Criteri Ambientali MinimiÈ stato pubblicato il Manuale operativo per gli acquisti verdi, il quale fornisce indicazione operative alle stazioni appaltanti e ai progettisti per la corretta applicazione dei Criteri Ambientali Minimi (CAM) per l'affidamento dei servizi energetici per gli edifici con criteri di sostenibilità.

Ai sensi dell'art. 34 del Codice appalti (D. Leg.vo 18/04/2016, n. 50), le stazioni appaltanti contribuiscono al conseguimento degli obiettivi ambientali previsti dal Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della pubblica amministrazione attraverso l’inserimento, nella documentazione progettuale e di gara, almeno delle specifiche tecniche e delle clausole contrattuali contenute nei Criteri Ambientali Minimi (CAM).

I CAM, e in particolare i criteri premianti, sono tenuti in considerazione anche ai fini della stesura dei documenti di gara per l’applicazione del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa di cui all'art. 95, del D. Leg.vo 50/2016.

Il Manuale operativo per gli acquisti verdi: Affidamento dei Servizi Energetici per gli edifici con criteri di sostenibilità (realizzato nell’ambito delle attività per la promozione del Green Public Procurement del progetto PREPAIR) fornisce indicazione operative alle stazioni appaltanti e ai progettisti per la corretta applicazione dei CAM per l'affidamento dei servizi energetici per gli edifici, di illuminazione e forza motrice e di riscaldamento/raffrescamento, adottati con il D. Min. Ambiente e Tutela Terr. e Mare 07/03/2012.

Il Manuale è diviso in 3 parti:
- la prima parte contiene le disposizioni introdotte dal D. Leg.vo 50/2016 per rendere “verde” una procedura di gara (obbligo di inserimento dei CAM e criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa);
- la seconda parte comprende le indicazioni operative per le stazioni appaltanti sull’ambito di applicazione del CAM Servizi Energetici (indicazioni e riferimenti normativi per impostare la documentazione di gara nelle varie fasi dell’appalto);
- la terza parte fornisce indicazioni in merito alle certificazioni di qualità richieste nei CAM Servizi Energetici.

 

 

Fonte: Bollettino di Legislazione Tecnica online
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Festival Edilizia LeggeraOcchi puntati su Bari, città che ospiterà la nuova edizione del Festival più atteso dagli operatori del settore professionale del colore. Il prossimo 24-26 ottobre infatti, l'evento arrivato ormai alla sua V edizione, sceglie la Puglia e ripropone il suo format consolidato al comparto del Mezzogiorno.
A pochi mesi dall'appuntamento con FEL, emergono i primi temi su cui le aziende partner punteranno e su cui i visitatori potranno chiedere ed informarsi direttamente con gli addetti ai lavori. Tra le riconferme tornano, e anzi raddoppiano, le aree dimostrative in gestione alle aziende e si rinnova l'aspetto ludico ricreativo da abbinare a quello più tecnico e formativo. Il Festival, lo ricordiamo, è anzitutto un momento di aggregazione e non si sottrae all'idea che si possa fare business in un clima disteso, magari divertendosi.
Questo fa di FEL un evento al passo coi tempi e che dialoga prima di tutto con delle persone.
Abbiamo incontrato Andrea Zanardi, responsabile di FEL, l'ente che ormai da 3 edizioni organizza il Festival, e gli abbiamo fatto delle domande per avere qualche dettaglio in più sulla prossima edizione.


Andrea, FEL è alla sua quinta edizione e ha saputo raccogliere in questi anni l'entusiasmo non solo degli espositori, ma anche dei visitatori, che ormai vedono nell'evento l'appuntamento di riferimento per il loro settore. Qual è il segreto di questo successo?

Non ci sono segreti: cerchiamo solo di proporre al mercato quello che il settore ci chiede. Quando è nato il Festival non esisteva un evento che rispondesse in maniera efficace alle esigenze degli attori della nostra filiera. Noi abbiamo semplicemente ascoltato e interpretato la domanda di produttori, rivenditori e applicatori, analizzando e plasmando di anno in anno un format che restituisse la risposta più efficace. Tra gli obiettivi sicuramente raggiunti quello di far dialogare i vari protagonisti della filiera del colore, si cerca di farlo in una maniera semplice, economica e che garantisca pari visibilità a tutti. Organizzare il Festival comporta anche delle oggettive difficoltà: in ogni edizione si cambia territorio, questo richiede lo sforzo di modificare l'approccio, smarcando le caratteristiche di un mercato davvero vario e le cui regole cambiano insieme alla geografia, dal nord al sud, dall'est all'ovest. La sintesi di tutte queste caratteristiche rende possibile una verticalizzazione del target dell'evento, che si orienta al professionista applicatore e il suo negozio di fiducia.


Parliamo della prossima edizione: cosa ci dobbiamo aspettare da FEL Bari 2019?
L'appuntamento FEL ci permette di misurare il mercato, capire le tendenze e comprendere quali strategie le aziende di questo settore mettono in campo al servizio dei loro clienti e utilizzatori. Quello che posso anticipare è che ci sarà una grande attenzione su alcuni temi discussi anche a livello globale, ma ovviamente declinati sul nostro settore: si parlerà di ecologia, di sicurezza, di digitalizzazione, ma anche di formazione, dando una forte spinta divulgativa all'argomento della certificazione della figura del pittore edile e delle sue specializzazioni, come quella del decoratore edile e del posatore di cappotto. E' questo un tema molto caro a FEL che in prima persona ha partecipato alla revisione della norma 11704:2018. Con la voce delle principali associazioni di categoria attive su questi temi daremo indicazioni su come affrontare gli esami, ma non ci limiteremo a questo: faremo formazione sulla chimica e composizione dei prodotti vernicianti e daremo utili dritte sulle tecniche di marketing per vendere il colore.


Parola chiave: #Salubrità. Ambiente, sicurezza e rivoluzione green
Oltre a dare rilievo alle caratteristiche tecniche e alle prestazioni di prodotto e tecnologie, vogliamo dare ampio spazio alla visione ecologica del mondo delle finiture e alle strategie che i produttori di materiale stanno impiegando per rispondere alla domanda di un mondo più salubre, sostenibile e sicuro. A FEL Bari 2019 vedremo il punto di vista delle aziende, case history virtuose e la selezione dei migliori prodotti che mettono in primo piano la sicurezza delle persone, la tutela dell'ambiente e la diminuzione delle emissioni, ormai temi di grande attualità in tutti i settori. Al Festival si darà voce a chi si impegna ogni giorno per un mondo più salubre da restituire ai nostri figli.

Parola chiave: #digitalizzazione. Supporti virtuali e realtà aumentata
Il mondo delle finiture, degli utensili e dell'edilizia leggera è avaro di novità tecnologiche. La vera novità nel mondo contemporaneo è che si è evoluto il modo di comunicare il colore. Oggi esistono infiniti strumenti e infinite possibilità di divulgare il colore, sia nei processi formativi che in quelli di vendita. A FEL Bari 2019 vedremo come il mondo della digitalizzazione, della realtà aumentata e del mondo virtuale possono davvero dare una mano al nostro settore, partendo già da alcune linee guida.
Parola chiave: #formazione. L'esame del pittore edile, la composizione dei prodotti, la vendita del colore FEL Bari 2019 sarà l'occasione di approfondire le tematiche più calde che ricadono sugli attori del nostro settore: ora che la norma sul professionista è pubblicata, si prepara la stagione degli esami per la certificazione. FEL, insieme alle autorevoli voci delle associazioni di categoria (in prima linea CORTEXA e ANVIDES), organizzerà momenti di condivisione e divulgazione sui contenuti della norma e sulle modalità per affrontare l'esame. Grande attesa anche per gli appuntamenti formativi rivolti ai tecnici dei colorifici e ai professionisti. Tra i vari la presentazione del corso AITIVA sulla conoscenza delle composizioni dei prodotti vernicianti, e la presentazione dei corsi di Paint Academy, che al FEL introdurrà il programma del ciclo di incontri in grado di rivoluzionare l'approccio della vendita del negozio di colore e dell'impresa.

Parole chiave: #toccare e #provare. Aree demo, isole applicative e workshop tra intrattenimento e aperitivi
Non lo chiameremmo "festival" se non ci fosse anche un piccolo programma di eventi ricreativi a stemperare il clima dell'evento FEL. Ma il vero cuore di FEL Bari 2019 non saranno ne gli aperitivi ne il body painting (che pure non mancheranno). Quello che vogliono i nostri visitatori è "provare", "toccare con mano", misurare non solo i prodotti ma anche la personalità delle aziende che li producono, e comprendere che dietro alle aziende ci sono delle persone con delle idee e con delle strategie, tutte orientate alla valorizzazione del nostro mercato.


FEL si rivolge agli artigiani ma un ruolo determinante lo hanno anche i negozi di colore ed edilizia: quali attività stai organizzando con loro?
I rivenditori coinvolgono i propri marchi perché, per una volta, è l'azienda produttrice che va dal rivenditore e parla ai professionisti del territorio. Al FEL i negozi pianificano con i marchi che espongono e i propri clienti giornate all'insegna della formazione, workshop e presentazioni di prodotto.
Per favorire questo coinvolgimento, FEL seleziona (su indicazione delle aziende produttrici che partecipano) le realtà più virtuose per ogni regione e le nomina partner dell'edizione #FELbari2019.
Essere partner significa fare da riferimento sulla propria città, alle imprese e gli artigiani della zona che possono rivolgersi al loro negozio di fiducia per avere informazioni sull'evento e su come partecipare. Molti negozi, quelli la cui distanza lo permette, si equipaggiano con l'organizzazione di trasferte, e le rivendite partner possono richiedere particolari voucher di sconto per l'organizzazione di pullman. Come fare per vedere se un negozio colorificio, un magazzino edile o una ferramenta professionale è partner FEL? Esiste una mappa interattiva in costante aggiornamento sul sito ufficiale che le geo localizza. Scopri se il tuo negozio di fiducia organizzerà un pullman al Festival dell'Edilizia Leggera!

Partecipa a #FELBari2019 e diventa protagonista dell'evento di riferimento del settore colore ed edilizia leggera.
Invia la tua richiesta di informazioni a "Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo."

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Direttore lavoriIn tema di vizi dell’opera, la Corte di Cassazione ha affermato che il direttore dei lavori non ha un obbligo continuo di vigilanza sulle attività di semplice esecuzione realizzate dall'appaltatore.

Nel caso di specie i ricorrenti chiedevano il risarcimento dei danni nei confronti della ditta appaltatrice e del direttore lavori con riferimento a vizi nell’edificazione di una villa bifamiliare, consistenti nell'inidonea impermeabilizzazione di una guaina.
Era stato accertato - in primo e secondo grado - che si trattava di negligenza nell’apposizione di una guaina impermeabilizzante, un’attività di semplice esecuzione e senza alcuna difficoltà particolare, non bisognevole di alcuna direttiva specifica, rientrante dunque nella fattispecie di opera esecutiva non complessa e oggetto di competenze e capacità di modesti operai edili.

La Corte di Cassazione, con l'Ord. C. Cass. civ. 29/05/2019, n. 14751, ha specificato che il direttore dei lavori è chiamato a svolgere la propria attività in situazioni involgenti l'impiego di peculiari competenze tecniche e deve impiegare le proprie risorse intellettive e operative per assicurare, relativamente all'opera in corso di realizzazione e nel perimetro delle sue competenze, il risultato che il committente si aspetta di conseguire.
Da questo, tuttavia, non deriva a suo carico né una responsabilità per cattiva esecuzione dei lavori riferibile all'appaltatore, né un obbligo continuo di vigilanza anche in relazione ad attività di semplice esecuzione.
Sicché, in assenza di un qualche indice che faccia supporre che l'appaltatore sia stato sottoposto dal committente a direttive così stringenti da sottrargli qualsiasi possibilità di autodeterminazione, l'appaltatore rimane esclusivo responsabile dell'esecuzione delle opere previste ovvero dei danni conseguenti a negligenza nell'attuazione.

 

 

Fonte: Bollettino di Legislazione Tecnica online
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Rehau EcoVadis

Processi di produzione basati sul risparmio delle risorse, fasi di riciclo complete, materiali innovativi e soluzioni energeticamente efficienti: nell’ottica di salvaguardare l’ambiente ed il clima, REHAU opera secondo principi di sostenibilità profondamente radicati. Per il suo costante impegno, già riconosciuto l’anno scorso dal conferimento dell’etichetta ambientale VinylPlus, lo specialista dei polimeri è stato recentemente premiato per la sua gestione della sostenibilità dall’agenzia di rating indipendente EcoVadis.      

Dal 2007, EcoVadis si occupa di valutare le performance sostenibili delle aziende nelle categorie ambiente, lavoro e diritti umani, etica ed approvvigionamento sostenibile, rendendo misurabili e confrontabili le attività delle imprese con filiere internazionali. REHAU si posiziona tra le migliori aziende al mondo nella lavorazione delle materie plastiche nelle categorie “Ambiente” e “Approvvigionamento sostenibile” e nel primo 10% di tutte le società valutate nel 2018. Dalla prima valutazione EcoVadis nel 2014, REHAU ha costantemente migliorato il proprio rating, aggiudicandosi l’importante riconoscimento Silver Award.

“E’ in particolare attraverso un’attenta gestione del riciclo che stiamo concretizzando il nostro impegno nel contribuire alla salvaguardia del clima e alla sostenibilità in tutti i settori per noi rilevanti; ovviamente, con la massima trasparenza sulle nostre performance” sottolinea Andreas Jenne, Responsabile della Sostenibilità in REHAU. In questo senso, l’azienda si prefissa obblighi volontari ambiziosi, presentando regolarmente, dal 2011, risultati raggiunti ed obiettivi futuri nei suoi report di sostenibilità.

Esempio tangibile del costante impegno dell’azienda è quello portato avanti dalla divisione Window Solutions che ambisce a produrre nei suoi stabilimenti europei fino al 50% dei profili con nucleo riciclato entro il 2020, grazie a precisi sistemi di smistamento appositamente modificati per REHAU, in grado di separare e ripulire i materiali, ricavandone materie prime di qualità. Per questo marcato senso di responsabilità, tutti e quattro i siti produttivi presenti in Europa e numerosi sistemi per finestre dell’azienda sono già stati certificati con l’etichetta ambientale VinylPlus per soluzioni in PVC sostenibili.

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La filiera edile, pilastro dell’economia italiana, sarà protagonista di SAIE Bari 2019


Il settore delle costruzioni si conferma vitale per l’economia italiana. Con le sue 733.903 imprese attive nel primo trimestre 2019, l’edilizia incide per il 14,3% del totale delle aziende del territorio. Un contributo che diventa ancora più rilevante in termini di occupazione. Nei mesi da maggio a luglio sono previsti, infatti, 104.860 nuovi lavoratori in entrata. Un dato considerevole che, nonostante non tenga conto delle uscite, fotografa l’importanza del comparto.  
Secondo i dati elaborati da Senaf in occasione di SAIE Bari, la nuova edizione della fiera biennale delle tecnologie per l’edilizia e l’ambiente costruito 4.0, nel mese di maggio il tasso di imprese intenzionate ad offrire nuovi posti di lavoro si attesta a quota 13,7%, in lieve ma costante aumento da inizio anno. Forte la preferenza per contratti di lavoro dipendente (90,7%), mentre la somministrazione (2,1%), la collaborazione (0,6%) e le altre tipologie (6,6%) rivestono un ruolo più marginale. In quanto ai dipendenti, il contratto a tempo indeterminato (45,2%) è leggermente più diffuso di quello a tempo determinato (44,4%). L’apprendistato (9,1%) e gli altri contratti (1,3%) sono, invece, meno frequenti.

Il Centro Studi Ance prevede, inoltre, una crescita generale (+1,1%) del settore delle costruzioni per il 2019. In questo contesto, SAIE Bari, che si terrà dal 24 al 26 ottobre 2019 presso la Nuova Fiera del Levante, diventa la vetrina ideale per stimolare ulteriormente la crescita delle imprese di tutto il Centro e Sud Italia e del bacino del Mediterraneo. Proprio per incentivare il comparto e premiare le eccellenze, all’interno di SAIE Bari, verranno assegnati i Cassa Edile Awards, una serie di premi dedicati ai protagonisti del settore edile che si sono contraddistinti per i loro comportamenti virtuosi. Tre, in particolare, i criteri di assegnazione del riconoscimento: la regolarità contributiva delle imprese, l’impegno e la motivazione nel lavoro mostrata dagli operai e la correttezza degli adempimenti dei consulenti del lavoro. SAIE Bari ospiterà dunque una serata di gala che premierà imprese, operai e tutti loro che quotidianamente contribuiscono allo sviluppo di un sistema imprenditoriale etico e sostenibile.

I Cassa Edile Awards sono una delle varie iniziative speciali previste per SAIE Bari. La manifestazione, che si articolerà in quattro percorsi (Gestione Edificio e riqualificazione edilizia; Impianti tecnici in edilizia; Trasformazione urbana, Infrastrutture e territorio; Digitalizzazione e BIM), ospiterà alcune aree interamente dedicate alle eccellenze della filiera. Tra queste, la Piazza dei Materiali Costruttivi, dove verranno mostrate le nuove soluzioni costruttive in grado di unire sicurezza, convenienza e sostenibilità, e la Piazza del Serramento Innovativo, incentrata sui temi delle trasparenze, dell’isolamento e della digitalizzazione. Una menzione a parte la merita l’area dedicata al tema dell’Edificio Salubre, in cui saranno mostrati prodotti, tecnologie e sistemi di ultima generazione volti a ottimizzare le prestazioni degli edifici e aumentare il comfort degli ambienti.

“Continuare lungo il percorso di ripresa deve essere l’obiettivo principale di tutta la filiera delle costruzioni ” – ha dichiarato Emilio Bianchi, Direttore Generale di SAIE Bari. “Per farlo occorre aprirsi al dialogo con esperti, con professionisti e con le altre imprese. SAIE Bari vuole essere il luogo in cui tutti gli operatori del settore edile possano esibire il loro know-how e il loro bagaglio d’esperienza, alla costante ricerca di nuovi prodotti, tecnologie e servizi per l’edilizia. Il nostro è un comparto in continua trasformazione e in tutto il Centro-Sud Italia non c’è opportunità migliore di SAIE Bari per capire l’evoluzione del settore, creare nuove occasioni di business e networking e celebrare, come faremo con i Cassa Edile Award, le tante eccellenze di questa terra”.

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Distanza minima tra paretiIl Consiglio di Stato, con la pronuncia del 23/05/2019, n. 3367, fa il punto su tutte le questioni applicative concernenti la distanza minima tra pareti finestrate prevista dal D.M. 1444/1968.


In proposito si ricorda che l’art. 9 del D. Min. LL.PP. 02/04/1968, n. 1444, nell’ottica di tutelare imprescindibili esigenze igienico-sanitarie, prescrive le distanze da osservare nelle ipotesi di ristrutturazione e costruzione di nuovi edifici, prevedendo altresì una specifica disciplina per gli stabili ricadenti nei centri o agglomerati storici.
In particolare, l’art. 9 del D. Min. LL.PP. 1444/1968, al punto 2), prescrive per le nuove costruzioni ricadenti in zone diverse dalla zona territoriale omogenea A (quindi in zona diversa dal centro storico) l’obbligo di osservare una distanza minima di 10 metri tra pareti finestrate ed edifici antistanti.
C. Stato 23/05/2019, n. 3367 ha affrontato diverse questioni applicative della norma sopra descritta,
SCOPO DELLA NORMA E SUA APPLICAZIONE INDEROGABILE - La norma è volta ad impedire la formazione di intercapedini nocive sotto il profilo igienico-sanitario, e di conseguenza va applicata in via inderogabile, non essendo neanche concesso al giudice di valutare un eventuale equo contemperamento degli opposti interessi delle parti.
COME CALCOLARE LE DISTANZE - La distanza di 10 metri va calcolata:
- con riferimento ad ogni punto dei fabbricati e non alle sole parti che si fronteggiano;
- con riferimento a tutte le pareti finestrate e non soltanto a quella principale;
- prescindendo dal fatto che le pareti frontistanti siano o meno in posizione parallela;
- indipendentemente dalla circostanza che una sola delle pareti fronteggiantesi sia finestrata e che tale parete sia preesistente o di un nuovo edificio da realizzarsi;
- indipendentemente dalla circostanza che le pareti si trovino alla medesima o a diversa altezza l'un l'altra.
RAPPORTO CON I REGOLAMENTI COMUNALI - La norma in discussione prevale sia sulla potestà legislativa regionale, in quanto integra la disciplina privatistica delle distanze, sia sulla potestà regolamentare e pianificatoria dei Comuni, in quanto deriva da una fonte normativa statale sovraordinata, sia infine sull’autonomia negoziale dei privati, in quanto tutela interessi pubblici che non sono nella disponibilità delle parti.
NOZIONE DI "NUOVA COSTRUZIONE" - per nuova costruzione si deve intendere non solo la realizzazione di un fabbricato completamente nuovo, ma anche qualsiasi modificazione nella volumetria di un fabbricato precedente che ne comporti l'aumento della sagoma d’ingombro. Anche la sopraelevazione deve essere considerata come nuova costruzione.

 

Fonte: Bollettino di Legislazione Tecnica online
www.legislazionetecnica.it

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Giovedì, 20 Giugno 2019 09:25

Sblocca Cantieri: “basta leggi omnibus”

“Basta con i provvedimenti legislativi “omnibus” che, inseguendo illusori processi di semplificazione esasperata, rischiano di compromettere la visione globale di norme quadro di settore, come il Codice dei contratti o il Testo unico sull’edilizia”

Così il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori sul decreto Sblocca Cantieri appena convertito in legge dalle Camere.

“Non condividiamo il rilancio dell’appalto integrato - afferma Rino La Mendola - Vicepresidente del Consiglio Nazionale e Coordinatore del Tavolo Lavori Pubblici della Rete delle Professioni Tecniche, in quanto è una procedura che, inseguendo un illusorio processo di semplificazione, relega il progetto ad un ruolo marginale nel processo di esecuzione delle opere pubbliche, alimentando varianti in corso d’opera, contenziosi e nuove opere incompiute sul territorio, finendo così per tracciare percorsi diametralmente opposti al principio di semplificazione a cui si ispira. La volontà del Governo e del Parlamento di sottovalutare l’importanza della centralità del progetto si legge anche da altri dispositivi introdotti dalla legge, come quello che consente l’affidamento dei lavori di manutenzione sulla base di un progetto definitivo. Per questo tipo di lavori, saremmo stati favorevoli ad un alleggerimento della progettazione esecutiva, ma non possiamo di certo condividere il totale taglio di una fase progettuale che contiene elaborati e documenti indispensabili per l’appalto dei lavori”.

Pur non condividendo l’impostazione globale del provvedimento legislativo, gli architetti italiani hanno apprezzato alcune novità, rispetto al testo iniziale del decreto, introdotte dalla legge di conversione, parte delle quali sono state adottate recependo alcuni degli emendamenti proposti dalla Rete delle Professioni Tecniche.

“Riteniamo positiva la reintroduzione della soglia del 30% del punteggio da attribuire all’offerta economica negli affidamenti con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa; ciò garantisce un maggiore peso all’offerta qualitativa rispetto a quella economica negli affidamenti di servizi di architettura e ingegneria. Positiva l’introduzione, sebbene temporanea, della facoltà delle stazioni appaltanti di acquisire il finanziamento delle risorse, limitatamente a quelle da utilizzare per la progettazione. Ciò di fatto consentirà di fornirsi di un parco progetti, strumento indispensabile per fruire nel migliore dei modi dei flussi finanziari europei, anche se bisognerebbe contestualmente costituire una cabina di regia per indirizzare le amministrazioni ad investire su progettazioni in linea con la programmazione dei fondi comunitari per evitare lo spreco di risorse in opere difficilmente finanziabili.

“Concordiamo anche con l’idea di puntare ad un unico regolamento a supporto del Codice dei contratti, anche se abbiamo quasi sempre condiviso i contenuti delle linee guida emanate dall’ANAC, spesso votate non solo alla trasparenza, ma anche ad una maggiore concorrenza ed alla ricerca della qualità delle prestazioni professionali”.  

Gli architetti italiani, inoltre, preso atto di uno “stop” alle modifiche introdotte all’art.113 dal testo originario del Decreto, in merito agli incentivi per la progettazione interna alla Pubblica amministrazione, auspicano che ciò segni un primo passo per riformulare l’art. 24 del Codice dei contratti, in modo da attribuire prioritariamente la progettazione ai liberi professionisti e valorizzare contestualmente i pubblici dipendenti nel controllo dell’intero processo di esecuzione delle opere pubbliche, dalla programmazione al collaudo dei lavori, assegnando loro gli incentivi per tali attività, a prescindere dal ruolo di dirigente o di funzionario.

“Adesso, conclude La Mendola, serve una riforma organica del Codice dei contratti, votata ad una maggiore apertura del mercato dei lavori pubblici alle strutture professionali medio-piccole e, soprattutto, al rilancio della centralità del progetto nei processi di trasformazione del territorio, attraverso la valorizzazione del concorso di progettazione a due gradi, che riteniamo il migliore strumento per promuovere la qualità architettonica nelle nostre città del futuro.”

 

fonte: www.awn.it

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Corte di CassazioneLa Corte di Cassazione chiarisce in quali casi un’opera può essere ritenuta precaria e quindi sottratta al preventivo rilascio del permesso di costruire


FATTISPECIE
Nel caso di specie era stata affermata la responsabilità del ricorrente per la realizzazione, in zona demaniale marittima gravata da vincolo paesaggistico, di una struttura pressostatica delle dimensioni di mq 100, realizzata in elementi metallici e copertura in PVC, con pavimentazione in pietra leccese, in assenza dei prescritti titoli abilitativi.

Il ricorrente sosteneva che dalle dichiarazioni rese dal responsabile dell'ufficio tecnico comunale, risultavano la precarietà ed amovibilità dell'opera, per la quale era stato peraltro rilasciato il permesso di costruire in sanatoria.

PRINCIPIO DI DIRITTO
In proposito, la Suprema Corte ha ribadito che, al fine di ritenere sottratto un manufatto al preventivo rilascio del permesso di costruire in ragione della sua asserita natura precaria, la stessa non può essere desunta dalla temporaneità della destinazione soggettivamente data all'opera dal costruttore, ma deve ricollegarsi alla intrinseca destinazione materiale dell'opera ad un uso realmente precario e temporaneo per fini specifici, contingenti e limitati nel tempo, con conseguente possibilità di successiva e sollecita eliminazione, non risultando, peraltro, sufficiente la sua rimovibilità o il mancato ancoraggio al suolo.

Inoltre, sulla base di quanto disposto dal T.U.E. (D.P.R. 380/2001), sono soggetti a permesso di costruire, tutti gli interventi che, indipendentemente dalla realizzazione di volumi, incidono sul tessuto urbanistico del territorio, determinando una trasformazione in via permanente del suolo inedificato.

CONCLUSIONI
La Corte di Cassazione ha considerato che le dedotte caratteristiche di precarietà e facile amovibilità dell'opera erano evidentemente smentite dalla descrizione della stessa effettuata nella sentenza di appello sulla base delle emergenze processuali del giudizio di primo grado. Il manufatto realizzato si presentava infatti come stabilmente infisso al suolo e dotato di pavimentazione circoscritta da un muretto di contenimento, l'opera poggiava su pilasti in ferro, a loro volta ancorati su plinti in cemento armato ed era stato accertato anche un cambiamento del livello planovolumetrico e pianoaltimetrico del terreno su cui l'opera era stata realizzata. Si era evidenziato, poi, che i plinti su cui poggiava il manufatto erano infissi su di una zattera in cemento sulla quale era stata poi posta una pavimentazione in lastre di pietra leccese.
Avuto riguardo a tali caratteristiche costruttive, risultava evidente che la dedotta precarietà dell'opera era del tutto insussistente.

La Cass. pen. 30/05/2019, n. 24149 ha pertanto ritenuto che nel caso di specie i necessari requisiti individuati dalla giurisprudenza mancavano del tutto ed, anzi, le caratteristiche costruttive accertate deponevano, unitamente alla rilevata alterazione planovolumetrica e pianoaltimetrica del terreno, per un intervento destinato a durare nel tempo che aveva già determinato una modifica dell'originario assetto dell'area su cui insisteva.

Un'ulteriore conferma di una simile evenienza, era data dal fatto che per le opere in questione l'interessato aveva ritenuto di dover richiedere un permesso di costruire in sanatoria (sulla base peraltro di una descrizione delle opere non rispondente alla realtà), che non sarebbe stato necessario per un intervento precario, atteso che la natura dell'opera precaria, che non determina stabili trasformazioni del territorio, non richiede per la sua realizzazione alcun titolo abilitativo.

 

Fonte: Bollettino di Legislazione Tecnica online
www.legislazionetecnica.it

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Il quinto rapporto della Cassa Edile Artigiana e delle PMI delle Marche, verrà presentato giovedì 13 giugno ad Ancona

La crisi, in edilizia ha colpito forte. Dal 2010 nelle Marche le imprese sono diminuite del 10,7 per cento, passando da 25.531 a 22.531. Gli addetti nel settore delle costruzioni sono 33.295. negli ultimi nove anni l’occupazione del comparto si è ridotta del 29,5 per cento, pari a 12.500 occupati in meno. E se il comparto delle costruzioni è in crisi, l’economia si ferma.

Per agganciare la ripresa nelle Marche deve ripartire l’edilizia. A sostenerlo il “5° Rapporto dell’Osservatorio Cedam”, che verrà presentato giovedì 13 giugno ad Ancona. L’appuntamento è per le ore 10 alla sala Pino Ricci del Consiglio regionale delle Marche, in piazza Cavour.

Dopo i saluti del presidente Cedam Aramis Garbatini e del vicepresidente Massimo De luca, saranno Giovanni Dini del Centro Studi Cna Marche e Fabiana Screpante dell’Ufficio Studi Confartigianato Marche, a illustrare il Rapporto della Cassa Edile Artigiana e delle PMI delle Marche nei suoi diversi aspetti e dati statistici: la congiuntura e l’occupazione nel settore, gli infortuni sul lavoro, le compravendite di immobili, gli appalti pubblici, le ristrutturazioni edilizie. Infine verrà fatto il punto sulla ricostruzione post sisma nell’area del cratere.

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Giovedì, 06 Giugno 2019 22:16

Planium MR01 Modulo Radiante

Planium Modulo Radiante

PAVIMENTI E RIVESTIMENTI INNOVATIVI
Planium Srl progetta e produce pavimenti e rivestimenti tecnici unici, che regalano agli ambienti emozioni nuove e comfort ineguagliabile.
I sistemi di posa a secco innovativi sono studiati per rispettare l'ambiente e per essere funzionali, veloci, reversibili.
Fiore all'occhiello è MR01 Modulo Radiante, non solo pavimento sopraelevato, ma anche sistema radiante idronico integrato nei pannelli, ad alte rese e bassi consumi. MR01 Modulo Radiante è il primo sopraelevato radiante che riesce ad unire in un unico prodotto design e tecnologia, estetica e benessere.
La purezza dell’acciaio, l’unicità della calamina, la sorpresa delle superfici ossidate, i preziosi toni caldi dell’ottone, del bronzo, del rame sono le innumerevoli finiture in metallo proposte.

CAMPO DI APPLICAZIONE
Caratterizzato da una velocissima messa a regime, MR01 Modulo Radiante è costituito da moduli sopraelevabili che garantiscono la totale accessibilità agli impianti sottostanti (per la stesura di cavi, ispezionabilità, cambiamenti nel layout degli spazi ecc.), senza dover rinunciare al comfort ineguagliabile del riscaldamento a pavimento.
Ideale per i contemporanei green buildings, nei quali le soluzioni tecnologiche innovative volte a migliorare le prestazioni degli edifici per l’efficientamento energetico sono fondamentali, ma anche per le ristrutturazioni di edifici già in essere. Tutti gli ambienti (uffici, settore terziario, ecc.) che necessitano pavimenti sopraelevati, ma anche riscaldamento e raffrescamento ottimali. L’integrazione degli impianti nel pannello, permette l’utilizzo di tali sistemi anche per l’edilizia residenziale.

PROGETTO ECOCOMPATIBILE
MR01 Modulo Radiante è stato ideato rispettando i principi del progetto ecocompatibile: il modulo piastrella infatti è costituito da un insieme di elementi assemblati tra loro tramite viti per permettere una facile scomponibilità e quindi riciclaggio. La pavimentazione inoltre è totalmente removibile in modo puntuale, posabile velocemente a secco. Le finiture sono tutte in metallo, in differenti texture di design, materiale ad alta riciclabilità e conduzione.

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