Tra le sue pareti sono state dipinte alcune opere di uno dei più grandi artisti del Novecento, qui Pablo Picasso trascorse gli ultimi dodici anni, dal 1961 fino alla sua morte, avvenuta nel 1973.
Oggi questa maestosa villa a Mougins, in Costa Azzurra, è finita all’asta con una base di partenza di 20,2 milioni di euro, come si legge nell’annuncio pubblicato su LuxuryEstate.com, partner di Immobiliare.it per gli immobili di lusso.

Nella casa continuò a vivere Jacqueline Roque, seconda moglie e musa del pittore, che dall’ultimo giorno di vita di Picasso non spostò nulla, nemmeno gli occhiali, fino al 1986 quando, tra quelle stesse mura, si tolse la vita.

Da allora, per oltre 30 anni, la villa è rimasta abbandonata, nonostante al suo interno si trovassero le ultime opere dell’artista, per un valore di un miliardo di euro.

Solo nel 2007 le porte di casa Picasso si sono riaperte e l’architetto belga Axel Vervoordt, che l’aveva acquistata, avviò una ristrutturazione, che durò tre anni e coinvolse oltre cento operai. Oggi gli interni sono caratterizzati da un arredo dallo stile moderno e ricercato, mantenendo intatta la struttura e le caratteristiche impresse dall’artista, che nelle stanze di questa casa ha trovato l’ispirazione per i suoi ultimi quadri.

I primi lavori risalgono a quando Picasso viveva qui, e fece ingrandire la casa padronale, costruendo uno spazioso studio in cui lavorava, molto spesso di notte, lontano da distrazioni e guardando il panorama della costa francese.

La villa è distribuita su circa 1.800 metri quadri, divisi tra l’edificio principale, l’edificio per gli ospiti e un altro nel giardino, accanto alla bellissima piscina, dove sono ospitati un centro benessere, con sale massaggi e bagni turchi, spogliatoi e palestra.

A far da cornice a questa preziosa costruzione ci sono otto acri di terreno, in cui si trovano ulivi secolari, roseti, gradini in pietra, fontane e terrazze.

E se la richiesta fatta oggi, per una base d’asta di 20 milioni, vi sembra alta pensate che grazie alla sapiente ristrutturazione Vervoordt, a fine 2016, vendette la proprietà,  a un finanziere del Brunei per circa 220 milioni di euro. Non sono note le cause per cui la proprietà sarà battuta all’asta.

Chissà chi sarà il fortunato vincitore dell’asta, che si terrà il prossimo 12 ottobre, curata dall’agenzia olandese Residence 365.

   fonte: http://news.immobiliare.it

Inaugurata sabato 29 luglio, il nuovo Polo della Ristorazione di Amatrice progettato da Stefano Boeri Architetti. L’opera, prima tappa del progetto “Amate Amatrice” finalizzato all’aiuto delle popolazioni colpite dal sisma dello scorso agosto, è stata resa possibile grazie ai fondi – circa 8 milioni di euro, di cui 5 milioni impegnati nella costruzione del Polo – raccolti da Corriere della Sera e TgLa7 attraverso l’iniziativa solidale “Un aiuto subito. Terremoto Centro Italia 6.0”, con il contributo fondamentale delle aziende dalla filiera del legno friulana.

Con il Polo della Ristorazione si completa l’iniziativa di solidarietà che restituisce alla comunità della città laziale una nuova piazza, «un posto in cui gustare i prodotti tipici. Ma anche un posto in cui incontrarsi, per giocare e stare insieme, in uno spazio polifunzionale aperto, con una grande vetrata con vista sulle montagne». Parola dell’architetto Boeri, che sul sito ha realizzato la mensa scolastica inaugurata lo scorso dicembre e consegnata alla popolazione ad aprile, insieme a un bar e altri sette ristoranti che daranno lavoro a più di 100 cittadini di Amatrice e dintorni per rilanciare l’economia del territorio.

Un modello da esportare nelle altre zone terremotate? «Sì – conferma l’architetto – è una formula valida per tutte le zone colpite da un’emergenza o da una crisi perché si basa su un incontro virtuoso tra privato e pubblico, pragmatismo, una visione chiara del futuro di questi territori così fragili. E' fondamentale metterein campo  un'architettura nuova, che sia in grado di consolidare quello che è già stato costruito e dare sicurezza a chi deve e dovrà convivere con il rischio sismico».

Il Polo, che occupa una superficie di 2.500 mq, si articola in un insieme di strutture realizzate con elementi modulari prefabbricati in legno massiccio di abete con elementi di tamponamento in larice, materiali e tecnologie forniti dalla Filiera del legno del Friuli Venezia Giulia e dall’ATI DomusGaia e Legnolandia che hanno provveduto alla costruzione. La piazza si integra nel territorio grazie a uno spazio centrale con verde, sedute, illuminazione e un “bosco artificiale”, un’installazione di 350 colonne di legno ideato dallo studio Boeri. Inoltre tutti gli edifici sono dotati di grandi vetrate che affacciano sui Monti della Laga, ristabilendo una connessione visiva con il paesaggio, come prima del disastro.

È un momento di svolta per Amatrice, un primo passo nella ricostruzione del tessuto urbano ma anche della comunità che potrà trovare nel Polo un nuovo punto di incontro e un luogo sicuro per far incontrare e giocare i bambini. Un intervento importante per due motivi: il primo è che crea aggregazione perché ricostruisce la comunità prima ancora degli edifici, e in secondo luogo riparte dal genius loci di quel territorio, quello legato alla gastronomia. «Ancora più importante, si riparte soprattutto dal lavoro – afferma Boeri – che è il vero collante tra la gente e il suo territorio ed è la condizione essenziale per convincere le famiglie e cittadini a tornare nei luoghi che sono stati così tragicamente trasfigurati dal terremoto». Ma ad oggi sono ancora molti gli interventi necessari, decine i cantieri aperti (38 quelli registrati ad aprile dal Corriere). La raccolta fondi promossa da Corriere della Sera e TgLa7 prosegue su unaiutosubito.org.

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Il CNAPPC, con Circolare 93 – BIM trasmissione link CAE, trasmette il link ricevuto dal CAE che consente di scaricare il manuale EU BIM Task Group, il quale ha l’obiettivo di favorire l’introduzione del Building Information Modelling nel settore pubblico in Europa;

http://www.eubim.eu/downloads/EU_BIM_Task_Group_Handbook_FINAL.PDF

 

Le eccellenze tecnologiche dell’antisismica made in Italy per la tutela del patrimonio culturale saranno al centro della due giorni presso l’Ambasciata italiana di Washington (7-8 dicembre). L’evento di oggi vedrà riunito il "Working Group Technologies Applied to Cultural and Natural Heritage” dell'US-Italy Science and Technology Joint Commission Meeting, dove saranno discusse le sinergie tra ENEA, CNR e INGV su tecnologie, Scienza della terra e ICT per la salvaguardia, la conservazione e la fruizione dei beni culturali. L'8 dicembre si svolgerà il convegno dal titolo “Resilience of Art Cities. Protecting Cultural Heritage Sites at Risk: Natural Disaster and Emergency Response in Crisis Areas - the Italian Experiences”, organizzato in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura. Per l’ENEA sarà presente Gerardo De Canio, responsabile del laboratorio di prove antisismiche presso il Centro Ricerche Casaccia, che illustrerà l’expertise dell’Agenzia nel settore, in particolare i casi di successo dei basamenti antisismici realizzati per i Bronzi di Riace e per l’Annunciazione di Francesco Mochi nel Duomo di Orvieto e applicabili a tutte le statue a prevalente sviluppo verticale. Accanto a questa tecnologia, che è in grado di “assorbire” letteralmente l’energia del sisma proteggendo l’opera d’arte, si parlerà delle caratteristiche uniche e delle potenzialità delle tavole vibranti utilizzate nellaboratorio ENEA di prove antisismiche, il primo al mondo a utilizzare il sistema di 3DVIsion Motion Capture per l’acquisizione dei dati di spostamento dei manufatti artistici (riproduzioni di opere d’arte e sezioni di edifici monumentali) sottoposti agli stress test. “L’accesso al laboratorio – ricorda De Canio - è possibile anche da remoto e permette sia di assistere a distanza alle sperimentazioniche di interagire in tempo reale con i ricercatori”. A Washington saranno presenti anche rappresentanti del Ministero dei Beni Culturali, l'Opificio delle Pietre Dure, l'Arma dei Carabinieri con l’iniziativa dei caschi blu della cultura e Accademia dei Lincei, oltre ad esperti provenienti da Smithsonian Institute, Getty Museum e National Gallery of Art.

Dopo un totale intervento di ristrutturazione “Tortona 33”, edificio per uffici risalente agli anni ’80 e ubicato nel cuore della Milano del design, è uno dei soli 16 edifici in tutta Italia ad aver ottenuto il livello più alto, il Platinum, della prestigiosa certificazione americana di sostenibilità ambientale Leed, con 87 punti su 110, nella versione Core and Shell v 2009.

La riqualificazione dell’edificio ha comportato la conservazione dei soli solai e pilastri, rinnovando tutte le componenti tecnologiche e gli interni. Tra gli obiettivi prestazionali raggiunti, la significativa riduzione dei consumi energetici e di acqua potabile, l’utilizzo negli elementi da costruzione di materiali riciclati e di provenienza regionale, il riciclo dei rifiuti da costruzione e gli elevati standard di comfort interno.

ICMQ, l’organismo leader nelle certificazioni e controlli per le costruzioni, ha contribuito a questo successo in qualità di Leed Consultant, Commissioning Authority e Leed Administrator. Per conto dello studio di progettazione Il Prisma e della proprietà BNP Paribas REIM Sgr, ICMQ ha coordinato e supervisionato tutto l’iter di certificazione, compresa la verifica delle attività Leed a carico del General Contractor Sercos Spa e il supporto all’ufficio acquisti per l’inserimento delle clausole contrattuali Leed nei vari ordini e appalti.

“Quando la sostenibilità viene misurata attraverso protocolli nati da vera ricerca scientifica e sul campo - afferma Lorenzo Orsenigo, direttore generale di ICMQ - e quando la certificazione viene svolta mediante processi adeguati, allora un caso come via Tortona 33 diventa esempio concretamente praticabile di riqualificazione virtuosa del patrimonio edilizio delle nostre città”.

Ad oggi in Italia sono 99 gli edifici che hanno ottenuto la certificazione Leed[1]. Ancora pochi se si considera che nel mondo sono oltre 44.700 gli edifici certificati dall’ente statunitense Usgbc, ma abbastanza per confermare una chiara tendenza del mercato immobiliare terziario. Oggi Leed rappresenta uno standard condiviso a livello internazionale. Un edificio sostenibile ed energeticamente efficiente conviene a tutti, proprietari e affittuari, come confermato da Sergio Meazza responsabile della Direzione Tecnica di BNP Paribas REIM Sgr: “BNP Paribas REIM Sgr da qualche anno certifica Leed i più importanti progetti di riqualificazione che ha realizzato o sta realizzando nelle principali città italiane. La motivazione principale che ci ha spinto verso il protocollo Leed, oltre al perseguimento di tematiche legate alla sostenibilità ambientale dell’iniziativa, è stata la volontà di assecondare la tendenza del mercato cercando di ridurre i costi di gestione dell’immobile a vantaggio dell’utilizzatore finale. In riferimento al progetto “Tortona 33”, il risultato raggiunto è stato frutto del lavoro di squadra tra la committenza, la società di progettazione Il Prisma e l’organismo di certificazione ICMQ; un ruolo fondamentale nel perseguimento di questo obiettivo che ci gratifica lo ha avuto l’impresa costruttrice, Sercos Spa”.

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Stuoie e tappetini assemblabili tra loro, schermi solari per gazebo, passerelle per camminamenti, bordure attrezzate per sentieri: dalla collaborazione tra ENEA, Sapienza Università di Roma ed Area Marina Protetta delle Egadi nasce 'Medonia', un'ecostruttura multifunzionale che utilizza piante marine raccolte lungo i litorali come materiale da imbottitura di involucri in materiale biodegradabile o riciclabile. Medonia è il risultato di una ricerca che coniuga la salvaguardia della Posidonia a prodotti di design per attività balneari e prende spunto dalle attività svolte nell'ambito del progetto GE.RI.N (GEstione RIsorse Naturali) dell'ENEA, nell'ambito del programma 'Eco-innovazione Sicilia' per la sostenibilità del turismo nell'arcipelago delle Egadi, che ha già ricevuto i riconoscimenti Green Coast Award 2013 ed il Premio Smart Communities - SMAU 2015.

Tra le best-practice del progetto GE.RI.N, la realizzazione di strutture biocompatibili attraverso il recupero dei resti della Posidonia accumulati sulle coste durante l'inverno, anche con l'obiettivo di reimpiantare, con una nuova tecnica sperimentale, la prateria madre sui fondali delle Egadi. Proprio questa procedura ed i primi 'imbottiti', poi brevettati dall'ENEA, hanno ispirato il modello di utilità Medonia. Oltre a costituire l'habitat ideale di molti organismi animali e vegetali, la Posidonia oceanica è in grado di assorbire grandi quantitativi di CO2, di liberare nell'ambiente fino a 20 litri di ossigeno al giorno per m2 di prateria ed esercitare una notevole azione nella protezione della linea di costa dall'erosione. Lo spiaggiamento di questa specie chiave dell'ecosistema, riguarda oltre il 60% delle coste del Mediterraneo, ed è considerato una delle emergenze ambientali più critiche ed un problema per cittadini, turisti, gestori degli stabilimenti balneari e per i comuni, costretti a costose attività di pulizia e smaltimento. Medonia si inserisce in questo contesto, trasformando potenziali rifiuti in risorse per l'innovazione con l'obiettivo di aumentare la capacità di carico degli arenili, rendendo fruibili superfici rocciose altrimenti non balneabili a beneficio della ricettività turistica. Un'innovazione che guarda alla protezione dell'ambiente e alla tutela del territorio in un'ottica di economia circolare, design sempre più green e sviluppo sostenibile. Dal 2 aprile fino al 12 settembre sarà esposta alla XXI Esposizione Internazionale della Triennale di Milano (21st Century Design After Design), nell'ambito della mostra 'New Craft' allestita presso la Fabbrica del Vapore. "Questa prima fase del progetto Medonia, presso la AMP delle Egadi, ha ottenuto il patrocinio del Kyoto Club e del Green Building Council - ha dichiarato Sergio Cappucci dell'ENEA - e un finanziamento a fondo perduto dalla Regione Lazio per implementare sul territorio “buone pratiche” nella prospettiva di dare vita ad uno uno spin-off. Inoltre, grazie all'Università la Sapienza - ha concluso - la ricerca ha già al suo attivo sponsorizzazioni di aziende di rilievo nel settore dei prodotti design oriented e di innovazione tecnologica, quali la Unopiù, la Plastitex e la Gottifredi Maffioli, che realizzeranno i prototipi presso le isole di Favignana e Marettimo".

Un architetto croato, Nikola Bašić, ha pensato di trasformare il fragore delle onde in qualcosa di armonico e piacevole all’udito.

Un maestoso organo, il Morske Orgulje, progettato nel lontano 2005, è l’indiscusso protagonista musicale della città di Zara in Croazia. Forgiato in alcuni scalini, lo strumento è composto da canali connessi a 35 tube, ciascuna collegata a sua volta a differenti corde musicali, per ottenere naturalmente suoni di vario tipo. Gli arrangiamenti sono puramente casuali e cambiano continuamente, e dipendono da come le onde vengono a contatto con l’organo. L’aria formatasi può così entrare nelle tube e così produrre le melodie.

3TI_ LAB, il laboratorio di architettura di 3TI PROGETTI Spa, si è aggiudicata il primo premio LEAF Awards 2015 nella categoria Best Future Building of the Year per il progetto riguardante il Centro Civico di Villacidro.

Ogni anno dal 2001 la LEAF International (Leading European Architectural Forum), associazione che riunisce importanti architetti e designer di tutto il mondo attribuisce un premio al progetto che si è maggiormente distinto e ha raccolto i maggiori consensi in varie categorie. Ogni anno vengono giudicati oltre 200 progetti provenienti da ogni parte del mondo che vengono selezionati da una giuria di esperti e divisi in categorie.

Il progetto del Centro Civico di Villacidro è stato inserito nella categoria Best Future Building of the Year sponsorizzato da ABB/Busch-Jaeger, l'innovativo leader di mercato nel campo della tecnologia di installazione elettrica, è stato uno dei pochi progetti realizzati da gruppi italiani.

“Si tratta di un riconoscimento prestigioso - spiega Alfredo Ingletti Presidente di 3TI PROGETTI - perché ricevuto in un ambito internazionale di elevato prestigio al cospetto dei principali competitor dell’architettura mondiale. Essere riusciti a primeggiare con il nostro progetto su studi di architettura di levatura internazionale rappresenta per 3TI PROGETTI e per il suo dipartimento di architettura 3TI_LAB motivo di grande orgoglio e gratificazione e premia la qualità del lavoro realizzato ogni giorno dai professionisti della nostra società. In questo senso vorrei inviare uno speciale ringraziamento ad Antonello Stella, già Direttore di 3TI_LAB”.

3TI PROGETTI e 3TI_LAB hanno ricevuto il premio al fianco di altri importanti vincitori quali Steven Holl, Henning Larsen e Moshe Safdie (premio alla carriera).

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E’ stata Matera la prima tappa del ciclo di incontri internazionali ‘Costellazione di Confronti sul Restauro’, sotto la direzione artistica di A.A.M. Architettura Arte Moderna, che ha visto esponenti del mondo della cultura, delle istituzioni e dell’imprenditoria a confronto durante la tavola rotonda ‘Restauro come bene comune: nuove alleanze tra soggetti pubblici e privati’.

L’iniziativa, promossa nell’ambito del progetto ‘Valore Restauro sostenbiile’,ideata e promossa da Italiana Costruzioni Spa, Fratelli Navarra Srl e Na.Gest. Global Service Srl, società facenti capo alla Famiglia Navarra, è nata con l’obiettivo di fare emergere un approccio innovativo e sostenibile nei processi di conservazione e valorizzazione dei beni monumentali e artistici del nostro paese.

“Vogliamo stimolare un dibattito sulle sinergie tra pubblico e privato  - ha commentato Attilio Maria Navarra, presidente di Italiana Costruzioni Spa - oltre che sulla sostenibilità sociale e finanziaria degli interventi necessari per valorizzare il patrimonio culturale e monumentale italiano; da alcuni anni è evidente che operazioni di restauro fini a se stesse legate a finanziamenti pubblici sempre più scarsi ed erogati in vari step non favoriscono questa valorizzazione come, del resto, gli interventi di sponsorizzazione.  Siamo dell'idea che gli investimenti in arte e cultura devono essere a monte del processo di valorizzazione dei beni e che ogni intervento in questi ambiti debba essere in grado di generare valore, oltre che per il privato che investe, anche per la collettività. Oggi è necessario che il pubblico apra le porte al supporto del privato individuando, sin dalla fase progettuale, anche la destinazione d'uso, la modalità di fruizione dei beni e la loro gestione. Purtroppo l'operazione di project financing che abbiamo avviato cinque anni fa per la Villa Reale di Monza rimane un unicum in Italia; da allora, nonostante gli innumerevoli interventi di restauro che il paese attende, nessun altro bando pubblico ha previsto la concessione della gestione ai privati a fronte dell'investimento necessario per il restauro e la manutenzione successiva. Su questo fronte, tuttavia, si colgono segnali positivi dal ministro Franceschini che si sta adoperando in favore di sinergie tra pubblico e privato per la valorizzazione del patrimonio culturale italiano”.

Intervenendo ai lavori, il sindaco di Matera Raffaello De Ruggieri ha ricordato “l’avvio nel mese di novembre a Matera delle lezioni dell’Istituto superiore per la conservazione e il restauro. Sarà l’unica scuola sul restauro del Sud Italia con l’obiettivo di divenire centro di sperimentazione e di eccellenza sulle tecniche di conservazione al servizio di tutte le sovrintendenze del Mezzogiorno. Siamo d’accordo sulla necessità di favorire sinergie tra pubblico e privato per la valorizzazione del patrimonio artistico; in questo territorio ipotizzo il restauro del Castello Tramontano di Matera, già inserito in un parco, che potrebbe così essere reso fruibile a famiglie e soprattutto bambini, oppure alla realizzazione di una linea Bradanica della cultura con parchi tematici che possano valorizzare il legame che c’è stato in passato tra Pitagora e Metaponto, Fieramosca  e Miglionico, Mantegna e Irsinia, Orazio e Venosa, Federico II e Melfi”.

Il gruppo di società facenti capo alla Famiglia Navarra è impegnato da anni nella promozione del concetto di ‘Restauro Sostenibile’ a livello economico – affinché attraverso la gestione del bene il privato possa rientrare dell’investimento effettuato -, sociale – consentendo alla collettività di godere dei benefici derivanti dalla fruizione dei beni restaurati - e ambientale - privilegiando un uso efficiente delle risorse e il risparmio energetico grazie all’uso di tecnologie innovative .

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Aristocratico, raffinato, storico e moderno allo stesso tempo: è l’ “Appartamento sul fiume”  il progetto realizzato dallo studio deamicisarchitetti sulle rive torinesi affacciate sul Po.

Si tratta di una ristrutturazione complessa e ambiziosa, mirata a mantenere l’atmosfera e il fascino nobiliare della dimora, senza stravolgerne lo stile e gli elementi architettonici di pregio preesitenti. Per questo, quella di deamicisarchitetti è una scelta progettuale volta alla rilettura dell’organizzazione degli spazi interni. Aree ampie e luminose prendono il posto di camere anguste  e con poca luce. I lunghi corridoi tipici delle case aristocratiche  e la concatenazione dei numerosi locali si riorganizzano in grandi spazi aperti.

La casa si sviluppa ora su tre fulcri spaziosi: la cucina, il guardaroba e il soggiorno su cui si affacciano direttamente le altre stanze dell’abitazione, abolendo in tal modo l’utilizzo dei corridoi.  Pochi ed eleganti materiali pregiati, quali marmi chiari e venati e parquet di rovere  termotrattato, vestono l’appartamento rincorrendosi ed alternandosi lungo le stanze.

Le linee pure e minimali dei nuovi ambienti ristrutturati, si intrecciano con gli elementi architettonici antichi e sofisticati originari della struttura: la volta in mattoni presente nell’ambiente cucina, il camino originale con la specchiera dorata d’epoca del soggiorno o ancora la struttura in legno dello studio, portano nell’appartamento l’eco affascinante di tempi passati.

A rendere unico l’appartamento è infine la sua posizione appartata immersa nel verde della vegetazione fluviale. La casa gode di una vista esclusiva sulle acque del fiume Po, su cui si affacciano numerose stanze.