 dipendenti, in massima parte ricercatori e tecnologi, 250 brevetti e 11 spin-off, l’ENEA è il maggior presidio nazionale in materia di energia e ambiente. È articolata in 14 tra centri e laboratori di ricerca sul territorio nazionale, cui si aggiungono uffici territoriali a livello regionale e un Liason Office a Bruxelles. È vigilata dal MiSE ed è specializzata in attività di ricerca, innovazione e prestazione di servizi avanzati e trasferimento tecnologico alle imprese, alla PA e ai cittadini. Vanta eccellenze nei settori dell’efficienza energetica, fonti rinnovabili, fusione nucleare, materie prime strategiche, smart city, nuovi materiali, tecnologie per la difesa dell’ambiente, protezione sismica, beni culturali,  agroalimentare,  chimica ‘verde’ e mobilità sostenibile.


[1] Gli organi dell’Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile sono il Presidente, il Consiglio di Amministrazione (CdA) e il Collegio dei Revisori dei Conti. Composto da tre componenti - compreso il Presidente che ricopre anche il ruolo di legale rappresentante –  il CdA è nominato con decreto del Ministro dello Sviluppo Economico (MiSE), di concerto con il Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATT). I tre membri - “scelti tra persone con elevata e documentata qualificazione tecnica, scientifica o gestionale nei settori di competenza dell’ENEA” – restano in carica per 4 anni, con mandato rinnovabile per altri 4.

Pubblicato in Comunicati stampa

Da oggi pubbliche amministrazioni e privati avranno a disposizione un nuovo strumento per analizzare e mettere in sicurezza materiale radiologico, nucleare e sostanze radioattive. Si tratta del Laboratorio di caratterizzazione radiologica e gestione dei rifiuti dell’ENEA, un veicolo attrezzato con strumentazione portatile che consente mobilità e operatività “on-time” sul territorio, per tutte le attività di controllo, caratterizzazione e consulenza.

Il veicolo è stato ideato e progettato nel quadro delle attività di sicurezza e salvaguardia nucleari del Ministero dello Sviluppo Economico previste dal Protocollo Aggiuntivo all’Accordo di Verifica del Trattato di Non-Proliferazione Nucleare[1].

Presentato ed in mostra oggi nella sede dell’Agenzia nell’ambito del convegno “Il Laboratorio Mobile dell’ENEA: un esempio di gestione in sicurezza del materiale radioattivo”, è uno strumento che si rivolge in particolare agli operatori del settore del ciclo del combustibile nucleare, Autorità di Controllo, Agenzie Regionali, Capitanerie di Porto e Dogane.

I controlli su rifiuti o campioni ambientali contenenti materiale fissile o radioattivo, infatti, sono fondamentali nei punti di transito (porti, aeroporti o scali ferroviari) in caso di materiale ritrovato in stato di abbandono, di stoccaggio improprio, perdita di tracciabilità o, ad esempio, nei casi di personale addetto ai controlli non adeguatamente formato.

Laboratorio Mobile ENEAIl Laboratorio si presta ad un ampio spettro di interventi, tenuto conto delle numerose tipologie di potenziali componenti e materiali radiologici ‘a rischio’, come i vecchi parafulmini e i rivelatori di fumo contenenti americio, un elemento radioattivo usato come sorgente di radiazioni ionizzanti.

“Si tratta di una soluzione tecnologica versatile, compatta e innovativa che raccoglie l’eredità di competenze, strumentazioni e professionalità dell’Agenzia - sottolinea Alessandro Dodaro, responsabile della divisione tecnologie, impianti e materiali per la fissione dell’ENEA - il laboratorio è corredato di strumenti di misura, validati sia sperimentalmente che attraverso opportuni modelli di calcolo, basati su spettrometria gamma e alfa, sulla rivelazione di neutroni. Inoltre sono disponibili dosimetri attivi e strumenti per la misura della contaminazione superficiale con l'obiettivo di garantire il rispetto della normativa vigente relativa ai lavoratori esposti a radiazioni ionizzanti.”

Le tecnologie hi-tech installate nel Laboratorio permettono di individuare con rapidità le caratteristiche fisiche e radiologiche del materiale sottoposto ad esame, intervenendo direttamente sul sito. Il rinvenimento di materiale “sospetto” presuppone una gestione complessa che si identifica nelle attività di mitigazione del rischio per la popolazione e l’ambiente, nella identificazione e valutazione della sostanza radioattiva, nella bonifica del sito e messa in sicurezza del materiale da identificare e nell’attività investigativa, ove la sostanza sia stata oggetto di furto.