Venerdì, 29 Gennaio 2021 17:29

Come progettare un Isolamento acustico?

Fonoassorbenza

Per assicurare comfort e proteggere le persone dai rumori esterni o provenienti da ambienti confinanti indispensabile è l'isolamento acustico.

Infatti, come l'isolamento termico, anche l'isolamento acustico garantisce di isolare gli edifici dai rumori del traffico urbano, del calpestio dei piani superiori, dai suoni causati dal funzionamento degli impianti o dalla presenza di vicini nell’appartamento accanto al nostro.

L'argomento è affrontato nella Legge 447/1995 e nel DPCM del 5 dicembre 1997, normativa che parla di inquinamento acustico e di requisiti acustici passivi minimi degli edifici. Le prestazioni che un edificio deve garantire dipendono dalla destinazione d'uso, dal tipo di rumore definendo cosiì valori minimi e massimi in Decibel.

Nel Bonus Ristrutturazione e confermato nella Legge di Bilancio anche per il 2021, sono compresi anche interventi per l'isolamento acustico e quindi si può beneficiare della detrazione del 50%, sempre se vengono rispettati i vari adempimenti. Nel caso di interventi di efficientamento energetico che permettano il miglioramento dell’isolamento acustico e termico, è possibile usufruire dell’ecobonus del 65% o del Superbonus 110% introdotto con il Decreto Rilancio.

Per rispettare i valori stabiliti dalla normativa, si ricorre all’isolamento acustico che impedisce il propagarsi delle onde sonore; le onde, infatti, quando incontrano una parete, si propagano in modo che una parte si diffonde al di là dalla parete colpita, un’altra viene nell’ambiente da cui proviene e infine parte dell’onda è assorbita dalla parete sotto forma di energia termica.

In base al tipo di rumore e all'elemento strutturale su cui di deve intervenire, si utilizzano materiali specifici, che si distinguono in pannelli fonoisolanti e fonoassorbenti, e tecniche diverse.
In particolare, l'isolante ha la capacità di riflettere il suono che lo colpisce, impedendone il passaggio e proteggendo gli ambienti dai rumori esterni, mentre i pannelli fonoassorbenti assorbono l’energia sonora e di riducono il riverbero.

L'isolamento quindi può essere realizzato isolando le pareti in modo da non propagare il rumore. Se l'isolamento acustico viene eseguito su pareti divisorie interne, ha lo scopo di impedire che il rumore si diffonda nelle altre stanze e la soluzione più diffusa è quella di inserire nelle intercapedini appositi pannelli fonoassorbenti o fonoisolanti, in modo che il rumore venga assorbito e non raggiunga le stanze confinanti.
Questo intervento garantisce l’insonorizzazione delle pareti, non è invasivo e inoltre viene combinato con l’installazione di contropareti in cartongesso, utili a creare l’intercapedine necessaria ad ospitare l’isolante.

Per le pareti perimetrali, invece, si interviene installando un cappotto e quindi scegliendo un buon isolante termico in modo tale che svolga la doppia funzione di isolamento termico e acustico.

Nei condomini costruiti prima del DPCM 5/97 non è stato realizzato un buon isolamentro tra le pareti confinanti dei vari inquilini e questo provoca notevoli disturbi per i rumori provenienti dagli appartamenti confinanti.
Nelle nuove costruzioni, per risolvere questo problema si utilizzano blocchi di muratura fonoassorbenti in modo da rispettarre i requisiti necessari e isolare le pareti a livello acustico e termico.

Isolamento acusticoQuando un edificio presenta più piani con differenti unità immobiliari e spazi con diverse funzioni(uffici, locali commerciali, ecc), i rumori possono diffondersi anche attraverso il solaio.
Infatti, isolando il pavimento o il soffitto si eliminano rumori provocati dal calpestio o dal movimento di oggetti.

Per il pavimento, si interviene installando al di sotto del pavimento e del massetto, dei rotoli di materiale isolante che hanno come funzione quella di assorbire il rumore ed impedirne la trasmissione attraverso la struttura del solaio. Questi materassini sono adatti all’isolamento termico e, oltre questi, si può intervenire con prodotti specifici per il parquet.

Quindi, per isolare il pavimento e il soffitto bisogna agire a intradosso e estradosso del solaio.

Per il soffitto, invece, si isola la struttura intevenento in modo simile all'isolamento delle pareti interne. Infatti, si predispone un controsoffitto e si inseriscono pannelli isolanti nell’intercapedine.
Se risulta difficile intervenire con questa metodologia, in commercio si trovano pannelli acustici a sospensione, che assorbono il rumore e ne riducono notevolmente il riverbero.

Che materiali utilizzare?
Suchero: materiale completamente naturale, riciclabile, leggero e compatto. Possiede ottime proprietà di isolamento acustico e termico. Resiste alla formazione di muffe e umidità. La sua struttura a celle va a catturare e assorbire l’onda sonora impedendole di propagarsi e migliorando il comfort acustico. Utilizzato per rivestire le pareti, ma anche per sistemi fonoisolanti a pavimento che riducono il rumore da calpestio, grazie anche alla possibilità di posare strati di ridotto spessore.

Fibra di legno: composta di fibre derivanti dagli scarti della lavorazione del legno. Completamente riciclabile e biodegradabile. Utilizzato per le pareti perimetrali, anche per le sue buone capacità di isolamento termico, o per l’isolamento per il rumore da calpestio.

Lana di roccia e Lana di vetro: disponibile in commercio sia sotto forma di pannelli, che di rotoli. Utilizzati in edilizia per l’isolamento acustico e termico, per proteggere gli ambienti interni e per i solai del sottotetto o per le coperture e le pareti perimetrali.
La lana di vetro, ottenuta dal vetro legato alla sabbia, da dove poi si formano le fibre e con successive lavorazioni acquisisce le proprietà di resistenza  e stabilità.

Feltri minerali: soluzione utilizzata per pavimenti, in quanto hanno capacità antivibranti e un’elevata resistenza alla compressione. Durevole nel tempo e resistente, anche a muffe e funghi.

Materiali sintetici: materiali fonoisolanti e fonoassorbenti sintetici, derivano dalla lavorazione del petrolio. I più utilizzati sono il poliuretano espanso e il polistirene, che hanno un costo vantaggioso rispetto a quello dei materiali minerali e naturali. Utilizzati per riempire le intercapedini. Poliuretano particolarmente comodo in quanto disponibile anche sotto forma di schiuma.

 

A cura di Geom. Lucia Coviello - Edilsocialnetwork

Venerdì, 08 Gennaio 2021 16:01

Come ristrutturare un edificio storico

Restauro edifici storici

Il patrimonio edilizio storico è da un bene prezioso; è parte dell’identità culturale di un paese e va preservato.
Come la maggior parte delle costruzioni realizzate prima dell’avvento delle più recenti normative, però, gli edifici storici non sono adeguati a rispondere alle più moderne esigenze di comfort abitativo.

Per ristruttursre edifici di valore bisogna eseguire un’attenta valutazione e una progettazione accurata, inquanto eseguire opportuni interventi spesso è complesso anche a causa dei vincoli di tutela.
Sono infatti necessarie valutazioni ponderate e una progettazione accurata per gli interventi di riqualificazione, soprattutto quando si parla di impianti.

La necessità di installare nuove soluzioni impiantistiche in un edificio storico nasce dal bisogno di renderlo fruibile e adeguato alle esigenze moderne.
Indipendentemente dalla destinazione d'uso dell'edificio storico, i principali interventi che si devono eseguire a livello impiantistico riguardano:
- l'impianto elettrico, per questioni di sicurezza;
- l'impianto idrico sanitario, per questioni di igiene;
- l'impianto per la climatizzazione;
- altre applicazioni, come la ventilazione e l'antincendio.

L’approccio corretto quando si interviene su un edificio storico è sempre quello che prevede un’analisi dettagliata dello stato di fatto e delle esigenze, valutando la soluzione migliore (e compatibile) per l’edificio in questione. Infatti è necessario rispettare l’estetica e la natura dell’edificio, considerando in modo opportuno tutti i vincoli architettonici presenti.

Normativa antincendio
Impianto elettrico:
Per garantire una maggiore sicurezza, la CEI ha emanato una specifica norma, ovvero la CEI 64-15 per gli impianti elettrici negli edifici pregevoli per valenza storica e/o artistica.
Obiettivo è fornire precise indicazioni per quei casi in cui non è possibile rispettare la normativa vigente in materia di sicurezza ed impianti elettrici a causa di vincoli architettonici; infatti la norma la norma non va applicate agli edifici storici in genere, ma solo a quelli vincolati dalla Soprintendenza.
Vengono quindi fornite dalla norma le indicazioni in ambito di protezione dai sovraccarichi, misure antincendio, sistemi per cui è previsto il sistema di sicurezza e condizioni di illuminamento per la sicurezza delle persone, anche in caso di evacuazione.

Impianti per la climatizzazione:
Per quanto riguarda le soluzioni impiantistiche di riscaldamento e raffrescamento, invece, sono da prendere in considerazione gli aspetti relativi al comfort e al consumo energetico.
Gli edifici storici generalmente non si caratterizzano per buone prestazioni a livello energetico, con assenza di isolamento, infissi vecchi e grossi spazi da riscaldare. Questo provoca contemporaneamente un elevato consumo energetico e difficoltà a garantire il comfort interno.
Infatti, la scelta del sistema per il riscaldamento viene fatta sia sulla base dell’esistente, in relazione alla geometria e alla tipologia di edificio, sia sulla base di eventuali impianti già presenti.
Un impianto per il riscaldamento, infatti, si compone di un generatore, ma anche di una rete di distribuzione e un sistema di emissione. Tra le parti più critiche sicuramente ci sono le canne fumarie, se richieste dall’impianto come nel caso di una caldaia a condensazione e la realizzazione ex novo di un sistema di tubi per la distribuzione del calore.
Non richiedono la predisposizione di canne fumarie, né l’allaccio alla rete del gas, le pompe di calore ad aria però possono presentare un’unità esterna, visibile sulla facciata e quindi non sempre possibile da installare.
Per non intaccare l’integrità dell’edificio, in molti casi si opta per delle tubazioni a vista, che si distaccano nettamente dall’esistente, senza però comprometterlo in alcun modo.
Altri sistemi per la distribuzione, ad esempio, prevedono la realizzazione di appositi battiscopa attrezzati in cui scorrono delle tubazioni per la climatizzazione e che spesso fungono anche da sistema di emissione del calore.
I pannelli radianti a pavimento, invece, hanno il limite di prevedere la rimozione o copertura dei pavimenti esistenti, per cui l’intervento deve essere attentamente valutato.
In molti edifici storici adibiti a luoghi pubblici, come musei o biblioteche, si è optato per dei sistemi di riscaldamento ad aria. Questi sistemi, che generalmente racchiudono in una macchina tutte le funzionalità (freddo/caldo) hanno lo svantaggio di muovere polvere e di provocare sbalzi termici più repentini e importanti, talvolta dannosi per le strutture esistenti.

Impianti antincendio negli edifici storici:
Per quanto riguarda la predisposizione degli impianti antincendio negli edifici storici, nella maggior parte dei casi non si riescono ad applicare i sistemi di protezione passiva, che prevedono interventi come la realizzazione di barriere antincendio o di strutture resistenti al fuoco, come muri e porte tagliafuoco.
Per questo, si tratta per lo più di predisporre i dovuti sistemi di protezione attiva, da scegliere e installare considerando le caratteristiche dell’edificio e l’impatto che potrebbero avere sulla struttura, sui materiali e sugli oggetti presenti.
Per regolare la difficoltà di far convivere il rispetto dei vincoli architettonici con la necessità di garantire la massima sicurezza per le persone, sono state predisposte specifiche normative. Il DM n.569 del 20/05/1992 racchiude le “Norme di sicurezza antincendio per gli edifici storici e artistici destinati a musei, gallerie, esposizioni e mostre”. Vi sono poi specifiche normative che forniscono ulteriori indicazioni, ma in relazione all’attività che si svolge in un dato edificio.
In molti casi, però, l’adeguamento alle norme vigenti risulta pressoché impossibile senza violare i vincoli per la tutela. Per questo motivo, è stata introdotta la “FSE – Fire Safety Engineering”, che prevede l’applicazione di un approccio ingegneristico al tema dell’antincendio basato su una reale simulazione del pericolo.

A cura di Geom. Lucia Coviello - Edilsocialnetwork

Pubblicato in Edilizia & Materiali

Come calcolare la superficie disperdente ai fini della realizzazione del cappotto termico?
Dal Ministero dell’Economia e delle Finanze arriva la risposta a queste domanda attraverso le nuove FAQ sul Superbonus 110%.

Cappotto termicoIl Superbonus spetta per interventi di isolamento termico delle superfici opache verticali, orizzontali e inclinate che interessano l’involucro degli edifici, compresi quelli unifamiliari, con un’incidenza superiore al 25 per cento della superficie disperdente lorda dell’edificio medesimo o dell’unità immobiliare funzionalmente indipendente e che disponga di uno o più accessi autonomi dall’esterno, sita all’interno di edifici plurifamiliari.

Questo è quanto stabilito al comma 1 dell’articolo 119 del Decreto Rilancio.
Il calcolo della detrazione viene effettuato su un ammontare complessivo delle spese (sostenute dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2021) da 30.000 a 50.000 euro, moltiplicato per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio. La detrazione potrà essere spalmata in cinque quote annuali di pari importo.

Gli interventi che non raggiungono il 25% della superficie disperdente lorda dell’edificio possono comunque beneficiare dell’Ecobonus cappotto termico, come previsto dalla Manovra 2020.

EcobonusL’Ecobonus, infatti, prevede la detrazione Irpef o Ires destinata a tutti i contribuenti, residenti e non residenti, privati e imprese, che possiedono l’immobile oggetto di intervento ( proprietari, titolari diritto reale sull'immobile, condòmini, inquilini, comodari) e che effettuano lavori inerenti alla riqualificazione e al risparmio energetico di edifici esistenti: tra questi rientra l’applicazione del Sistema a Cappotto.

Il bonus viene erogato nella forma di riduzione delle imposte, per un massimo di spesa da 40.000 euro a 136.000 euro per ogni unità immobiliare che compone l’edificio, da dividere in 10 rate annuali di pari importo.

Le aliquote di detrazione previste per l’Ecobonus variano a seconda se i lavori vengono svolti su singole unità immobiliari, con uno sconto del 65% per le spese sostenute entro il 31 gennaio 2020, o sulle parti comuni degli edifici condominiali, con uno sconto del 70% o 75% con una spesa massima di 40.000 euro per ogni unità immobiliare che compone l’edificio, sostenute dal 1° gennaio 2017 al 31 dicembre 2021

Per accedere all’Ecobonus entro 90 giorni dal termine dei lavori, debbano essere trasmessi all’ENEA i dati indicati nella scheda descrittiva degli interventi realizzati.

Cappotto termico abitazione

A cura di Geom. Lucia Coviello - Edilsocialnetwork

Pubblicato in Edilizia & Materiali

Maestra nell’interpretazione della nuova frontiera del davanzale coibentato è Cover App

Davanzale coibentato Cover App

Una  società  giovane,  nata  con  un  progetto  ben  preciso, al passo con i tempi e molto innovativo, convogliando le energie di quattro professionisti del settore  gres  porcellanato.

Il  risparmio  energetico delle singole abitazioni è infatti una delle tematiche su cui Cover App ha concentrato maggiormente le proprie forze. Spreco di risorse e generare macerie sono i termini che non piacciono a Cover App. Coprire  il  davanzale  con  uno  strato  di  gres  porcellanato  (derivante  da  lastre  di  grandi  dimensioni)  è  risultata  la  strada  vincente  per  rendere  visibili  i  progressi  delle  innovazioni  di  Cover  App,  garantendo realizzazioni  con  tendenza di design. Il materiale realizzato ha un’altissima resistenza,  non  si  graffia,  si  pulisce  e  non  cambia  colore  con i raggi UV. L’elemento che lo differenzia dal marmo o da altre pietre è la leggerezza: la copertura di gres è di 3 mm incollata su una base in fibra di vetro e uno strato di tre centimetri di materiale isolante. Il  davanzale  ha  aperto  la  via  verso  nuove  forme  di  coibentazione, dalla scala interna dei condomini oggetto di ristrutturazione fino alle pareti dei bagni delle abitazioni private. A  rendere  solida  la  posizione  di  Cover  App  nel  settore del risparmio energetico, la costituzione di una sede a Rovereto, nel prestigioso ambito di Trentino Sviluppo, il promotore di azioni e servizi volti a supportare la crescita dell’imprenditorialità e la capacità di fare innovazione. Ma  innovazione,  risparmio  energetico  e  ristrutturazioni  fanno rima con il superbonus: grazie alla recente misura di risparmio fiscale, chi esegue una ristrutturazione fino al 31 dicembre 2021 può contare su una detrazione del 110% delle spese sostenute per gli interventi che migliorano l’efficienza energetica degli edifici.

Davanzale coibentato Cover App

Cover App soddisfa tutti i requisiti dei davanzali, tipici delle facciate dei condomini all’italiana. Per questo i migliori professionisti del settore si affidano a Cover  App:  progettisti,  architetti,  geometri  e  ingegneri  sanno  di  trovare  nell’involucro  in  gres  un  prodotto  particolarmente  affidabile.  Una  garanzia  che  permette  a  Cover  App  di  essere  anche  eco-compatibile  e  rendere  totalmente riciclabili i suoi prodotti.

 

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Pubblicato in Comunicati stampa
Giovedì, 03 Dicembre 2020 19:03

Superbonus 110%, la proposta di proroga al 2023

Numerose imprese del mondo delle costruzioni hanno richiesto la proroga al 2023 dell’agevolazione fiscale introdotta a seguito dell’emergenza epidemiologica.

Bonus 110
Anche alla Camera è stata avanzata la proposta di proroga al dicembre 2023, e su questo si è espressa l’ANCE. Gabriele Buia, presidente ANCE in una dichiarazione afferma che la proroga è necessaria per dare un reale avvio agli interventi di efficientamento energetico e di messa in sicurezza sismica del patrimonio edilizio nazionale.

A tale proposito Buia afferma che non c’è tempo da perdere e che “l’emendamento presentato sabato e firmato da oltre 60 parlamentari di maggioranza è un segnale chiaro che il Governo non può non accogliere”.  Inoltre, egli invita il Governo a consentire a questa misura utile al rilancio dell’economia di poter partire, per risollevare il vasto e importante settore dell’edilizia, settore determinante per la ripresa economica del paese.
Buia afferma inoltre, che le riserve espresse dal Ministero dell’economia sull’eccesivo peso finanziario di tale misura risultano infondate, poiché come analizzato nel loro Centro Studi il superbonus può generare un giro di affari di 42 miliardi di euro a fronte dei circa 13 miliardi finanziati dallo Stato. Tale misura infatti porta a entrate per lo Stato di circa 7,5 miliardi di euro e di un risparmio netto di 600 euro ogni anno per le famiglie. Conclude la sua dichiarazione affermando: “Ci auguriamo che già nelle prossime ore l’emendamento con la proroga venga approvato così da dare avvio concretamente all’incentivo che interesserà migliaia di edifici e di condomini”.

Sull’argomento si è espresso anche Angelo Carlini, presidente ASSISTAL, l’Associazione Nazionale Costruttori di Impianti, Servizi di Efficienza Energetica ESCo e Facility Management, aderente a Confindustria affermando che il Superbonus 110% rappresenta un importante strumento di rilancio e sviluppo per l’economia del Paese, che consente di stimolare investimenti e creare più lavoro. Continua ancora affermato a nome dell’intera associazione che il Superbonus è una soluzione valida, efficace e sostenibile per affrontare la crisi che stiamo vivendo. Per tali ragioni dunque l’ASSISTAL è a totale favore della proposta avanzata dalla stessa Commissione Attività Produttive della Camera dei deputati sulla proroga dell’agevolazione al 31 dicembre 2023.

Conclude Carlini affermando che “per poter raggiungere i livelli richiesti di sostenibilità energetica e ambientale è necessario che la misura sia strutturale o almeno abbia un orizzonte temporale più ampio di quello attuale e che sia facilmente accessibile. La misura del Superbonus 110%, associata alla modalità della cessione del credito e dello sconto in fattura, ci permette di far ripartire i cantieri rilanciando in modo concreto e significativo l’economia italiana, provata dall’emergenza Covid”.

 

A cura di Ing. Alessia Salomone - Edilsocialnetwork

Pubblicato in Normativa

Ristrutturare i pavimenti in chiave green ed ecosostenibile è possibile con EcoLight: il sottofondo composto dal 95% di plastica riciclata che sostituisce i tappetini anticalpestio e contribuisce al Superbonus 110%.

Massetti EcoplastMassimo comfort abitativo a impatto zero: è questa l’edilizia di qualità che promuove Ecoplast Nord, azienda bergamasca specializzata nella produzione di miscele termoacustiche dall’anima green per massetti e sottofondi alleggeriti.
Tra i diversi aspetti costruttivi da tenere in considerazione quando si parla di comfort la problematica del rumore riveste un ruolo fondamentale nel garantire il comfort abitativo degli edifici. Mai come in questi mesi di permanenza in casa abbiamo compreso l’importanza di un buon isolamento acustico - oltre che termico - dei pavimenti.

ECOLIGHT: UN’ANIMA GREEN CONTRO I RUMORI DA CALPESTIO
EcoLight è il sottofondo brevettato, ultraleggero e ad altissima fonoassorbenza di Ecoplast Nord che sostituisce i tappetini anticalpestio e permette di ridurre i fastidiosi rumori nelle abitazioni provocati dalle vibrazioni trasmesse al pavimento che si trasformano poi in vibrazioni aeree e in suoni nocivi.
Con un’anima green, attestata da Remade in Italy classe A+ con il 95% di materiale plastico riciclato, EcoLight non solo “fa bene all’ambiente” ma garantisce anche performance acustiche eccellenti in tutti i tipi di pavimentazione ed essendo dotato di certificazione CAM può contribuire al raggiungimento del Superbonus 110%.

Si tratta di un granulato sintetico calibrato pronto all’uso, ideale per tutti gli interventi di ristrutturazione: può essere impiegato per realizzare sottofondi (copertura degli impianti, livellamento del piano di posa, ecc.) e nella copertura di terrazze piane, capannoni industriali, ecc. su cui eventualmente applicare guaine isolanti. Per utilizzarlo è sufficiente aggiungervi acqua e cemento nelle dosi consigliate e quindi posarlo normalmente come un massetto tradizionale.
EcoLight grazie alle sue caratteristiche conferisce al sottofondo proprietà d’isolamento termico e acustico, offrendo allo stesso tempo leggerezza (circa la metà del peso delle tradizionali cariche).

EcoLight racchiude in un solo prodotto molti vantaggi:
• ha un elevatissimo potere isolante termoacustico;
• è ecocompatibile: con il 95% di materiale riciclato (A+ Remade in Italy);
• è certificato CAM e contribuisce al Superbonus 110%;
• è economico;
• è ultraleggero;
• è semplice da usare;
• è certificato a Norma UNI 10667/14.

È disponibile in versione semi pronta (in confezione da 2 m3) o nella pratica versione pronta (sacco da 15 kg) per ogni tipologia di intervento ed esigenza di cantiere.

Certificazioni e prove di laboratorio
• Determinazione della conduttività termica e della resistenza termica con il metodo della piastra calda con anello di guardia. Certificato a norma UNI EN 12667:2002.
• Determinazione della rigidità dinamica apparente. Certificato a norma UNI EN 29052-1:1993.
• Misurazione dell’isolamento acustico in edifici e di elementi di edificio. Norma UNI EN ISO 717-2:2007 e Norma UNI EN ISO 140-8:1997.

IL SISTEMA MASSETTO ECOPLAST NORD
Ecoplast Nord ha studiato una serie di soluzioni che si combinino in un sistema integrato per ottenere le migliori prestazioni: una gamma di prodotti per l’edilizia sia residenziale sia civile, con specifiche caratteristiche in funzione del campo d’applicazione.
Unico, originale e brevettato: EcoLight è il sottofondo brevettato, ultraleggero e ad altissima fonoassorbenza, dall’anima green che sostituisce i tappetini anticalpestio ed elimina i rumori più fastidiosi.
EcoMix è invece il massetto leggero portante dalle eccellenti performance termo isolanti, adatto a qualsiasi tipo di pavimento, leggero ed economico. Anche EcoMix contribuisce al raggiungimento del Superbonus 110%.
Per i pavimenti radianti, oggi molto diffusi, è stato pensato EcoMix145: una miscela portante per massetti specifica per i sistemi di riscaldamento e raffreddamento a pavimento.EcoLight

Il Sistema Massetto Ecoplast Nord prevede la posa del sottofondo alleggerito EcoLight e si completa con l’applicazione del massetto portante EcoMix posato in contemporanea e/o successivamente al sottofondo in quanto si tratta di due miscele tipo “terra umida”. La superficie finale così ottenuta è idonea per la posa di qualsiasi tipo di pavimento, ceramica, legno, linoleum, cotto, ecc. mentre per i pavimenti radianti si applica EcoMix145.
L’utilizzo di materiali termoisolanti Ecoplast Nord consente di eliminare i ponti termici evitando la dispersione di calore, contribuisce alla massima efficienza dell’impianto di riscaldamento e concorrere sensibilmente al risparmio energetico. Comparato con i comuni prodotti fonoisolanti, infatti, questo sistema offre prestazioni superiori del 40% e costi inferiori del 30% e rispetto al sughero, ad esempio, di cui ha pari prestazioni termoisolanti, ha costi 10 volte inferiori.

COSTRUIRE ECOSOSTENIBILE CON IL RICICLO
Ecoplast Nord recupera materiali plastici e li riutilizza per produrre massetti e sottofondi ad alto contenuto tecnologico ed elevate proprietà termoisolanti e fonoassorbenti, privi di sostanze tossiche o nocive per la salute e l’ambiente (a norma UNI 10667-14).
Il reimpiego di materiali plastici ha ben due valenze positive: una a beneficio dell’ambiente come importante forma di rispetto e di attenzione all’impatto ambientale, e una seconda a favore dell’uomo dal momento che i materiali Ecoplast Nord offrono il massimo comfort abitativo e garantiscono alte prestazioni e risparmio.

 

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Ecobonus

In attesa che il Decreto Rilancio riceva i decreti attuativi, ecco chi può beneficiare della maxi detrazione e per quali interventi edilizi

Riqualificazione energetica, misure antisismiche, cappotto termico e colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici. Sono solo alcuni degli interventi incoraggiati dal Decreto Rilancio con il superbonus del 110% per ristrutturare casa. Un incentivo volto a rimettere in moto il settore edilizio e che darà la possibilità a milioni di italiani di apportare migliorie alle proprie abitazioni. In attesa del decreto attuativo, maggiori ragguagli sono arrivati da parte dell’Agenzia delle Entrate.

I beneficiari – I soggetti che potranno usufruire del superbonus 110% sono: le persone fisiche, al di fuori dell'esercizio di attività di impresa, arti e professioni, su unità immobiliari; i condomini; gli Istituti autonomi case popolari (Iacp) e le cooperative di abitazione a proprietà indivisa.

Per quanto riguarda i condomini, essi devono essere legalmente costituiti (cioè avere almeno due proprietari e due unità immobiliari). In questo modo potranno sempre ottenere le detrazioni fiscali del 110%, anche se all’interno ci siano seconde abitazioni o unità immobiliari di proprietà di società. Nel caso invece degli edifici unifamiliari l’ecobonus sarà fruibile per le abitazioni principali. Le seconde case dovrebbero essere coperte dalla misura se non di lusso.

Gli interventi – L’articolo 119 del Decreto Rilancio spiega quali sono i lavori che possono accedere al nuovo superbonus. I più importanti vengono definiti interventi trainanti, perché oltre a usufruire di detrazione Irpef e Ires del 110%, se associati ad altri lavori di risparmio energetico “qualificato” o all’installazione di colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici, estendono il superbonus 110% anche a questi ultimi. Per accedere agli incentivi i lavori dovranno essere svolti dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2021. Vediamo nello specifico quali sono le migliorie che rientrano nelle detrazioni.

I lavori trainanti – I cosiddetti interventi trainanti sono tre e usufruiscono del superbonus 110%:

1.  Interventi di isolamento termico (cappotto termico) delle superfici opache verticali e orizzontali che interessano l’involucro dell’edificio con un’incidenza superiore al 25% della superficie disperdente lorda dell’edificio stesso. La spesa massima è di 60mila euro per unità immobiliare dell’edificio.

2.  Interventi sulle parti comuni degli edifici per la sostituzione (non integrazione) degli impianti di riscaldamento esistenti con impianti centralizzati a condensazione, a pompa di calore, ibridi, geotermici, anche abbinati all’installazione di impianti fotovoltaici e relativi sistemi di accumulo, microcogenerazione. In questo caso la spesa deve essere al massimo di 30mila euro per unità immobiliare dell’edificio.

3.  Interventi sugli edifici unifamiliari per la sostituzione (non integrazione) degli impianti di riscaldamento esistenti con impianti a pompa di calore, ibridi, geotermici, anche abbinati all’installazione di impianti fotovoltaici e relativi sistemi di accumulo e di microcogenerazione. Le spese non devono superare i 30mila euro.

Ricarica dei veicoli elettrici – Le colonnine per la ricarica delle auto elettriche sono uno degli interventi che, se svolti congiuntamente ad almeno uno dei lavori trainanti, ricadono nella detrazione del superbonus. Esse erano già agevolate al 50%, ma se verranno installate insieme agli interventi descritti sopra saranno praticamente gratuite.

Il bonus facciate – Per quanto riguarda il restauro delle facciate degli edifici, come la pulizia o la tinteggiatura esterna, esiste già un bonus del 90%, introdotto con la Legge di Bilancio 2020. Non è previsto nessun aumento dal 90% al 110%, ma chi ha intenzione di effettuare lavori sulle facciate esterne delle abitazioni potrà scegliere se passare al nuovo superbonus. Il meccanismo è sempre lo stesso: per usufruire delle nuove detrazioni bisogna agganciare i lavori a uno degli interventi trainanti. Il passaggio da un’agevolazione all’altra comporta però dei requisiti più stringenti, a cui bisogna fare attenzione. Il “vecchio” bonus facciate del 90% interessa tutti i contribuenti (anche le imprese e le società) e riguarda tutti gli immobili che si trovano in zona A e B. Il superbonus invece, come spiegato prima, si applica alle persone fisiche ma non nell’esercizio d’imprese, arte o professioni; ai condomini e agli Iapc, ma solo per lavori eseguiti sulle prime abitazioni.

Gli infissi – La detrazione fiscale del 110% riguarda ristrutturazioni pesanti e non lavori come il restauro di singoli appartamenti all’interno dei condomini. Usando però il meccanismo degli interventi trainanti, la sostituzione degli infissi potrebbe godere dell’aliquota del 110% se realizzata insieme al cappotto termico. Stesso discorso vale per esempio per la posa in opera di schermature solari, motivo per cui si consiglia a chi avrà la possibilità di attivare uno dei lavori trainanti di valutare e programmare anche altri interventi.

Il sismabonus – Il Decreto Rilancio estende la detrazione del 110% anche agli interventi antisismici per la messa in sicurezza degli edifici svolti dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2021. Le abitazioni che possono beneficiare del bonus sono quelle che si trovano sulle zone sismiche 1, 2 e 3, con esclusione della zona 4. In quanto non si tratta di una nuova agevolazione, ma dell’adeguamento dell’aliquota, restano applicabili i precedenti limiti di spesa, cioè 96mila euro per ogni unità immobiliare e una nuova detrazione massima di 105.600 euro per ciascuna unità. Questo tipo di lavori non richiedono l’aggancio agli interventi trainanti per usufruire della detrazione, quindi essi potrebbero essere sempre agevolati, anche nel caso si tratti di seconde abitazioni, come ville al mare. Il dubbio riguarda invece gli immobili adibiti ad attività produttive: pur rientrando nella previsione agevolativa del sismabonus, il nuovo incentivo è concesso alle persone fisiche al di fuori dell’esercizio di impresa, articoli e professioni (imprenditori individuali ad esempio). Per questo motivo si attendono comunicazioni da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Impianti fotovoltaici – Superbonus del 110% che spetta anche alle installazioni di impianti solari fotovoltaici e sistemi di accumulo. L’unica prerogativa è che siano eseguite congiuntamente agli interventi trainanti o a quelli riguardanti il sismabonus.

Salto di classe energetica – Tutti gli interventi descritti in precedenza devono assicurare il miglioramento di almeno due classi energetiche dell’edificio, o se non fosse possibile, il conseguimento della classe energetica più alta, da dimostrare attraverso l’attestato di prestazione energetica (Ape) rilasciato da un tecnico abilitato. Questa richiesta andrebbe però chiarita, in quanto l’Ape certifica la prestazione energetica delle singole unità immobiliari e non dell’intero fabbricato. Sembrerebbe quindi che tutte le singole abitazioni debbano certificare il doppio salto di classe energetica o il conseguimento di quella più alta.

Metodi di pagamento – Chi deciderà di avviare i lavori e usufruire del superbonus potrà optare per la detrazione fiscale o per un contributo sotto forma di sconto sul prezzo dovuto all’impresa. Quest’ultima anticiperà il bonus e lo recupererà dal fisco come credito d’imposta. Tale credito potrà in alternativa essere ceduto ad altri soggetti come banche, assicurazioni o altri intermediari abilitati. Un meccanismo, questo, che potrebbe però scoraggiare le piccole imprese edili, che non sempre possono permettersi un mancato incasso per poi risparmiare sulle tasse in futuro. Il rischio è che le aziende decidano di rinunciare ai lavori per non rimetterci.

 

Articolo realizzato in collaborazione con il master biennale in giornalismo della IULM, contenuto a cura di Benny Mirko Procopio.
Fonte RTI Spa

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Lavori in casa: ecco tutti gli interventi, riparazioni e lavori realizzabili senza dover richiedere autorizzazioni o presentare comunicazioni (Cil, Cila, Scia), né permesso di costruire

Lo abbiamo detto più volte: il 2018 è l’anno dei lavori in casa. Sono numerosissimi, infatti, i bonus e le agevolazioni previste per chi vuole ristrutturare il proprio appartamento, mettere a verde il proprio giardino o arredare casa con nuovi mobili ed elettrodomestici. Chi ha letto le nostre guide sarà sicuramente aggiornatissimo in proposito (se non le hai ancora lette, ecco una serie di approfondimenti che potranno tornarti molto utili: Lavori in casa: tutti i bonus del 2018; Bonus ristrutturazioni 2018: cos’è e come funziona?; Bonus acquisto mobili 2018: ecco tutte le risposte; Bonus verde 2018: cos’è e quante volte può essere richiesto?).

Ma non è tutto. In relazione al tema casa, le novità non sono finite qui. Sul punto, infatti, è bene sapere che è stato recentemente pubblicato  in Gazzetta Ufficiale(del 07.04.2018) un glossario contenente un elenco puntuale di tutti i lavori in casa, gli interventi e le riparazioni realizzabili senza dover richiedere autorizzazioni o presentare comunicazioni (Cil, Cila, Scia), né permesso di costruire. Si parla in proposito di cosiddetta edilizia libera, termine che sta ad indicare l’insieme dei lavori in casa (o fuori) che si possono eseguire senza chiedere autorizzazioni al Comune o senza bisogno di depositare documenti e comunicazioni di inizio attività. In buona sostanza, l’edilizia libera riguarda quelle opere per le quali non è necessario né il permesso di costruire, né la Cil, la Cila o la Scia.

Il glossario degli interventi di edilizia libera

Il glossario contenente l’indicazione dei lavori realizzabili senza permesso di costruire si compone di 58 voci. L’elenco, in realtà, non è esaustivo; l’elencazione, tuttavia, esemplifica puntualmente il riconoscimento delle opere che possono essere eseguite senza alcun titolo abilitativo, costituendo un vero e proprio vademecum degli interventi di edilizia libera.

La lista dei lavori di edilizia libera, dunque, è molto importante, poiché conferisce maggiore certezza a tutti i cittadini interessati ad effettuare lavori e ristrutturazioni in casa. Ed infatti, l’elenco  che a breve analizzeremo, da un lato, mette insieme tutte le opere per le quali era già pacifico che non fosse necessario un titolo abilitativo, facendo soltanto un’operazione compilativa, comunque molto utile ai cittadini; dall’altro, invece, illustra i casi al limite per i quali, da adesso, i Comuni non potranno più imporre vincoli. Vediamo, allora, quali sono gli interventi di edilizia libera, per i quali non è necessario alcun permesso o autorizzazione
Interventi di edilizia libera: quali sono?

Sono attività di edilizia libera la sostituzione di pavimentazioni esterne ed interne, il rifacimento di intonaci interni ed esterni, il rinnovamento di opere di lattoneria, come grondaie e pluviali, la sostituzione di rivestimenti interni ed esterni e di serramenti. Non è soggetta a comunicazioni o autorizzazioni la sostituzione di inferriate e di altri elementi antintrusione, di parapetti e ringhiere.

Se si rispettano le caratteristiche tipologiche e materiche, anche la riparazione e la sostituzione dei manti di copertura non richiedono comunicazioni o autorizzazioni di alcun tipo. Lo stesso vale per il rinnovamento o la messa a norma degli impianti elettrici, di distribuzione del gas, igienico-sanitari, di illuminazione esterna, di protezione antincendio e di climatizzazione. Anche l’installazione di pannelli solari e fotovoltaici, al di fuori dei centri storici, è considerata come un’attività di edilizia libera. Nessun titolo edilizio anche per i gazebo e altri arredi da giardino.

Attenzione: ovviamente, anche per gli interventi considerati “liberi” resta fermo il rispetto delle prescrizioni contenute negli strumenti urbanistici e nelle normative di settore, come le norme antisismiche, antincendio, igienico-sanitarie, di tutela dei beni culturali e del paesaggio.

Sul punto, inoltre, si precisa che la lista è ancora aperta: con successivi decreti – si legge nel testo pubblicato in “Gazzetta” – «si provvede al completamento del glossario unico, in relazione alle opere edilizie realizzabili mediante Cila, Scia, permesso di costruire e Scia in alternativa al permesso di costruire». Dunque, dovrebbe essere realizzato un secondo glossario che comprenderà le opere realizzabili tramite titolo edilizio.
Tutti i lavori in casa che non hanno bisogno di permessi

Vediamo, dunque, tutti i lavori in casa che non hanno bisogno di permessi, di autorizzazioni, né di comunicazioni e tutte le relative precisazioni.

Ecco le prime 58 definizioni – ma, come anticipato, la lista resta aperta – degli interventi di edilizia privata che non richiedono comunicazioni (Cil, Cila, Scia) né permesso di costruire.
Lavori in casa: manutenzione ordinaria

    Riparazione, sostituzione, rinnovamento di pavimentazione esterna e interna;
    Rifacimento, riparazione, tinteggiatura (comprese le opere correlate) intonaci interni e esterni;
    Riparazione, sostituzione, rinnovamento di elementi decorativi delle facciate;
    Riparazione, sostituzione, rinnovamento di opere di lattoneria e impianti di scarico;
    Riparazione, sostituzione, rinnovamento di rivestimenti interni ed esterni;
    Riparazione, sostituzione, rinnovamento di serramenti e infissi interni ed esterni;
    Installazione, comprese le opere correlate, riparazione, sostituzione, rinnovamento di inferriate e altri sistemi anti intrusione;
    Riparazione, sostituzione, rinnovamento di elementi di rifinitura delle scale;
    Riparazione, sostituzione, rinnovamento, inserimento di eventuali elementi accessori su scale retrattili e di arredo;
    Riparazione, sostituzione, rinnovamento, messa a norma di parapetti e ringhiere;
    Riparazione, rinnovamento, sostituzione di manti di copertura;
    Riparazione, sostituzione, installazione di controsoffitti non strutturali;
    Riparazione, rinnovamento di controsoffitti strutturali;
    Riparazione, sostituzione, rinnovamento, realizzazione finalizzata all’integrazione impiantistica e messa a norma di comignoli o terminali a tetto di impianti di estrazione fumi;
    Riparazione, rinnovamento o sostituzione di elementi tecnologici di ascensori e impianti di sollevamento verticale

Lavori in casa: gli impianti

    Riparazione, integrazione, efficientamento, rinnovamento e/o messa a norma di impianti elettrici;
    Riparazione, integrazione, efficientamento, rinnovamento di impianti per la distribuzione e l’utilizzazione di gas;
    Riparazione, integrazione, efficientamento, rinnovamento, sostituzione e integrazione di impianti igienico e idro-sanitari e di impianti di scarico;
    Installazione, riparazione, integrazione, rinnovamento, efficientamento di impianti di illuminazione esterni;
    Installazione, adeguamento, integrazione, rinnovamento, efficientamento, riparazione e/o messa a norma di impianti destinati alla protezione antincendio;
    Installazione, adeguamento, integrazione, efficientamento (comprese le opere correlate di canalizzazione) e/o messa a norma di impianti di climatizzazione;
    Riparazione, adeguamento, integrazione, efficientamento (comprese le opere correlate di canalizzazione) e/o messa a norma di impianti di estrazione fumi;
    Installazione, riparazione, sostituzione, rinnovamento e/o messa a norma di antenne e parabole e altri sistemi di ricezione e di trasmissione;
    Installazione, riparazione, sostituzione, rinnovamento e/o messa a norma di punti di ricarica per i veicoli elettrici

Lavori in casa: le aree pertinenziali, giardini, gazebo e pergolati

    Realizzazione, riparazione, sostituzione, rifacimento e intercapedini;
    Realizzazione, riparazione, sostituzione, rifacimento di locali tombati;
    Realizzazione, riparazione, sostituzione, rifacimento di pavimentazioni esterne, comprese le opere correlate, quali guaine e sottofondi;
    Realizzazione, riparazione, sostituzione, rifacimento di vasche di raccolta delle acque;
    Installazione, riparazione, sostituzione, rinnovamento di opere per arredo da giardino (ad esempio barbecue in muratura, fontane, muretti, sculture, fioriere, panche e assimilate);
    Installazione, riparazione, sostituzione, rinnovamento di gazebodi limitate dimensioni e non stabilmente infissi al suolo;
    Installazione, riparazione, sostituzione e rinnovamento di giochi per bambini e spazio di gioco in genere, compresa la relativa recinzione;
    Installazione, riparazione, sostituzione, rinnovamento di pergolati di limitate dimensioni e non stabilmente infissi al suolo;
    Installazione, riparazione, sostituzione, rinnovamento di ricoveri per animali domestici e da cortile, voliere e assimilate, con relativa recinzione;
    Installazione, riparazione, sostituzione, rinnovamento di ripostigli per attrezzi, manufatti accessori di limitate dimensioni e non stabilmente infissi al suolo;
    Installazione, riparazione, sostituzione, rinnovamento di sbarre, separatori, dissuasori e stalli di biciclette;
    Installazione, riparazione, sostituzione, rinnovamento di tende, pergole, coperture leggere di arredo;
    Installazione, riparazione, sostituzione, rinnovamento di elementi divisori verticali non in muratura.

Lavori in casa: le barriere architettoniche

    Interventi edilizi che siano volti all’eliminazione di barriere architettoniche dagli edifici e che non comportino allo stesso tempo la realizzazione di ascensori esterni o di manufatti che vadano ad alterare la sostanza dell’edificio, per i quali è necessario un titolo abilitativo;
    Installazione, riparazione, sostituzione, rinnovamento, messa a norma, purché non incida sulla struttura portante, di ascensori e montacarichi;
    Installazione, riparazione, sostituzione, rinnovamento ed eventuale messa a norma di servoscala o di impianti che abbiano natura assimilabile;
    Installazione, riparazione, sostituzione, rinnovamento di rampe;
    Installazione, riparazione, sostituzione, rinnovamento di apparecchi sanitarie di impianti igienico e idro-sanitari;
    Installazione, riparazione, sostituzione, rinnovamento dei cosiddetti «dispositivi sensoriali»;
    Movimenti di terra strettamente pertinenti all’esercizio dell’attività agricola e alle pratiche agro-silvo-pastorali, compresi interventi su impianti idrici;
    Manutenzione e gestione di impianti di irrigazione e di drenaggio, finalizzati alla regimazione ed uso dell’acqua di agricoltura;
    Manutenzione, gestione e livellamento di terreni agricoli e pastorali;
    Manutenzione e gestione di vegetazione di carattere spontaneo.

Lavori in casa: le opere temporanee

    Opere dirette a soddisfare obiettive esigenze contingenti e temporanee e ad essere immediatamente rimosse al cessare della necessità e, comunque, entro un termine non superiore a 90 giorni;
    Installazione, previa Comunicazione di inizio dell’avvio dei lavori, nonché interventi di manutenzione, riparazione e rimozione di gazebo;
    Installazione, previa Comunicazione di avvio dell’inizio dei lavori, nonché interventi di manutenzione, riparazione e rimozione di stand fieristici;
    Installazione, previa Comunicazione di avvio dei lavori, nonché interventi di manutenzione, riparazione e rimozione di servizi igienici mobili;
    Installazione, previa Comunicazione di avvio dei lavori, nonché interventi di manutenzione, riparazione e rimozione di tensostrutture, pressostrutture e altre strutture che siano assimilabili a queste;
    Installazione, previa Comunicazione avvio dei lavori, nonché interventi di manutenzione, riparazione e rimozione di elementi espositivi di varia natura;
    Installazione, previa Comunicazione di avvio dei lavori, nonché interventi di manutenzione, riparazione e rimozione di aree di parcheggio provvisorio, purché gli interventi siano effettuati nel rispetto dell’orografia dei luoghi e della vegetazione ivi presente

Lavori in casa: altri interventi, pannelli solari e fotovoltaici

    Pannelli fotovoltaicia servizio degli edifici da realizzare al di fuori del perimetro dei centri storici;
    Installazione, riparazione, sostituzione, rinnovamento di pannelli solari, fotovoltaicie generatori microeolici;
    Interventi di installazione delle pompe di calore aria-aria di potenza termica utile nominale inferiore a 12 kW;
    Manufatti leggeri posti all’interno di strutture ricettive;
    Installazione di manufatti leggeri, anche prefabbricati, e di strutture di qualsiasi genere, quali roulottes, camper, case mobili, imbarcazioni, in strutture ricettive all’aperto per la sosta e il soggiorno dei turisti, previamente autorizzate sotto il profilo urbanistico, edilizio e, ove previsto, paesaggistico, in conformità alle normative regionali di settore;
    Installazione, riparazione, sostituzione, rinnovamento di serre compresi elementi di appoggio e o di ancoraggio;
    Depositi di gas di petrolio liquefatti di capacità complessiva non superiore a 13 mc: installazione, riparazione, sostituzione, rinnovamento e messa a norma degli impianti;
    Attività di ricerca nel sottosuolo. Installazione, riparazione, sostituzione e rinnovamento di opere strumentali all’attività di ricerca nel sottosuolo attraverso carotaggi, perforazioni e altre metodologie.

 

fonte: business.laleggepertutti.it

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L'obiettivo dei sindaci che lanciano questo tipo di iniziative è quello di fermare lo spopolamento dei borghi. Chi compra, ovviamente, deve ristrutturare e dare nuova vita all'appartamento. E nuova vita al territorio.

DOVE COMPRARE CASA A 1 EURO
Comprare casa a un euro per fronteggiare l’impoverimento del territorio e l’abbandono dei piccoli centri: questa la singolare iniziativa portata avanti in molti comuni italiani per ripopolare i paesi e riqualificare gli immobili vecchi e abbandonati.
Il primo bando sulle case a un euro è stato quello di Salemi, poco più di 10mila abitanti, in provincia di Trapani, in Sicilia, a cui poi sono seguite le iniziative di Lecce nei Marsi, nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Ollolai, un paesino sardo di poco più di mille anime a 45 chilometri da Nuoro e Regalbuto in Sicilia, 9mila abitanti ai piedi dell’Etna.

Il progetto riguarda le abitazioni molto vecchie, a volte anche fatiscenti, abbandonate o a cui i proprietari rinunciano perché impossibilitati a ristrutturarle o semplicemente perché vivono altrove. Il Comune, una volta ottenuta la disponibilità da parte dei rispettivi proprietari, fa rientrare le case all’interno dell’apposito bando e le offre a chi è interessato al costo simbolico di 1 euro con l’impegno, in tempi che variano da sei mesi a due anni, di ristrutturarle a spese proprie.
Un modo per ripopolare i borghi e i paesi, combattere lo spopolamento, dare un nuovo volto ai centri storici riqualificando gli edifici in cattive condizioni, favorire l’incremento demografico, lo sviluppo dell’economia e del turismo locale.

COME FUNZIONA
Chi decide di acquistare casa a un euro deve prevedere un progetto di ristrutturazione e rivalutazione della casa, sostenere le spese notarili per la registrazione, le volture e l’accatastamento e impegnarsi a far partire i lavori dal momento dell’ottenimento di tutti i permessi.
Tra gli altri paesi che hanno portato avanti l’iniziativa “Case a un euro” ci sono anche Gangi, in provincia di Palermo dove il progetto ha riscosso un incredibile successo e dove sono state oltre 100 le case assegnate alla cifra simbolica di un euro e Pizzone, 350 abitanti, nei pressi di Isernia, dove l’iniziativa ha assunto anche un risvolto culturale: il bando è stato infatti destinato solo agli scrittori. Anche in questo caso, lo scrittore selezionato deve impegnarsi a ristrutturare l’immobile entro un anno dall’acquisto.
E ancora: a Montieri, in Toscana, sono già stati ristrutturati due dei dieci immobili in vendita ad un euro, stessa cosa a Nulvi, in provincia di Sassari, dove sono diverse le case assegnate mediante l’apposito bando.
Sempre in Toscana, anche il comune di Fabbriche di Vergemoli ha aderito all’iniziativa Case a 1 Euro. Un’occasione che è stata colta al volo anche nel vicino paese di Vetriceto, dove per cento centesimi è stato venduto un grande casolare abbandonato da oltre 40 anni.
Nella provincia di Alessandria, nel comune di Carrega Ligure, invece, grazie all’iniziativa “Case ad 1 Euro” sono stati presentati quattromila progetti di ristrutturazione, con il Comune che ne ha ritenuti interessanti circa un centinaio anche se ancora non si è conclusa nessuna compravendita.

Ed è di questi giorni la notizia che anche il Comune di Patrica, un paese di tremila abitanti in provincia di Frosinone, nel Lazio, ha scelto di aderire al progetto in modo da valorizzare il centro storico e combatterne lo spopolamento.
Patrica è un antico paese dei Monti lupini, e qui, come in altri circa mille borghi italiani, si rischia l’abbandono e lo spopolamento, con la fuga verso i centri urbani. Così il sindaco ha deciso di mettere in vendita 38 immobili in completo abbandono a 1 euro, e ovviamente chi acquista dovrà ristrutturarli e abitarli. A chi sceglie di aderire al bando, il Comune assicura sgravi fiscali per tre anni e un sostegno concreto nell’attuazione delle procedure necessarie.

fonte: nonsprecare.it

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