Architettura urbana, la città è sempre più verde
Si moltiplicano gli esempi di architettura sostenibile integrata ai contesti urbani
Non ci sono più scuse. Le tecniche per costruire nuovi edifici, ampliare le città, continuare ad evolvere dal punto di vista urbanistico smettendo di incidere negativamente sull’ambiente esistono, e offrono mille possibilità. Dagli edifici ‘verdi’ a quelli passivi, dalle strutture in legno a quelle che riutilizzano luoghi abbandonati, l’architettura urbana in chiave green propone tantissime soluzioni. E parliamo di tecniche che vanno ben oltre l’uso di fonti rinnovabili o di materiali riciclati.
L’architettura urbana pensa in verde
E’ divenuto così celebre che dalla sua versione originale italiana che è stato replicato a Losanna, Utrecht, Nanchino, Liuzhou e Parigi. Parliamo del Bosco Verticale, capolavoro di architettura urbana verde che Stefano Boeri ha concepito per Milano. Un edificio che si sviluppa in verticale con una fittissima coltre di vegetazione che lo avvolge. Alberi, arbusti, piante spuntano da terrazzi e scanalature, cambiando di stagione in stagione, diventando un nuovo polmone verde della città. Ma se vogliamo parlare di edifici letteralmente avvolti nel verde possiamo anche citare 88 Market Street di Singapore. Il nuovo progetto di Carlo Ratti (firma che sta dietro la progettazione del padiglione Hortus di F.I.C.O.) prevede di inserire un parco cittadino con un grattacielo, nella città-stato asiatica è tra le prime al mondo per edilizia che integra il verde con l’urbanistica. O ancora Mille Arbres, vera e propria ‘foresta’ parigina: un maxi edificio polifunzionale che ospita un enorme parco verde. Progettato da OXO Architectes e Sou Fujimoto Architects.
Poco consumo, molta efficienza
Ulteriore interpretazione eco dello sviluppo cittadino è quella degli edifici passivi. Ovvero che, grazie ai materiali altamente isolanti, l’esposizione studiata nei minimi dettagli, e una serie di soluzioni architettoniche, non hanno bisogno né di impianto di riscaldamento. Perché sono in grado di mantenere una temperatura interna costantemente piacevole. E’ specialmente nei Paesi nordici che l’architettura passiva sta facendo passi da gigante. A Vancouver è stato appena inaugurato The Heights, un condominio di 60.000 metri quadrati dalle performance energetiche elevatissime.
Inoltre, grande attenzione viene rivolta alle micro-case autosufficienti. Abitazioni piccolissime, il cui design permette di disporre di tutto il necessario. Autosufficienti, grazie a pannelli solari, turbine eoliche, impianti di riuso dell’acqua. E magari anche mobili. Come le Ecocapsule. Inoltre, il tema degli spazi ristretti si collega ad una nuovissima, innovativa soluzione architettonica che diversi studi stanno sperimentando. Si tratta delle case plug-in, prolungamenti di abitazioni già esistenti che si ‘attaccano’ alle facciate dei palazzi. In pratica l’edificio si espande senza alcuna necessità di nuovi cantieri, ma grazie a prefabbricati di design. Un esempio è quello di Plug-In City 75 di Studio Malka.
Altre soluzioni
Tra le soluzioni che più si stanno facendo largo nel mondo dell’architettura urbana c’è l’impiego (anzi, la riscoperta) del legno. Edifici realizzati con strutture lignee per garantire salubrità, resistenza, e minimo impatto ambientale. Ogni mese un edificio si propone come il ‘grattacielo in legno più alto del mondo’. Al momento sembra che quello di Tokyo, che vedrà la luce nel 2041, sia il progetto più ambizioso. Si chiama W350, misurerà 350 metri ed è un progetto di Sumitoro Forestry Co.
Non è da sottovalutare poi l’importanza della riconversione di edifici in disuso, specialmente quelli industriali. Che magari nella loro realizzazione originale non erano affatto ecologici. Ma il concetto di riutilizzarli, ‘riciclarli’ dona loro una nuova aura green. Particolarmente curioso Wunderland Kalkar, un parco di divertimenti tedesco realizzato nella sede di un’ex centrale nucleare.
Infine, una soluzione che vanta una incredibile rapidità di costruzione (e quindi un bassissimo impatto ambientale dovuto all’assenza di cantieri) e una grande possibilità di personalizzazione. Sono gli edifici modulari, prefabbricati che si assemblano in poche ore, dando vita ad abitazioni ad impatto zero. Modscape è una firma di architettura che esplora i confini dell’architettura modulare e produce eccellenti esempi di questa tecnica. Tra i più recenti, Project Franklinford, una villa completamente autosufficiente dal punto di vista energetico.
fonte: stile.it
Forse potrebbero interessarti anche questi articoli
Accettando accederai a un servizio fornito da una terza parte esterna a https://www.edilsocialnetwork.it/