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Case green, approvazione finale alla direttiva Ue: l'Italia vota contro
Italia e Ungheria votano contro la direttiva Ue sulle case green: Il nodo dei finanziamenti e della responsabilità
Al Consiglio Ue Ecofin i Ministri hanno confermato l'accordo raggiunto con l'Eurocamera a dicembre sulle nuove norme per rendere il parco immobiliare comunitario a emissioni zero entro il 2050
Nella recente riunione del Consiglio Ue Ecofin, i ministri europei hanno dato il loro via libera definitivo alla nuova direttiva sulle case green, confermando l'accordo precedentemente raggiunto con l'Eurocamera a dicembre. Questa direttiva ambiziosa mira a trasformare il parco immobiliare dell'Unione Europea in una rete a emissioni zero entro il 2050, sostenendo così gli sforzi per combattere il cambiamento climatico. Tuttavia, l'approvazione non è stata unanime, con l'Italia e l'Ungheria che hanno votato contro, e alcuni altri Stati membri, tra cui Repubblica Ceca, Croazia, Polonia, Slovacchia e Svezia, che hanno scelto di astenersi.
Il ministro dell'Economia italiano, Giancarlo Giorgetti, ha espresso le preoccupazioni dell'Italia riguardo alla direttiva, focalizzando l'attenzione sul tema del finanziamento e della responsabilità. "Abbiamo votato contro la direttiva, si è concluso l'iter. Il tema è chi paga, abbiamo esperienze purtroppo note in Italia", ha dichiarato Giorgetti. Questo solleva interrogativi cruciali sulle modalità di finanziamento e sulla condivisione del carico tra gli Stati membri.
L'iter per l'approvazione della direttiva è stato lungo e tormentato. Proposta dalla Commissione europea alla fine del 2021, ha subito fin dall'inizio una serie di critiche, soprattutto in Italia, per diversi motivi, tra cui l'assenza di finanziamenti diretti dall'Unione Europea e gli standard minimi di prestazione energetica. Tuttavia, nonostante le obiezioni sollevate da alcuni paesi, la direttiva è stata confermata e sarà ora pubblicata in Gazzetta Ufficiale, entrando in vigore dopo 20 giorni. Gli Stati membri avranno poi due anni di tempo per adeguarsi, durante i quali dovranno presentare un piano nazionale di ristrutturazione per centrare gli obiettivi prefissati.
La direttiva Ue sulle case green prevede una serie di disposizioni ambiziose. Tra queste, spicca l'obbligo che tutti i nuovi edifici residenziali costruiti a partire dal 2030 siano a emissioni zero, mentre per gli edifici pubblici lo standard si applicherà già dal 2028. Viene inoltre prevista una graduale riduzione del consumo energetico per le case esistenti, con obiettivi del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035. Tuttavia, per garantire flessibilità agli Stati membri, sono previste esenzioni per gli edifici storici, agricoli, a scopo militare o temporanei.
Il finanziamento rimane uno dei punti critici della direttiva. La Commissione europea stima che entro il 2030 saranno necessari 275 miliardi di euro di investimenti annuali per la ristrutturazione degli edifici. Tuttavia, non è ancora chiaro come questo finanziamento sarà raccolto e distribuito tra gli Stati membri. L'obbligo di installare pannelli solari riguarderà solo i nuovi edifici pubblici e sarà progressivo dal 2026 al 2030. Gli Stati membri avranno anche il compito di eliminare le vecchie caldaie a combustibili fossili entro il 2040 e porre fine a tutti i sussidi per le caldaie autonome entro il 2025.
Nella recente riunione del Consiglio Ue Ecofin, i ministri europei hanno dato il loro via libera definitivo alla nuova direttiva sulle case green, confermando l'accordo precedentemente raggiunto con l'Eurocamera a dicembre. Questa direttiva ambiziosa mira a trasformare il parco immobiliare dell'Unione Europea in una rete a emissioni zero entro il 2050, sostenendo così gli sforzi per combattere il cambiamento climatico. Tuttavia, l'approvazione non è stata unanime, con l'Italia e l'Ungheria che hanno votato contro, e alcuni altri Stati membri, tra cui Repubblica Ceca, Croazia, Polonia, Slovacchia e Svezia, che hanno scelto di astenersi.
Il ministro dell'Economia italiano, Giancarlo Giorgetti, ha espresso le preoccupazioni dell'Italia riguardo alla direttiva, focalizzando l'attenzione sul tema del finanziamento e della responsabilità. "Abbiamo votato contro la direttiva, si è concluso l'iter. Il tema è chi paga, abbiamo esperienze purtroppo note in Italia", ha dichiarato Giorgetti. Questo solleva interrogativi cruciali sulle modalità di finanziamento e sulla condivisione del carico tra gli Stati membri.
L'iter per l'approvazione della direttiva è stato lungo e tormentato. Proposta dalla Commissione europea alla fine del 2021, ha subito fin dall'inizio una serie di critiche, soprattutto in Italia, per diversi motivi, tra cui l'assenza di finanziamenti diretti dall'Unione Europea e gli standard minimi di prestazione energetica. Tuttavia, nonostante le obiezioni sollevate da alcuni paesi, la direttiva è stata confermata e sarà ora pubblicata in Gazzetta Ufficiale, entrando in vigore dopo 20 giorni. Gli Stati membri avranno poi due anni di tempo per adeguarsi, durante i quali dovranno presentare un piano nazionale di ristrutturazione per centrare gli obiettivi prefissati.
La direttiva Ue sulle case green prevede una serie di disposizioni ambiziose. Tra queste, spicca l'obbligo che tutti i nuovi edifici residenziali costruiti a partire dal 2030 siano a emissioni zero, mentre per gli edifici pubblici lo standard si applicherà già dal 2028. Viene inoltre prevista una graduale riduzione del consumo energetico per le case esistenti, con obiettivi del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035. Tuttavia, per garantire flessibilità agli Stati membri, sono previste esenzioni per gli edifici storici, agricoli, a scopo militare o temporanei.
Il finanziamento rimane uno dei punti critici della direttiva. La Commissione europea stima che entro il 2030 saranno necessari 275 miliardi di euro di investimenti annuali per la ristrutturazione degli edifici. Tuttavia, non è ancora chiaro come questo finanziamento sarà raccolto e distribuito tra gli Stati membri. L'obbligo di installare pannelli solari riguarderà solo i nuovi edifici pubblici e sarà progressivo dal 2026 al 2030. Gli Stati membri avranno anche il compito di eliminare le vecchie caldaie a combustibili fossili entro il 2040 e porre fine a tutti i sussidi per le caldaie autonome entro il 2025.
Mentre l'Unione Europea quindi si impegna a trasformare il suo parco immobiliare in un'infrastruttura a emissioni zero, l'Italia e altri paesi sollevano interrogativi importanti sul finanziamento e sulla responsabilità condivisa. La direttiva sulle case green rappresenta una svolta importante nella lotta al cambiamento climatico, ma sarà fondamentale garantire un sostegno finanziario adeguato e una distribuzione equa del carico tra gli Stati membri per assicurare il successo di questa transizione verso un futuro più sostenibile.
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