Formazione professionaleCon l’Avviso si intende procedere alla formazione di due Elenchi di Professionisti, da costituirsi ai sensi dell'articolo 157 del D. Leg.vo 50/2016 (Codice appalti), per l’eventuale affidamento nel corso del triennio 2019-2021, di servizi attinenti all'architettura e all'ingegneria, nonché di servizi attinenti alla progettazione ed esecuzione delle opere (compresi rilievi topografici, indagini geologiche e archeologiche), coordinamento della sicurezza in fase di progettazione e di esecuzione, Ufficio direzione lavori, collaudo, verifiche della progettazione ed altri servizi tecnici, di importo inferiore a 100 mila euro.

L’acquisizione delle candidature avviene esclusivamente in modalità telematica tramite la piattaforma del portale gare della Regione Campania, raggiungibile all’indirizzo: http://pgt.regione.campania.it

Le domande, corredate della documentazione richiesta (autocertificazioni, curriculum ed elenco servizi), dovranno pervenire entro le ore 13:00 del 31/07/2019.

L’Elenco di Professionisti sarà suddiviso in 2 sezioni in relazione all’importo:
- Sezione 1: fascia d’importo inferiore a 40.000,00 euro al netto di oneri fiscali e previdenziali;
- Sezione 2: fascia d’importo pari o superiore a 40.000,00 euro al netto di oneri fiscali e previdenziali.
Le suddette sezioni saranno suddivise per tipologia di servizio ed è consentita l’iscrizione in una o entrambe le Sezioni.

Soggetti ammessi a presentare domanda di iscrizione nell’Elenco
Sono ammessi a presentare la domanda i soggetti di cui all’articolo 46, comma 1 del D. Leg.vo 50/2016, e in particolare:
- i professionisti singoli o associati;
- le società di professionisti;
- le società di ingegneria;
- i prestatori di servizi di ingegneria e architettura, prestatori di servizi archeologici e geologici stabiliti in altri Stati membri;
- i raggruppamenti temporanei;
- i consorzi stabili di società di professionisti e di società di ingegneria, anche in forma mista.

Requisiti per l’iscrizione nell’Elenco
I soggetti interessati all’iscrizione devono possedere i seguenti requisiti:
Requisiti generali:
- insussistenza di cause di esclusione, ai sensi dell’articolo 80 del D. Leg.vo 50/2016;
- per le persone fisiche: possesso di titolo (laurea, diploma, abilitazione) necessario in relazione ai servizi da espletare;
- per le persone giuridiche: iscrizione alla Camera di Commercio, Industria, Artigianato ed Agricoltura;
- per le società di professionisti e di ingegneria, per i consorzi stabili e i raggruppamenti temporanei di professionisti: i requisiti di cui agli articoli 2, 3, 4 e 5 del D. Min. Infrastrutture e Trasporti 263/2016.

Requisiti economico-finanziari:
- realizzazione, nel quinquennio antecedente la data di pubblicazione dell’avviso, di un fatturato globale per i servizi di ingegneria e architettura nei settori e categorie nelle quali si chiede l’iscrizione, o analoghi, per un importo globale almeno pari all’importo massimo della fascia nella quale si chiede l’iscrizione, cioè pari a euro 40.000,00 per l’iscrizione nella prima fascia e pari a euro 100.000,00 per l’iscrizione nella seconda fascia.

 

 

Fonte: Bollettino di Legislazione Tecnica online
www.legislazionetecnica.it

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Case che sembrano organismi cellulari, sospese come nuvole poetiche e avveniristiche, e nascondono ideali della controcultura degli anni '70

Claude Costy è la regina delle bolle: le sue case avveniristiche, fatte di sfere che si incastrano l’una nell'altra come strani aggregati cellulari, organismi misteriosi eppure profondamente umani, sono un simbolo della controcultura e dell’avanguardia che negli anni '70 scosse dalle fondamenta l’architettura europea.

Nata il 30 giugno 1931 a Ginevra, con doppio passaporto svizzero e francese, Claude studia alla Scuola di Architettura della sua città natale, e qui conosce Pascal Häusermann, con il quale dividerà il lavoro e la vita. Precursori della Blob Architecture, entrambi sono influenzati dalle idee di Frank Lloyd Wright, che nella metà del Novecento conoscono un crescente seguito in Europa. L’architettura organica, che si modula sui bisogni di coloro ai quali è destinata e sulle specificità dell’ambiente che la accoglie, nelle loro mani assume un carattere spiccatamente artistico, concettuale e sperimentale.

Non a caso Claude Costy, prima ancora che un architetto, è una scultrice. Sa lavorare la ceramica, e plasma le case come fossero vasi, con la stessa attitudine tattile, lo stesso gusto per le linee curve che scorrono sotto le dita. Ciò che le interessa è ricercare un legame tra la costruzione e il suo habitat, prestando ascolto al mondo naturale, mimandone le forme in ogni dettaglio.

Le sue “bolle” paiono escrescenze amebiformi espulse dalla terra, fossili futuristici in cui si possono riscoprire le proprie radici, senza infingimenti, senza il diktat delle convenzioni comuni. E infatti anche gli interni assomigliano a caverne, bozzoli primitivi dove i mobili sono scolpiti, scavati nelle pareti di calcestruzzo, in un continuum intimo e avvolgente.

Per costruire le sue poetiche sfere, avulse da ogni geometria tradizionale, Claude, insieme a Pascal, perfezione anche una tecnica costruttiva rivoluzionaria, fino a quel momento inedita in Europa, ossia quella della “cassaforma persa”. Il cemento viene steso a mano in un'armatura metallica (e non più di legno, come era prassi diffusa), che poi resta intrappolata sotto di esso, e così la casa si espande cellula dopo cellula, pietra su pietra, intorno al suo scheletro, proprio come farebbe un corpo vivo.

L’opera che meglio racconta questa visione e la sua trasposizione tecnica è la Bubble House di Minzier, in Alta Savoia, dove tutt’ora Claude Costy risiede. Costruita sulle rovine di un antico presbiterio del XVII secolo di cui ha conservato le fondamenta e alcune pareti, la casa di Claude Costy inizia a prendere forma nel 1968. La coppia di architetti vuole qualcosa di più di un posto in cui vivere. Sogna un manifesto, un lascito artistico e ideologico, che faccia propria la bellezza abbacinante della valle, coi monti sullo sfondo e l’abbraccio dei boschi tutt’intorno, e la traduca in linguaggio architettonico.

Se le facciate sono un intreccio morbido, scomposto e ardito di volumi, con bolle finestrate che sporgono come occhi, la terrazza è uno specchio in cui si tuffa il cielo. Qui si trova infatti una piscina panoramica sorvegliata da un ventaglio di camini, che si tendono come le antenne di un bizzarro insetto. Una cupola sigilla lo studio dove Claude ancora oggi modella le sue creazioni in ceramica. All’interno non c’è nemmeno un angolo retto. Le bolle sono stanze che scivolano l'una nell'altra, scandite da archi sghembi, volte uterine, scale a chiocciola. Per segnalare a quale membro della casa appartiene ciascuna camera, il ritratto del membro della famiglia corrispondente è scolpito sopra la porta.

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È toccato a un oleandro diventare il primo albero che produce energia elettrica. Messo a punto dal Centro di Micro-Bio Robotica dell’Istituto Italiano di Tecnologia a Pontedera, il nuovo ibrido ha foglie artificiali che oscillando al vento interagiscono con quelle naturali, e con un processo di elettrificazione a contatto trasmettono la carica elettrica al resto della pianta. Basta collegare una specie di presa al tronco e il gioco è fatto. Da qui a immaginare foreste con prese che spuntano ovunque e miriadi di smartphone attaccati a succhiare energia anche dagli alberi è un attimo, come sognare di illuminare la propria casa con l’oleandro sul terrazzo o usare i parchi per rifornire di energia elettrica le città.

Da qualche decennio si è sviluppata una nuova attenzione nei confronti del mondo vegetale, sono fioriti, è il caso di dirlo, studi sulla sensibilità, sull’intelligenza, sulla struttura sociale delle piante che da una parte iniziano a dare risultati pratici e dall’altra pongono interrogativi nuovi sulla natura stessa della coscienza, tradizionalmente legata al cervello, organo assente negli organismi vegetali, che però dimostrano di possederne una, più simile alla coscienza di uno sciame, ma a tutti gli effetti presente.

 Complice anche l’urgenza creata dalla dimensione non più sostenibile dell’inquinamento dell’aria, ci si rivolge a chi quell’aria l’ha creata nel corso di milioni di anni. Prolificano pratiche comportamentali che partono dall’interazione col mondo vegetale come il Forest bathing, una sorta di riscoperta del rapporto con le foreste, o il Bioenergetic landscape, tecnica con cui si misurano le influenze bioenergetiche degli alberi, fino al ritorno degli orti con conseguente sviluppo di ortoterapie e affini. Esistono studi che individuano nella presenza di piante un miglioramento generale del benessere e che trovano applicazioni pratiche negli uffici e anche nelle strutture sanitarie, dove riescono a diminuire la degenza con conseguente risparmio economico.

Nelle grandi aree urbane alcune amministrazioni si sono rivolte alle piante per controllare non solo la diminuzione delle polveri sottili, ma anche per abbattere l’effetto isola di calore con conseguente spreco di energia elettrica causato da raffrescamento e riscaldamento degli edifici. Una delle soluzioni più efficaci, durature ed economiche è aumentare la presenza di piante, cosa che in aree densamente costruite si può ottenere con l’uso di tecnologie adeguate e ormai sperimentate da decenni. Lo chiamano Verde Tecnico e sono tutte quelle strategie innovative che permettono lo sviluppo di piante fuori suolo, più popolarmente note come giardini pensili, verde verticale, biopiscine.

L’ibridazione fra piante e architettura ha maestri nell’architetto argentino Emilio Ambasz e nell’artista austriaco Friedensreich Hundertwasser e si è sviluppata andando oltre il verde tecnico e meritando la definizione di Vegetecture, un altro modo di progettare dove la vegetazione è usata al pari degli altri materiali da costruzione e ne costituisce anzi la parte preponderante. Studi di progettazione olandesi e soprattutto sudcoreani sono all’avanguardia nella realizzazione di questa nuova architettura. A portare le piante all’interno delle abitazioni ibridandole con gli oggetti di uso quotidiano ci pensa invece una tendenza del design contemporaneo sparsa un po’ ovunque nel mondo, progetti e prototipi nati da giovani designer che propongono oggetti da innaffiare e curare con costanza e amore.
 
Fra questi sentieri nei boschi, ce n’è uno che viene da molto lontano e che guarda altrettanto lontano. Oltre l’ibridazione fra piante e architettura, c’è l’architettura di piante. Esistono alcune specie vegetali che si prestano particolarmente a essere utilizzate per realizzare costruzioni che in fatto di sostenibilità sono delle vere fuoriclasse. Il gruppo comprende il bambù, la canna palustre, il salice e la paglia, e tutte hanno come presupposto comune una materia che è la regina incontrastata di tutti i materiali ecologici, la terra cruda.
 
Si tratta per la maggior parte di riscoperte di tecniche antiche che sono andate evolvendosi negli ultimi decenni attraverso una diffusione incentrata sulla trasmissione diretta dell’esperienza. A parte il bambù, che è una novità solo per l’Occidente, le altre si apprendono attraverso laboratori, workshop, incontri operativi dove si lavora direttamente sul campo, sporcandosi letteralmente le mani. L’aspetto dell’autocostruzione è centrale e rientra in una filosofia di vita che ha nell’autodeterminazione e nel pensiero libertario le sue radici. Sul livello tecnico invece è interessante notare come negli ultimi anni queste tecniche siano studiate e sviluppate dagli ingegneri più che dagli architetti. Questo significa che le loro proprietà fisiche sono talmente interessanti che vanno comunque oltre la filosofia che le ha fatte tornare alla ribalta.

In bambù si costruiscono case, ponti, mobili, laminati, pavimenti, materiali compositi. Si tratta di un materiale che trova applicazioni anche in medicina, oltre ad essere un ottimo alimento. In Occidente si conosce poco, mentre è molto usato in Asia, America latina e Africa. Per un lungo periodo l’utilizzo diffuso di materiali moderni ha significato per il bambù la perdita del ruolo che aveva, gradualmente sostituito da calcestruzzo, acciaio e legno. Oggi è in fase di rivalutazione da parte di architetti e ingegneri di tutto il mondo, da Frei Otto a Buckminster Fuller, da Arata Isozaki a Kengo Kuma e Renzo Piano. In Italia, un contributo fondamentale alla diffusione della costruzione in bambù viene dall’architetto italo-colombiano Mauricio Cardenas, che con i suoi progetti e la sua attività culturale rappresenta un punto di riferimento. Anche la coltivazione sta prendendo piede grazie all’azione pionieristica di diverse strutture come Bambuseto in Versilia. Rispetto alle altre colture il bambù è una pianta molto veloce a crescere e può essere utilizzato già dopo tre anni.
 
La canna comune, il cui nome scientifico è Arundo donax, è una pianta erbacea perenne presente in tutto il bacino del Mediterraneo e in tutta la penisola italiana, è impiegata come materiale in diversi campi, dall’edilizia rurale all’artigianato. Nell’architettura contemporanea ha avuto un forte rilancio con l’opera del gruppo spagnolo CanyaViva che ha elaborato, standardizzato e testato in collaborazione con l’Universidad Politecnica de Catalunya, un sistema di costruzione di archi strutturali. Ideato dall’architetto inglese Jonathan Cory-Wright, permette la realizzazione di una gamma di archi in cui leggerezza e natura si concretizzano in strutture che fondono la semplicità del materiale alla creatività delle forme fluide e organiche. Le architetture in canna comune hanno infinite possibilità formali e funzionali e si abbinano a differenti materiali, dai rivestimenti di terra e paglia o calce e canapa a strutture in acciaio o legno.

Le prime abitazioni in balle di paglia sono una delle conseguenze dell’invenzione della macchina imballatrice alla fine dell’Ottocento. In Nebraska, negli Stati Uniti d’America, i coloni le utilizzarono come grandi mattoni e scoprirono che le abitazioni erano non solo resistenti, ma molto confortevoli. Numerose delle case dei coloni del Nebraska sono ancora esistenti, in Europa la più antica casa di paglia si trova a Montargis, in Francia, è stata realizzata nel 1921 ed è tuttora abitata. L’ingegner Feuillette, progettista e proprietario dell’abitazione, utilizzò una struttura in legno e sono proprio le tecniche miste, che si avvalgono di strutture portanti lignee e tamponamento in balle di paglia, quelle attualmente più diffuse e possono essere impiegate anche in Italia. Dopo gli ultimi eventi sismici sono diventate di grande interesse, per la loro leggerezza e flessibilità sono in grado di assorbire il carico sismico che è proporzionale al peso. La paglia ha inoltre un elevatissimo potere isolante termico, fonoassorbente ed è un materiale traspirante quando finita con intonaci naturali come quelli in terra cruda o calce.

A partire dagli anni ’70, il gruppo Sanfte Strukturen, un gruppo di architetti e artisti di Stoccarda, guidato dall’architetto Marcel Kalberer, cominciò a indagare tecniche di costruzione alternative come strutture in terra cruda, fieno, canna palustre, acqua e ghiaccio, rifiuti, tutte tecniche legate a processi ludico-architettonici di volta in volta denominati “azioni architettoniche”, “prototipi architettonici”, “aree-gioco architettoniche” o anche “aree-gioco per gli adulti”. La finalità era restituire al costruire il significato di realizzazione individuale e al tempo stesso incentivare comportamenti di solidarietà. Agli inizi degli anni ’80 Sanfte Strukturen cominciò a realizzare strutture spaziali utilizzando i virgulti di salice appena tagliati e divenne subito chiaro come questa tecnica si prestasse alle esigenze creative dei non addetti ai lavori e dei giovani, in maniera accessibile, facile e giocosa. Kalberer concepisce le architetture di salice come la possibilità per qualunque individuo di qualsiasi età e strato sociale, di agire attivamente e all’aperto nonché come un piccolo passo utopico in direzione della “appropriazione e conformazione creativa del proprio ambiente” e verso processi lavorativi sostenibili e comunitari.
 
L’architettura vegetale è oggi una risposta concreta che va nella direzione non solo di una sostenibilità reale, ma soprattutto dell’autodeterminazione del proprio spazio di vita. In una prospettiva pessimista o più semplicemente realista, visti i ripetuti appelli della comunità scientifica, imparare a costruire con le proprie mani e con i materiali disponibili in natura può rivelarsi un’opportunità di sopravvivenza concreta. Gli studi di ultima generazione ci restituiscono un’immagine delle piante come esseri viventi dalla elevata socialità e profonda coscienza dell’ambiente che le circonda, alcuni cominciano a vederle come un modello da seguire. Oggi che la domotica continua a riproporci varianti della casa intelligente immaginata negli anni Sessanta e che evidentemente così intelligente non è mai stata, aumentare la presenza di piante nei nostri ambienti può significare andare oltre la tecnologia e immaginare case organiche vive e pensanti in cui corpo e mente possano svilupparsi al meglio.

fonte di  Maurizio Corrado https://www.doppiozero.com

Pubblicato in Architettura

Massimo Iosa Ghini is part of the Leonardo Committee – Italian Quality Committee

Massimo Iosa Ghini


Il Comitato Leonardo, attraverso l’Assemblea dei Soci, ha deliberato la cooptazione dell’architetto Massimo Iosa Ghini, in qualità di Socio Effettivo.
 
Un importante riconoscimento che gli consente di condividere il compito di contribuire allo sviluppo e alla valorizzazione dell’industria e dei servizi made in Italy, insieme agli altri altamente rappresentativi soci tra imprenditori, artisti, scienziati e uomini di cultura.
 
The Leonardo Committee and its Executive Board approved Massimo Iosa Ghini's co-optation as Active Member.
 
An important recognition, allowing Massimo Iosa Ghini to give his contribution to the development and enhancement of Made in Italy industry and services, together with the other highly representative members among entrepreneurs, artists, scientists and men of culture.

Pubblicato in Comunicati stampa


In occasione dei 100 anni dalla fondazione del primo corso di studi in Architettura del Paesaggio, il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori e PAYSAGE con la rivista internazionale TOPSCAPE, in collaborazione con Triennale di Milano, rinnovano l’impegno nell’ambito della Promozione e Sviluppo per l’Architettura del Paesaggio con il Premio e il Simposio Internazionale che vede coinvolti Enti, Istituzioni, Associazioni e Università interessati dalle tematiche sia per competenze territoriali sia per contributi scientifici, con City_Brand&Tourism Landscape Award e Symposium, giunto quest’anno alla sua quinta edizione, si svolgerà il 20 giugno 2019 nel Salone d’Onore della TRIENNALE DI MILANO.

CITY_BRAND & TOURISM LANDSCAPE AWARD
IL PAESAGGIO COME STRATEGIA.
La qualità del Paesaggio per un’Architettura di Qualità

Nato con l’obiettivo di promuovere l’Architettura del Paesaggio nei vari ambiti della progettazione City_Brand&Tourism Landscape Award e Symposium mira a riflettere sul futuro del paesaggio urbano alla ricerca di best practices capaci di promuovere, nell’ambito di una disciplina recente, efficaci strategie progettuali in grado di attribuire nuovi valori etici, economici e sociali al paesaggio.

Tutti i progetti presentati saranno in Mostra alla Triennale di Milano durante i Lavori del Simposio garantendo a tutti i partecipanti una importante visibilità.
 
Novità per l’edizione 2019 è l’introduzione di Paesaggio in Luce, che nasce come strumento di ricerca per la selezione di best practices ed eccellenze per il progetto dell’illuminazione, a cui si affiancano le sezioni di City Landscape, Brand Landscape, City Play e Tourism Landscape.

DOWNLOAD BANDO

http://www.paysage.it/images/network/2019_Bando_CityBrandTourismLandscapeAward.pdf

DOWNLOAD COMUNICATO STAMPA
http://www.paysage.it/images/network/CS_CityBrandTourism_Landscape2019.pdf

PER MAGGIORI INFORMAZIONI
http://www.paysage.it/index.php?page=evento_2019_06_city_brand_tourism_presentazione

PARTECIPAZIONE AL CONCORSO
https://www.concorsiawn.it/city-brand-tourism-landscape-2019/home

ISCRIZIONE AL SIMPOSIO
http://www.paysage.it/index.php?page=evento_2019_06_city_brand_tourism_iscrizione

 

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Anche per il 2019 l’evento Architettura e Natura si comporrà di quattro iniziative:

Il premio Simonetta Bastelli , per il miglior progetto rappresentativo del rapporto tra architettura e natura atto a valorizzare il paesaggio, suddiviso in cinque categorie, con la mostra presso Villa Faina e pubblicazione del catalogo;
Il Workshop stanziale di progettazione, riservato a studiosi, inerente un tema specifico dell’area comunale di San Venanzo, che lavorano con tutor internazionali;
Convegno internazionale inerente il tema del rapporto tra architettura e natura, per il paesaggio futuro, con la pubblicazione degli atti
Eventi collaterali culturali, ludici, artistici, mostre fotografiche, spettacoli teatrali e musicali.

Il 12 marzo presso l’Accademia delle Belle Arti di Roma Architettura e Natura 2019 è stato presentato l’evento con particolare attenzione al premio Simonetta Bastelli.
Si è partiti dalla presentazione dei risultati del workshop e del concorso della precedente edizione, con una mostra e con la presentazione del catalogo.
Sono stati presentati e illustrati i bandi del VII premio e i temi del workshop e del convegno, che si volgerà a San Venanzo, in Umbria dal 17 al 21 settembre 2019.
Punto centrale dell’evento la conferenza degli architetti Elizabeth Abalo Diaz e Gonzalo Alonso Nunez dell’Estudio Abalo Alonso Arquitectos, che hanno vinto la categoria professionisti del premio.

Per scaricare i bandi e le tavole per l’edizione 2019 è possibile visitare la sezione dedicata cliccando qui https://bit.ly/2Ja6P03

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Giovedì, 25 Aprile 2019 10:51

Open! Studi aperti 2019

Il 24 e 25 maggio, in tutta Italia, gli studi di architettura apriranno le loro porte al pubblico. Ogni studio avrà modo di far conoscere le proprie specializzazioni e gli ambiti in cui opera. Una nuova occasione per stimolare gli stessi architetti a promuovere il proprio lavoro e la propria attività.

Il Consiglio Nazionale Architetti PPC promuove anche quest’anno la manifestazione che accomuna idealmente tutti gli studi italiani in un unico grande evento diffuso su tutto il territorio nazionale.

L'importanza della manifestazione è testimoniare che l'architettura non riguarda solo gli architetti ma, soprattutto, i cittadini in quanto fondamentale per la loro qualità della vita. Sarà l’occasione per far conoscere il mondo dell’architettura al grande pubblico.

Oltre 40 mila cittadini hanno partecipato nell’edizione 2018 agli eventi organizzati dagli oltre 750 studi di 92 Provincie che hanno aderito a Open Studi Aperti, l’iniziativa del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori che il 24 e 25 maggio torna in tutta Italia.

Obiettivo, per quella che può definirsi la più importante manifestazione diffusa di architettura, è diffondere la cultura architettonica e rinnovare la sensibilità nei confronti dell'ambiente, del paesaggio e dei territori per testimoniare che l'architettura non riguarda solo gli architetti o i costruttori ma, soprattutto, i cittadini in quanto fondamentale per la loro qualità della vita.

Per Alessandra Ferrari, Coordinatrice del Dipartimento Promozione della Cultura architettonica e della figura dell’architetto “Open studi Aperti risponde innanzitutto ad un bisogno dei cittadini, quello che l’architettura sia per tutti. Da una indagine che il Consiglio Nazionale ha commissionato alla Makno - in occasione del nostro Congresso Nazionale - sulla percezione che l’opinione comune ha dell’architetto emerge, infatti, che a questa figura professionale si richiede sempre più una grande capacità di ascolto: per comprendere i bisogni individuali e quelli delle comunità che sempre più vogliono partecipare alle scelte che riguardano l’ambiente e il futuro delle città e dei territori”.

Roma, 24 aprile 2019.

Su www.studiaperti.com tutte le informazioni per gli studi che intendono partecipare.

Crea il tuo evento. Scarica il kit grafico di presentazione dal sito www.studiaperti.com

Per informazioni contatta il referente del tuo Ordine o Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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Mercoledì, 24 Aprile 2019 11:52

OPEN Day PTFV Architetti - evway

Durante l'intera giornata si parlerà di: Architettura e restauro, Certificazione Leed e Sostenibilità nelle costruzioni con il segretario del Chapter Piemonte di GBC Italia, Mobilità elettrica e promozione territoriale con gli esperti di evway.

Saranno inoltre organizzati test drive gratuiti di auto elettriche per l’intera giornata.


Saranno illustrati i nuovi prodotti e le novità di alcune aziende: Casalgrande Padana, Gruppo Viv, iGuzzini, Sertec e altri...


Si potrà anche conoscere e degustare alcuni prodotti

presenti sul territorio.

Colonnina di ricarica evway gratuita a disposizione dei partecipanti per fare il pieno di energia!

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Film Palladio

Palladio – nelle sale cinematografiche di tutta Italia dal 20 al 22 maggio – è dedicato ad Andrea Palladio, uno degli architetti più influenti di sempre che con la sua opera e il suo stile inconfondibile ha ispirato la costruzione di alcuni dei più importanti edifici del potere del mondo, come la Casa Bianca, per esempio. Difatti, sebbene l’architettura del Palladio sia confinata quasi esclusivamente in Veneto (il Teatro Olimpico e la Basilica Palladiana di Vicenza, Villa Badoer a Rovigo, San Giorgio Maggiore e la Basilica del Redentore a Vanezia, solo per citare gli esempi più famosi), il suo stile e le sue regole divennero presto famose e studiate in tutta Europa e da qui negli altri paesi di tradizione anglosassone, dando vita a un fenomeno culturale noto come palladianesimo, diffuso in particolare nel Regno Unito, in Irlanda, negli Stati Uniti, ma anche in Russia. I
In Inghilterra tra i primi a ispirarsi al suo stile furono Inigo Jones e Christopher Wren; un altro suo ammiratore fu l’architetto Richard Boyle, più noto come Lord Burlington, che – con William Kent – progettò la Chiswick House. La Casa Bianca, residenza del presidente degli Stati Uniti d’America, è progettata in stile palladiano, così come la residenza di Monticello progettata per sé da Thomas Jefferson. Con la risoluzione n. 259 del 6 dicembre 2010 il Congresso degli Stati Uniti d’America ha riconosciuto Palladio come “padre dell’architettura americana”.

Il film d’arte, realizzato da Magnitudo con tecnologia 8K, intreccia l’universo antico di Palladio alla sua moderna eredità, in un viaggio attraverso lo sguardo e le voci dei palladiani contemporanei, coloro che oggi studiano, vivono e preservano la sua opera per le generazioni future.

 

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Giovedì, 18 Aprile 2019 14:54

Architetti al festival di Copenaghen

Festival Edilizia Copenaghen

Più di 200 appuntamenti dedicati all’architettura tra mostre, dibattiti, film e visite guidate. Per il sesto anno consecutivo – dal 4 al 14 aprile – il Copenaghen Architecture Festival ha attirato un pubblico di addetti ai lavori e semplici appassionati nelle tre sedi storiche della manifestazione: la capitale danese e le città di Aarhus e Odense. Il tema Changing Ideals: 1919-2019-2119 ha inteso gettare un ponte tra la nostra epoca, gli ideali modernisti d’inizio Novecento con le loro tante promesse (in parte disattese) e un futuro dall’alto impatto tecnologico che si preannuncia affascinante ma anche irto di incognite inquietanti.

Nei lavori in mostra si è cercato di immaginare come macchine e robots vedono e vivono i nostri spazi che sempre di più saranno anche i loro spazi (Simone C Niquille e Certain Measures); come si dovrà riorganizzare il mondo degli arredi a partire da relazioni e nuclei familiari sempre più “esplosi” (Dasha Tsapenko); quali ricadute potrebbe avere una piattaforma che gestisce casa e arredi traslando il senso dal possesso al servizio (Lucia Tahan); come ciò che oggi consideriamo uno scarto organico potrebbe un domani diventare materia prima per oggetti e arredi, grazie anche all’apporto dei funghi.

Festival edilizia copenaghenTante idee e ispirazioni, insomma. E svariati punti di vista critici, supportati dalla presenza di docenti e curatori come Anne Beim, Jan Boelen, Alfredo Brillembourg, Pippo Ciorra e altri, che hanno animato i talks. Assai interessanti anche le visite guidate in bicicletta, il mezzo di trasporto danese per eccellenza.

A Copenaghen si è potuto apprezzare un paesaggio urbano che è stato completamente rigenerato a partire dagli anni Novanta, ed è ancora oggi in grande espansione sia nelle periferie che in pieno centro.

Festival edilizia copenaghen

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