Il corso, aperto all'intera cittadinanza, si svolgerà con cadenza settimanale a Palazzo Guasco nonché con visite guidate e sopralluoghi presso alcune sedi museali ed espositive della provincia di Alessandria

ALESSANDRIA - Sarà presentato martedì 7 novembre alle 17, a Palazzo Guasco, l'edizione annuale del corso d’arte e architettura della Sezione di Alessandria di Italia Nostra che quest’anno ha per oggetto il patrimonio museale Alessandrino. Interverranno Francesca Petralia, Presidente della Sezione e direttore del corso, Enzio Notti, Presidente Onorario di Italia Nostra di Alessandria e Fiorenza Tento, Presidente dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Alessandria.
Per inquadrare la tematica del corso sarà significativa la prolusione inaugurale della Dott.ssa Annarita Della Penna, coordinatrice dell’ufficio progetti speciali della Fondazione “Il Vittoriale degli Italiani” di Gardone Riviera che illustrerà la trasformazione da luogo di cultura a modello virtuoso di management culturale del patrimonio culturale costituito dal complesso di edifici, giardini e corsi d’acqua eretto da Gabriele d’Annunzio con l’aiuto dell’architetto Gian Carlo Maroni, che viene visitata ogni anno da circa 180.000 persone.

L’iniziativa, giunta alla decima edizione, si avvale della collaborazione di numerosi docenti che, come di consueto, opereranno a titolo volontario e gratuito ed ha ottenuto il patrocinio della Provincia di Alessandria, della Città di Alessandria ed il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria nonché l’importante collaborazione, già intrapresa lo scorso anno, con l’Ordine degli Architetti della Provincia di Alessandria che, per i contenuti dell’attività formativa proposta, riconoscerà crediti formativi ai propri iscritti che frequenteranno il corso.
L’ampio patrimonio museale presente nel territorio della provincia di Alessandria, verrà indagato non solo per quel che riguarda il materiale esposto nei singoli musei, ma anche per quel che ne concerne la storia, gli specifici aspetti tecnico-scientifici, gli allestimenti e le forme gestionali.
La musealizzazione, infatti, è uno degli elementi fondamentali della vita culturale di un territorio e scopo del corso sarà – in particolare – quello di “togliere il velo” sugli aspetti meno visibili del museo, quali l’edificio ospitante ed i relativi adattamenti, i criteri e gli elementi tecnico-scientifici di musealizzazione e di allestimento delle collezioni, le forme di promozione ed i rapporti con il pubblico, in modo da rendere adeguatamente conto anche del lavoro, spesso – almeno in parte – invisibile, di direttori, curatori, comitati scientifici, architetti allestitori.

Il corso, aperto all'intera cittadinanza, si svolgerà con cadenza settimanale dal 7 novembre 2017 al 27 marzo 2018 presso il Salone d’Onore dell’Ala del Principe di Palazzo Guasco nonché con visite guidate e sopralluoghi presso alcune sedi museali ed espositive della provincia di Alessandria.

L’iniziativa trae origine dalle finalità sociali di Italia Nostra, in particolare per quanto concerne la salvaguardia e valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici nonché la sensibilizzazione per la tutela e la divulgazione della conoscenza del patrimonio storico, artistico ed architettonico.

Questo lavoro - presso la sezione di Alessandria - si è concretizzato negli anni con l'organizzazione di corsi aventi come oggetto i valori artistici, storici e culturali del ricco e variegato territorio alessandrino, corsi che hanno registrato un sempre crescente successo di partecipanti e di gradimento.

Finalità dei corsi resta infatti - di edizione in edizione - quella di favorire - attraverso una divulgazione piacevole - l'affezione degli alessandrini per un patrimonio troppo spesso sconosciuto e altrettanto ingiustamente trascurato, nella convinzione che la conoscenza del patrimonio e l'affezione che ne può derivare costituiscano la condizione essenziale per una tutela e una valorizzazione realmente efficaci.

Al termine del corso verrà comunque rilasciata un’attestazione di frequenza a tutti coloro che parteciperanno, a qualsiasi titolo, ad un congruo numero di incontri.

Le tematiche verranno sviluppate dai seguenti docenti:
Maria Luisa CAFFARELLI, Alessandro CALVI di BERGOLO, Nicolò CALVI di BERGOLO, Giorgia CASSINI, Claudia DE BENEDETTI, Anna Rita DELLA PENNA, Alessandra MONTANERA, Luciano ORSINI, Paolo ORSINI, Giovanni POGGIO, Michela RICCO, Lelia ROZZO, Pier Angelo TAVERNA e Marzia TIGLIO.

Maggiori informazioni si posso richiedere ad Italia Nostra Alessandria Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. tel.0131030195 Cell: 3287175254 – 3356559259
6/11/2017

fonte: alessandrianews.it

Negli ultimi anni si è sviluppato il “parametricismo”, un  nuovo paradigma architettonico che invece di mettere insieme rigide ed ermetiche figure geometriche, come tutti i precedenti stili architettonici, avvicina componenti malleabili in un gioco dinamico di mutue rispondenze e di adattabilità al contesto, per la creazione di forme curve complesse. Ogni caratteristica – la posizione, la geometria, il materiale – di un singolo elemento architettonico può essere associata o essere in relazione di causa-effetto con qualsiasi altra caratteristica di qualsiasi altro elemento del progetto.

Le città sono un condotto cruciale dei nostri consumi globali di energia, acqua e aria. Gli edifici consumano e inquinano durante il loro ciclo vitale così come durante la loro costruzione. La sostenibilità ecologica della nostra civiltà dipende dalla nostra abilità nel trovare metodi più intelligenti e più veloci per imbrigliare e utilizzare le limitate risorse dell’ambiente naturale. Questa necessità impone nuove restrizioni alla progettazione dell’ambiente edificato e il ricorso non solo a nuove tecnologie e a soluzioni ingegneristiche innovative, ma anche a un nuovo ordine architettonico e a una nuova espressione stilistica del contesto urbano. L’obbiettivo è quello di creare città che si adattino in modo sostenibile all’ambiente naturale senza arrestare quella ambizione verso il progresso e lo sviluppo della nostra civiltà.

La facciata parametrica è quindi una facciate dalla geometria complessa con soluzioni architettoniche altamente personalizzate, è possibile per esempio rendere modificabili le facciate continue in funzione dell'andamento solare, per la modulazione adattativa di un sistema di schermi.

Il sistema di schermi avvolge la facciata e la spazialità, la forma e l’orientamento dei singoli elementi si trasformano gradualmente per adattarsi alla specifiche condizioni di esposizione al sole del punto della facciata in cui sono rispettivamente collocati. La facciata ha un pattern che determina un’inclinazione e che cambia continuamente ottimizzando la protezione dai raggi del sole in relazione alla immissione di luce per ogni punto della facciata. Questa modulazione adattativa dà all’edificio un’estetica organica che rende leggibile la sua collocazione nell’ambiente e facilita la comprensione e la navigazione del contesto urbano.

Con l’arrivo del software parametrico 3D sembra aprirsi una nuova era per la progettazione e la costruzione di facciate altamente complesse. In pochi anni la costruzione dell’involucro degli edifici più audaci sarà caratterizzata da disegni parametrici, con sistemi di facciata altamente flessibili, e completata da progettazione, gare d’appalto, catene di produzione soluzioni software e attrezzature adeguate. Questo ridurrà drasticamente il carico di lavoro per la realizzazione delle facciate 3D e si aprirà un nuovo capitolo nel futuro dell'architettura.

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ROMA – Il nuovo complesso direzionale Ibm alla Fiera di Roma. Il quartier generale della Angelini sulla Tuscolana. Le tre torri per il rettorato di Roma Tre sull’Ostiense. Il raddoppio dell’Eni a Castellaccio. Dopo la ‘Nuvola’ di Fuksas o il Maxxi di Zaha Hadid, l’architettura contemporanea a Roma muove faticosamente i suoi nuovi passi. E lo fa grazie a grandi aziende private, università ed enti di ricerca, realtà desiderose di moderne e prestigiose sedi di rappresentanza.

Orfana dei tre grattacieli disegnati da Daniel Libeskind, che sarebbero potuti sorgere a fianco al nuovo stadio della Roma, la Città eterna, a fatica, prova comunque a trovare nuove forme per il suo tessuto urbano.

Il primo dei grandi interventi in corso riguarda il nuovo quartier generale dell’Ibm in Italia: lo studio Z14 ha firmato il progetto di tre affusolati edifici, di 6 piani, rivestiti di vetro e collegati da ponti sospesi. Il cantiere è in corso da più di un anno accanto all’ingresso nord della Fiera di Roma e si concluderà nel 2019.
 
Fa le cose in grande anche Angelini, la multinazionale romana attiva nel campo della farmaceutica. Per la sua nuova sede, che sorgerà al posto di un edificio di sua proprietà in via Amelia, zona Tuscolana, si è affidata allo studio romano Transit che sta costruendo da diversi mesi un complesso destrutturato con forme asimettriche ed edifici poliformi.

Sempre lo studio Transit ha disegnato il nuovo edificio dell’Eni nel complesso direzionale Eur-Castellaccio, un edificio basso in costruzione sotto il grattacielo dell’ex Provincia.
L’università Roma Tre si è invece affidata alla matita dello studio Mario Cucinella per la sede del nuovo rettorato e del nuovo Dams. Sono in corso i lavori di demolizione delle preesistenze e a breve sorgeranno tre torri dalla forma ovale e dal rivestimento di cristallo posati su una ‘piazza telematica’ di due livelli.

In attesa della nuova sede Istat a Pietralata, per cui si attende il concorso di progettazione internazionale entro l’estate 2018, completano il quadro della nuova architettura contemporanea a Roma il noto progetto di Dan Meis per lo stadio della Roma e la nuova sede Bnl, dello studio 5+1AA appena inaugurata, a due passi dalla stazione Tiburtina.

di Emiliano Pretto fonte: dire.it

MANTOVA - Architetti under 30 hanno riprogettato il centro di Fier, capitale mercantile dell'Albania. Ecco il loro progetto e la loro società, la Mau.
"È il nostro primo lavoro importante. L’obiettivo è portare gli abitanti a vivere la città".

Determinati nel raggiungere il loro obiettivo, consapevoli che per chi parte da zero la strada è inevitabilmente, ma non eternamente, in salita. Ecco perché Andrea Michelini e Giacomo Gola non hanno paura di mettersi in gioco e per diventare architetti hanno deciso di investire su loro stessi. Lavorare per crearsi un lavoro. «Entrambi ci siamo sempre dati da fare con occupazioni che non c’entrano con la nostra professione – confida Michelini – per autofinanziare il nostro sogno di diventare architetti». E un mattoncino alla volta quel desiderio sta diventando realtà.

Mettersi in gioco e allargare le proprie prospettive è il passo successivo. D’altronde di prospettive vivono gli architetti, no? E così il destino li ha spinti all’estero per il primo progetto importante della loro carriera. «Più precisamente in Albania», racconta Michelini, che ha vissuto a Tirana per sei mesi e ha collaborato prima come assistente e poi come project manager per Mam foundation of contemporary art, la più importante fondazione di arte contemporanea albanese. «Grazie a una compagna d’università albanese, Amarda Velçani, conosciuta tramite un coinquilino con cui faceva un laboratorio, abbiamo saputo dei progetti di rigenerazione urbana in corso e abbiamo deciso di partecipare a un bando per la cittadina di Fier – racconta – È nato tutto quasi per scherzo. Si è trattato della nostra prima occasione per pesare e l’abbiamo fatto in gruppo». Otto persone, per la precisione. Cinque ex compagni di università, un “jolly” e due senior, «fondamentali per le loro conoscenze e per garantire competitività alla nostra formazione: sono Giancarlo Franchini, presidente dell’ordine degli architetti di Verona e Giuseppe Cappochin, presidente dell’ordine nazionale degli architetti, anche il figlio Davide è con noi». Il gruppo di architetti ha così fondato una società, la Mau Architecture . «Metabolismo architettonico urbano – specifica Andrea – un nome trovato in tempi strettissimi, su due piedi, che però rispecchia bene quello che siamo», sorride. Sono un gruppo eterogeneo di architetti, con competenze e capacità diverse. «Gola è stato chiamato da Mau in occasione del progetto di Fier – lo introduce Michelini – ho pensato immediatamente a Giacomo, caro amico e bravissimo architetto, che con estrema intelligenza e passione ha preso parte al lavoro dimostrando grande professionalità tanto da essere fagocitato nel gruppo che oggi si è consolidato».

Michelini ci guida allora nel progetto Fier. «È stato un percorso lungo. Grazie ad Amarda abbiamo proposto il nostro modello al comune, dopodiché abbiamo tenuto tutto in stand by per un anno prima di partecipare alla Biennale di Venezia con la fondazione albanese per aggiudicarci il padiglione dell’Albania. Siamo arrivati in finale superati solo da un gruppo di Harvard. Purtroppo e per fortuna, visto che ci ha permesso di consolidare i rapporti con l’Albania e la Mam. Il lavoro per Fier vero e proprio è iniziato a febbraio di quest’anno, eravamo tre studi selezionati per la fase finale del concorso».

La mission era immaginare il nuovo centro storico della città. I giovani di Mau, ispirandosi a linee guida di respiro europeo sul modello delle riqualificazioni di Lubiana o Bristol hanno sviluppato la loro idea. «In Albania non si è mai pensato in passato alla qualità architettonica e la qualità sociale degli edifici è pressoché inesistente. Il percorso di crescita spontanea che si è sviluppato dal 1997, con la nascita di moltissime abitazioni illegali, ha peggiorato la situazione ed è stato un primo problema da superare nella progettazione». Fier poi è un agglomerato commerciale, il polo fieristico dell’Albania durante il comunismo, senza un centro storico di particolare interesse. «Così abbiamo deciso di valorizzare il fiume che divide la città in due. Un corso d’acqua particolarmente inquinato che una volta ripulito potrà diventare elemento di dialogo tra le parti e non un limite. Nel nostro progetto la pedonabilità del centro è stato un punto di forza determinante. Abbiamo ridisegnato la zona con un anfiteatro naturale che permetta di avvicinarsi al fiume e valorizzarlo. L’edificio multifunzionale è pensato come landmark che interagisce con i diversi assi direzionali permettendo l’accesso a un livello più alto dove le persone possono godere del nuovo paesaggio urbano». Il progetto è ambizioso, visto il punto di partenza davvero complesso da cui si parte, ma il via ai cantieri è previsto per il prossimo anno.

L’Albania vuole crescere e proiettarsi sempre più al centro dell’Europa. Nel suo futuro ci sarà un po’ di Mantova, il lavoro di Michelini e Gola e le competenze dell’assessore di via Roma Lorenza Baroncelli, alle prese con la riqualificazione di Tirana. Del resto anche a Mantova il ripristino di aree dismesse è d’attualità, con il progetto San Nicolò. Chissà che un domani non possa toccare anche ad Andrea e Giacomo di ripensare la loro città.

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Nella Catalogna indipendentista del sogno delle “piccole patrie” e della riaffermazione dell’identità perduta; in cui “l’indipendentismo è una malattia che è disgraziatamente cresciuta, un anacronismo che non ha niente a che vedere con la realtà del nostro tempo”, secondo il premio Nobel Mario Vargas Llosa; nella Catalogna caduta nella trappola di un referendum che è una “truffa antidemocratica” afferma lo scrittore spagnolo Javier Marias (tra i 367 firmatari di un manifesto contro il referendum); in questo contesto, lo scorso agosto il governo catalano ha approvato la legge sull’architettura. Una notizia passata in sordina e oscurata dagli eventi più recenti, ma che è la testimonianza di una società, quella catalana, moderna, colta, dialogante, avanzata.

La legge sull’architettura approvata dopo quattro anni di iter, segue le risoluzioni e le raccomandazioni dell’Unione Europea per promuovere la qualità architettonica ed evidenziare il valore aggiunto che apporta il settore, sia dal punto di vista economico che culturale. In questo senso, la legge sull’architettura è il primo testo legislativo dello Stato spagnolo di questo tipo e la seconda d’Europa, dopo la legge approvata dalla Francia.

A partire dagli anni 80, l’immagine positiva di una Spagna moderna ed efficiente è stata consegnata al mondo per mezzo dell’architettura e i catalani hanno saputo cogliere l’opportunità di approvare una legge “condivisa, pionieristica, inclusiva, modernizzante e strutturale” che stabilisce l’interesse pubblico dell’architettura e promuove il riconoscimento del suo valore sociale istituendo misure di diffusione, promozione e istruzione. Alcuni dei valori di qualità che questa legge intende proteggere sono: l’idoneità e la qualità tecnica delle costruzioni per soddisfare gli usi previsti e l’idoneità del mantenimento di queste costruzioni; migliorare la qualità della vita delle persone, cercando il loro benessere e confort in un ambiente sicuro e accessibile; il contributo alla coesione sociale e ad una migliore relazione dei cittadini con la loro dimensione artistica e culturale; l’adattamento all’ambiente e al paesaggio degli insediamenti urbani o degli spazi aperti; la sostenibilità in aspetti ambientali, economici e sociali e l’impegno collettivo per l’efficienza energetica degli edifici e la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra; la bellezza, l’interesse artistico e il suo contributo al dibattito culturale.

Nell’ambito degli appalti pubblici, la legge contiene misure necessarie per garantire che i criteri di valutazione della qualità architettonica ricevano sempre una estimazione predominante rispetto ai criteri economici. Sono promosse la corretta composizione delle giurie, la trasparenza e la pubblicità dei concorsi, le procedure che consentono l’accesso alla professione dei giovani laureati e la definizione di valori orientativi per il calcolo del prezzo di offerta dei contratti di elaborazione di progetti.

In Italia, il Paese delle periferie più brutte d’Europa, dove il tema dello spazio pubblico è scomparso e il concorso di progettazione è estinto, dove interi quartieri nascono e si sviluppano attorno ad un centro commerciale, è dal 2011 che nell’inconcludenza più desolante si tenta di portare all’attenzione della politica e dell’opinione pubblica l’importanza del riconoscimento legale che l’architettura merita come disciplina direttamente relazionata con l’interesse generale.

fonte:ilfattoquotidiano.it

Antinori, Frescobaldi, Tramin, Tenute Lunelli e molti altri in Italia affinano i loro vini e custodiscono botti e bottiglie in cantine progettate da grandi architetti. Sono edifici che senza tradire la loro funzione primaria, sono un ponte tra la natura e la civiltà, tra la bellezza del paesaggio e quella dell’opera dell’uomo.  Presso lo store di Modulnova a Milano in questi giorni c’è una piccola grande mostra, dove sono esposte le fotografie di otto splendide cantine. Ma più che una mostra, vista anche la brevità dell’esposizione, si può parlare di un percorso virtuale, un viaggio tematico e plurisensoriale, dal Nord al Sud italia, alla scoperta di costruzioni architettoniche notevolissime, vere cattedrali del vino e, naturalmente, dei vini eccellenti che ospitano. In poche parole alla scoperta dell’Architettura del vino, una dimensione nella quale le archistar incontrano i grandi vignaioli (le winestar).

1. Un tempio ipogeo nel cuore del Chianti
Forse la più celebre cantina monumento è quella di Antinori (2012). A pochi chilometri da Firenze, a Bargino, San Casciano. L’architettura progettata da Marco Casamonti (Studio Archea Associati) comprende dal basso verso l’alto la cantina vera e propria, con barricaia e bottaia, l’orciaia, la vinsantaia, il ristorante, l’auditorium, l’area museale , il bookshop, le sale di degustazione e il wineshop.  E infine ospita diverse opere d’arte contemporanea.

2. La cantina pronta a decollare
La Ammiraglia di Frescobaldi (2011) in Maremma sembra una nave spaziale nell’atto di emergere dalle profondità della terra pronta a decollare verso chissà dove. Eppure il suo impatto ambientale è quasi pari a zero, è completamente eco-compatibile e la struttura dialoga magnificamente con il paesaggio che la circonda. La cantina di Magliao in Toscana (Grosseto) è stata progettata daghli architetti Piero Sartorio e Nathalie Grenon.

3. Sulla strada del vino
Lungo la via del vino a Termano (Bolzano) incontriamo un altro splendido edificio, la Cantina Tramin, che produce alcuni tra i più apprezzati vini dell’Alto Adige. Il progetto architettonico firmato da Werner Tscholl (2010) è come una gigantesca scultura di metallo, cemento e vetro, cangiante a seconda dell’ora della giornata che dialoga costantemente con i vigneti a perdita d’occhio del territorio circostante.

4. Antico e moderno
La cantina di Feudi di San Gregorio è stata tra le prime innovative costruzioni del genere. Opera dello studio ZitoMori (2004) ha forme geometriche e razionali che, tuttavia, non sono affatto in contrasto con il territorio irpino (ci troviamo a Sorbo Serpico, Avellino). Anzi. L’architettura incarna lo spirito stesso del produttore, che senza tradire l’antica storia e tradizione della cultura vitivinicola locale, ha una visione contemporanea. La struttura ospita anche il celebre ristorante Marennà, stella Michelin dal 2009.

5. La grande bellezza toscana
Pur essendo modernissima, Petra, la struttura progettata da Mario Botta (2003) per Terra Moretti a Suvereto (Livorno), evoca l’architettura rinascimentale medicea. La cantina abbraccia con le “barchesse” laterali le vigne e insieme sembra sprofondare nella collina. Il complesso occupa ben 7.200 mq e la sua superficie cambia colore più volte al giorno e a seconda delle stagioni.

6. Il genio di Renzo Piano
A Rocca di Frassinello è evidente l’impronta del suo creatore, Renzo Piano. Essenziale, funzionale, leggera, la cantina ospita una grande barricaia scavata nella roccia a una profondità di 50 mt. Sormontata da ampi spazi per degustazioni, pranzi, mostre e congressi. La struttura inaugurata nel 2007 è il frutto di una joint venture vitivinicola internazionale tra Castellare di Castellina e Domaines Barons de Rotschild. Qui a Giuncarico, in Maremma, sono coltivati vitigni autoctoni e internazionali da cui nascono alcuni superbi vini.

7. Carapace, la testuggine di Bevagna
Per la Famiglia Lunelli Arnaldo Pomodoro ha concepito un complesso architettonico che di fatto è insieme una gigantesca scultura immersa nel paesaggio. Una creatura addormentata da secoli, forse da millenni, che sotto il cui guscio si custodiscono e si affinano eccellenti vini. Come il Carapace, appunto, pregiato Sagrantino in purezza.

8. Lo stile del Barolo
Le cantine Vite Colte – Terre da Vino sono riuniscono circa 2.500 viticultori locali. Parliamo delle Langhe, del Monferrato e del Roero. Ecco allora la necessità di avere a disposizione un grande centro multifunzionale, che nato nel 2000 su progetto dell’architetto Gianni Amaudo è stato ulteriormente ampliato nel 2010. Il complesso è insieme imponente e il suo contrario, grazie alle grandi vetrate, all’impiego del legno e ai giochi cromatici.

fonte: gqitalia.it

Il mondo dei prefabbricati è sempre più in evoluzione. La Wikkelhouse è la prima struttura in cartone. E si realizza in un tempo da record.

Dovremo rivedere la storia dei tre porcellini. Perché ora c’è una casa di carta fatta per durare. Una casa di cartone che viene dai Paesi Bassi dove ha sede Fiction Factory, l’azienda che l’ha progettata e realizzata. Non il solito studio di design. Nasce infatti come compagnia che realizza scenografie teatrali (e si vede dalle strutture realizzate per questo club ad Amsterdam) per sviluppare poi una capacità a realizzare architetture su piccola scala. Da questa vocazione nasce la Wikkelhouse, una casa prefabbricata realizzata appunto in cartone e capace di stare in piedi senza fondamenta. Ma il fatto forse più straordinario (che farebbe sicuramente piacere al più pigro dei porcellini della fiaba) è che questa prefabbricata può essere realizzata in un solo giorno.

La ricerca per questo progetto è durata quattro anni e si è concentrata soprattutto sulla realizzazione del materiale di cui è composta la struttura. Sono 24 gli strati di cartone ad alta qualità incollati tra loro e letteralmente arrotolati sullo scheletro che dà la forma alla Wikkelhouse. Come per ogni progetto contemporaneo che si rispetti è stata data grande attenzione ai requisiti di sostenibilità: tutta la casa è interamente riciclabile. Ma dalla Fiction Factory assicurano almeno 50 anni di vita per la loro struttura studiata per svilupparsi in lunghezza. Tutto si basa sui moduli che possono essere personalizzati con finestre e predisposti per stufe, bagni e cucine. La brutta notizia è che al momento e per tutto il 2018, viene consegnata solo in Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo, Germania, Francia, Regno Unito e Scandinavia.

Testo Alessandro Mussolini fonte: living.corriere.it

PROGRAMMA

ore 9.00 | REGISTRAZIONE CHECK/IN PARTECIPANTI
SALUTI ISTITUZIONALI
Alessandro Ridolfi
Presidente Ordine Architetti P.P.C. di Roma e provincia
Annamaria De Martino
Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria,
Ministero della Salute
Umberto Moscato
Presidente SItI Lazio
Patrizia Colletta
Presidente Dipartimento "Progetto sostenibile
ed efficienza energetica" Ordine Architetti P.P.C.
di Roma e provincia
Stefano Capolongo

Coordinatore Gruppo di Lavoro "Igiene edilizia" SItI
ore 10.00 > 13.30
SESSIONE MATTUTINA "URBAN"
RELAZIONI INTRODUTTIVE
ore 10.00
"Città in salute": la Carta di Erice
Stefano Capolongo
Qualità dell'ambiente costruito
e qualità del progetto
Patrizia Colletta

INTERVENTI PROGRAMMATI
Presiedono
Umberto Moscato
Presidente SItI Lazio
Carlo Signorelli

Università degli Studi di Parma

ore 11.00
"Urban Sprawl" e "Shrinking Cities":
impatti sulla salute
Alessandra Casuccio
Università degli Studi di Palermo

ore 11.30
"Green and Blue Areas" e salute
Maddalena Buffoli
Politecnico di Milano
Letizia Appolloni
Sapienza Università di Roma


ore 12.00
Strumenti urbanistici:
focus sulla mobilità urbana e sostenibile
Antonio Cappuccitti
Sapienza Università di Roma

ore 12.30
Strumenti di valutazione dell'ambiente costruito,
per la promozione della salute e del trasporto attivo
nei contesti urbani
Andrea Rebecchi
Politecnico di Milano

ore 13.00 | QUESTION TIME

ore 13.30 | PAUSA PRANZO

ore 14.30 > 19.00
SESSIONE POMERIDIANA "BUILDING"
Presiedono
Cesare Stevan
Politecnico di Milano

ore 14.30
Decalogo SItI per una "Casa sana"
Daniela D'Alessandro

Direttore DICEA Sapienza Università di Roma

ore 15.30
Evoluzione delle condizioni abitative
Lorenzo Capasso
Università degli Studi di Pavia

ore 16.00
Aggiornamento dei Regolamenti edilizi
e di igiene in Italia
Maddalena Buffoli
Politecnico di Milano

ore 16.30
Indoor Air Quality negli ambienti di vita
Gaetano Settimo
Coordinatore del Gruppo di Studio Nazionale (GdS)
Inquinamento Indoor dell'Istituto Superiore di Sanità

ore 17.00
Prodotti per l'edilizia e Indoor Air Quality
alla luce dei Criteri Ambientali Minimi (CAM)
Ilaria Oberti
Politecnico di Milano

ore 17.30
Ciclo di vita e CAM per la progettazione
e la realizzazione degli edifici
Aldo Iacomelli
già Componente Commissione Nazionale AIA -IPPC

ore 18.00 | CONCLUSIONI
Daniela D'Alessandro
Direttore DICEA Sapienza Università di Roma
Stefano Capolongo

Politecnico di Milano

ore 19.00 | REGISTRAZIONE CHECK/OUT PARTECIPANTI

In considerazione del numero limitato di posti disponibili e nel rispetto dei colleghi interessati in lista di attesa, Vi invitiamo ad effettuare eventuale disdetta quanto prima accedendo, attraverso l'area iscritti del sito dell'OAR, all'interno della piattaforma telematica del CNAPPC (nello spazio "i miei corsi", cliccando sul titolo dell'evento e in seguito su "elimina iscrizione").

È obbligatoria la registrazione online

REGISTRAZIONE per gli iscritti Ordine Architetti Roma
Registrazione Architetti iscritti presso ALTRI Ordini https://imateria.awn.it/custom/imateria/ (codice ARRM1549)

Per gli interessati (non architetti e senza riconoscimento CFP)
inviare email a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Si avvisano gli architetti di presentarsi al desk della registrazione con la STAMPA CARTACEA del check-in/check-out, scaricabile al momento della prenotazione in piattaforma, senza la quale non verrà consentito l'accesso al corso.
La frequenza richiesta per l'assegnazione dei cfp è il 100% del totale ore, non è previsto alcun riconoscimento proporzionale.
Considerando i tempi di lavorazione e verifica, l'assegnazione dei cfp ai partecipanti aventi diritto avverrà entro un mese dalla data dell'evento.

Un intervento che "tocca" il cuore di Venezia, un'idea di rinnovo architettonico che passa attraverso il lancio di un'iniziativa globale a favore delle comunità. Si chiama "The Human Safety Net" ed è il progetto di Generali per piazza San Marco. Le Procuratie Vecchie, sede storica della compagnia assicurativa che ha come simbolo proprio il leone marciano, saranno oggetto di restauro su progetto dell'architetto David Chipperfield e diverranno una "casa" dedicata a iniziative umanitarie e aperta al pubblico. Nessun posto letto, è stato sottolineato. Negli 11mila metri quadri dell'edificio ci sarà spazio per lavoro, vita e progetti solidali. Per dimostrare che il cuore di Venezia pulsa grazie alle idee e non solo al turismo.

IL PROGETTO DI RESTAURO
Philippe Donnet, amministratore delegato del Gruppo Generali, ha presentato il progetto mercoledì durante una conferenza stampa evento a Palazzo Ducale: "Riapriamo al pubblico questi spazi storici per la prima volta in 500 anni, una iniziativa possibile anche grazie all'appoggio del sindaco Luigi Brugnaro e del ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini. Questa idea si inserisce in un progetto di ampio respiro per tutta l'area marciana: abbiamo deciso di riqualificare i Giardini Reali, creando una continuità tra la laguna, i giardini e piazza San Marco. Non stiamo parlando di un museo, ce ne sono già tanti, ma di un luogo di vita. Ci saranno persone che lavoreranno. E qui, ve lo dico per esperienza personale, si lavora bene. Io a Venezia ci abito, quindi sono doppiamente contento".

DAI GIARDINI ALLA PIAZZA
Il progetto abbraccia dunque, oltre alle Procuratie, anche altre parti della piazza e dei Giardini Reali. A lavori ultimati saranno ricreati alcuni percorsi storici, aprendo un varco fino ad ora mai utilizzato negli ultimi decenni. Il restauro è stato assegnato all'architetto David Chipperfield, che trasformerà l'edificio nel cuore pulsante di The Human Safety Net. "Le Procuratie Vecchie apriranno le porte a chiunque cerchi ispirazione o voglia scambiare idee, fare volontariato o promuovere azioni collettive - è stato detto - L'hub ospiterà regolarmente esposizioni, eventi e dibattiti pubblici sulle sfide demografiche e sociali più pressanti, dalla povertà all'immigrazione". I tempi? "Lavori conclusi tra la fine del 2019 e l'inizio del 2020, ma si sa tutto è poi da vedere. Siamo solo all'inizio". Al termine del recupero dei Giardini Reali, all'interno dei quali Veritas finanzierà alcuni bagni pubblici (la carenza di strutture del genere è cronica in centro storico) si potrà raggiungere piazza San Marco direttamente dal Bacino attraversando un ponte levatoio che sarà rimesso in funzione. Da lì poi si potranno raggiungere le Procuratie Vecchie e percorrerle fino al Palazzo Reale.

A spiegare nei dettagli l'iniziativa è stata Adele Re Rebaudengo, presidente dell'omonima fondazione: "Curiamo la 'parte verde' del progetto - ha sottolineato - Napoleone decise che la sua sede non sarebbe dovuta essere Palazzo Ducale ma le Procuratie Nuove, qiundi si abbatterono i granai trecenteschi per ottenere un collegamento verso il Bacino di San Marco attraverso il ponte levatoio. Noi sdobbiamo ringraziare moltissimo Generali - ha concluso - perché è sostenitrice di questo progetto, ma anche perché ha avuto assieme a noi questa visione. C'è un rapporto di collaborazione e di idee. Ringrazio anche il demanio che ci ha concesso i Giardini per 19 anni, speriamo rinnovabili".

"INTERVENTO DI VALENZA SOCIALE"
Alla presentazione ha preso la parola anche il sindaco Luigi Brugnaro: "Questa iniziativa ha un valore importante per la città - ha detto - Ridà respiro e lavoro in piazza San Marco, nel cuore vero della città. È il lavoro che dà la dignità, e questa idea del lavoro alle Procuratie ha una grande valenza sociale. Questa città è un simbolo della nostra cultura. Dobbiamo ringraziare Generali perché fa un investimento legato alla sua storia. Perché reintrodurre al lavoro eventuali rifugiati e migranti, come si prefigge il progetto di Human Security Net, garantisce la vera riscossa delle persone. La vera Europa la costruiamo con questi progetti. Assieme alla Soprintendente faremo un lavoro meticoloso, l'edificio verrà modernizzato ma anche rispettato".

Il ministro per i Beni culturali, Dario Franceschini, trattenuto a Roma per impegni parlamentari, è intervenuto attraverso un video: ""Ho seguito qusto progtto fin dall'inizio - ha sottolineato - Il privato quando si muove in maniera intelligente può mettere in campo progetti di grande valore. E' simbolicamente importante che un luogo così importante come le Procuratie Vecchie torni al vecchio splendore e che venga affidato a un progetto come The Human Safety Net. Visiterò presto gli spazi rinnovati".

fonte: veneziatoday.it

Si chiama CALIFFO ed è un sistema portatile che permette di rilevare sulle opere d’arte forme di degrado non visibili a occhio nudo. Dimensioni e peso ridotti lo rendono facilmente trasportabile, consentendone  l’utilizzo anche in luoghi di difficile accesso. È dotato di una sorgente laser puntuale in grado di effettuare la scansione di superfici di 1 m2 da una distanza di circa 2 m ed è gestibile da remoto tramite smartphone e tablet. Messo a punto nei laboratori dell’ENEA di Frascati, CALIFFO - Compact Advanced Laser Induced Fluorescence Friendly Operating system consente l’analisi diagnostica delle opere d’arte attraverso la rivelazione della fluorescenza emessa, la cui elaborazione permette di ottenere la caratterizzazione chimica dell’area analizzata, cioè la composizione degli strati più superficiali, rilevando la presenza di forme di degrado di differenti origini: vernici, leganti, coloranti o pigmenti, interventi pregressi, che costituiscono informazioni utili per la conservazione e il restauro.

“Dopo quasi un anno di test sul campo, CALIFFO è ora pronto per effettuare le sue prime campagne di misura”, commenta  Valeria Spizzichino, ricercatrice ENEA del Laboratorio Diagnostiche e Metrologia che si occupa di attività di ricerca e sviluppo nel campo dei sistemi laser, dell’ottica e della sensoristica nelle diverse applicazioni scientifiche e industriali. “Grazie a questa tecnologia low cost d'avanguardia – aggiunge la ricercatrice - sarà possibile ottenere con più rapidità rispetto al passato caratterizzazioni di superfici difficilmente raggiungibili, anche in ambienti angusti. L’utilizzo di tecnologie bluetooth e wi-fi, infatti, fa sì che il sistema possa operare da remoto. CALIFFO restituisce risultati in tempo quasi reale e, come gli altri strumenti basati sulla fluorescenza indotta da laser (LIF) sviluppati presso i nostri laboratori, è completamente non invasivo. Ha un’operabilità molto semplificata che ne permette l’utilizzo anche da parte di personale non specializzato. Grazie al basso costo di questa tecnologia che ne favorisce l’ingegnerizzazione e la commercializzazione, ci poniamo l’obiettivo di creare una rete di sensori per la salvaguardia del nostro patrimonio storico-artistico, a partire dal Lazio”.

Le attività di misura effettuate con CALIFFO si svolgono infatti nell’ambito del Progetto COBRA (sviluppo e diffusione di metodi, tecnologie e strumenti avanzati per la COnservazione dei Beni culturali, basati sull’applicazione di Radiazioni e di tecnologie Abilitanti), finanziato dalla Regione Lazio, attraverso il quale l’ENEA diffonde e trasferisce le competenze e le tecnologie d’avanguardia per la diagnostica e la conservazione alle PMI e agli operatori dei Beni Culturali.

Per quanti volessero sperimentare e assistere agli affascinanti fenomeni che scaturiscono dall’incontro tra luce e materia, vi ricordiamo l’appuntamento con il primo OPEN DAY della Ricerca organizzato dall’ENEA il 29 settembre presso i centri di Casaccia e Frascati. In particolare presso i laboratori del centro ENEA di Frascati sarà possibile familiarizzare con la fluorescenza e imparare come questo singolare fenomeno  possa essere sfruttato non solo nella diagnostica delle opere d’arte, ma anche per rispondere alle domande più insolite: quelle macchie sono di sangue? La reazione chimica è avvenuta? La frutta sui rami è matura? I laboratori apriranno le porte al pubblico proponendo visite guidate, percorsi didattici durante i quali i visitatori verranno coinvolti in piccoli esperimenti e curiosità scientifiche e soprattutto avranno la possibilità di osservare dal vivo CALIFFO. Il sistema verrà movimentato e illustrato dai ricercatori, i quali saranno a disposizione per spiegarne il funzionamento e illustrare, anche attraverso contributi video, i risultati.

Il programma completo degli eventi è consultabile sul sito www.opendaydellaricerca.enea.it, dove è possibile prenotare la visita di proprio interesse. Aggiornamenti, video, foto di backstage e curiosità in diretta dai Centri saranno online sulla pagina  www.facebook.com/ENEAUfficiostampa.