Bollettino trimestrale Analisi EnergeticheAumentano anche emissioni CO2 (+2,8%) e produzione elettrica (+6,4%)

Segnali di ripresa per il sistema energetico nazionale con l’aumento di consumi finali di energia (+1,7%) e produzione elettrica (+6,4%) ma, allo stesso tempo, criticità emergenti sul fronte della sicurezza, dei prezzi e delle emissioni di anidride carbonica. È uno scenario complesso quello delineato dall’Analisi Trimestrale ENEA relativa ai primi tre mesi del 2017, con un sensibile peggioramento (-10% su base annua) dell’indice ISPRED che misura la transizione del sistema energetico nazionale sulla base di sicurezza, prezzi e andamento della CO2.

“L’inverno 2016/2017 - spiega Francesco Gracceva, l’esperto ENEA che ha coordinato l’Analisi - ha fatto emergere alcune fragilità del nostro sistema energetico che negli ultimi anni erano state sottovalutate e mostrato come la transizione energetica continui a presentare aspetti problematici. Le nostre simulazioni così come quelle di ENTSO-E, l’Associazione europea dei gestori delle reti elettriche, evidenziano che nel corso dell’estate potrebbero verificarsi problemi di adeguatezza, in particolare nel Centro-Nord, qualora si verificasse un mix di condizioni estreme con alte temperature, bassa produzione da fonti rinnovabili non programmabili e bassa idraulicità”.

Ma non solo. Il forte aumento della produzione interna di elettricità e la ripresa della domanda di gas per usi finali hanno determinato il secondo incremento trimestrale consecutivo delle emissioni di CO2 (+2,8%), che quest’anno potrebbero raggiungere livelli simili a quelli del 2013.

Nello specifico, dall’Analisi emerge che nel primo trimestre 2017, i consumi di energia primaria sono tornati a crescere (+0,9%), trainati dal forte aumento dell’utilizzo di gas (+9%), mentre i consumi finali sono aumentati dell’1,7%, con un +3% nel civile, per effetto delle condizioni climatiche e un +2% nell’industria per la ripresa della produzione. In crescita anche la produzione elettrica nazionale (+6,4%) con una quota di termoelettrico pari al 73% della produzione totale (con punte del 77% a gennaio), un livello che non si registrava da un decennio. In sensibile calo l’import di elettricità (-29%) anche se in misura minore rispetto al -60% del IV trimestre 2016. Questo insieme di elementi ha determinato un periodo transitorio di forti rialzi dei prezzi sulla borsa elettrica, fino a 94 euro/MWh di media giornaliera nella zona Nord a gennaio.

Una dinamica simile ha coinvolto il sistema gas dove i picchi di domanda vicini ai massimi storici (425 Mm3) hanno indotto i decisori a raccomandare un aumento delle importazioni con un impatto sui prezzi che, sempre a gennaio, sul mercato all’ingrosso italiano sono stati di quasi 4€/MWh più alti rispetto al resto d’Europa. Di fatto, nel caso in cui non fossero completamente disponibili tutti i punti di entrata nella rete nazionale, la copertura di picchi eccezionali di domanda potrebbe risultare problematica.

Tre fattori hanno determinato questo scenario: il forte calo delle importazioni di elettricità (con un picco di -68% a gennaio) per il fermo temporaneo di parte degli impianti nucleari francesi tra fine 2016 e inizio 2017; la scarsa idraulicità che ha determinato una diminuzione della produzione idroelettrica che prosegue ormai da due anni; la progressiva sostituzione del carbone con gas, un trend iniziato nel 2016. Questi tre elementi hanno spinto la ripresa del ruolo del gas che nel I trimestre 2017 ha segnato + 18% dopo il +27% del IV trimestre 2016.

“Nel breve-medio periodo sarà importante capire in che misura i fattori congiunturali che hanno determinato le criticità degli ultimi mesi possano divenire strutturali. Le prospettive incerte del parco nucleare francese, la possibilità che i cambiamenti climatici già in atto abbiano effetti di lungo termine sull’idraulicità come anche sui picchi di caldo estivo, la possibilità che si verifichino nuovamente punte invernali della domanda di gas vicine ai massimi storici costituiscono altrettante ragioni per ritenere che la seconda eventualità non possa essere esclusa a priori” conclude Gracceva.

Il nuovo numero dell’Analisi Trimestrale ENEA contiene anche una valutazione della dinamica del peso dell’energia sui costi dell’industria italiana, da cui emerge, tra le altre cose, che la crisi economica sembra aver portato a un peggioramento della posizione relativa dell’industria italiana energy intensive.

Online la rivista “Energia, ambiente e innovazione” e workshop EERA a Bologna.

Un ecosistema nazionale delle città che fonde esperienze e tecnologie, architetture innovative e piattaforme ICT, dove tecnologie innovative integrano smart building e smart home, mobilità elettrica e rinnovabili e interagiscono con cittadini e amministratori attraverso nuovi linguaggi e indicatori, ma anche processi di “citizen engagement” e coworking per cogliere la sfida della Smart City.

EAI Smart CityE’ questa la strategia dell’ENEA per una città del futuro sempre più intelligente, sostenibile e inclusiva, tema centrale dell’ultimo numero del magazine ENEA “Energia, ambiente e innovazione” che verrà presentato il prossimo 26 giugno a Bologna durante il workshop “Building the Italian Smart City Ecosystem in the European Framework”, nell’ambito della iniziativa europea European Energy Research Alliance Joint Programme on Smart Cities, di cui ENEA è membro dell’Executive Committee dal 2010. Obiettivo dell’evento è promuovere l’integrazione tra sistemi urbani e nuovi approcci intelligenti nel design e nella gestione dei sistemi energetici delle città e definire una roadmap per la rigenerazione urbana comune a istituzioni, centri di ricerca, municipalità e imprese.

“Oggi oltre il 50% della popolazione mondiale - oltre 3 miliardi e mezzo di persone (il 75% solo in Europa) – vive stabilmente nelle città e il trend del fenomeno di urbanizzazione è in costante aumento: le città consumano fino all’80% dell’energia mondiale ma non basta: oltre il 50% dei rifiuti globali, il 75% di consumo di risorse naturali e l’80% delle emissioni di tutto il pianeta sono da attribuire alle città. In questo contesto lo sviluppo e la diffusione di città energeticamente sostenibili ed efficienti è una delle strade percorribili per far fronte alle grandi sfide urbane di questo secolo[1].

Dopo l’editoriale di Aurelio La Barbera e l’intervista a Franco Ferrarrotti, uno dei più grandi sociologhi urbani ed esperto di città, con queste parole di Nicola Tollin (International Program on Urban Resilience RESURBE del Recycling Cities Network RECNET e Unesco Chair on Sustainability della Technical University of Catalonia) si apre la sezione "Focus" dello Speciale "Energia, ambiente e innovazione", con un’ampia panoramica sullo sviluppo sostenibile delle città attraverso le varie strategie internazionali in atto, come quelle individuate dagli obiettivi globali di sviluppo sostenibile, dalla nuova agenda delle città e dagli accordi di Parigi sul cambiamento climatico.

“ENEA è in prima linea per uno sviluppo tecnologico delle città che abbini integrazione e standardizzazione. Occorre avviare una rivoluzione che prima di essere tecnologica è culturale e organizzativa, un processo di condivisione dal basso e di allineamento progressivo in cui città istituzioni enti di ricerca e aziende crescono insieme con riferimenti comuni in un mercato finalmente aperto alla importazione ed esportazione delle tecnologie smart”, è il messaggio contenuto nell’articolo dell’ENEA dal titolo “Un percorso di convergenza nazionale sui progetto Smart City”, che passa in rassegna la strategia pioniera dell’Agenzia che fin dal 2010 apre ai primi progetti pilota in Italia “Smart Ring” a L’Aquila e “Smart Village” nel Centro ENEA Casaccia, basati su nuove tecnologie sensoristiche e ICT (smart building, info-mobilità, smart-grid) sempre più integrate, i cui risultati sono stati riversati in 12 progetti dimostrativi sviluppati in diverse aree urbane del nostro Paese.

Sempre nella sezione “Focus” anche un’interessante indagine condotta dall’ENEA in collaborazione con Università della Tuscia sul coworking, un nuovo modello di organizzazione del lavoro e di gestione degli spazi lavorativi che si sta diffondendo di pari passo con la trasformazione delle città con dati nazionali, tipologie di modelli e testimonianze che confermano come “questo nuovo fenomeno dai contorni ancora indefinibili, magmatico e in divenire” riesca a rispondere alla pluralità delle esigenze e alla complessità delle nuove città.

La rivista prosegue con “La Spezia 20.20: la città diventa smart” con il Masterplan nell’ambito della Strategia Europa 2020 sviluppato dalla città ligure per una visione condivisa e un nuovo approccio culturale che tocchi energia, mobilità, economia e government.

Un requisito fondamentale per lo sviluppo di piattaforme ICT per le Smart City è l’interoperabilità verso un’ottica di sistema,” è una delle proposte dell’Agenzia per un modello integrato di distretto urbano intelligente come la Smart City Platform, il Public Energy Living Lab. Alla transizione dalla “Smart City alla Smart Community” è invece dedicato lo studio dell’ENEA e dell’Associazione Mind Force e Periagogè per un incremento delle relazioni sociali finalizzato ad innalzare la qualità della vita dei cittadini con i vari progetti condotti da ENEA in Italia.

La rubrica continua con un articolo di Livio De Santoli dell’Università Sapienza di Roma sullo sviluppo di sistemi intelligenti per la decarbonizzazione dell’energia basati su tre smart grid: elettrica, termica e del gas, che opportunamente interconnesse e coordinate con accumulo elettrico e termico saranno in grado di soddisfare la domanda di energia.

La sezione "Focus" prosegue, tra l'altro, con un articolo sulla protezione delle infrastrutture critiche per il controllo del territorio, prioritaria per garantire servizi primari ai cittadini ma anche sicurezza e salvaguardia.

E ancora nell’ambito un articolo sull’economia circolare in ambito urbano per un incremento del ritorno delle risorse nell’economia del territorio con esempi di soluzioni tecnologiche per la chiusura dei cicli negli impianti di depurazione, compostaggio di comunità e simbiosi industriale, mentre sempre alla sostenibilità ambientale nelle smart city è dedicato l’articolo a firma ISPRA.

Occhi puntati anche sullo Smart Village del Centro ENEA Casaccia, il primo prototipo a livello nazionale che integra tutte le specifiche di un living lab realizzato in collaborazione con il Ministero dello Sviluppo Economico.

Da non perdere poi l’articolo ENEA sulla Smart Agriculture nelle aree urbane del futuro con agricoltura intelligente e indoor, colture idroponiche, acquaponiche e aeroponiche.

La sezione focus si chiude con un approfondimento del rapporto tra smart city ed emergenze ambientali con gli strumenti strategici della valutazione epidemiologica e del risk assessment per conoscere le aree critiche della qualità dell’aria in Italia; “soluzioni innovative e strumenti finanziari per le Smart City”, un articolo per impiegare al meglio le diverse fonti di finanziamento europee e nazionali, ma anche una panoramica sulle società cosiddette “benefit” per migliorare l’ambiente sociale e naturale; spazio anche al ruolo dei servizi climatici per una resilienza urbana nel clima che cambia, per convertire i dati scientifici in informazioni operative per gli utilizzatori finali.

Nella rubrica “Quadro Internazionale” tre contributi di rilievo: l’articolo di C. Greer del NIST e di P. Clerici Maestosi di ENEA sugli approcci innovativi per la smart city e ancora i programmi di Ricerca e Sviluppo europei e i network per costruire un forte sistema europeo di scienza, tecnologia e innovazione, l’articolo di Oliver Lah del Wuppertal Institute for Climate Envirnment and Energy sul ruolo dei servizi urbani nell’ambito della “New Urban Agenda” mentre Thomas Hruschka Direttore sviluppo sostenibile della città di Vienna su un progetto innovativo per i servizi di protezione ambientale.

Nella rubrica “Punto&Contropunto” si contrappongono i punti di vista di Gianpiero Celata, direttore Dipartimento Tecnologie Energetiche e Fonti Rinnovabili e di Roberto Morabito, direttore Dipartimento Sostenibilità dei Sistemi Produttivi e Territoriali dell’ENEA. Nella rubrica “Spazio Aperto” il contributo alla sostenibilità della fase “end of life” della filiera fotovoltaica dell’Università degli Studi di Salerno, il recupero dell’archivio storico dell’ENEA dell’Università Sapienza di Roma e per finire lo studio esplorativo dei sistemi di produzione dell’aria compressa per un sistema di benchmarking per le imprese energivore (ENEA, University of Cambridge, Università Tor Vergata, Università della Tuscia).

38 Paesi e oltre 200 ricercatori provenienti da 120 organizzazioni tra università, enti di ricerca e imprese sono i protagonisti di EuNetAir,il network coordinato dall’ENEA per lo sviluppo di sensori antismog low-cost. Un’alleanza internazionale tra ricerca e impresa che ha permesso di sviluppare materiali avanzati, nanomateriali, dispositivi hi-tech portatili, protocolli di misura e reti wireless di sensori per rilevare l’inquinamento atmosferico urbano, con un indotto economico stimato di oltre 150 milioni di euro, a fronte di un finanziamento Ue di 600 mila euro. “Rispetto ai sistemi in commercio, i sensori antismog che abbiamo sviluppato sono economici, dai consumi energetici ridotti, maneggevoli e adatti a un monitoraggio sia in movimento che in punti fissi” - spiega Michele Penza,responsabile ENEA del “Laboratorio materiali funzionali e tecnologie per applicazioni sostenibili” nel Centro Ricerche di Brindisi e coordinatore del network internazionale EuNetAir.

eunetair“Tutte caratteristiche - prosegue il ricercatore - che rendono i nostri prototipi candidati ideali per il controllo della qualità dell’aria nelle città. Attualmente stiamo ottimizzandone le prestazioni per renderli competitivi rispetto ai più costosi sistemi convenzionali, che rimangono ancora i più accurati nelle misure antismog, ma poco maneggevoli, ingombranti e non idonei alle rilevazioni su mezzi in movimento. Con i nuovi sistemi hi-tech - sottolinea Penza - puntiamo a rivoluzionare le tecnologie per il controllo dell’inquinamento atmosferico, offrendo alle amministrazioni centrali e locali gli strumenti necessari per migliorare la qualità dell’aria e accrescere la consapevolezza ambientale dei cittadini”. Finora i prototipi sviluppati da EuNetAir sono stati testati a Londra (50 nodi-sensori sono stati posizionati dentro e fuori l’aeroporto di Heathrow) dall’Università di Cambridge e dall’azienda inglese Alphasense Ltd, entrambe partner EuNetAir, e nella città portoghese di Aveiro grazie al coinvolgimento di 15 team (ENEA, NILU, ECN, CSIC, MCL, IMEC, VITO, IDAD, Cambridge University, Thessaloniki University, Louvain Catholique University, Alphasense, SenseAir, 3S, Siemens) provenienti da 12 Paesi Ue (Italia, Norvegia, Olanda, Spagna, Austria, Belgio, Portogallo, Regno Unito, Grecia, Svizzera, Svezia, Germania). I risultati di quest’ultima sperimentazione sono stati pubblicati sulla rivista internazionale Atmospheric Environment e riguardano il confronto tra le prestazioni degli oltre 150 sensori innovativi “EuNetAir” e quelle dei dispositivi antismog convenzionali. Obiettivo del test, studiare in uno scenario reale la qualità dei dati generati dai sensori secondo lo standard “Misure Indicative della Direttiva Europea” (2008/50/EC).

Il progetto internazionale EuNetAir fa parte del programma di collaborazione COST (European Cooperation in Science and Technology), uno dei più collaudati strumenti comunitari, nato per favorire la cooperazione tra i ricercatori a livello europeo, ed è stato menzionato come Top-Story dall’ente finanziatore europeo COST Association, supportato dal programma Horizon 2020. Inoltre, EuNetAir si avvale della collaborazione di numerose organizzazioni internazionali come JRC, EEA, US EPA, WHO Europe, UNECE, CSIRO, Chinese Academy of Sciences, MIT e NASA.

Presentato Report su ‘Cambiamento comportamentale ed efficienza energetica’.

Decalogo per risparmiare energiaDifendersi dal caldo record usando l’aria condizionata in modo ‘intelligente’, grazie ai consigli dell’Agenzia Nazionale per l’Efficienza Energetica per ridurre consumi e bollette. Mercoledì 28 giugno dalle ore 11.00 sulla pagina Facebook @ENEAUfficioStampa gli esperti saranno collegati in diretta per dare informazioni, risposte e chiarimenti via social. Inoltre, l'ENEA fornisce una mini-guida con 10 indicazioni per usare al meglio i climatizzatori salvaguardando comfort e spesa. Secondo le stime, comportamenti più consapevoli e attenti consentono di ottenere benefici economici, con risparmi dal 5 al 7%  sul totale della bolletta dell’energia elettrica.

La  diretta social è stata ribattezzata #ARIACONDIZIONATAINCLASSEA, in sintonia con la campagna nazionale di informazione e formazione sull`Efficienza Energetica ‘Italia in classe A’, promossa dal MiSe e realizzata dall`ENEA per promuovere una cultura dell’uso efficiente ed eco-sostenibile delle risorse energetiche.

Ma non solo. Secondo i dati della Ue e  dell’Agenzia Internazionale per l’Energia emersi oggi nel convegno ‘Cambiamento comportamentale e innovazione tecnologica’, promosso dall'ENEA e dagli Stati Generali Efficienza Energetica, le modifiche dei comportamenti che fanno crescere la domanda di efficienza energetica (quelli direttamente collegati all’uso ottimale delle tecnologie correnti o più strettamente connessi a un vero e proprio cambiamento culturale) potrebbero consentire un risparmio energetico dal 5 al 20% della spesa complessiva dei consumatori.

“Le misure legate al cambiamento comportamentale e all’efficienza energetica assumono un ruolo centrale – sottolinea Antonio Disi, curatore del Report “Cambiamento Comportamentale ed efficienza energetica” a cura di ENEA ed EKN -  In questo senso, assieme alle opportunità offerte dall’innovazione tecnologica, va promossa una maggiore attenzione al ruolo virtuoso, pro efficienza energetica, dei comportamenti individuali o sociali”.

All’evento hanno partecipato, fra gli altri, i Presidenti dell’ENEA, Federico Testa e del GSE Francesco Sperandini, l’Amministratore delegato E.ON Italia Péter Ilyés e il Presidente degli Stati Generali dell’Efficienza Energetica Alessandro Ortis.

La mini-guida ENEA

La Campagna Italia in classeA

La Campagna Italia in classeA è una delle iniziative previste dal Programma Triennale di Informazione e Formazione sull’efficienza energetica 2016-2019”, promosso dal MiSE e affidato all’ENEA secondo l’art.13 del dlgs 102/2014 con l’obiettivo di far conoscere strumenti, e opportunità dell’efficienza energetica a PMI, dipendenti pubblici, famiglie, studenti e istituti bancari e far nascere una cultura diffusa sull’uso efficiente ed eco-sostenibile delle risorse energetiche attraverso  “l’informazione e la diffusione di notizie sull’efficienza energetica, con particolare riferimento agli strumenti e agli incentivi disponibili, all’innovazione tecnologica e all’uso efficiente dell’energia, in ambito pubblico e privato, negli edifici abitativi, nel terziario, nell’industria, nei trasporti e nella pubblica amministrazione”.

Aprotocollo d'intesa ENEA-Rete ITSmpliare le competenze di giovani tecnici specializzati per trasferire l’innovazione tecnologica alle aziende presenti sul territorio, grazie a percorsi didattici condivisi e focalizzati sui temi dell’energia e dell’ambiente. Sono questi i temi dell’accordo sottoscritto a Verona dal presidente dell’ENEA Federico Testa e da Luciano Carapelli, coordinatore della Rete ITS (Istituti Tecnici Superiori) per l’efficienza energetica e presidente della Fondazione ITS Energia e Ambiente della Toscana. Il protocollo è stato firmato al Teatro Ristori di Verona, in occasione della cerimonia di consegna dei diplomi degli studenti di ITS Red, l’Istituto tecnico superiore specializzato nel risparmio energetico e nelle nuove tecnologie per la bioedilizia.

“Con questo accordo – sottolinea Federico Testa - intendiamo proseguire il nostro impegno nella formazione che parte sui banchi di scuola con le nostre iniziative di alternanza scuola-lavoro e prosegue poi dopo il diploma con gli ITS. L’obiettivo è quello di orientare i giovani tecnici all’innovazione tecnologica, a supporto di politiche d’interesse nazionale come quelle per l’efficienza energetica e per i beni culturali”.

“Con questo accordo - afferma Luciano Carapelli - la Rete nazionale degli ITS dell’efficienza energetica intende rafforzare, con il contributo dell’ENEA, le proprie competenze e possibilità di azione nel campo della formazione specialistica per le tecnologie finalizzate al risparmio energetico e all’utilizzo delle fonti delle energie rinnovabili, considerata la grande esperienza dell’ENEA e la sua presenza attiva su tutto il territorio nazionale”.

Formazione: protocollo d'intesa ENEA-Rete ITS per l'efficienza energeticaL’intesa prevede collaborazioni nel settore dell’efficienza energetica, in particolare nell’ambito dell’iniziativa “Italia in classe A”, promossa dal Ministero dello Sviluppo Economico e sviluppata dall’ENEA in attuazione del Piano Triennale di informazione e formazione sull’efficienza energetica previsto dal dlgs 102/2014. Oltre ad ospitare visite didattiche di allievi e docenti presso i propri centri di ricerca, ENEA provvederà a definire nuovi corsi sull’efficientamento energetico del patrimonio culturale italiano, in base al protocollo d’intesa tra ENEA e Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo. L’offerta didattica sarà realizzata sul modello della 'Summer School' in efficienza energetica che l’Agenzia organizza ogni anno presso il proprio Centro Ricerche Casaccia.

Obiettivo della Rete nazionale ITS “Efficienza Energetica”, a cui partecipano 12 fondazioni presenti in 11 regioni (Toscana, Marche, Emilia Romagna, Liguria, Lombardia, Veneto, Piemonte, Abruzzo, Sicilia e Calabria), è quello di fornire un’alta formazione tecnologica, di livello post-secondario, sia in relazione a figure che rispondano alla domanda proveniente dal mondo del lavoro, con particolare riferimento alle piccole e medie imprese, sia in relazione alle aree strategiche per lo sviluppo economico del Paese.

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Realizzare in Italia entro il 2020 un impianto pilota per recuperare silicio, argento, rame, alluminio e vetro da pannelli fotovoltaici a fine vita. È questo l’obiettivo del progetto ReSIELP (Recovery of Silicon and other materials from End-of-Life Photovoltaic Panels), finanziato con 2,5 milioni di euro nell’ambito della Knowledge Innovation Community sulle materie prime (KIC Raw Materials), alla quale partecipano in Italia ENEA, Università di Padova, le aziende ITO e Relight e CETMA (Centro di Ricerche Europeo di Tecnologie, Design e Materiali).

Economia circolareIl prototipo, che sorgerà nello stabilimento milanese della Relight, mira a potenziare il recupero e riciclaggio dei materiali che compongono i pannelli fotovoltaici, in linea con la direttiva europea sui Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE): infatti, secondo la normativa europea 2012/19/EU, entro agosto 2018 dovrà essere recuperato dai moduli a fine vita l’85% del peso, che corrisponde in pratica a vetro e alluminio contenuti nei pannelli in silicio cristallino.

Ma c’è di più. Per valorizzare le materie prime critiche contenute nei pannelli e limitare i rifiuti in un’ottica di economia circolare, il progetto mira anche al recupero e riciclo dei materiali contenuti nel restante 15%, ovvero la parte costituita dalle celle che contiene i materiali più preziosi come il silicio, l’argento e il rame.

Nell’ambito di Resielp, l’ENEA si occuperà di valutare gli aspetti ambientali dei processi di recupero e supportare la progettazione dell’impianto per il trattamento termico dei pannelli e dei sistemi di trattamento dei reflui liquidi e gassosi.

Oltre a limitare il danno ambientale derivante da un processo di recupero non appropriato, il progetto punta a prevenire la produzione di rifiuti elettronici e, attraverso il loro riutilizzo, riciclaggio e altre forme di recupero, a ridurre il volume dei rifiuti da smaltire.

“Le finalità del progetto Resielp sono cruciali anche in un’ottica di promozione in Europa di una delle maggiori opportunità di approvvigionamento di risorse e materie prime ad elevato valore aggiunto, come le materie prime essenziali contenute negli elementi dei moduli fotovoltaici o in altri rifiuti elettronici, che se da un lato rappresentano una nuova sfida ambientale dall’altro costituiscono una grande opportunità di business”, sottolinea Marco Tammaro, referente ENEA per il progetto Resielp.

Secondo il Rapporto “End-of-Life Management: Solar Photovoltaic Panels” di IRENA (International Renewable Energy Agency) nel 2050 con i 78 milioni di tonnellate di pannelli fotovoltaici a fine vita accumulati si potrebbero costruire oltre 2 miliardi di nuovi pannelli e generare un giro di affari di 15 miliardi di dollari.

Il progetto, coordinato dal francese CEA (Commissariat à l’énergie atomique et aux énergies alternatives), vede anche la partecipazione della società di consulenza austriaca Proko e delle ungheresi Bay Zoltan (società non-profit per la ricerca) e la PMI Magyarmet.

Nel settore dei Raw Materials, l’ENEA con il suo Centro Ricerche Casaccia, vicino Roma, è polo di eccellenza europeo per la ricerca nel settore ed in particolare riferimento per il Sud Europa per lo sviluppo, la dimostrazione di metodologie, di tecnologie e processi innovativi sostenibili e per la creazione di una Comunità della Conoscenza e dell’Innovazione al fine di migliorare l'estrazione, il riciclo, il riuso e la sostituzione delle materie prime, in particolare quelle “critiche”.

Progetto IMEASCreare un nuovo approccio integrato e strumenti condivisi di pianificazione e implementazione delle politiche energetiche per le pubbliche amministrazioni e le altre istituzioni della regione dello Spazio Alpino (Italia, Francia, Germania, Austria, Slovenia, Svizzera e Liechtenstein). È questo l’obiettivo del progetto triennale IMEAS (Integrated and Multi-level Energy models for the Alpine Space), di cui ENEA è capofila. Finanziato con circa 2 milioni di euro dal Fondo europeo di sviluppo regionale all’interno del Programma Spazio Alpino, il progetto coinvolge 12 partner che lavoreranno sull’identificazione delle motivazioni che guidano i processi decisionali, sui flussi informativi tra gli attori del sistema, sull’integrazione multi dimensionale della governance e sull’incremento delle capacità necessarie per un’efficace pianificazione energetica.

Per identificare le principali linee di intervento e individuare una base condivisa, è stato creato un questionario in varie lingue, rivolto a esperti di tematiche energetiche, che permetterà di raccogliere preziose indicazioni ed instaurare un dialogo con i ricercatori del progetto IMEAS.

Per compilare il questionario online (preferibilmente in inglese):

in inglese https://www.1ka.si/a/116250

in italiano https://www.1ka.si/a/116250?language=8

in francese https://www.1ka.si/a/116250?language=10

in tedesco https://www.1ka.si/a/116250?language=5

in sloveno https://www.1ka.si/a/116250?language=1

Oltre 300 ragazzi coinvolti, 15 tra licei, istituti tecnici e professionali di cinque Regioni e sei tra Centri di ricerca  e centri di consulenza energetica integrata ENEA quali sedi ospitanti: sono questi alcuni dei numeri che caratterizzano i nuovi percorsi ENEA di Alternanza Scuola-Lavoro (ASL). L'iniziativa è stata presentata nella “Giornata Inaugurale dell’Alternanza Scuola-Lavoro” che si è tenuta  presso la sede centrale dell’Agenzia con la partecipazione di docenti, studenti e ricercatori.

I progetti formativi copriranno i diversi settori di attività dell’ENEA, fra i quali l’efficienza energetica, l’uso efficiente delle risorse e la simbiosi industriale, la tutela e la valorizzazione dei beni culturali, le tecnologie hi-tech, il cambiamento climatico, la produzione di energia da fonti rinnovabili, il risanamento e la ristrutturazione urbanistica, ma anche il trasferimento tecnologico, le nuove forme di imprenditorialità e la redazione di testi scientifici.

I progetti ASL sono una delle attività previste dal Protocollo su “Educazione allo sviluppo sostenibile, alla cooperazione internazionale e al rafforzamento del rapporto tra scuola e mondo del lavoro” firmato lo scorso anno fra ENEA e Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca.

“Iniziamo oggi un’attività impegnativa, certo, ma che, unita all’entusiasmo con cui da sempre l’ENEA ha accolto i progetti che avvicinano i giovani al mondo della ricerca scientifica e tecnologica, saprà arricchire il bagaglio di conoscenze di questi ragazzi e consolidare il ruolo di attore di sviluppo del Paese dell’Agenzia”, ha sottolineato il presidente dell’ENEA, Federico Testa. “La peculiarità dei progetti ASL dell’ENEA è la grande varietà dei percorsi formativi previsti – ha aggiunto –  che rispecchia la vocazione multidisciplinare dell’Agenzia”.

“L’obiettivo dell’Alternanza Scuola-Lavoro – ha spiegato la ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli – è aprire gli occhi delle nuove generazioni sul futuro. Consente loro di fare esperienza diretta di un mondo che avvertono distante nel tempo, ma al quale si orientano già nel presente con le scelte che compiono durante il loro percorso di formazione. Grazie a questa misura, che abbiamo reso obbligatoria con la Buona Scuola, le studentesse e gli studenti possono mettersi alla prova, sviluppare competenze e abilità utili per il domani, conoscere i meccanismi del mercato del lavoro. E, nel caso specifico dell’iniziativa messa in campo da ENEA, scoprire le ricadute dirette, in termini di crescita e sviluppo, dell’attività di ricerca, motore di progresso del Paese. Stiamo lavorando per formare cittadine e cittadini protagonisti del domani. E lo stiamo facendo insieme, ciascuno per il proprio ruolo e per la propria parte”.

ENEA - Alternanza Scuola-LavoroL’ENEA si è dotata internamente di specifiche Linee Guida ASL a seguito della legge sulla “Buona Scuola” che prevede l’obbligo per i ragazzi delle scuole superiori di sperimentare un percorso di orientamento che alterni ore di studio e di formazione in aula a ore di attività pratica all’interno delle strutture pubbliche o private ospitanti.

Nello specifico, i primi corsi in programma sono dedicati a: tecniche di laboratorio per l'analisi di sostanze chimiche e fisiche e valutazione del rischio per la salute umana; misure elettriche ed elettroniche e misure ottiche; tecnologie di valorizzazione energetica: produzione di biometano ad elevata purezza dalla digestione anaerobica di biomasse; infrastrutture ICT nelle reti scientifiche di eccellenza; gestione della sicurezza nei laboratori di ricerca: i rischi chimici e le radiazioni ionizzanti.

Sulla base dell'offerta formativa proposta, le istituzioni scolastiche potranno richiedere il percorso formativo di interesse che, a partire da settembre, sarà consultabile online all’indirizzo www.enea.it. Un’apposita convenzione regolerà i rapporti e le responsabilità dei soggetti coinvolti, secondo standard normativi. Anche gli stessi studenti saranno coinvolti impegnandosi a sottoscrivere in prima persona un patto/progetto formativo relativo alle attività previste nello specifico percorso ASL.

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Nel 2016 l’Italia ha raggiunto con quattro anni di anticipo gli obiettivi europei di fonti rinnovabili sui consumi finali di energia (con il 17,6% contro il 17% al 2020), l’elettricità prodotta è stata più green grazie al maggiore utilizzo di gas (+13%) e al forte calo del carbone (-21%) e i consumi di energia sono rimasti stabili. È quanto emerge dall’Analisi Trimestrale del Sistema Energetico dell’ENEA (www.enea.it) che evidenzia tuttavia diversi elementi di preoccupazione come il Analisi ENEA 2016rallentamento della crescita delle rinnovabili, il peggioramento delle prospettive di decarbonizzazione post-2020 e il persistente elevato livello dei prezzi dell’energia, con evidenti ripercussioni sulla competitività delle nostre imprese. Infatti, nonostante il calo del 5% registrato nel 2016, il costo del kilowattora per le industrie italiane resta fra i più alti d’Europa. Lo stesso accade per i prezzi del gas che sono diminuiti, ma meno che negli altri principali Paesi europei, penalizzando soprattutto le piccole utenze che pagano il 15% in più rispetto alla media-UE e che, nel 2016, hanno visto allargarsi ulteriormente la forbice con le grandi utenze a livello nazionale, arrivando a pagare un prezzo quasi doppio.

Non poche criticità riguardano poi le prospettive di decarbonizzazione nel medio-lungo termine:nel 2016 le emissioni di CO2 sono tornate a diminuire (-0,8%) e gli obiettivi al 2020 sembrano a portata di mano; tuttavia, un’analisi più approfondita rivela che i target al 2030 potrebbero porre difficoltà soprattutto nel settore dei trasporti e del riscaldamento degli edifici. “L’elemento di novità che emerge dalla nostra analisi – spiega il ricercatore ENEA Francesco Gracceva –  è proprio questo: il ‘rischio 2030’ tenuto conto che, a differenza di altri Paesi, in Italia la forte diminuzione dei consumi di energia e delle emissioni di CO2 degli ultimi anni è stata legata non tanto a cambiamenti strutturali ma alla diminuzione dell’attività economica. Un altro segnale cui prestare forte attenzione è la riduzione dei tassi di sviluppo delle rinnovabili riscontrata negli ultimi anni”.

Ma non solo: lo stop dei reattori nucleari francesi a fine 2016/inizi 2017 ha spinto la domanda di punta del gas quasi ai massimi storici di 5 anni fa e rivelato che l’overcapacity del sistema elettrico italiano è meno ampia di quanto non si credesse. Dall’insieme di questi elementi deriva una riduzione dell’indice ENEA-ISPRED (Indice Sicurezza, PRezzi dell’Energia e Decarbonizzazione) da 0,53 a 0,51 su base annua, a sottolineare il “leggero peggioramento” nel grado di soddisfacimento del ‘trilemma energetico’, ovvero coniugare prezzi bassi, alta sicurezza, forte decarbonizzazione.

Sviluppare in Italia una filiera industriale in grado di produrre celle fotovoltaiche super efficienti e low costericonquistare competitività nel settore. È questo l’obiettivo del progetto europeo AMPERE - Automated photovoltaic cell and Module industrial Production to regain and secure European Renewable Energy market” - finanziato con 14 milioni di euro dal programma Ue di ricerca e innovazione Horizon 2020 e al quale partecipano in Italia ENEA, CNR-IMM di Catania, la PMI Rise Technology e 3SUN del gruppo Enel Green Power, leader nel settore in Italia e capofila di AMPERE.

Progetto AMPEREIl progetto punta a creare nello stabilimento catanese della 3SUN una linea produttiva che in cinque anni sia in grado di realizzare moduli fotovoltaici ad alta efficienza bifacciali ad eterogiunzione[1] su silicio per una capacità complessiva di 1 GW/anno. Questi moduli innovativi garantiscono rendimenti che superano il 23%[2], costi di produzione inferiori a 0,42 €/Wp[3], un’affidabilità di oltre 35 anni e un basso tasso di degrado delle prestazioni (inferiore a 0,5% annuo), tutti parametri superiori rispetto a quelli delle celle fotovoltaiche che dominano il mercato attuale.

All’ENEA spetta il ruolo di supporto tecnico scientifico per la simulazione computazionale, la verifica in laboratorio e soprattutto lo sviluppo e la sperimentazione di materiali innovativi, come ossidi e metalli trasparenti, in grado di massimizzare le rese delle celle ad eterogiunzione.

“Questo progetto rappresenta un’occasione unica per ricreare nel nostro paese una filiera industriale, in un settore in cui abbiamo perso la supremazia produttiva ma non quella tecnologica”, sottolinea Mario Tucci, responsabile Laboratorio Tecnologie Fotovoltaiche dell’ENEA. “Oggi abbiamo l’opportunità di rivoluzionare il mercato sviluppando know-how per aumentare le rese e abbattere i costi, creare una filiera competitiva e attraente e favorire la competitività del sistema produttivo nazionale, anche in assenza di incentivi pubblici.”

Tra partner europei del progetto anche alcuni tra i maggiori istituti scientifici, quali Fraunhofer ISE, CEA-INES (Commissariat a l’Energie Atomique et aux energies alternatives), CSEM (Centre Suisse Electronique et Microtecnique) ed EPFL (Ecole Politecnique Fédéral de Lausanne), mentre tra le industrie figurano Meyer Burgher Research AG, NorSun, Semilab e ERM (Environmental Resource Management).

Con una potenza cumulativa di quasi 300 GWp il mercato mondiale del fotovoltaico nel 2016 rappresenta l’1,3% della domanda di elettricità del pianeta con previsioni di crescita al 2020 fino al 4%. Stesso andamento per il fotovoltaico europeo che contribuisce per oltre 100 GW a quello mondiale. La produzione di energia fotovoltaica continua a crescere anche in Italia (+22% nel 2016) e oggi il nostro paese con oltre 19 GWp di potenza installati in grado di coprire 8% del fabbisogno energetico nazionale, detiene il record della percentuale di elettricità̀ solare immessa in rete.

“In questa prospettiva - aggiunge Tucci - il settore può dare un forte contributo alla riduzione dei gas serra in linea con gli obiettivi posti dalla COP21 nella lotta ai cambiamenti climatici ed essere determinante anche in considerazione dell’ulteriore obiettivo del 50% di produzione elettrica da rinnovabili al 2030 previsto dalla Ue per cui la potenza solare dovrà passare dagli attuali 19,3 GW ad un valore compreso tra 25 e 35 GW”.

Con i suoi centri di Casaccia e Portici attivi nel settore fotovoltaico, l’ENEA è in prima linea nello studio e nello sviluppo di dispositivi di tipo avanzato su diverse linee di ricerca: dal silicio cristallino ai film sottili di silicio amorfo, dai semiconduttori quaternari con leghe di quattro elementi fino ai dispositivi basati sui nuovi materiali ibridi a base di perovskite. Alle attività di ricerca scientifica l’Agenzia ha affiancato lo scambio di conoscenze e collaborazioni proattive con i maggiori centri di ricerca, università e aziende, sia nazionali che europei, per massimizzare gli sforzi e le competenze al fine di generare risultati innovativi sia sui materiali che sui dispositivi. Molte di queste collaborazioni si sono tramutate poi in importanti progetti finanziati a livello nazionale ed europeo.