enea greenCreare un sistema nazionale unico di formazione professionale che superi le differenze regionali per qualificare all’edilizia “green” tre milioni di addetti in Italia entro il 2020. Questo l’obiettivo principale del progetto europeo BRICKS, coordinato dall’ENEA, che consentirebbe all’Italia di collocarsi all’avanguardia in Europa e di assicurare le necessarie competenze per raggiungere l’obiettivo di un parco edilizio ad “energia quasi zero” entro il 2030.

In questa prospettiva il progetto BRICKS riconosce nella professionalità della mano d’opera la migliore garanzia della qualità degli interventi e dei ritorni degli investimenti, nonché della soddisfazione degli utenti. Il progetto prevede di fornire tutto il supporto a chi già opera nel settore della formazione professionale, in modo da formare una nuova classe di tecnici ed operatori competente su tutti i temi energetici. Molte le azioni già messe in campo, dalla promozione di un percorso per l’ottenimento di un “marchio di qualità” per le aziende che impiegheranno personale qualificato, alla definizione di nuove figure professionali in campo energetico, quali installatori di sistemi di isolamento termico a cappotto, di impianti geotermici a pompa di calore e di sistemi domotici, auditor energetici e formatori d’aula e di cantiere.

“La formazione di lavoratori sempre più qualificati – sottolinea Anna Moreno che coordina il progetto per l’ENEA -  renderà le aziende sempre più competitive sul mercato e consentirà ai proprietari di immobili di investire con maggiore fiducia nei miglioramenti energetici. Per raggiungere questo traguardo occorre però un’omogeneizzazione e una condivisione delle conoscenze sulle più moderne tecnologie, oltre alla condivisione degli obiettivi con tutti gli attori coinvolti. Per questo, assieme ai nostri partner, ci stiamo muovendo affinché  tutti i soggetti coinvolti firmino un policy paper dove saranno individuate le azioni che i Ministeri, le Regioni e le Province autonome dovranno realizzare entro il 2020” .

BRICKS (Building Refurbishment with Increased Competences, Knowledge and Skills) è un progetto europeo dell’iniziativa strategica BUILD UP Skills - Pillar II, co-finanziato dal programma europeo Intelligent Energy Europe (IEE). Oltre all’ENEA che lo coordina, partecipano 15 organismi nazionali e oltre 50 partner associati, tra i quali il Ministero dell’Ambiente, il Ministero dell’Istruzione e gran parte delle Regioni, con una formula aperta ad ulteriori adesioni.

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eneaCon la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del 18 gennaio delle "Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali”, ovvero del Collegato ambientale alla legge stabilità 2014, viene sancita l’uscita dal commissariamento dell’ENEA. All’articolo 4 della legge è infatti previsto che l’Agenzia sia un “ente di diritto pubblico finalizzato alla ricerca e all’innovazione tecnologica, nonché alla prestazione di servizi avanzati alle imprese, alla pubblica amministrazione e ai cittadini nei settori dell’energia, dell’ambiente e dello sviluppo economico sostenibile” ed abbia una nuova governance.

I nuovi organi saranno il Presidente - che dirigerà l’ENEA, oltre ad esserne il legale rappresentante -  il Consiglio di Amministrazione (CdA) e il Collegio dei Revisori dei Conti. Il CdA sarà formato da tre componenti - compreso il Presidente - che saranno nominati con decreto del Ministero dello Sviluppo Economico (MiSE), di concerto con il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATT). I tre membri resteranno in carica per 4 anni, con mandato rinnovabile per altri 4, e saranno “scelti tra persone con elevata e documentata qualificazione tecnica, scientifica o gestionale nei settori di competenza dell’ENEA” .

Con oltre 2600 dipendenti, in massima parte ricercatori e tecnologi, 850 brevetti e 11 spin-off, l’ENEA è il maggior presidio nazionale in materia di energia e ambiente, temi di cruciale importanza per il rispetto degli impegni assunti a Parigi nell’ambito della COP21.

L’ENEA è vigilata dal MiSE ed è specializzata in attività di ricerca, innovazione e prestazione di servizi avanzati alle imprese, alla PA e ai cittadini. Vanta eccellenze nei settori dell’efficienza energetica, delle fonti rinnovabili, della fusione  nucleare, delle materie prime strategiche, dell’innovazione tecnologica di prodotto e di processo, operando in diversi settori quali la difesa dell’ambiente e del territorio, la protezione sismica, i beni culturali,  l’agroalimentare e  la chimica ‘verde’; ha maturato una consolidata  esperienza scientifica e di gestione rispetto a progetti complessi a livello nazionale e internazionale.

L’ENEA è articolata in 14 tra centri e laboratori di ricerca sul territorio nazionale, cui si aggiungono uffici territoriali a livello regionale e un Liason Office a Bruxelles; partecipa a numerosi programmi di ricerca e a network internazionali quali EERA (European Energy Research Alliance) ed Enterprise Europe Network, la più grande rete di servizi a sostegno della competitività e dell’innovazione delle PMI.

Nell’ultimo anno l’ENEA ha ampliato e sviluppato i rapporti con le istituzioni europee, nazionali (Presidenza del Consiglio, Ministeri) e territoriali per incrementare la quantità e la qualità della ricerca e dei servizi avanzati dell’Agenzia verso l’intera Pubblica Amministrazione; in questa prospettiva si collocano il Protocollo d’intesa con la Struttura di missione della Presidenza del Consiglio per l’efficientamento e la messa in sicurezza dal rischio sismico delle scuole (operazione Green School), gli accordi firmati con MATT, MAECI (Cooperazione allo sviluppo), Assolombarda, Confindustria, Agenzia per la coesione territoriale, ENEL e atenei nazionali e internazionali (le Università del Missouri e del Texas negli Stati Uniti, l’università di Delhi) e, recentemente, l’Accademia cinese delle Scienze .

eneaIn parallelo, sono stati attivati specifici strumenti per rafforzare la capacità di trasferimento tecnologico a beneficio delle imprese, della PA e dei cittadini quali:

  • Istituzione del servizio Committenza per rafforzare le attività di trasferimento tecnologico e innovazione verso PA centrale e periferica, industrie e associazioni imprenditoriali.
  • l’Atlante dell’innovazione tecnologica ENEA, una banca dati con oltre 500 tecnologie innovative, prodotti e servizi avanzati dell’Agenzia. Per la prima volta tutti i servizi e i prodotti sviluppati da un’istituzione di ricerca vengono messi online (www.enea.it), su schede continuamente aggiornate, corredate dal Technology Readiness Level (TRL) e consultabili per cluster nazionale, codice Ateco o testo libero. Le schede coprono una ventina di settori, tra cui energia - comprese fonti rinnovabili e servizi per l’efficienza energetica - agroalimentare, tracciabilità, laser, sensoristica, nuovi materiali e materie prime strategiche anche con il recupero di materiali di valore dalle schede elettroniche.
  • Il Road show nazionale sull’Innovazione Tecnologica per la Competitività per facilitare l’incontro fra domanda dell'industria e offerta della ricerca pubblica. Dopo le tappe di Milano, Roma, Ancona e Varese sono previsti incontri a Torino, Legnano, Verona, Napoli, Bologna e Treviso. L’obiettivo è “far uscire la ricerca dai laboratori” e portarla, anche attraverso incontri diretti, al mondo dell’imprenditoria con particolare riferimento alle PMI.
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L’Italia è tra i paesi leader mondiali per numero di strutture protette da sistemi antisismici - quinta dopo nazioni molto più popolose come Giappone, Cina, Russia, Stati Uniti - e prima in Europa per l'applicazione dell'isolamento e dissipazione di energia su edifici, ponti e viadotti. Il nostro paese vanta poi il primato mondiale per dispositivi 'antiterremoto' a tutela del patrimonio culturale. Tuttavia, per quanto riguarda la sicurezza del parco edilizio nazionale rispetto al rischio-terremoti, restano molte criticità: infatti, “oltre il 70% dell’edificato attuale non è in grado di resistere ai terremoti che potrebbero colpirlo, comprese scuole, ospedali e molti altri edifici strategici”.

A evidenziare l’eccellenza tecnologica maturata dal nostro paese, ma - allo stesso tempo - la fragilità del contesto abitativo e la necessità di una corretta ed efficace politica di prevenzione, è lo Speciale 100 anni di Ingegneria Sismica”, pubblicato sulla Rivista “Energia, Ambiente e Innovazione” dell’ENEAnel centenario del terremoto di Avezzano che il 13 gennaio 1915 provocò 30mila vittime e la distruzione di una ventina di centri abitati.

C’è il rischio che catastrofi come queste possano verificarsi nuovamente? E che cosa si fa per prevenire il rischio sismico e mitigarne gli effetti? Lo Speciale ENEA distingue tra nuove costruzioni e strutture esistenti: per le prime esistono soluzioni tecniche per progettare e costruire edifici, ponti e infrastrutture in grado di resistere anche ai terremoti più violenti. “Le moderne tecnologie antisismiche, possono garantire un grado di sicurezza non perseguibile con tecniche tradizionali, senza incidere significativamente sui costi”, sottolineano gli esperti.

Anche per le strutture esistenti, ove possibile, sarebbe auspicabile “un’utilizzazione più estesa delle moderne tecnologie, specialmente dell’isolamento sismico”, con particolare riferimento a paesi come l’Italia, dove avvertono gli esperti, “gran parte degli edifici non è in grado di sopportare l’azione sismica che attualmente la normativa prescrive per gli edifici di nuova costruzione nei rispettivi siti”.

“La maggior parte delle nostre costruzioni ha più di 50 anni ed è stata realizzata in fretta, senza adeguati controlli, facilitando l’uso di sistemi e materiali scadenti – spiega Paolo Clemente, dirigente di ricerca ENEA che ha curato lo Speciale - Inoltre, interventi architettonici e/o strutturali impropri, hanno spesso accelerato gli effetti legati alla vetustà ed al degrado, acuiti da una manutenzione carente, se non del tutto assente”.

L’altra faccia della medaglia è che nel nostro Paese vi sono oltre 400 edifici dotati di dispositivi antisismici (AS) e che vengono tutelate opere importanti, ad esempio i bronzi di Riace, protetti da basamenti ‘antiterremoto’ ENEA che, insieme al Politecnico di Torino, ha anche brevettato un sistema antisismico per gli edifici monumentali.

Da qui la necessità avvertono gli esperti, di una corretta politica di prevenzione, basata su un’oculata programmazione della spesa e degli interventi e su precise priorità rispetto alla pericolosità e allo stato di salute delle costruzioni, con particolare riferimento a opere strategiche o di particolare rilevanza quali scuole, ospedali, prefetture, caserme.

Ma come proteggere edifici e infrastrutture dal rischio terremoti? Ad oggi le strade sono essenzialmente tre: l’approccio tradizionale è quello di rendere la struttura sufficientemente robusta, affinché possa resistere al massimo terremoto atteso nella zona in cui sorge. Un’altra soluzione prevede l’applicazione di dispositivi di isolamento sismico che riducono drasticamente le azioni sismiche trasmesse dal terreno alla struttura. La terza comporta un mix delle due tecniche.

L’isolamento sismico consente di realizzare edifici di nuova costruzione con un elevatissimo grado di sicurezza: un edificio isolato sismicamente (se ben progettato) non si danneggia nemmeno in occasione di un evento sismico violento, preservando anche il contenuto.

L’uso dell’isolamento sismico in edifici di nuova realizzazione non comporta, in genere, particolari problemi: è quasi sempre applicabile e, nelle zona a media e elevata sismicità, se ben progettato, non comporta alcun incremento del costo di costruzione.

Per gli edifici esistenti, invece, l’inserimento dell’isolamento sismico non sempre è possibile sia per motivi tecnici (possibilità di intervenire in sicurezza alla base della costruzione, vicinanza di altri edifici, ecc.) che economici.

A livello mondiale, nel 2013 erano oltre 23.000 le strutture protette con sistemi antisismici in oltre 30 paesi: ponti e viadotti, edifici civili ed industriali, impianti, inclusi quelli nucleari e chimici a rischio di incidente rilevanti. I materiali utilizzati sono di tutti i tipi: cemento armato, acciaio e persino legno.

Il Giappone resta primo per numero complessivo dei sistemi AS che sono in costante aumento (a metà del 2011 gli edifici isolati erano circa 6.600 e quelli protetti da sistemi dissipativi circa 3.000). Già nel 2013, però, la Cina si stava avvicinando, seguita da Russia, USA e Italia.

Grafico degli edifici con isolamento sismico in ItaliaIl nostro Paese è leader, a livello europeo per l’applicazione dell’isolamento e della dissipazione di energia a edifici, ponti e viadotti ed ha consolidato questo ruolo soprattutto dopo il terremoto in Abruzzo del 2009: solo all’Aquila i nuovi edifici isolati con sistemi salva-vita sono oltre un centinaio, sia di nuova costruzione che riguardanti retrofit di edifici esistenti.

Siamo anche leader, a livello mondiale, per l’uso dei sistemi AS per la protezione del patrimonio culturale e abbiamo sviluppato importanti progetti in questo settore; inoltre, sistemi  prodotti in Italia vengono utilizzati anche in altri paesi, ad esempio a Cipro, Russia, Indonesia, Iran, Grecia, Portogallo, Spagna, Turchia ecc..

Attenzione però: non basta applicare sistemi antisismici,  ma occorre farlo in modo corretto,  affinché - avvertono gli esperti - risultino effettivamente “salva vita” e non rendano, invece, l’opera meno sicura di una convenzionale. Questo vale, in particolare, “per gli isolatori, occorre sceglierli, progettarli, qualificarli, produrli, verificarli, installarli, proteggerli ed ispezionarli in modo adeguato, assicurandosi che le loro caratteristiche previste a progetto restino inalterate durante l’intera vita della costruzione”.

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enea diagnosienergeticaSaranno circa 30.000 le diagnosi energetiche che dovranno confluire nel portale AUDIT 102, realizzato e gestito dall’ENEA ai sensi dell’art.8 del Dlgs. 102/2014 (https://audit102.casaccia.enea.it/). Per non incorrere nelle sanzioni previste dall’art. 16 del  decreto, le imprese obbligate avrebbero dovuto concludere la diagnosi nei siti produttivi localizzati sul territorio nazionale entro il 5 dicembre 2015 (e successivamente ogni 4 anni), avvalendosi di società di servizi energetici, auditor energetici o dell’ISPRA.

Una volta effettuato l’audit energetico, la relativa documentazione va inviata entro il 22 dicembre 2015 all’ENEA, che ha il compito istituzionale di effettuare i controlli sulla conformità delle diagnosi stesse alle prescrizioni del decreto. Con l’attivazione di AUDIT 102l’invio della documentazione dovrà avvenire esclusivamente attraverso questo portale, previa registrazione elettronica da parte dei soggetti interessati. Pertanto da oggi 11 dicembre la casella di posta elettronica Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.non sarà più attiva.

“Il percorso che abbiamo iniziato da tempo con il Ministero delle Sviluppo Economico e le imprese obbligate ha dato, fino a questo momento, ottimi risultati che sono stati riconosciuti pubblicamente sia dalle imprese stesse che dalle associazioni di categoria”, commenta Roberto Moneta, responsabile Unità Tecnica per l’Efficienza Energetica dell’ENEA.

“Tale percorso – continua Moneta - potrà condurre a due risultati molto significativi. Da un lato la sensibilizzazione delle aziende obbligate che, sulla scorta delle diagnosi eseguite, potranno decidere di realizzare interventi di miglioramento della performance energetica dei processi produttivi, ottenendone risultati sia dal punto di vista della competitività dei propri prodotti sul mercato che della riduzione delle emissioni in atmosfera. Dall’altro, i nostri policy maker avranno a disposizione un quadro completo della situazione attuale dei vari comparti produttivi necessario per strutturare e focalizzare meglio le politiche di regolazione ed incentivazione all’efficienza energetica per il settore”.

enea accordoconfindustriaIl Presidente di Confindustria Giorgio Squinzi e il Commissario dell’ENEA Federico Testa hanno sottoscritto un protocollo d’intesa per accrescere l’efficienza energetica negli usi finali, la sostenibilità ambientale e l’innovazione tecnologica, attraverso un rapporto più diretto tra il mondo della ricerca e il sistema industriale.

Le imprese associate a Confindustria potranno accedere ai servizi avanzati di prova, qualificazione e certificazione di materiali, componenti e sistemi sviluppati presso i nove centri di ricerca dell’ENEA; il protocollo prevede inoltre la realizzazione di attività congiunte per la condivisione di informazioni sulle opportunità di innovazione tecnologica con particolare riferimento all’energia e alla sostenibilità economica.

ENEA offrirà supporto a Confindustria anche nella definizione di analisi di scenario e di impatto delle normative nazionali e comunitarie, tramite la presenza di suoi esperti a tavoli tecnici sull’innovazione tecnologica, l’energia e l’ambiente, e attraverso la partecipazione congiunta a progetti europei, anche grazie al coinvolgimento dei rispettivi uffici a Bruxelles.

Infine Confindustria ed ENEA svolgeranno attività di comunicazione e formazione per sensibilizzare i consumatori sui temi del risparmio, dell’efficienza e dell’uso razionale delle risorse energetiche, con particolare attenzione ai benefici dell’edilizia sostenibile.

enea materieprimeLunedi 30 novembre ENEA e Regione Lazio organizzano il convegno "The role of regions in the development of Knowledge Innovation Community on Raw Materials", per presentare il nascente polo di eccellenza europeo per la  ricerca nel settore dei "Raw Materials", le materie prime di approvvigionamento più critico. La sede sarà presso il Centro Ricerche Casaccia dell'ENEA, che coordina circa 50 partner tra industrie, PMI, enti di ricerca, università e istituzioni regionali da Italia, Spagna, Ungheria e Malta.

Si tratta di uno dei sei poli di ricerca istituiti nell'ambito dell'Associazione EIT RawMaterials, finanziata dall'Istituto Europeo per la Tecnologia e l'Innovazione (EIT) che prevede la  creazione di una Knowledge Innovation Community (KIC), una Comunità della Conoscenza e dell'Innovazione. L'obiettivo è quello di migliorare l'estrazione, il riciclo, il riuso e la sostituzione delle materie prime, in particolare quelle 'critiche', quali ad esempio terre rare, indio, germanio e magnesio. Una rete di laboratori, imprese e università che dovrà sviluppare un progetto da 2 miliardi di euro per creare tra l'altro 50 start up e 10mila posti di lavoro.

L’Unione Europea è fortemente dipendente dalle importazioni di materie prime strategiche per la crescita e la competitività dell'industria: il 77% del fabbisogno complessivo deriva dall'import extra-Ue, con punte del 96% per i metalli high-tech e del 100% per la gomma naturale. Solo un esiguo numero di minerali metallici viene estratto all'interno del territorio Ue - cromo, rame, piombo, argento e zinco - ma la produzione è insufficiente a soddisfare la domanda e per questo è importante incrementare la produzione delle materie prime sul suolo europeo, promuovere il riciclo a tutti i livelli e un sistema economico circolare.

"Con la Regione Lazio abbiamo voluto riunire allo stesso tavolo alcuni dei leader nel settore della formazione, della manifattura e della ricerca applicata sui Raw Materials”, ha dichiarato Dario Della Sala dell'ENEA, "dopo un anno di lavoro, lo sviluppo del business plan per il 2016 e la programmazione preliminare fino al 2022, oggi è tutto pronto per studiare il pieno coinvolgimento di partner e supporter, che in collaborazione con i 'core' e gli 'associate' partner, costituiranno l'ossatura di EIT RawMaterials, la più grande Comunità sulle Materie Prime Critiche nel mondo. Il perno è l'associazione EIT RawMaterials con sede a Berlino, i 6 Co-location Centre che la compongono sono il motore dell'iniziativa".

AtlanteENEAAlla platea di imprese marchigiane, ed in particolare alle PMI, esperti e ricercatori dell’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile hanno illustrato le opportunità relative ai cluster: Tecnologie per le smart communities; Fabbrica intelligente; Mezzi e sistemi per la mobilità di superficie terrestre e marina; Tecnologie per gli ambienti di vita. In particolare sono stati approfonditi i temi relativi allo Smart Building Management, allo sviluppo di materiali e processi innovativi e di materiali avanzati a basso impatto ambientale per l’industria automobilistica.

Lo Smart Building Management contribuisce alla gestione energetica ottimale di complessi abitativi e reti di edifici, attraverso un insieme coordinato di modelli software con strategie di “energy on demand” che permettono la diagnosi energetica e l’efficientamento in grado di abbattere i consumi energetici dal 25 al 40%. http://www.enea.it/it/ateco/schede/building-network-management

Lo sviluppo di materiali e processi innovativi nelle tecnologie di film sottili per il rivestimento di superfici per tubi ricevitori per il solare termodinamico, ma anche rivestimenti avanzati per pannelli solari termici a bassa temperatura e per applicazioni aerospaziali, elettrodi trasparenti per il fotovoltaico e vetri basso-emissivi per finestre. http://www.enea.it/it/ateco/schede/progettazione-sintesi-e-realizzazione-di-filtri-ottici-spettralmente-selettivi-e-coating-trasparenti-e-conduttivi.

Materiali avanzati a basso impatto ambientale per l’industria automobilistica che utilizzanofibre naturali, come le fibre di basalto, al posto delle fibre di vetro per il rinforzo di materie plastiche.Le fibre di basalto sono materiali ad alto contenuto tecnologico ottenute con un processo di trasformazione della roccia di basalto (minerale molto diffuso) che ne riduce i costi, favorendone di conseguenza un ampio utilizzo ed inoltre i materiali sono facilmente riciclabili. http://www.enea.it/it/ateco/schede/sviluppo-di-materiali-compositi-polimerici-ad-alte-prestazioni-compound-e-film-termoplastici-micro-e-nanocompositi.

La tappa nelle Marche è la terza del Road Show intrapreso dall’ENEA per favorire l’incontro tra la domanda proveniente dall’industria e l’offerta disponibile presso la ricerca pubblica; dopo un primo incontro pubblico a Milano promosso da Regione e Confindustria Lombardia, in collaborazione con Assolombarda, e una seconda tappa a  Roma presso Unindustria, il prossimo evento sarà il 4 dicembre a Varese.

L’Atlante dell’innovazione tecnologica è consultabile all’indirizzo http://www.enea.it/it/ateco e raccoglie oltre 500 fra servizi avanzati e soluzioni innovative  sviluppate nei 9 Centri di Ricerca dell’ENEA. Ogni tecnologia è presentata all’interno di una scheda, con il proprio Technology Readiness Level (TRL) o Livello di Maturità Tecnologica, così come definito dalla Commissione europea per il programma Horizon 2020. Continuamente aggiornate e consultabili per cluster nazionale, codice ATECO (classificazione delle ATtività ECOnomiche) o testo libero, le schede coprono circa venti settori, tra cui energia - comprese fonti rinnovabili e servizi per l’efficienza energetica - agroalimentare, tracciabilità, laser, sensoristica, nuovi materiali e recupero di materiali di valore dalle schede elettroniche.

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enea energiaclimaA poche settimane dalla COP21, la Conferenza delle Parti di Parigi sui cambiamenti climatici, il Rapporto della IEA conferma il ruolo strategico dell’efficienza energetica come primo combustibile green al mondo, rimarcando lo stretto legame fra energia e cambiamenti climatici.

Gli interventi di efficientamento energetico nei Paesi aderenti alla IEA hanno consentito di evitare 10,2 miliardi di tonnellate di CO2 negli ultimi 25 anni, pari alle emissioni di un anno di tutti  e 29 i Paesi membri. Oltre che sul piano ambientale i benefici di tali investimenti sono stati evidenti anche a livello economico: infatti, nel periodo 2010-2014 i consumi globali di energia sono scesi del 2%, a fronte di una stima di crescita del 3% calcolata senza interventi in efficienza energetica.

Secondo il Rapporto, l’Italia è perfettamente in linea con il trend mondiale, potendo contare  per il periodo 2014-2020  di ingenti risorse economiche: 355 milioni di euro per la riqualificazione energetica degli edifici pubblici; oltre 100 milioni di euro per le diagnosi energetiche nelle PMI; 350 milioni di euro dall’ex Fondo Kyoto per interventi di efficientamento in scuole e università; 1,5 miliardi di euro dai fondi strutturali per interventi su edifici della pubblica amministrazione locale; 3 milioni di euro per il programma triennale di formazione ed informazione.

L’efficienza energetica dimostra di essere lo strumento più efficace per ridurre le emissioni, coerentemente con l’obiettivo di limitare l’aumento della temperatura globale entro i 2 °C – sottolinea Alessandro Federici dell’Unità Tecnica Efficienza Energetica dell’ENEA, che ha contribuito al rapporto IEA con le informazioni relative all’Italia –  Questo report evidenzia che cambiare è possibile ed è anche conveniente dal punto di vista economico, perché ridurre il consumo di combustibili fossili grazie all’efficienza vuol dire ridurre i costi in bolletta e stimolare ricerca e innovazione, facendo così decollare nuovi mercati”.

Seppur promettenti, le previsioni della IEA fanno emergere l’esigenza di fare di più: secondo lo scenario basato sulla prosecuzione delle attuali politiche energetiche, gli investimenti in efficienza energetica al 2050 sarebbero pari a 8mila miliardi di dollari. Tuttavia, per raggiungere l’obiettivo 2 °C, dovrebbero ammontare a oltre 14mila miliardi di dollari, una cifra in grado di generare risparmi energetici annuali pari alla somma dei consumi finali di Cina e Ue nel 2012.

Su questi temi - ha concluso Federici - l’ENEA, in qualità di Agenzia Nazionale per l’Efficienza Energetica, può dare un contributo rilevante, offrendo supporto scientifico alle imprese per gli audit energetici e per la diffusione della cultura dell’efficienza energetica e al Ministero dello Sviluppo Economico per il monitoraggio delle politiche di efficienza energetica in atto per il raggiungimento degli obiettivi di risparmio al 2020.”

diagnosienergeticaAl via il prossimo 21 ottobre la seconda edizione del seminario specialistico “Guida all’autodiagnosi nell’ambito degli obblighi del DLgs 12/2014”, organizzato da Confindustria in collaborazione con l’ENEA. Il corso, che si terrà presso la sede nazionale di Confindustria in viale dell’Astronomia a Roma, si pone l’obiettivo di supportare le grandi imprese e quelle energivore che devono eseguire entro il 5 dicembre la diagnosi energetica dei propri impianti (art. 8 del D.Lgs. 12/2014 che recepisce la Direttiva europea 2012/27 sull’efficienza energetica).

La formazione si rivolge alle aziende che intendono avvalersi del personale interno per effettuare l’audit energetico. Il seminario sarà tenuto dagli esperti ENEA, che forniranno le conoscenze specifiche necessarie per condurre questo tipo di indagine, passando in rassegna le modalità di esecuzione della diagnosi energetica, la pianificazione delle attività, l’acquisizione dei dati e la loro elaborazione, la costruzione di modelli e bilanci energetici, l’individuazione degli interventi di razionalizzazione energetica, l’analisi costi-benefici e la redazione del rapporto di diagnosi insieme alla compilazione dei file necessari all'invio dell’audit energetico. Oltre al seminario del 21 ottobre, il corso prevede una seconda fase a novembre: insieme ai tecnici dell’ENEA le aziende svolgeranno esercitazioni pratiche e discuteranno le simulazioni di diagnosi preparate durante il corso. Il seminario specialistico si inserisce nel Protocollo di intesa tra ENEA e Confindustria per “supportare i settori industriali di interesse nazionale nell’ottimizzazione di processi e sistemi finalizzati al miglioramento dell’efficienza energetica e della sostenibilità ambientale”.

Fino al 19 luglio 2016, l’audit può essere condotto da società di servizi energetici, esperti in gestione dell’energia oppure auditor energetici, anche se non in possesso di certificazioni rilasciate sotto accreditamento. Dopo quella data, le diagnosi potranno essere eseguite solo da soggetti certificati da organismi accreditati. L’iniziativa si inserisce in un contesto più ampio di azioni che l’ENEA ha intrapreso come istituzione preposta ai controlli delle diagnosi effettuate dalle aziende: dalla gestione della banca dati sulle diagnosi energetiche al loro controllo, dal supporto al Ministero dello Sviluppo Economico per l’implementazione dell’articolo 8 fino alle attività di formazione ed informazione. I risultati degli audit energetici vanno trasmessi all'ENEA entro il 22 dicembre.

enea PIATTAFORMEENERGIAMEDITERRANERafforzare la cooperazione tra i Paesi dell'area euro-mediterranea e diversificare le forniture di energia. Sono alcuni degli obiettivi delle tre Piattaforme tematiche dedicate al gas naturale, al mercato regionale dell'energia elettrica (REM), alle fonti rinnovabili e all’efficienza energetica (REEE) recentemente costituite su impulso della Presidenza italiana Ue e della Commissione europea.

Del ruolo di questi nuovi organismi, dei Piani di Azione oggi in via di definizione e, in particolare, delle possibili opportunità che ne deriveranno per le imprese italiane si è parlato in un convegno organizzato dall’ENEA in qualità di membro e socio fondatore di MEDENER, l’Associazione Mediterranea delle Agenzie Nazionali per l'Efficienza Energetica e le Fonti Rinnovabili. Esperti ed esponenti di istituzioni e imprese italiane ed europee - Dipartimento per le Politiche Europee della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero degli Affari Esteri, Ministero dello Sviluppo Economico, Edison, Enel Green Power, Eni, Terna, Renewable Energy Solutions for the Mediterranean (RES4MED), Observatoire Méditerranéen de l’Energie (OME), Mediterranean Transmission System Operators (Med-TSO) e Mediterranean Energy Regulators (MedReg) - hanno evidenziato che le tre Piattaforme rappresentano un passo essenziale verso una maggiore sicurezza degli approvvigionamenti, un’accresciuta sostenibilità degli investimenti e una maggiore competitività delle imprese, in un quadro di regole condivise e armonizzate a livello sovranazionale. Si tratta di un’opportunità concreta di integrazione regionale e di cooperazione fra i Paesi delle sponde nord e sud del Mediterraneo, da realizzarsi attraverso Piani di Azione che prevedono l’ampia partecipazione degli attori industriali di settore che operano nell’area.

In questo contesto l’ENEA si è resa disponibile, d’intesa con gli altri membri di MEDENER, a coordinare le attività della Piattaforma efficienza energetica e rinnovabili, anche promuovendo quadri regolatori e assetti di mercato in grado di incoraggiare gli investimenti nel settore. Sono previste campagne di informazione al grande pubblico, azioni di formazione mirata a beneficio degli operatori, la messa a punto di strumenti per le diagnosi energetiche, la valutazione ed il monitoraggio delle diverse misure adottate per promuovere l’efficienza energetica. Tutte attività che l’ENEA svolge da anni con successo sia in Italia che sullo scacchiere internazionale.

Per la Piattaforma relativa al gas l’obiettivo è favorire un aumento della produzione nei paesi del Nord Africa e del Mediterraneo orientale per soddisfare i consumi interni e le esportazioni verso la Ue, nella prospettiva di creare un hub del gas nel Mediterraneo. La Piattaforma per il mercato elettrico regionale sarà invece chiamata ad occuparsi della progressiva rimozione delle barriere tecniche e normative al libero commercio internazionale dell'energia.
"L’avvio delle Piattaforme euro-mediterranee per l'energia rappresenta un'occasione strategica per accrescere l'internazionalizzazione delle imprese italiane, in particolare delle PMI operanti nei settori delle fonti rinnovabili e dei componenti e sistemi per l’efficienza energetica – ha spiegato Dario Chello dell’ENEA - L’Italia, al centro del Mediterraneo per posizione geografica, storia e cultura, ha tutte le carte in regola per giocare un ruolo di primo piano nella transizione verso modelli energetici sostenibili e integrati; proprio per questo è in grado di presentare candidature di alto livelloper tutte le posizioni di coordinamento delle tre Piattaforme".