Per l'ex premier incentivi del governo e Industria 4.0 stanno dando frutti, ora bisogna ripartire dagli investimenti e da una svolta nel mercato del lavoro.

La ripresa c'è, ora serve una spinta dal mercato del lavoro. Lo scrive Romano Prodi nel suo editoriale sul Messaggero invitando a puntare nella prossima manovra sugli investimenti e sulla creazione di lavoro stabile. L'ex premier vede "una profonda divergenza" fra andamento della politica - "non vi potrebbe essere un quadro peggiore", scrive, tra Corea del Nord, Ucraina, Venezuela, Libia e Donald Trump - e andamento dell'economia - con "la crescita mondiale che supererà quest'anno il 3,5% e tutte le economie dei 40 maggiori paesi che termineranno l'anno con il segno positivo", compresa l'Italia sebbene resti "stabilmente" in coda alla classifica.

È il momento, prosegue il Professore, per "obiettivi più ambiziosi".

"Se confrontiamo le regole del mercato del lavoro non troviamo una maggiore rigidità dell'Italia rispetto ai nostri diretti concorrenti. Quanto al costo del lavoro, compresi i costi previdenziali, stiamo meglio di Germania e Francia, pur collocandoci a un livello più elevato della Spagna. L'inizio della nostra pur timida ripresa è stato affidato all'export, anche se la troppo corposa rivalutazione dell'Euro renderà in futuro più difficili le nostre esportazioni. Sotto quest'aspetto il confronto fra i responsabili delle grandi banche centrali a Jackson Hole non è stato rassicurante.Per fortuna negli ultimi mesi il mercato interno ha dato segni di risveglio. Prima di tutto con gli investimenti. Gli incentivi del governo e la strategia Industria 4.0 stanno dando frutti.Nelle ultime settimane cominciano a riprendere anche i consumi, pur essento la loro ripresa limitata dallo scarso potere d'acquisto dovuto all'ancora elevato livello di disoccupazione e alla stagnazione dei salari. Rimangono invece al di sotto di ogni aspettativa l'edilizia e i lavori pubblici".

Prodi sottolinea la necessità di far ripartire gli investimenti, spesso bloccati da "incertezze relative al codice degli appalti, dai ricorsi senza freno e da una burocrazia impaurita nel prendere decisioni".

"Mi auguro che la legge finanziaria in preparazione tenga conto che senza l'edilizia e i grandi lavori non vi può essere un consolidamento della ripresa, né dei consumi, né dell'occupazione".

Altrettanto decisivo è uno sforzo nella creazione di lavoro. Prodi avverte sui rischi di misure spot o temporanee.

"Unicamente con modifiche permanenti del mercato del lavoro si possono affrontare in modo duraturo i problemi della nuova generazione. Anche perché solo una prospettiva di occupazione stabile può dare concretezza al necessario aumento dei consumi. Dato che "stabile" vuol dire "stabile" mi sembra doveroso ricordare che l'aumento del lavoro precario non ha lo stesso effetto di quello duraturo. Poiché il nostro sistema economico ha raggiunto un grado di flessibilità tale per cui nessuno può dire che il rapporto di lavoro sia eterno o indissolubile, se vogliamo dare una prospettiva vera ai giovani bisogna che il lavoro "stabile" costi sensibilmente meno di quello precario".

 

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Il ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli, ha firmato tutti i decreti che mettono a disposizione un miliardo di euro in totale per l’edilizia scolastica.

A questi fondi si aggiungono anche quelli stanziati dalla nuova programmazione nazionale triennale 2018-2020, che ammontano a 1,7 miliardi.

I fondi sono dedicati alla manuntenzione, alla sicurezza e alle misure di prevenzione. Stanziamenti per 321 milioni sono stati assegnati a province e città metropolitane per interventi sull’adeguamento sismico e la messa in sicurezza degli istituti.

Le risorse sono state ripartite tra 18 regioni in varia misura, si va dai 4 milioni del Molise ai 48 milioni della Campania.

Altri finanziamenti sono stati riservati a cinque regioni del Sud con un apposito bando Pon: 350 milioni destinati alle sole regioni Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia per riqualificare edifici scolastici riguardo all’ adeguamento sismico, la messa in sicurezza, le misure antincendio, gli interventi per agibilità.

A queste somme si aggiungono anche altre risorse esclusivamente dedicate alla messa in sicurezza sismica delle scuole: 26,4 milioni di euro per interventi di adeguamento sismico in Italia e di 10 milioni di euro dedicati alle scuole del Centro Italia.

Altri fondi arrivano anche per finanziare la prevenzione: oltre 110 milioni di euro. La quasi totalità delle risorse – pari a 105 milioni – finanzierà una nuova campagna di indagini sulla vulnerabilità sismica degli edifici scolastici. Altri 7,5 milioni serviranno a pagare le indagini diagnostiche mirate su solai e controsoffitti, per prevenire i crolli.

Stanziamenti sono previsti anche per gli edifici scolastici di nuova costruzione, ma qui contribuisce in gran misura l’INAIL, che metterà a disposizione 150 milioni per tre anni (2018-2020) in conto investimenti per realizzare poli per l’infanzia.Le risorse sono state distribuite in 19 regioni, la quota maggiore è per la Lombardia (24,3 milioni), la minore è prevista per la Valle d’Aosta con 910mila euro.

Sbloccata anche un’iniziativa di finanza immobiliare per la realizzazione di otto nuove scuole, tra i progettisti Renzo Piano e Mario Cucinella.

24 agosto 2017 - 9:49 - Giulia Boffa

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(Teleborsa) – Segnali positivi giungono dall’edilizia residenziale: il numero di abitazioni dei nuovi fabbricati resta sopra la soglia delle 10 mila unità nel terzo trimestre 2016 e raggiunge quasi le 12 mila nel quarto. E’ la fotografia scattata dall’Istat secondo cui complessivamente, nel secondo semestre del 2016, si registra un notevole aumento (+10,6%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Lievemente più marcato è il miglioramento semestrale registrato in termini di superficie utile abitabile (+11,0%); l’edilizia non residenziale mostra, invece, una riduzione dello 0,7%.

Continua la tendenza positiva del numero di abitazioni rilevata per i nuovi fabbricati, iniziata a partire dal secondo trimestre 2016. Si registra, infatti, una crescita del 3,3% nel terzo trimestre 2016, che accelera al 18,1% nel quarto, valore più elevato degli ultimi dieci anni. In termini di superficie utile, la crescita è del 3,2% nel terzo trimestre 2016 e del 18,9% nel quarto.

 

Nel 2016, dopo la fase di forte espansione rilevata in media nel 2015, l’edilizia non residenziale torna ad essere caratterizzata in generale da una contrazione, ad eccezione del terzo trimestre 2016 in cui si ha un aumento tendenziale dell’1,7%. Il quarto trimestre chiude l’anno 2016 con una diminuzione del 2,9%.

L’altra faccia della medaglia mostra tuttavia che in Italia c’è quasi mezzo milione di immobili in dissesto, parzialmente o totalmente inutilizzabili. Si tratta di oltre 450 mila costruzioni classificate, secondo i parametri catastali, come degradati. A lanciare l’allarme è Unimpresa che avverte sono 10 le province più a rischio, la maggior parte situate nel Sud del Paese. Spiccano alcune realtàanche del Nord-Ovest (Piemonte e Val d’Aosta). “Al di là delle preoccupazioni sul versante della sicurezza, l’area che abbiamo fotografato, ovvero degli immobili catastalmente rovinati, rappresenta una possibile fonte di sviluppo dell’economia, per il settore dell’edilizia e per tutto l’indotto, dall’arredamento agli accessori – commenta il Presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara – bisogna insistere anche per quanto riguarda la valorizzazione di alcuni beni sul fronte artistico e culturale, con tutto quello che se ne può trarre anche per il turismo”.

 

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efficienza mercato immobiliareNel 2016 gli immobili delle classi energetiche più efficienti (A+, A e B) sono stati oggetto del 60% delle compravendite nel mercato “nuove costruzioni”, con un incremento del 10% rispetto al 2015. È quanto emerge dal “Rapporto annualesull’andamento del mercato immobiliare urbano”, realizzato da ENEA, Istituto per la Competitività (I-Com) e Federazione Italiana degli Agenti Immobiliari Professionisti (FIAIP), che ha scattato una fotografia sull’andamento delle compravendite di immobili nello scorso anno. Considerando il mercato nel suo insieme, l’edilizia in classe energetica G, quella meno efficiente, continua a dominare le compravendite (il 66% di monolocali e il 56% di ville unifamiliari), mentre la vendita di case ristrutturate in classe energetica A+, A e B si attesta su valori che variano dal 3% al 7% del mercato di riferimento.

“L’efficienza energetica ha fatto definitivamente il suo ingresso nel settore edilizio, ma rimane molto da fare sugli edifici esistenti: infatti solo l’11% risulta ristrutturato nelle prime tre classi energetiche, mentre rientra nelle ultime due classi energetiche quasi il 90% degli immobili da ristrutturare, situati principalmente nell’estrema periferia delle città”, commenta Roberto Moneta, responsabile Unità Tecnica Efficienza Energetica dell'ENEA.

Oltre ad analizzare le transazioni immobiliari 2016 rispetto alla classe energetica degli edifici presenti sul mercato, lo studio ha intervistato oltre 500 agenti immobiliari associati alla FIAIP in tutta Italia per sondare l’importanza del tema efficienza energetica.

Per il 58% degli intervistati l’Attestato di Prestazione Energetica (APE) non serve ad orientare le scelte di chi compra o vende un immobile e il 40% professionisti del settore lo considera poco utile. Tra le possibili iniziative contenute nel rapporto, quella di rendere l’APE uno strumento dinamico che consenta all’acquirente di comprendere quali saranno i suoi consumi energetici reali nel momento in cui andrà ad abitare nell’immobile acquistato. Divide invece gli addetti ai lavori la proposta di inserire una specifica voce nei listini immobiliari legata agli immobili “ristrutturati green”: 52% sono i contrari, prevalentemente perché sarebbe difficile stimare un valore aggiuntivo rispetto alla categoria "ristrutturato". Inoltre, tra le principali motivazioni che, secondo gli agenti immobiliari intervistati, portano ad una scarsa attenzione dei clienti verso gli immobili in classe energetica più elevata ci sono la disponibilità di spesa, il livello culturale e di consapevolezza ambientale e la scarsa fiducia nel sistema di etichettatura energetica degli immobili. Ed è proprio la scarsa percezione del valore di mercato degli immobili efficienti la principale barriera all’accesso al credito per le ristrutturazioni energetiche.

“Tutti questi elementi - conclude Moneta - dovranno essere tenuti nella giusta considerazione sia nell’elaborazione delle future politiche europee e nazionali per la decarbonizzazione del settore residenziale che all’interno della nuova Strategia Energetica Nazionale”.

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Costruire edifici sostenibili ed efficienti, riducendo i consumi degli impianti di climatizzazione, in particolare nelle aree del Mediterraneo a clima caldo temperato. Oggi questo è possibile, utilizzando come isolante la fibra di canapa in alternativa ai minerali comunemente impiegati in edilizia (ad esempio la lana di roccia), come dimostrano i risultati ottenuti nei laboratori del Centro Ricerche ENEA di Brindisi nell’ambito del progetto EFFEDIL. I test su pareti “imbottite” di canapa hanno dimostrato un miglioramento delle prestazioni energetiche rispetto a pareti di solo laterizio senza isolante.

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“Con questo studio -spiega Patrizia Aversa dell’ENEA -abbiamo potuto verificare che la canapa migliora l’isolamento termico del laterizio, attenuando di circa il 30% il flusso termico, ossia la quantità di calore che passa attraverso un materiale in un dato momento, e diminuendo del 20% la trasmittanza termica, vale a dire la facilità con cui un materiale si lascia attraversare dal calore. Inoltre la canapa ha una buona permeabilità al vapore acqueo, permettendo così di evitare la formazione di condensa”.

Il progetto EFFEDIL ha anche dimostrato che la canapa trattata con sostanze naturali antimuffa e idrorepellenti possiede una maggiore traspirazione e resistenza ai batteri e una minore velocità di propagazione delle fiamme, in caso di incendio.

Costruire e riqualificare in modo sostenibile potrebbe far risparmiare il 50% di energia. In questo contesto gli edifici svolgono un ruolo chiave in quanto sono responsabili di buona parte del consumo energetico nazionale: secondo studi ENEA, infatti,  i consumi energetici nelle abitazioni in Italia sono responsabili del 45% delle emissioni di CO2.

"Grazie al progetto Effedil – sottolinea Vincenza Luprano dell’ENEA -oggi sappiamo che la canapa è un ottimo materiale per il suo potenziale di isolamento termico e per costruire edifici sempre più sostenibili in un’ottica di economia circolare, anche per l’ampia disponibilità sul territorio pugliese e per l’impatto sull’ambiente del ciclo produzione-utilizzo-dismissione”.

La canapa è un materiale dalle innumerevoli applicazioni perché molto versatile e sostenibile: dalla medicina all’alimentazione, dall’industria tessile a quella cartiera, inoltre per coltivarla non vengono utilizzano pesticidi.

La coltivazione della canapa è in forte espansione sia in Europa che in Italia (circa 3.000 ettari, fonte Federcanapa): la Puglia è la regione che ne produce di più, seguita da Piemonte, Veneto e Basilicata. In particolare in Puglia si sta sviluppando un modello di economia circolare a filiera corta, che prevede il raddoppio della coltivazione e la realizzazione di un impianto di trasformazione con una capacità di circa 5 mila tonnellate l’anno.

“Un altro importante obiettivo che l’ENEA si pone - conclude Vincenza Luprano - è quello di creare una rete tra istituzioni, università, piccole e medie imprese locali e agricoltori, per aumentare il numero di occupati nella nostra terra e per migliorare la qualità della vita in maniera sostenibile”.

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L’Italia è tra i paesi leader mondiali per numero di strutture protette da sistemi antisismici - quinta dopo nazioni molto più popolose come Giappone, Cina, Russia, Stati Uniti - e prima in Europa per l'applicazione dell'isolamento e dissipazione di energia su edifici, ponti e viadotti. Il nostro paese vanta poi il primato mondiale per dispositivi 'antiterremoto' a tutela del patrimonio culturale. Tuttavia, per quanto riguarda la sicurezza del parco edilizio nazionale rispetto al rischio-terremoti, restano molte criticità: infatti, “oltre il 70% dell’edificato attuale non è in grado di resistere ai terremoti che potrebbero colpirlo, comprese scuole, ospedali e molti altri edifici strategici”.

A evidenziare l’eccellenza tecnologica maturata dal nostro paese, ma - allo stesso tempo - la fragilità del contesto abitativo e la necessità di una corretta ed efficace politica di prevenzione, è lo Speciale 100 anni di Ingegneria Sismica”, pubblicato sulla Rivista “Energia, Ambiente e Innovazione” dell’ENEAnel centenario del terremoto di Avezzano che il 13 gennaio 1915 provocò 30mila vittime e la distruzione di una ventina di centri abitati.

C’è il rischio che catastrofi come queste possano verificarsi nuovamente? E che cosa si fa per prevenire il rischio sismico e mitigarne gli effetti? Lo Speciale ENEA distingue tra nuove costruzioni e strutture esistenti: per le prime esistono soluzioni tecniche per progettare e costruire edifici, ponti e infrastrutture in grado di resistere anche ai terremoti più violenti. “Le moderne tecnologie antisismiche, possono garantire un grado di sicurezza non perseguibile con tecniche tradizionali, senza incidere significativamente sui costi”, sottolineano gli esperti.

Anche per le strutture esistenti, ove possibile, sarebbe auspicabile “un’utilizzazione più estesa delle moderne tecnologie, specialmente dell’isolamento sismico”, con particolare riferimento a paesi come l’Italia, dove avvertono gli esperti, “gran parte degli edifici non è in grado di sopportare l’azione sismica che attualmente la normativa prescrive per gli edifici di nuova costruzione nei rispettivi siti”.

“La maggior parte delle nostre costruzioni ha più di 50 anni ed è stata realizzata in fretta, senza adeguati controlli, facilitando l’uso di sistemi e materiali scadenti – spiega Paolo Clemente, dirigente di ricerca ENEA che ha curato lo Speciale - Inoltre, interventi architettonici e/o strutturali impropri, hanno spesso accelerato gli effetti legati alla vetustà ed al degrado, acuiti da una manutenzione carente, se non del tutto assente”.

L’altra faccia della medaglia è che nel nostro Paese vi sono oltre 400 edifici dotati di dispositivi antisismici (AS) e che vengono tutelate opere importanti, ad esempio i bronzi di Riace, protetti da basamenti ‘antiterremoto’ ENEA che, insieme al Politecnico di Torino, ha anche brevettato un sistema antisismico per gli edifici monumentali.

Da qui la necessità avvertono gli esperti, di una corretta politica di prevenzione, basata su un’oculata programmazione della spesa e degli interventi e su precise priorità rispetto alla pericolosità e allo stato di salute delle costruzioni, con particolare riferimento a opere strategiche o di particolare rilevanza quali scuole, ospedali, prefetture, caserme.

Ma come proteggere edifici e infrastrutture dal rischio terremoti? Ad oggi le strade sono essenzialmente tre: l’approccio tradizionale è quello di rendere la struttura sufficientemente robusta, affinché possa resistere al massimo terremoto atteso nella zona in cui sorge. Un’altra soluzione prevede l’applicazione di dispositivi di isolamento sismico che riducono drasticamente le azioni sismiche trasmesse dal terreno alla struttura. La terza comporta un mix delle due tecniche.

L’isolamento sismico consente di realizzare edifici di nuova costruzione con un elevatissimo grado di sicurezza: un edificio isolato sismicamente (se ben progettato) non si danneggia nemmeno in occasione di un evento sismico violento, preservando anche il contenuto.

L’uso dell’isolamento sismico in edifici di nuova realizzazione non comporta, in genere, particolari problemi: è quasi sempre applicabile e, nelle zona a media e elevata sismicità, se ben progettato, non comporta alcun incremento del costo di costruzione.

Per gli edifici esistenti, invece, l’inserimento dell’isolamento sismico non sempre è possibile sia per motivi tecnici (possibilità di intervenire in sicurezza alla base della costruzione, vicinanza di altri edifici, ecc.) che economici.

A livello mondiale, nel 2013 erano oltre 23.000 le strutture protette con sistemi antisismici in oltre 30 paesi: ponti e viadotti, edifici civili ed industriali, impianti, inclusi quelli nucleari e chimici a rischio di incidente rilevanti. I materiali utilizzati sono di tutti i tipi: cemento armato, acciaio e persino legno.

Il Giappone resta primo per numero complessivo dei sistemi AS che sono in costante aumento (a metà del 2011 gli edifici isolati erano circa 6.600 e quelli protetti da sistemi dissipativi circa 3.000). Già nel 2013, però, la Cina si stava avvicinando, seguita da Russia, USA e Italia.

Grafico degli edifici con isolamento sismico in ItaliaIl nostro Paese è leader, a livello europeo per l’applicazione dell’isolamento e della dissipazione di energia a edifici, ponti e viadotti ed ha consolidato questo ruolo soprattutto dopo il terremoto in Abruzzo del 2009: solo all’Aquila i nuovi edifici isolati con sistemi salva-vita sono oltre un centinaio, sia di nuova costruzione che riguardanti retrofit di edifici esistenti.

Siamo anche leader, a livello mondiale, per l’uso dei sistemi AS per la protezione del patrimonio culturale e abbiamo sviluppato importanti progetti in questo settore; inoltre, sistemi  prodotti in Italia vengono utilizzati anche in altri paesi, ad esempio a Cipro, Russia, Indonesia, Iran, Grecia, Portogallo, Spagna, Turchia ecc..

Attenzione però: non basta applicare sistemi antisismici,  ma occorre farlo in modo corretto,  affinché - avvertono gli esperti - risultino effettivamente “salva vita” e non rendano, invece, l’opera meno sicura di una convenzionale. Questo vale, in particolare, “per gli isolatori, occorre sceglierli, progettarli, qualificarli, produrli, verificarli, installarli, proteggerli ed ispezionarli in modo adeguato, assicurandosi che le loro caratteristiche previste a progetto restino inalterate durante l’intera vita della costruzione”.

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doka concorsoCon lufficializzazione delle nominations per le due categorie in gara e la definizione della giuria il nostro concorso La Forma della Qualità - Doka Italia e i cantieri italiani entra nel vivo.

Finalmente sono state definite le nominations ufficiali per l’edizione 2015 del concorso “La Forma della Qualità - Doka Italia e i cantieri italiani”.

I criteri di selezione, che hanno condotto alla scelta dei cantieri, sono stati scelti tra quelli che Doka da sempre considera fondamentali, in Italia e nel mondo: sicurezza, qualità e innovazione. Due, poi, i requisiti preliminari: che il cantiere fosse stato attivo nel 2015 e che l’impresa esecutrice avesse utilizzato soluzioni provvisionali Doka.

Dall’intersezione di questi criteri di prequalifica sono emersi 19cantieri, per altrettante imprese, tutte PMI.

Una giuria di professionisti del cantiere

In occasione della pubblicazione delle nominations èstata ufficializzata anche la Giuria del Concorso, composta da professionisti ed esperti di cantiere. Oltre alle figure interne a Doka Italia, come il direttore generale, Marco Falcone, il direttore vendite, Massimo Maffezzoli e il direttore tecnico, Massimiliano Guelfi, in giuria figurano lIng. Diego Ceccherelli socio fondatore e direttore tecnico della societàPro.Iter srl, progettista, direttore lavori e coordinatore sicurezza di infrastrutture di trasporto di primaria importanza, lArch Donato Bertoncelli della società Gestione Progetti srl, coordinatore della sicurezza per i cantieri di Citylife Milano, Livia Randaccio, direttrice editoriale delle riviste Imprese Edili e Il Nuovo Cantieree Claudio Capocelli, direttore editoriale della rivista Strade & Autostrade.

La giuria si riuniràa fine novembre per individuare i cantieri vincenti e designare eventuali menzioni speciali, sulla base della valutazione di una serie di documentazioni tecniche che le imprese scelte avranno fornito alla segreteria organizzativa di Doka.

19 nominations, 19 imprese che costruiscono lItalia

Le nominations 2015 sono state suddivise in due categorie tipologiche, per ognuna delle quali verranno premiati tre cantieri.

Per la prima categoria Infrastrutturesono stati scelti sei cantieri, con diffusione geografica in tutta Italia, che elenchiamo qui di seguito secondo lordine alfabetico delle imprese esecutrici:

  I.COS. LOMBARDIA Srl. - Collegamento stradale Sassari/Olbia - Olbia

  OBEROSLER CAV.PIETRO Srl - COCIV - Alta VelocitàFerroviaria - Terzo Valico dei Giovi - Serravalle Scrivia (AL)

  PETRA COSTRUZIONI Srl - TEEM  - Tangenziale Esterna Milanese - Lotto B - Melzo (Mi)

  PETRACE SOCIETA' CONSORTILE ARL - Ponte sul fiume Petrace - Gioia Tauro (RC)

  PORTO DI SIRACUSA SCARL - Porto grande di Siracusa - Siracusa

  PROGETTO COSTRUZIONI Srl - Opere ferroviarie - Pieve Emanuele (MI), Borgarello e Pavia

Per la seconda categoria, denominata  Altre strutturesono stati inseriti in nomination tredici cantieri, anchessi con una diffusione geografica che copre tutto il nostro Paese, con tipologie di edifici variegata, dalle strutture dei Padiglioni di EXPO2015 a strutture private e pubbliche di vario tipo e dimensione. Ecco lelenco:

  BETTIOL Srl. - Caserma Vigili del fuoco - Versciaco (BZ)

  COSTRUZIONI GENERALI GILARDI - EXPO - Padiglione Germania - Rho Fiera (MI)

  EDILCOSTRUZIONI GROUP Srl. - Biblioteca - Pisa

  EDILTECNO Srl - Centro Residenziale - Arese (MI)

  FABER COSTRUZIONI Srl - Centro Commerciale  - Bologna

  G.R. COSTRUZIONI Srl - Locale Strong Wall - Progetto L.E.D.A. - Enna

  IMPRESA EDILE VOLCAN Srl  Terme di Pozza di Fassa (TN)

  LE RESIDENZE SCARL - Residenze universitarie Campus Fisciano - Salerno

  REDAELLI COSTRUZIONI S.p.A. - EXPO - Padiglione Austria - Rho Fiera (MI)

  RICCA COSTRUZIONI S.p.A. - Nuova Sede Lavazza - Torino

  S.C.S. COSTRUZIONI EDILI Srl. - Massa Sismica Messina - Messina

  VOLCAN Srl - Polo Tecnologico - Bolzano

  UNIONBAU Srl - Caserma Lugramani Brunico (BZ)

Tutti gli aggiornamenti relativi al Concorso La forma della qualità sono disponibili sul sito internet e sulla pagina Facebook di Doka Italia, dove è anche possibile votare il cantiere preferito, cliccando Mi pace sul relativo post.

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droni ediliziaIl libro di Francesco D’Alessandro, progettista e studioso nel settore dell’aeronautica delle tematiche UAV e istruttore di cartografia, permette di conoscere modalità e tecniche di utilizzo di un drone, consigli d’uso e di programmazione, linee guida e normativa in campo edile, ma anche le infinite possibilità che il robot consente per ispezioni su strutture particolari o aree più difficili da raggiungere. Un manuale che ha un’utilità pratica e include un software per approfondimenti, sia per gli addetti ai lavori, sia per i meno esperti che vogliono informarsi su questo affascinante ambito tecnologico.

9 Settembre 2015 – Il sofisticato mondo dei droni al servizio delle imprese edili, con le sue straordinarie potenzialità e vantaggi economici. A questo argomento è dedicato il nuovo libro “I droni in edilizia” di Francesco D’Alessandro, edito da Grafill e disponibile con un software che include dei materiali di approfondimento, un glossario, delle F.A.Q. e dei test per verificare l’apprendimento delle nozioni e del linguaggio tecnico.

 i droni sono utilizzati in edilizia per molteplici attività: trasporto dei materiali, dei rilievi e dell’aerofotogrammetria, telerilevamenti, rilievi con termocamera, analisi dei dissesti idrogeologici, impiego per la valutazione dei danni e perizie ed ispezioni in luoghi difficilmente accessibili come ponti, viadotti, linee elettriche. Inoltre, i robot volanti sono sempre più impiegati per la sorveglianza di incendi e ordine pubblico, agricoltura, rilevamenti  su terreni, agrari, archeologici,  geologici, edilizia e per monitorare l’avanzamento dei lavori, per l’abusivismo edilizio, perizie assicurative, e così via. Nel manuale “I droni in edilizia” vengono oggettivamente analizzati i vantaggi e i punti di debolezza di questo sistema tecnologico, polivalente e quindi efficiente ed economico. Entro i prossimi dieci anni, i droni saranno un elemento fondamentale e insostituibile nel panorama delle attrezzature per i cantieri edili. Consentiranno di rispettare standard maggiori di precisione e controlli, velocizzando e rendendo più profittevoli le operazioni.

Lo stile del manuale è didattico e molto pratico: un libro da tenere a portata di mano per confrontare nei casi specifici modalità e tecniche di utilizzo, consigli d’uso e di programmazione.  Il libro contiene anche una raccolta di dati e informazioni, di documenti, testimonianze, lavori e interviste di altri esperti e anche della normativa vigente in un mondo giovane e in continua evoluzione, dove c’è già tanto materiale e contributi da ordinare per metterne a frutto le possibilità.

“I droni in edilizia” offre inoltre una panoramica per comprendere l’architettura dei droni, le sue regole di funzionamento, l’apparecchiatura e le caratteristiche dei componenti per decidere come scegliere ocome farsi costruire un drone adatto ai propri usi. Non mancano indicazioni pratiche su come programmare un drone, come settare il GPS, come eseguire operazioni di telerilevamento, aerofotogrammetria, termo-rilevamenti, monitoraggi e perizie, controlli su stati di avanzamento, sorveglianza di cantieri edili. Infine, D’Alessandro nel suo libro dà consigli per condurre ispezioni specifiche su strutture a pannelli fotovoltaici, edifici, ponti, condotti e coperture.

Il manuale, già in seconda ristampa, può essere acquistato sul sito web della casa editrice Grafill:

https://www.grafill.it/libri/francesco-d-alessandro/i-droni-in-edilizia_88-8207-783-9.html

Il prezzo è di 18,75 Euro per il libro cartaceo che include il software; 15 Euro per l’Ebook; oppure 25 Euro per libro, Ebook e software con spedizione gratuita.

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civiltacantiereNel nostro Paese la progettazione è stata via via svuotata della sua funzione essenziale di garanzia della qualità. La futura nuova legge sugli appalti è l’occasione per un’inversione di tendenza e perché lo Stato ritrovi il suo ruolo di guida del mercato.

Si sa che il nostro Paese vive di paradossi. Tra questi vi è sicuramente quello che riguarda il ruolo e il valore della progettazione. In ogni Paese al mondo per la progettazione passa inevitabilmente una minore o maggiore qualità del costruire e di conseguenza della vita dei cittadini. Una cattiva, o peggio ancora, una scarsa considerazione del valore della progettazione determina una progressiva dequalificazione del costruito: edifici pubblici, infrastrutture, ma anche l’insieme dell’edilizia privata. Di questo c’è generale consapevolezza eppure sono decenni che in Italia la progettazione non è solo “cenerentola”, ma serva strumentale di processi che con la qualità del costruire e con l’interesse pubblico hanno ben poco a che fare. Leopoldo Freyrie lo definisce un sistema finalizzato a creare le condizioni per “business impropri”. “Dopo anni di declino progettuale, con il Codice degli appalti attualmente in vigore si è dato il colpo di grazia alla progettazione, completando un processo di svuotamento della sua stessa funzione che è appunto quella di garantire la qualità delle opere che si vogliono realizzare. Con il Codice degli appalti si è costruito un complesso di regole e di norme che hanno relegato la progettazione a un fattore secondario, legittimando anche dal punto di vista normativo quanto avvenuto nella sostanza e nella quotidianità. Si è sancita la fine della progettazione svuotandola sul piano delle professionalità, definendo un modello procedurale basato sulla confusione dei ruoli anche attraverso un trasferimento nefasto delle competenze da un soggetto ad un altro, dal progettista all’impresa. Attraverso una scelta che ha messo al centro del processo la logica del prezzo più basso, l’azzeramento dei concorsi, la totale incertezza dei tempi. Un meccanismo che invece di premiare chi sapeva e sapeva fare, ha di fatto premiato l’incompetenza. Con un solo risultato: la morte della qualità”. Per Freyrie il Codice costituisce l’ultimo atto di un percorso che ha la sua origine negli anni Novanta e in quella cultura provinciale italiana che da un lato sui grandi progetti ha inseguito le archistar e dall’altro ha abbandonato ogni attenzione e cura rispetto alle centinaia di opere che determinano di fatto la qualità della vita quotidiana di ognuno di noi e incidono profondamente sulla capacità competitiva del nostro sistema economico e produttivo. “Il boom delle archistar, se ha fatto sì che oggi possiamo disporre di segni architettonici riconoscibili, di opere della modernità, ha tuttavia favorito procedure e meccanismi di selezione che hanno portato a una vera e propria schizofrenia della progettazione. Poche opere straordinarie e una marea di opere di bassissima qualità trasformate appunto in opportunità di business sulla pelle dei cittadini e dei contribuenti. Come dire, una bella copertina e dentro nulla o peggio. Nel segno delle varianti e degli sprechi di risorse, favorendo contenziosi e non ultima la corruzione”.
Il fatto positivo è che finalmente oggi questa realtà è stata riconosciuta e si è avviato un processo di cambiamento volto a rivedere profondamente il quadro delle regole. “La nuova legge sugli appalti pubblici, attualmente in via di definizione, dovrebbe avviare finalmente un processo contrario riportando al centro delle regole la qualità e la qualificazione degli operatori. Il nuovo Codice non può non prestare la massima attenzione alla questione delle competenze, sia avviando un processo all’interno delle amministrazioni pubbliche, sia riportando al centro la logica dei concorsi attingendo dalle professionalità offerte dai privati. È evidente che ciò deve coincidere con una rinnovata politica a sostegno delle opere pubbliche, il che significa risorse adeguate, ovvero strumenti in grado di sostenere una progettazione più qualificata. Oggi il mercato dei lavori pubblici rappresenta poco più dell’8% del mercato delle costruzioni. La scarsità di risorse ha determinato il ricorso sempre maggiore a modelli privatistici che oggi debbono comunque essere normati, in quanto di chiara rilevanza pubblica. È venuto il momento che lo Stato ritrovi il suo ruolo di guida del mercato delle opere pubbliche superando le criticità connesse al Patto di stabilità interno che ha ucciso i fondi per la progettazione, in quanto considerati debito nei bilanci degli enti locali. Con l’effetto drammatico di togliere risorse essenziali per consentire una qualità progettuale delle opere. Oggi questa strada va ripresa. Il ripristino del fondo di rotazione per la progettazione, avviato nell’ambito della messa in sicurezza del territorio per ridurre il rischio idrogeologico, costituisce la strada giusta per invertire questo trend negativo. Non va infatti dimenticato che una delle principali cause della incapacità del nostro Paese di utilizzare pienamente le risorse che provengono dai fondi europei riguarda proprio la scarsa qualità e capacità progettuale”.

Leopoldo Freyrie è dal 2011 presidente del Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori (Cnapp), è stato presidente del Consiglio degli architetti d'Europa ed è tra i fondatori del Forum europeo per le politiche architettoniche.

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Domenica, 05 Luglio 2015 00:00

Volume Formedil-Andil sull'uso del laterizio

formedil 1Con la pubblicazione del volume “ I laterizi: risparmio energetico, sostenibilità e salubrità. Guida per gli operatori e i tecnici di cantiere” si rinnova la proficua collaborazione tra ANDIL e FORMEDIL; da anni tali enti, infatti, promuovono in sintonia la qualità della posa e della messa in opera dei prodotti e dei sistemi in laterizio. 

ANDIL e FORMEDIL hanno in comune l’obiettivo di promuovere la tradizione costruttiva del nostro Paese tra i muratori, gli apprendisti, i progettisti, insomma tutti gli operatori di cantiere e i giovani che si indirizzano al settore edile, e diffondere la cultura professionale del laterizio come materiale fondante per una edilizia sostenibile, salubre e sicura e che faccia la sua parte nella riduzione delle emissioni climalteranti facendo risparmiare sia in inverno che d’estate. La ricerca promossa da ANDIL negli ultimi anni ha puntato a dare evidenza al ruolo che assume il laterizio, espressione del costruire italiano, nel contenimento dei consumi energetici, senza trascurare gli aspetti della sicurezza strutturale, della sostenibilità ambientale e del comfort abitativo. In particolare, il progetto della “casa NZEB in laterizio, antisismica, sostenibile e confortevole”, sviluppato con il supporto scientifico dell’ENEA e delle principali Università italiane, rappresenta la risposta dell’industria dei laterizi ad un mercato sempre più attento alla sostenibilità ed all’efficienza energetica; tale proposta analizza anche l’aspetto dei costi/benefici delle soluzioni costruttive, nel rispetto dei dettami della direttiva EPBD recast cosiddetta NZEB, e che non trascura gli effetti “collaterali” dell’iperisolamento, quali condizioni di discomfort termo igrometrico nel periodo estivo. Per ridurre significativamente e ‘realmente’ i consumi in edilizia è, infatti, fondamentale contenere quelli estivi, finora sottostimati. La spinta all’isolamento eccessivo sul modello dei Paesi del nord Europa comporta, infatti, nel contesto mediterraneo: condizioni di insalubrità e di disagio e un discomfort termico, che l’utente, troppo spesso, contrasta con l’ausilio di energivori impianti di climatizzazione, dimenticando il ruolo che da secoli l’elevata inerzia termica delle soluzioni massive in laterizio svolge assicurando, anche oggi, bassi consumi estivi ed elevate condizioni di comfort.

La rete nazionale delle Scuole Edili aderenti a Formedil, dal canto suo ha nel laterizio un materiale di base all’interno dei propri programmi curriculari e opera per promuovere la qualità professionale degli addetti del settore, con l’obiettivo di innalzare la qualità professionale e tecnologica delle imprese di costruzioni. Il Formedil è impegnato a promuovere la formazione delle risorse umane della filiera delle costruzioni sui temi dell’edilizia sicura e sostenibile a partire dal progetto europeo Build up Skills Italia denominato I-town. 

Visto il successo riscontrato dalle precedenti iniziative si è deciso, di comune accordo, di pubblicare, avvalendosi delle opportunità offerte da Fondimpresa, un insieme di contributi sui temi sopra esposti tratti dalle ricerche ANDIL raccolte in un volume unico, utilizzabile come Manuale per il corretto impiego del laterizio e guida alla sua posa in opera. Ancora una volta si propone uno strumento completo e al tempo stesso snello perché versatile e di facile uso tanto nelle attività di formazione delle Scuole Edili che come supporto al personale operativo e tecnico di cantiere.

Copia del volume può essere richiesta inviando una mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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