Una city car “antismog” ibrida (elettrico + idrogeno), un innovativo sistema di previsione degli inquinanti atmosferici e mini-centrali solari sono alcune delle tecnologie che l’ENEA porterà alla fiera internazionale Ecomondo/Key Energy/Città sostenibile, in programma dal 7 al 10 novembre a Rimini.
Supera i problemi di ricarica da rete elettrica (plug-in) grazie all’utilizzo di una mini cella a combustibile alimentata a idrogeno. È Urb-e 4.0, la nuova generazione di city car a zero emissioni messa a punto nei laboratori dell’ENEA. Dopo le prime versioni ibrido a benzina, elettrico puro con batterie al piombo più super condensatori e batteria litio-ione, ecco il modello 4.0 che funziona con una piccolissima cella a combustibile alimentata da due bombole di idrogeno da 10 litri. La batteria da 4 kWh viene ricaricata in 4 ore e garantisce un’autonomia di guida di 80 chilometri al costo di circa 3 euro per l'idrogeno e le bombole, una volta esaurite, possono essere sostituite in pochi minuti. “Attualmente in Italia il costo dell’idrogeno è di €9,50/kg, con l'obiettivo di portarlo a €5/kg al 2025. Per il nostro Paese esiste un piano strategico per la mobilità a idrogeno al 2050 che è stato accettato e incluso nel decreto legislativo 257/2016 per la realizzazione di un’infrastruttura di distribuzione di combustibili alternativi”, spiega Giovanni Pede, responsabile del laboratorio ENEA “Sistemi e tecnologie per la mobilità e l’accumulo”.
È in corso di sviluppo una modifica al software di gestione del veicolo che consentirà alla cella a combustibile, nella marcia a velocità costante, di alimentare direttamente il motore elettrico di trazione evitando perdite in batteria, con un recupero di efficienza del 20%.
A Ecomondo ENEA presenta anche l’innovativo sistema di rilevazione oraria dell’inquinamento atmosferico “ForAir_IT”, in grado di prevedere la qualità dell’aria a 3-5 giorni con un livello di dettaglio mai raggiunto prima su scala nazionale (aree delle dimensioni di un piccolo comune italiano). “Grazie alla potenza di calcolo del supercomputer CRESCO4 dell’ENEA, è possibile conoscere in anticipo le concentrazioni in atmosfera degli inquinanti pericolosi per la salute come polveri sottili, ossidi di azoto e ozono”, sottolinea Gabriele Zanini, responsabile della divisione “Modelli e tecnologie per la riduzione degli impatti antropici e dei rischi naturali” dell’ENEA. “Con questo sistema – aggiunge Zanini - siamo in grado di raggiungere in Italia un inedito livello di mappatura degli inquinanti atmosferici, in modo da permettere ai Comuni di agire tempestivamente con misure antismog, soprattutto nei periodi invernali quando si verificano continui sforamenti dei limiti di legge per biossido di azoto e polveri sottili PM10 e PM2,5, in particolare nella Pianura Padana e nelle grandi città”.
E ancora qualità dell’aria con la produzione di energia elettrica green da mini-impianti solari. Come le quattro piccole centrali solari a concentrazione costruite in Egitto, Cipro, Giordania e Italia (a Palermo) con il progetto STS-Med (Small scale Thermal Solar district units for Mediterranean communities) che ha visto la collaborazione di 14 partner tra cui l’ENEA. Dotate di innovativi sistemi di accumulo di energia, le mini centrali producono complessivamente più di 450 kW e, oltre all’elettricità, garantiscono anche la climatizzazione di edifici pubblici per un'utenza complessiva di circa 20mila persone l’anno e servizi come dissalazione e trattamento delle acque, essenziali per alcune comunità locali del bacino del Mediterraneo. Utilizza la tecnologia sviluppata dall’ENEA, invece, l’impianto solare a concentrazione da 1 MW costruito in Egitto con il progetto MATS - Multipurpose Applications by Thermodynamic Solar - coordinato dell’Agenzia. “È un impianto solare di piccola taglia e può lavorare sia off-grid che connesso alla rete elettrica. Il sistema è in grado di soddisfare i consumi di una comunità di oltre 1.000 abitanti e produrre circa 250 m3 al giorno di acqua dissalata”, spiega Alberto Giaconia del laboratorio ENEA “Ingegneria delle tecnologie solari”. Alla base del suo funzionamento, c’è l’utilizzo di sali fusi alla temperatura massima di 550°C come fluido di processo e un sistema di accumulo termico che permette di distribuire energia anche in assenza della radiazione solare. L’impianto può essere integrato con generatori alimentati a biomasse garantendo una maggiore continuità nella produzione di energia elettrica soprattutto di notte e nei periodi invernali.