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L’ENEA coordinerà un progetto europeo per realizzare in Marocco un innovativo sistema di accumulo per un impianto solare a concentrazione, in grado di produrre energia elettrica anche in assenza di sole.

Il progetto denominato ORC-PLUS (Organic Rankine Cycle – Prototype Link to Unit Storage)  durerà quattro anni e potrà contare su un finanziamento di circa 6,4 milioni di euro, di cui 1,25 milioni di euro all’ENEA, nell’ambito del Programma quadro di ricerca e innovazione dell’Ue Horizon 2020. Insieme all’ENEA partecipano al progetto due aziende italiane (Soltigua e Enerray) e altri centri di ricerca, fra i quali il Fraunhofer Institute (Germania), CIC EnergiGUNE  (Spagna) e IRESEN (Marocco).

L’ENEA si occuperà dello sviluppo di un prototipo del sistema di accumulo e della formazione dei tecnici e ricercatori locali. Inoltre, contribuirà alla progettazione e alla realizzazione del nuovo sistema di accumulo di energia termica ad alta temperatura, che permetterà all’impianto di produrre energia elettrica fino a 4 ore in assenza di radiazione solare.

Il progetto si inserisce nel quadro delle collaborazioni tra ENEA e Paesi della sponda sud del Mediterraneo e riguarda, nello specifico, l’impianto solare del Green Energy Park di Ben Guerir, situato in una zona desertica del Marocco.

ORC-PLUS è uno dei 10 progetti per lo sviluppo del solare a concentrazione attualmente in corso e ai quali partecipa ENEA, sulla base dell’esperienza pluriennale nella ricerca relativa a sistemi e componenti e nella progettazione e  realizzazione di impianti di varie dimensioni.

MILE SECURE

La sicurezza energetica rappresenta un tema di fondamentale importanza per l’Europa e l’Italia, ancor di più in questo momento storico che vede importanti fornitori coinvolti in scenari di guerra. Una politica europea comune sulla sicurezza degli approvvigionamenti è quindi sempre più necessaria e urgente, ma resta un obiettivo tra i più complessi da raggiungere, anche perché le posizioni del Paesi membri sono ancora distanti.
E’ quanto emerso in occasione della presentazione a Roma dei primi risultati del progetto europeo MILESECURE – 2050 presso la sede dell’ENEA. All’evento hanno partecipato esperti e ricercatori italiani ed europei. Obiettivo di MILESECURE – 2050,  al quale partecipa l’ENEA, è di comprendere le tendenze e superare gli ostacoli alla riduzione del consumo di combustibili fossili e alla diversificazione del mix energetico verso una società “low  carbon”, per migliorare  la sicurezza energetica europea. 
“L’ENEA si propone di fornire previsioni sui cambiamenti necessari nei sistemi energetici europei  nei prossimi 30 anni, per conciliare gli obiettivi climatici con la sicurezza energetica, un aspetto cruciale per un paese importatore di energia come il nostro, il cui approvvigionamento è garantito principalmente da gasdotti”, spiega l’esperto dell’ENEA Oscar Amerighi.
"Per poter affrontare le sfide del cambiamento climatico e della sicurezza energetica - ha detto la coordinatrice del progetto prof. Patrizia Lombardi, Direttore del Dipartimento Interateneo di Scienze, Progetto e Politiche del Territorio del Politecnico e Università di Torino - l’Europa ha bisogno di ridiscutere e rinnovare il modo in cui produce e consuma energia. Ridurre le emissioni di gas serra, incrementare l’utilizzo dell’energia rinnovabile, incrementare l’energia che deriva dalle rinnovabili e ridurre il consumo di energia rappresentano gli obiettivi chiave della strategia Europea. Tuttavia –ha aggiunto-, per affrontare efficacemente la transizione energetica, è necessario tener conto non solo degli aspetti tecnici, ma anche di quelli umani e sociali, oltre che politici e culturali, che tale cambiamento richiede”.  

Finanziato nell’ambito del 7° Programma Quadro della Commissione europea, il progetto MILESECURE-2050 (Multidimensional Impact of the Low-carbon European Strategy on Energy Security, and Socio-Economic Dimension up to 2050 perspective) è coordinato dal Politecnico di Torino e comprende Università e Istituti di ricerca di 7 paesi europei. A partire da un’analisi degli attuali trend e delle esperienze anticipatrici in corso a livello locale, il progetto intende migliorare le capacità di elaborare modelli in una ottica interdisciplinare e proporre una nuova governance del processo di transizione energetica che garantisca una maggiore sicurezza degli approvvigionamenti.

Nel corso del dibattito sono state illustrate alcune esperienze locali di transizione verso sistemi energetici a basso tenore di carbonio, come quella del Comune di Peccioli, in provincia di Pisa, che produce energia grazie al biogas della discarica e a due centrali fotovoltaiche, di cui una costruita con una pubblica sottoscrizione di obbligazioni con rendimento al 5,5%.
“La produzione di energia da fonti rinnovabili – aggiunge Amerighi - rappresenta una risposta forte a livello locale ai problemi connessi alla sicurezza energetica, come dimostra l’esperienza virtuosa di Peccioli, che si avvia a produrre 3 volte il fabbisogno energetico dell’intera sua popolazione, anche grazie al coinvolgimento della cittadinanza che ha investito nella centrale solare”.
L’Unione europea consuma circa un quinto dell’energia prodotta nel mondo, pur possedendo una percentuale molto ridotta di riserve energetiche. Infatti, l’Ue acquista petrolio dai paesi dell’OPEC e dalla Russia e importa gas principalmente da Russia, Norvegia e Algeria, per una bolletta energetica annuale di oltre 350 miliardi di euro.
Mentre sui cambiamenti climatici i 28 Paesi Ue hanno deciso un taglio del 40% delle emissioni di gas serra, l’incremento delle rinnovabili al 27% dei consumi finali di energia e target di efficienza energetica al 27% entro il 2030, la definizione di una politica comune per la sicurezza energetica incontra molti ostacoli

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Alla 7° Conferenza internazionale dell’Elettronica Stampata LOPE-C che si apre il prossimo 3 marzo a Monaco di Baviera, l’ENEA presenterà alcuni risultati delle ricerche sull’illuminazione ‘green’, ovvero dispositivi innovativi realizzati con materiali organici a basso impatto ambientale con ottime potenzialità nei settori dell’illuminazione e dei display piatti.

L’illuminazione ‘green’ o '3.0' si basa sui cosiddetti OLED (Organic Light Emitting Diode), prodotti sottili, leggeri, flessibili, basati su tecnologie low cost che illuminano senza abbagliare e rilasciano pochissimo calore.
L’illuminazione ‘green’ viene studiata da anni nel laboratorio di Nanomateriali e Dispositivi (NANO) del Centro ENEA di Portici, all’avanguardia nelle ricerche in questo campo. "Un centro di eccellenza leader a livello nazionale e non solo, come testimoniano i numerosi progetti, sia italiani sia europei, per un valore di circa 15 milioni di euro, di cui siamo stati protagonisti e coordinatori in questi anni" spiega la responsabile del Laboratorio NANO, l’ing. Carla Minarini.
"A differenza dei LED, realizzati con materiali inorganici, gli OLED sono realizzati con materiali attivi organici, cioè con composti a base di carbonio, che sono responsabili della luminescenza stessaQueste sorgenti luminose rappresentano una grande opportunità per la buona qualità dell’illuminazione  prodotta a costi contenuti,  utilizzando superfici che possono essere sia di vetro che di plastica,  potenzialmente biodegradabili e quindi riciclabili o smaltibili senza difficoltà”, precisa la ricercatrice Maria Grazia Maglione del Laboratorio NANO.
A Portici, i ricercatori ENEA collaborano direttamente con aziende quali BTP-TECNO, FOS, SESMAT e AET interessate ad approfondire le proprie competenze nell’ambito dell’elettronica organica; un settore, questo dell’illuminazione 3.0, considerato una nuova frontiera così promettente da aver attirato investimenti per circa 5 miliardi di dollari a livello mondiale.

Susdef LogoSono sempre più le imprese che puntano in direzione del “green”. In Europa il 26% delle PMI già offre prodotti e servizi “verdi” e il 93% ha messo in campo almeno un’azione per essere più efficiente. In Italia l’eco-innovazione, vero e proprio motore per lo sviluppo delle imprese green, mostra una tendenza positiva, nel 2012, secondo la classifica europea, l’Italia era al quindicesimo posto tra i “28” per eco-innovazione, nel 2013 è salita al dodicesimo e il 98% degli imprenditori italiani afferma che l’economia deve puntare sul risparmio e l’uso sempre più efficiente dell’energia e delle risorse. Il Rapporto sulla green economy 2014 realizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo sostenibile e dall’ENEA quest’anno prende in esame “Le imprese della green economy” indicate come la “via maestra per uscire dalla crisi”, offrendo un’analisi dettagliata sulla posizione dell’Italia in un processo che sta investendo le economie mondiali, mettendo a fuoco i nodi irrisolti e gli ambiti rispetto ai quali è più urgente un cambio di marcia.

Le imprese della green economy – ha dichiarato Edo Ronchi, Presidente della Fondazione in occasione della presentazione del Rapporto oggi all’ENEA - chiedono di pesare di più nelle scelte economiche del Paese, perché la loro crescita può contribuire in modo decisivo a far uscire l’Italia dalla crisi. Le imprese della green economy - sia quelle che producono beni e servizi di qualità ambientale, sia quelle che hanno investito in eco-innovazione per processi produttivi puliti – hanno infatti maggiori possibilità di sviluppo sul mercato interno e su quelli esteri proprio perché meglio rispondono alla domanda  di un miglior benessere e di una miglior tutela di un bene diventato scarso come l’ambiente.

Il passaggio a un nuovo modello economico più sostenibile implica non soltanto lo sviluppo di nuove filiere green e il rafforzamento di quelle esistenti, ma anche la riqualificazione in chiave green dei processi e dei prodotti dei settori industriali tradizionali - ha dichiarato Roberto Morabito, responsabile dell’unità tecnica Tecnologie Ambientali dell’ENEA -. In quest’ottica l’ENEA è impegnata nello sviluppo dell’eco-innovazione come strumento prioritario per guidare la transizione da un’economia lineare a un’economia circolare, strategica per un Paese povero di materie prime e a forte vocazione manifatturiera come il nostro. Tale percorso  prevede  azioni di varia natura, come la promozione del riciclo di materia a tutti i livelli (sia innovando i processi di produzione che i mercati), la progettazione ecocompatibile, la simbiosi industriale, nuovi modelli imprenditoriali e di consumo, ai fini di un miglioramento generalizzato della qualità della vita”.

Il Rapporto 2014 è suddiviso in quattro capitoli. Il primo dedicato al rapporto delle imprese con l’ambiente che descrive la crescita di quelle che producono beni e servizi ambientali e lo sviluppo di modelli di business che scommettono sul green. Il secondo sull’eco-innovazione e sulla propensione del sistema produttivo italiano nei confronti di questo tema che vede primeggiare in Europa i paesi nordici - Svezia e Finlandia - e la Germania. Il terzo pubblica i risultati di un’indaginesugli orientamenti degli imprenditori della green economy condotta tra aprile e maggio 2014 dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile in collaborazione con il Consiglio Nazionale della Green Economy, articolata in 56 temi relativi a 8 argomenti strategici, cui hanno risposto 437 imprenditori che gestiscono imprese per un totale di 64.573 dipendenti e con un fatturato complessivo di 15 miliardi e 956 milioni. L’ultimo capitolo, infine, fornisce i criteri per individuare le imprese green e indica le 10 misure  per lo sviluppo della green economy: una riforma fiscale in chiave ecologica; un programma per migliorare l’utilizzo delle risorse e per sviluppare strumenti finanziari innovativi; investimenti in infrastrutture verdi, difesa del suolo e delle acque; un programma nazionale per l’efficienza e il risparmio energetico; lo sviluppo delle attività di riciclo dei rifiuti; il rilancio degli investimenti per le rinnovabili; programmi di rigenerazione urbana; investimenti in mobilità sostenibile; valorizzazione dell’ agricoltura di qualità; un piano per l’occupazione giovanile green.

Un avanzato sistema di analisi e controllo messo a punto dall’ENEA sarà applicato al Ponte delle Torri di Spoleto per definire i necessari interventi di salvaguardia.

Per la valutazione della vulnerabilità dell’opera tardo-medievale saranno integrate diverse tecnologie, già utilizzate dall’ENEA per il monitoraggio delle fessurazioni del Duomo di Orvieto: una rete sismica localededicata al monitoraggio del ponte; il rilievo satellitare da costellazione Cosmo-Skymed per il monitoraggio nel tempo delle deformazioni; indagini non distruttive della struttura; droni equipaggiati di speciali telecamere per effettuare la scansione di dettaglio per la mappatura completa delle lesioni. I dati raccolti saranno impiegati per la realizzazione di un database della sismicità locale.

"Il Ponte delle Torri di Spoleto è stato scelto come ‘test site’  nell’ambito del progetto RoMA[1]ideato per fornire supporto tecnico alle Amministrazioni Locali per le emergenze ambientali – spiega l'esperto dell'ENEA ing. Gerardo de Canio.  Il progetto sviluppato con il contributo del Ministero dell’Istruzione, l’Università e la Ricerca (MIUR) vede la partecipazione di partner pubblici e privati".

"Al termine del progetto, Comune di Spoleto prenderà in gestione le tecnologie implementate e si impegnerà a continuare le attività di monitoraggio e di acquisizione dei dati. Queste attività – prosegue l’esperto - costituiranno un’opportunità per nuove professionalità e occupazione ad alto valore aggiunto sul territorio".

Da oltre venti anni l’ENEA è impegnata in attività volte alla conoscenza, conservazione, fruizione e valorizzazione del patrimonio artistico e culturale, per conto di organismi del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, di Enti locali, di Istituzioni pubbliche e di privati anche nell’ambito di programmi di ricerca nazionali e internazionali.

Partendo dal bagaglio scientifico accumulato con le attività di ricerca e sviluppo nei settori delle nuove tecnologie, energia ed ambiente, ENEA mette a disposizione  competenze e tecnologie avanzate,  strutture di prova complesse, capacità di elaborazione e interpretazione dei risultati per la Conservazione del Patrimonio Culturale.

Per approfondimenti: patrimonioculturale.enea.it

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eneaexpo 1Anche ENEA è tra gli attori della nascente “Carta Di Milano”, il documento di impegno alla sostenibilità che verrà sottoscritto da tutti i cittadini, istituzioni, imprese, associazioni, mondo accademico e organizzazioni internazionali, durante il semestre espositivo di EXPO. L’atto ufficiale   sarà consegnato alla chiusura dell’esposizione a ottobre,  come un passaggio di testimone, al Segretario delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon, che da quindici anni sta seguendo il lungo percorso per la stesura di un patto planetario, che si concluderà proprio a dicembre di quest’anno con  la presentazione degli otto  “Obiettivi del Millennio”.

Per l’Ente, al grande raduno all’Hangar Bicocca, erano presenti il Commissario Federico Testa, e tre esperti divisi in altrettanti tavoli sui 42 organizzati: Massimo Iannetta, per “Madre Terra”, Andrea Sonnino, per “AgriLab-Innovazione” e Fabrizio Antonioli, per “Mare Magnum”.  Una macchina complessa nata con l’obiettivo di creare un database di circa 400 case history di buone pratiche che hanno già una applicazione e che possono rappresentare modelli di riferimento da esportare nelle altre realtà. Il tavolo “Madre Terra” era dedicato  alla sostenibilità dello sviluppo rurale e della filiera ad esso connessa - produzione agricola,  alimentazione, economia, mercati e gestione del rischio; al rapporto col territorio; alla condivisione e trasmissione della conoscenza; all’agricoltura e qualità; all’innovazione (inclusa l’innovazione sociale). Massimo Iannetta ha sottolineato l’importanza della preservazione della terra, della lotta alla desertificazione e alla erosione dei suoli e ha esposto due case history: un’esperienza di allevamento sostenibile in Bolivia e l’applicazione di un brevetto ENEA per il recupero e riutilizzo di rifiuti agricoli. Il tavolo “Agrilab-Innovazione in agricoltura” ha discusso il tema della promozione dell’innovazione del sistema agroalimentare, trasformando le conoscenze in valore economico, sociale e ambientale.

Andrea Sonnino ha sottolineato l’importanza della creazione di sistemi in cui tutti gli stakeholders siano impegnati attivamente ed ha proposto di inserire nella Carta la raccomandazione di elevare il livello degli investimenti pubblici per la ricerca e l’innovazione in agricoltura, oggi inadeguati alle potenzialità. Agli investimenti deve corrispondere la misurabilità degli impatti ottenuti, in modo da dimostrare il valore dei risultati prodotti. Il case history proposto è la creazione di una rete di soggetti pubblici e privati per facilitare lo sviluppo dell’innovazione nei processi produttivi  delle mele nella provincia di Bolzano.  Al tavolo “Mare magnum”, coordinato da Donatella Bianchi (presidente WWF Italia) il mare visto come tema trasversale alla sostenibilità e la nutrizione del pianeta, quindi parole chiave quali sostenibilità ambientale marina, accesso equo e sostenibile alle risorse marine, governance e modelli gestionali a confronto, sicurezza marina ed alimentare. Fabrizio Antonioli ha ricordato che moltissime sono le aree costiere Italiane che diventeranno "marine" a causa dei cambiamenti climatici e di conseguenza le centinaia di chilometri quadrati che andranno sott'acqua nel prossimo futuro potrebbero tramutarsi in risorse ecocompatibili di pesca e/o acquacoltura. Ha poi portato come contributo  tre nuovissime mappe di grande dettaglio (Nord Adriatico, Oristano e Mar Piccolo a Taranto) consegnate un mese fa al progetto bandiera RITMARE sull'allagamento atteso al 2100 secondo nuove stime geologiche ed il report IPCC 2013.

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enea ricercaPiù di 60 anni di storia, oltre 2.700 dipendenti, 14 tra centri e laboratori di ricerca, 43 impianti sperimentali e 11 uffici territoriali a supporto delle amministrazioni locali. Questa la carta d’identità dell’ENEA,  punto di riferimento fondamentale per la ricerca applicata soprattutto in campo energetico.
In questi anni l’Agenzia vigilata dal Ministero dello Sviluppo Economico ha dato vita a 11 spin-off in settori di alta tecnologia, ha registrato 813 brevetti e scalato la classifica europea dei finanziamenti: nel 7° Programma quadro (2007-2013) ha vinto 165 progetti per oltre 50 milioni di euro, raggiungendo il 12° posto nel settore energetico e il 26° posto in assoluto tra 3.608 enti di ricerca europei.
Si tratta di un risultato che pone l’Agenzia ai primi posti in Europa tra le organizzazioni di ricerca in campo energetico, con un tasso di successo del 27% delle domande presentate, superiore alla media italiana (18,7%) ed europea (21%). Rispetto al precedente programma quadro (2002-2006), i progetti vinti dall’ENEA sono raddoppiati, mentre i finanziamenti ottenuti sono stati quasi di 4 volte superiori.
È quanto emerso in occasione della Giornata della Trasparenza dedicata a 'ENEA tra eccellenze e criticità' organizzata dall’Organismo Indipendente di Valutazione (OIV) per tracciare il bilancio dei risultati ottenuti nella missione istituzionale: trasferire i risultati della ricerca e dell’innovazione e fornire servizi avanzati alle imprese, alla PA e ai cittadini.
Membro dei principali network europei di ricerca, l’Agenzia per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, collabora con i più importanti organismi internazionali ed è presente a Bruxelles con un Liason Office. La sua specialità sono l’elevata capacità di innovazione, l’approccio multidisciplinare ad ampio spettro e la consolidata  esperienza scientifica e di gestione che consentono di portare avanti progetti complessi a livello nazionale, europeo e internazionale.
Fra i dati positivi evidenziati dalla Relazione, l’aumento del 20% fra il 2012 e il 2015 della capacità di acquisire risorse economiche da committenti esterni. Infatti, a fronte di un contributo ordinario dello Stato (COS) che si è ridotto del 7% negli ultimi anni fino a coprire poco più del 50% delle spese complessive, personale compreso, l’Agenzia è riuscita ad aumentare l’autonomia finanziaria, oggi vicina al 47%. E, in questi anni è aumentata anche la percentuale di spese destinata alla ricerca (fino a oltre il 30% del totale). Tutto ciò grazie alla capacità di aggiudicarsi fondi e commesse a livello nazionale e internazionale.
Inoltre, grazie alle competenze ENEA, l’Italia è tra i primi paesi al mondo per la ricerca sulla fusione nucleare, con rilevanti benefici in termini di innovazione, sviluppo e di ricadute economiche. Negli ultimi tre anni,  le imprese italiane hanno vinto contratti per oltre 900 milioni di euro, quasi il 60% del valore delle commesse europee per la produzione della componentistica ad alta tecnologia relativa al progetto internazionale di ricerca sulla fusione ITER, coordinato per l’Italia dal Centro Ricerche ENEA di Frascati.
L’ENEA è anche il punto di riferimento nazionale per la ricerca sul miglioramento del sistema nazionale elettrico, sulla radioprotezione (ovvero il controllo degli strumenti che utilizzano raggi) sullo sviluppo di tecnologie avanzate nella produzione energetica quale del solare termodinamico, di cui detiene numerosi brevetti e competenze esclusive; dispone di diverse eccellenze nel settore dell’efficienza e delle rinnovabili,  delle nuove tecnologie applicate in settori quali clima, la difesa dell’ambiente e del territorio, sicurezza,  salute, protezione sismica, beni culturali,  alimentazione sostenibile, agroindustria, materiali innovativi e chimica ‘verde’.
Nel settore dell’efficienza, l’ENEA fornisce assistenza ai cittadini per gli ecobonus: nel 2014 sono state lavorate oltre 350 mila pratiche, il 35% rispetto all’anno precedente e sono state fornite risposte a 46 mila richieste di prima informazione (via telefono, email e skype). Il sito ENEA dedicato all’invio della documentazione sugli sgravi fiscali ha avuto 4 milioni di accessi e  quello gestito con il Ministero dello Sviluppo Economico dedicato alle informazioni sull’efficienza energetica ne ha avuti 1 milione.
Fra le novità per migliorare il trasferimento dei risultati della sua attività, è stata avviata la realizzazione di una piattaforma informatica per catalogare l’offerta di servizi e competenze, facilitando l’incontro tra domanda e offerta. L’obiettivo è di valorizzare le eccellenze ENEA verso il sistema produttivo, a fronte di tempistiche sempre più stringenti e di una crescente competitività in mercati sempre più ampi.
In occasione della Giornata della Trasparenza  è stato presentato anche il Rapporto sul benessere organizzativo frutto di un questionario somministrato ai dipendenti dell’Agenzia. Tra le criticità prevalgono: il sistema di misurazione e valutazione delle performance organizzative e individuali; un’insufficiente comunicazione di obiettivi e strategie, con conseguenze negative su motivazione e coinvolgimento del personale nelle attività dell’Agenzia; disagio per una percezione esterna che non riconosce e valorizza il ruolo dell’ENEA.
Altre criticità riguardano la riduzione dei finanziamenti dello Stato e da enti internazionali e la conseguente necessità di reperire crescenti risorse ‘esterne’  per  mantenere in efficienza le infrastrutture esistenti. Nello specifico, è stato evidenziato che nel 2014 il contributo statale per dipendente del CNR è stato di oltre 73 mila euro, quello dell’Istituto Italiano di Tecnologia di circa 68 mila, mentre quello dell’ENEA è stato di poco superiore ai 55 mila euro.
Altre criticità riguardano la settorialità e la frammentazione delle attività e la scarsa efficienza dei processi interni, la crescita dell’età media dei ricercatori e tecnologi e il mancato turn-over con conseguente difficoltà a far funzionare in modo ottimale laboratori e strumentazioni complesse.
È stata individuata anche la necessità di migliorare la classificazione della produzione scientifica: nel 2013 è stato creato un archivio facilmente accessibile in rete, ENEA Open Archive, che gli stessi ricercatori contribuiranno personalmente a tenere aggiornato. Da una prima stima nel periodo 2011-2014, il contributo scientifico dei ricercatori ENEA si è attestato su una media di oltre 700 pubblicazioni l’anno, costituito per oltre il 60% da articoli su riviste nei settori dell’energia, dell’ingegneria, della fisica, della scienza dei materiali e dell’ambiente.
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enea‘’Questa  dell’ENEA –ha osservato Rughetti- è un’iniziativa innovativa perché incentrata sulla ‘trasparenza utile’, che va oltre gli adempimenti, ma è un modo per mettersi in gioco,  ‘governare’ meglio la macchina amministrativa. Tutto ciò si traduce in un’assunzione di responsabilità forte’’.  ‘’La trasparenza non è  un male necessario, ma è un cambio culturale indispensabile per una maggiore efficacia nell’azione pubblica e per arrivare meglio ai bisogni dei cittadini’’. Il Governo, ha detto ancora il sottosegretario, ‘’ha scelto di porre la  trasparenza come forte punto di riferimento dell’Amministrazione nell’ambito di un più ampio Progetto paese’’.

In occasione della Giornata della Trasparenza  l’ENEA ha presentato alcuni  nuovi strumenti per rafforzare la trasparenza  (come  la nuova home page del sito e la newsletter  ENEA Inform@) e un report  su ‘ENEA fra eccellenze e criticità’ dal quale emergono l’aumentata capacità di finanziarsi (+20% dal 2012)  a fronte di una forte diminuzione dei contributi pubblici. Per poter contrastare questa penalizzazione in atto,  ha detto il Commissario Testa ‘’dobbiamo far sì che all’esterno si percepisca che ENEA non ha soltanto una gloriosa storia alle spalle,  ma  che siamo un soggetto importante, utile al Paese, che fa cose che servono e le fa bene’’.

L’ENEA, in collaborazione con il Ministero dello Sviluppo Economico e il CTI - Comitato Termotecnico Italiano, ha predisposto anche le Linee Guida per facilitare l’applicazione della normativa sui controlli per l’efficienza energetica (DPR 74/2013), che costituiscono un riferimento per le regioni o per le autorità competenti.

L’ENEA, inoltre, supporta  il MiSE nell’informazione ai cittadini, agli operatori del settore e alla Pubblica Amministrazione; per conto delle Amministrazioni Locali cura la formazione e il rilascio dell'attestato di idoneità tecnica ai professionisti abilitati ai controlli (ad oggi più di 1600)  che operano su tutto il territorio nazionale.

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Enea

Cari Colleghi,

volevamo informavi che il 10 e 11 dicembre p.v. si terrà a Roma la Conferenza Internazionale SET-Plan,  il Piano strategico europeo per le tecnologie energetiche,  che vedrà la partecipazione di oltre 500 rappresentanti ai massimi livelli delle Istituzioni europee ed italiane, fra i quali esponenti della nuova Commissione  Ue e Ministri italiani. 

L’evento, che rientra nell’ambito del semestre di Presidenza italiana del Consiglio dell’Unione Europea, è organizzato dall’ENEA per conto della Commissione Europea, essendo un punto di riferimento di eccellenza a livello nazionale per la ricerca nel settore energetico. L’obiettivo del SET-Plan, infatti, è la realizzazione di joint partnership tra mondo della ricerca, industria, Commissione e  Stati membri per lo sviluppo di tecnologie low carbon e per  la sicurezza delle forniture.

Il SET-Plan è una iniziativa della Commissione europea (Direzioni Generali “Ricerca e Innovazione”, “Energia” e Joint Research Centre), che ha come referenti in Italia i Ministeri dell’Istruzione, Università, Ricerca e dello Sviluppo Economico.

Sono previste cinque sessioni dedicate rispettivamente alla Transizione energetica, Costruzione di un nuovo sistema energetico europeo, Approcci globali e regionali, le Sfide per il sistema energetico,  il Piano di azione strategico e i Closing Remarks.

 

Per partecipare alla conferenza di dicembre a Roma occorre registrarsi sul sito:

http://www.setplan2014.it/ 

In alternativa potete inviarci la vostra adesione al seguente indirizzo di posta elettronica: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

Roma, 11novembre 2014

 

 

ENEA - Ufficio Stampa e Rapporti con i Media

Resp. Elisabetta Pasta

Tel. 0636272806 cell. 3298313702

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