La speculazione edilizia è endemica. Persino quando è difficile nascondere alla vista dei lavori sulla pubblica piazza. Non parliamo di chiudere un balcone, erigere un piano in più a caso senza curarsi degli obblighi urbanistici, sforare di metri (di marciapiede) per aver letto male i progetti (sì, è successo). La Sagrada Familia di Antoni Gaudì, uno dei monumenti più celebri del mondo con 4,5 milioni di turisti che lo visitano ogni anno dentro e fuori, è stata per 137 anni un abuso edilizio fatto e (non ancora) finito. Tanto da aver messo in seria difficoltà il municipio di Barcellona sul cui suolo si erige la chiesa. Fino ad oggi, quando è ufficialmente arrivato il permesso per la costruzione nell’area davanti all’omonima piazza.

Il paradosso sarebbe rimasto sepolto negli archivi urbanistici di Barcellona se non fosse stato scoperchiato e discusso nel corso degli anni. A mettere la parola fine è stata Janet Sanz, assessore ai lavori pubblici di Barcellona, che ha pubblicato su Twitter il momento della firma definitiva. Specificando chiaramente che dopo 130 anni (e rotti) di lavori illegali, finalmente la Sagrada Familia ha tutti i documenti in regola per completare la costruzione, prevista nel 2026 in modo da incrociare il centenario della morte del suo architetto. Così che Barcellona non sia più macchiata dall’onta di aver permesso una costruzione illegale tanto famosa.

I lavori per la Sagrada Familia iniziarono nel 1882, come riportano le cronache, e fino ad oggi sono stati ufficialmente illegali. Nessun documento attestava l’effettivo permesso edilizio per la costruzione della monumentale basilica disegnata da Antoni Gaudì, che nel corso degni anni ha dovuto subire anche parecchi stop a causa delle vicissitudini storiche. Dal 1936, anno della guerra civile spagnola, fino al 1952, i lavori sono andati a rilento, complice anche la perdita dei progetti originali disegnati da Gaudì in un’incendio che li ridusse in cenere. Per cercare di sistemare la questione con il municipio di Barcellona, lo scorso ottobre la fondazione che si occupa della costruzione della basilica aveva patteggiato un pagamento di 36 milioni di euro in 10 anni, ridotti con l’arrivo delle autorizzazioni a 4,6 milioni, come riporta Il Post. Mancano ancora 7 anni per vedere i lavori della Sagrada Familia finita. Ma adesso, almeno, è tutto legale.

Riparte, dopo uno stop, il progetto per la prima smart city italiana, Milano4you. La convenzione urbanistica tra il Comune di Segrate e i responsabili dello sviluppo del progetto è stata firmata.


Milano4you è un’area di 300 mila metri quadri su cui verrà realizzato uno smart district da circa 90 mila metri quadri immerso in 80 mila metri quadri di parco. Il concept innovativo, che coniuga tecnologia digitale, efficienza energetica e progetto architettonico, sarà sviluppato a cura di Vegagest SGR SPA, gestore del fondo Aster proprietario dell’area, RED SRL e Sei Oltre.


Il progetto è nato nel 2005 e ha subito nel 2018 una battuta d’arresto dopo lo sviluppo parziale di cinque edifici residenziali. Dopo la ristrutturazione del fondo Aster, il progetto è stato riavviato e si avvarrà nella fase di progettazione e di realizzazione della collaborazione di partner tecnologici e industriali di standing internazionale e mira a creare un nuovo standard di sviluppo immobiliare sostenibile, connesso e ispirato ai più avanzati principi dell’economia circolare.


“La stipula della Convenzione Urbanistica è un passaggio fondamentale per lo sviluppo del progetto Milano4You a cui stiamo lavorando oramai da oltre quattro anni – spiega Angelo Turi, legale rappresentante di RED Srl, - e che ha di recente avuto un decisivo impulso dall’ingresso di Arrow Global e di Europa Investimenti nel capitale del Fondo Aster, il fondo immobiliare proprietario dell’area”.

L’innovazione tecnologica, applicata all’edilizia, non serve solo a rendere più belle e confortevoli le case. Fuseproject, uno studio di design di San Francisco, infatti, ha progettato un quartiere per i senzatetto dell’America Latina con appartamenti stampati in 3D.

Il progetto è in collaborazione con New Story, un'organizzazione no-profit impegnata al fianco dei senzatetto e ICON, una società di tecnologia edile dedicata alla rivoluzione dell'homebuilding. Sarà il primo quartiere al mondo stampato in 3D e in solo 24 ore.

Questa missione è rivolta alle famiglie che vivono con meno di 200 dollari al mese, per far sì che possano accedere ad alloggi sicuri, che offrano riparo dal pericolo sia ambientale che fisico.

I designer hanno lavorato direttamente con le comunità a cui è rivolto il progetto per saperne di più sulla loro cultura e sul loro ambiente per fornire soluzione che rispondessero alle loro esigenze abitative.

 

 

 

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Lampioni a led intelligenti, semafori telecontrollati, sensori e telecamere per la gestione del traffico e della sosta dei veicoli, ma anche per il monitoraggio ambientale. Sono alcune delle tecnologie messe in campo da ENEA nel programma di riqualificazione in chiave smart della città di Livorno che consentirà risparmi energetici totali fino al 70%, oltre a un taglio della CO2 di oltre 1.400 tonnellate annue.

Queste attività rientrano nell’ambito del progetto ES-PA - Energia e Sostenibilità per la Pubblica Amministrazione, coordinato dall’ENEA, per rafforzare le competenze degli amministratori pubblici sui temi energetici e della sostenibilità e costruire modelli replicabili in tutta Italia.

“Insieme all’amministrazione comunale stiamo predisponendo soluzioni che, oltre ai benefici economici e ambientali, avranno un impatto positivo anche sulla vita dei cittadini”, evidenzia Stefano Pizzuti, responsabile del laboratorio ENEA “Smart Cities and Communities. “Oltre che nelle strade, i sistemi illuminanti ad altissima efficienza con regolazione del flusso luminoso saranno installati anche nei parchi e nei monumenti”, aggiunge Pizzuti.

Il piano di trasformazione di Livorno in chiave smart prevede anche torrette di ricarica elettrica e per il pronto soccorso, sensori per il controllo dell’allagamento di sottopassi, la riqualificazione delle linee elettriche, sistemi di video sorveglianza wi-fi urbano e fibra ottica, il tutto coordinato da una piattaforma urbana che raccoglie e redistribuisce i dati secondo principi di interoperabilità definiti da ENEA. Questo primo modello di smart city su scala urbana prevede inoltre lo sviluppo e l’applicazione di strumenti e procedure standard per ottimizzare l’utilizzo delle soluzioni presenti sul mercato.

“Nell’ambito del progetto abbiamo sviluppato una piattaforma informatica, denominata PELL cioè Public Energy living Lab, che permette di monitorare e misurare le prestazioni dell’intera infrastruttura digitale”, sottolinea Nicoletta Gozo della divisione ENEA “Smart Energy”. “Grazie a questa piattaforma, per la prima volta in Italia in una gara per l’affidamento dell’illuminazione pubblica è stato possibile adottare l’istituto del dialogo competitivo, caratterizzato da modalità più flessibili che riescono a conciliare la prestazione di un servizio pubblico con la capacità innovativa delle imprese”, aggiunge Gozo.

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Il Consiglio Nazionale degli Architetti PPC ha firmato un protocollo d'intesa con l’Ordine degli Architetti del Portogallo e il Consiglio superiore dei Collegi degli architetti di Spagna per sviluppare proposte ed iniziative comuni finalizzate a migliorare la promozione della figura dell’architetto e l’esercizio della professionale anche attraverso interventi presso organizzazioni e istituzioni europee.

L’accordo fra i tre Paesi vuole incrementare e consolidare i rapporti di collaborazione e di condivisione di esperienze, strutturando i suoi obiettivi in due aree:

    -il rafforzamento della conoscenza e della riflessione condivisa per trattare temi specifici (come per esempio l’accesso alla professione, la pratica professionale, la mobilità e la libera circolazione dei professionisti,  la formazione continua, le buone pratiche sull'Agenda Urbana, azioni culturali e politiche sull'innovazione e del lavoro) favorendo lo scambio di esperienze e buone pratiche, creando un quadro che faciliti, ove opportuno, azioni di cooperazione congiunta ritenute necessarie e convenienti;
    -il coordinamento della rappresentanza internazionale in organizzazioni e forum di ambito europeo e mondiale come criterio generale e, in forma specifica, per quelle tematiche,  che di comune accordo tra le parti, verranno fissate.
 
L’accordo sarà attuato mediante:

    -incontri periodici, ogni sei mesi, per la coordinazione e cooperazione condivisa;
    -attività di approfondimento su tematiche di interesse comune relative alla  professione da proporre agli organismo Internazionali (UIA, CAE, UMAR);
    -diffusione tra gli architetti dei tre Paesi di questo accordo e delle iniziative ad esso connesse.

Il Consiglio Nazionale degli Architetti PPC ha firmato un protocollo d'intesa con l’Ordine degli Architetti del Portogallo e il Consiglio superiore dei Collegi degli architetti di Spagna per sviluppare proposte ed iniziative comuni finalizzate a migliorare la promozione della figura dell’architetto e l’esercizio della professionale anche attraverso interventi presso organizzazioni e istituzioni europee.

L’accordo fra i tre Paesi vuole incrementare e consolidare i rapporti di collaborazione e di condivisione di esperienze, strutturando i suoi obiettivi in due aree:

    -il rafforzamento della conoscenza e della riflessione condivisa per trattare temi specifici (come per esempio l’accesso alla professione, la pratica professionale, la mobilità e la libera circolazione dei professionisti,  la formazione continua, le buone pratiche sull'Agenda Urbana, azioni culturali e politiche sull'innovazione e del lavoro) favorendo lo scambio di esperienze e buone pratiche, creando un quadro che faciliti, ove opportuno, azioni di cooperazione congiunta ritenute necessarie e convenienti;
    -il coordinamento della rappresentanza internazionale in organizzazioni e forum di ambito europeo e mondiale come criterio generale e, in forma specifica, per quelle tematiche,  che di comune accordo tra le parti, verranno fissate.
 
L’accordo sarà attuato mediante:

    -incontri periodici, ogni sei mesi, per la coordinazione e cooperazione condivisa;
    -attività di approfondimento su tematiche di interesse comune relative alla  professione da proporre agli organismo Internazionali (UIA, CAE, UMAR);
    -diffusione tra gli architetti dei tre Paesi di questo accordo e delle iniziative ad esso connesse.

Il Consiglio Nazionale degli Architetti PPC ha firmato un protocollo d'intesa con l’Ordine degli Architetti del Portogallo e il Consiglio superiore dei Collegi degli architetti di Spagna per sviluppare proposte ed iniziative comuni finalizzate a migliorare la promozione della figura dell’architetto e l’esercizio della professionale anche attraverso interventi presso organizzazioni e istituzioni europee.

L’accordo fra i tre Paesi vuole incrementare e consolidare i rapporti di collaborazione e di condivisione di esperienze, strutturando i suoi obiettivi in due aree:

 - il rafforzamento della conoscenza e della riflessione condivisa per trattare temi specifici (come per esempio l’accesso alla professione, la pratica professionale, la mobilità e la libera circolazione dei professionisti,  la formazione continua, le buone pratiche sull'Agenda Urbana, azioni culturali e politiche sull'innovazione e del lavoro) favorendo lo scambio di esperienze e buone pratiche, creando un quadro che faciliti, ove opportuno, azioni di cooperazione congiunta ritenute necessarie e convenienti;
 - il coordinamento della rappresentanza internazionale in organizzazioni e forum di ambito europeo e mondiale come criterio generale e, in forma specifica, per quelle tematiche,  che di comune accordo tra le parti, verranno fissate.
 
L’accordo sarà attuato mediante:

- incontri periodici, ogni sei mesi, per la coordinazione e cooperazione condivisa;
- attività di approfondimento su tematiche di interesse comune relative alla  professione da proporre agli organismo Internazionali (UIA, CAE, UMAR);
- diffusione tra gli architetti dei tre Paesi di questo accordo e delle iniziative ad esso connesse.

La Giunta comunale di Bari ha approvato il progetto preliminare del Parco della Rinascita, la grande area verde di 43mila mq da realizzare sulle aree bonificate dell'ex Fibronit di Japigia. I lavori avranno un importo di 14 milioni e 945mila euro e saranno realizzati in sei lotti funzionali: questi comprenderanno il parco vero e proprio (tre lotti), la demolizione e la ricostruzione del capannone ex Bricorama, destinato ad uso culturale e ricreativo, la realizzazione della passerella ciclopedonale per collegare il parco con via Amendola e la nuova stazione ferroviaria Campus, nonchè la risistemazione di via Caldarola nel tratto che costeggerà il nuovo parco.
Come sarà il nuovo parco dell'ex Fibronit

Il parco, progettato anche attraverso un percorso condiviso con le associazioni di quartiere, vedrà delle vere e proprie 'piazze' collegate da un percorso pedonale che attraverserà il parco: all'interno vi saranno spazi per bambini, zone concerti ed eventi, aree per cani ma anche campi sportivi. Il progetto prevederà anche un'area del gusto e orti sociali. Saranno realizzate pavimentazioni in pietra e in terra stabilizzata intervallati da spazi erbosi. Una buona parte delle zone della bonifica, saranno soggette a monitoraggio ambientale e quindi non saranno immediatamente fruibili, in base alle normative di legge. Questi terreni, però saranno arricchiti da alberature e specie vegetali per creare boschi urbani dove in futuro poter passeggiare e rilassarsi.
Il muro di via Caldarola

Lungo via Caldarola, a causa dei lavori di bonifica, è stata realizzata una parete in cemento armato sviluppatasi lungo 850 metri e altri 100 sl di sotto del ponte San Pio. L'opera sarà resa più gradevole con piante che cresceranno in maniera ascendente e discendente, ma anche l'installazione di fontane verticali, trasformandolo in 'muro verde', abbellito anche da street art e graffici. Il parco, inoltre, sarà dotato di illuminazione, impianti di comunicazione e segnalazione, reti idriche, telecamere di videosorveglianza e smaltimento delle acque piovane.
"Inizia un lungo viaggio verso il parco"

“Quello di oggi è l’atto ufficiale con cui inizia il lungo viaggio che ci porterà a realizzare il grande parco della Rinascita nell’area della ex Fibronit - spiega l’assessore Giuseppe Galasso -. Con questo primo livello di progettazione siamo pronti a partecipare a qualsiasi tipo di bando o finanziamento che ci permetta di realizzare il parco. Il progetto è già organizzato per stralci, in modo che si possa procedere a seconda dei fondi che riusciremo ad intercettare. Quello di oggi è un passaggio fondamentale perché da oggi disponiamo del documento che disegna concretamente il futuro di quell’area, indicando con chiarezza gli interventi previsti che chiunque si troverà alle prese con l’amministrazione di questa città nei prossimi anni sarà tenuto a realizzare. Siamo soddisfatti del lavoro svolto e del contributo che i cittadini hanno offerto durante tutta la fase di progettazione, perché quest’opera è innanzitutto dei cittadini e della città che attende da anni un risarcimento ambientale e simbolico per le troppe vittime dell’amianto nella zona della ex Fibronit. La nascita del parco - conclude Galasso - sarà anche il frutto delle battaglie condotte per anni dalle associazioni ambientaliste e da una donna, Maria Maugeri, che nella nostra città è stata simbolo dell’impegno a tutela della salute pubblica e dell’ambiente. A lei dedicheremo un’area del parco”.

ENEA ha sviluppato un modello di città del futuro con soluzioni e strumenti hi tech per abitazioni e ambiente urbano basate su risparmio energetico e idrico, sicurezza, salute e comfort abitativo delle persone, economia circolare e monitoraggio ambientale, ma anche co-governance e partecipazione alla vita collettiva. Alcune delle soluzioni sono state già testate in alcuni quartieri di Roma e in altri Comuni italiani e successivamente qualificate all’interno dello Smart Village del Centro ENEA Casaccia.

I risultati di questa roadmap verso la smart city del futuro sono stati ottenuti in collaborazione con i principali istituti universitari nazionali, nell’ambito del progetto “Sviluppo di un modello integrato di Smart District Urbano” dell’Accordo di Programma con il Ministero dello Sviluppo Economico.
Il modello, direttamente operativo in contesti urbani, prevede tre settori applicativi: servizi aggregati per edifici, infrastrutture pubbliche energivore e smart community. A livello orizzontale è stata sviluppata una piattaforma ICT di integrazione, la cosiddetta Smart City Platform, in grado di connettere tutti i servizi urbani alla piattaforma di distretto e di integrare i prototipi e le soluzioni innovative realizzate.
Le tecnologie integrate nel modello replicabile di città del futuro comprendono:
smart home basata su una serie di sensori a costi contenuti e ridotta invasività, in grado di effettuare nelle abitazioni monitoraggi energetico-ambientale, segnalare effrazioni alla sicurezza e controllare le condizioni di salute delle persone. Tra le tecnologie utilizzate, il sistema multisensoriale “Sesto Senso”, brevettato da ENEA e basato su algoritmi specializzati, che consente di rilevare il numero di persone presenti in un ambiente ed effettuare l’analisi acustica e dei livelli di CO2;
smart building, un edificio innovativo implementato da un impianto fotovoltaico, batterie per l’accumulo e gestione innovativa dei flussi energetici, in grado di ridurre la necessità di scambio con la rete elettrica, abbattendo di conseguenza i costi per l’utente finale;
smart street con soluzioni per il monitoraggio dei parcheggi, la rilevazione di infrazioni o l’accesso in aree sensibili, il monitoraggio dell’inquinamento acustico e della qualità dell’aria, la rilevazione di situazioni critiche (es. allagamenti) e la ricarica di veicoli elettrici;
lampioni intelligenti dotati di connettività e sensoristica  per poter regolare da remoto e in automatico l’intensità dell’illuminazione pubblica a led  - con costi ridotti anche dell’80% - e acquisire dati di flussi di traffico e condizioni ambientali;
software per previsioni di rischio delle infrastrutture energetiche e idriche, in caso di eventi meteo estremi quali precipitazioni intense, esondazioni o terremoti, con stima dei danni;
sistema basato su droni per il monitoraggio energetico degli edifici energivori, l’analisi della qualità dell’aria, attraverso video e termografie nell’infrarosso, e il calcolo delle dispersioni di calore e della concentrazione di inquinanti;
gestione intelligente della rete idrica per individuare le perdite in tempo reale sia a livello di singolo utente che di distretto urbano;
gestione intelligente e controllo automatizzato degli impianti di depurazione delle acque reflue, grazie a un sistema brevettato da ENEA che consente risparmi significativi nei consumi elettrici e a una metodologia innovativa di “labelling” energetico mediante l’introduzione di opportune classi di efficienza;
compostaggio di comunità per la valorizzazione degli scarti alimentari;
piattaforma nazionale per il monitoraggio e la valutazione dei consumi delle infrastrutture pubbliche energivore, basata su una mappa standardizzata ed omogenea dei dati d’identità e di consumo per un vero e proprio catasto nazionale;
Social Urban Network, una metodologia già testata nel quartiere di Centocelle a Roma per lo sviluppo di una smart community locale e la promozione della co-governance, la partecipazione alla vita collettiva e comportamenti sostenibili grazie a processi formativi e organizzativi, living lab e tecnologie ICT.
“Nell’ambito del progetto oltre allo sviluppo di veri e propri prototipi per la gestione in tempo reale di servizi urbani integrati e agevolare la gestione operativa della città, sono state implementate soluzioni adattive, sistemi di valutazione delle prestazioni, diagnostica, ottimizzazione e software di comunicazione dati in tempo reale”, sottolinea la responsabile del progetto Claudia Meloni, della divisione ENEA “Smart Energy”.
“Inoltre con oltre 31 articoli scientifici, l’organizzazione di workshop e la partecipazione a tavoli nazionali e network internazionali, sono state promosse attività di diffusione e coinvolgimento degli operatori e delle amministrazioni locali al fine di affiancare alla rivoluzione tecnologica una parallela rivoluzione culturale, per portare nuove tecnologie e modelli gestionali al mercato, alle imprese e ai Comuni, anche attraverso attività di formazione e implementazione di siti web per la comunicazione dei risultati della ricerca”, conclude Meloni.

L’ENEA ha messo a punto le linee guida per le diagnosi energetiche negli edifici pubblici, con particolare riguardo a scuole e uffici. Duplice l’obiettivo: facilitarne l’esecuzione e organizzare i risultati in banche dati utili per eventuali confronti tra i fabbisogni energetici degli edifici esistenti e quelli di riferimento per la stessa destinazione d’uso. Il documento è stato realizzato nell’ambito del progetto ENEA “Energia e Sostenibilità per la Pubblica Amministrazione” (ES-PA), finanziato dal Programma Operativo Nazionale Governance e Capacità Istituzionale (2014-2020) e gestito dall’Agenzia per la Coesione Territoriale con l’obiettivo di rafforzare le competenze tecniche di Regioni ed Enti Locali nei settori energetico-ambientali.
“La diagnosi energetica è una procedura sistematica che, tramite la valutazione del consumo dell’edificio consente di individuare e classificare, in ordine di priorità, gli interventi necessari per il miglioramento della prestazione energetica, con annessa analisi costi-benefici. La trasformazione di un sistema edificio-impianto in una realtà ad alte prestazioni, attraverso l’adozione di tecnologie per il miglioramento dell’efficienza energetica, non può prescindere da un’accurata analisi dello status quo del sistema edificio-impianto. Solo così è possibile individuare gli interventi più opportuni sull’involucro edilizio e sugli impianti tecnici anche attraverso il ricorso a fonti energetiche rinnovabili”, spiega Nicolandrea Calabrese del Dipartimento Unità Efficienza Energetica dell’ENEA.
Le linee guida rendono più semplice l’esecuzione delle diagnosi energetiche, in quanto descrivono nel dettaglio la procedura da seguire, con particolare attenzione alla fase di analisi che presenta i passaggi più complessi: costruzione dell’inventario energetico, calcolo degli indicatori di prestazione energetica, individuazione degli interventi di miglioramento della prestazione energetica, implementazione delle simulazioni del comportamento del sistema edificio-impianto e analisi costi-benefici degli interventi.
Il progetto “Energia e Sostenibilità per la Pubblica Amministrazione” (ES-PA) prevede 47 linee di attività e un’ampia gamma di servizi (affiancamento tecnico, realizzazione di interventi, azioni pilota e formazione) e di prodotti (software, rapporti tecnici e linee guida) in settori chiave come: programmazione energetica regionale; sicurezza sismica; certificazione ambientale degli edifici pubblici; smart city e illuminazione intelligente; impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili; efficienza energetica e fonti rinnovabili per le PMI; economia circolare e simbiosi industriale; smart grid elettriche.