Riqualificazione edificiENEA e la Città Metropolitana di Milano hanno sottoscritto un accordo per la realizzazione di un servizio di “One Stop Shop”, ovvero uno sportello unico locale per supportare i proprietari di immobili pubblici e privati nel processo di riqualificazione energetica degli edifici.

Lo sportello metterà a disposizione tutte le informazioni utili per conoscere le caratteristiche del proprio edificio, da una stima dei consumi alle potenzialità di risparmio in bolletta, fornendo indicazioni sulle tecnologie d’intervento più diffuse, la tipologia di professionisti da consultare per ogni step del processo di riqualificazione e i meccanismi di incentivazione attualmente disponibili. La definizione del percorso di ristrutturazione e le guide di orientamento per gli utenti saranno rese fruibili attraverso una piattaforma dedicata.

Nei prossimi 18 mesi ENEA e la Città Metropolitana di Milano prevedono di realizzare la prima versione del servizio. Saranno utilizzati come casi pilota alcuni edifici reali i cui dati sono già disponibili grazie ad una sperimentazione messa in atto dai due enti, tra il 2017 e il 2018, a seguito di un progetto finalizzato ad effettuare diagnosi energetiche “leggere” sugli immobili del territorio metropolitano che dispongono di un impianto termico con potenza superiore ai 35 kW.

Lo sviluppo del progetto One Stop Shop si inserisce all’interno del sistema DeciWatt, un programma dell’Area Ambiente e tutela del Territorio di Città Metropolitana di Milano avviato a marzo 2020, che per implementare l’efficienza energetica negli edifici mette a sistema strumenti di digitalizzazione del territorio come Decimetro, la nuova piattaforma istituzionale per la consultazione di informazioni geografiche relative ai Comuni appartenenti al territorio metropolitano milanese.

In questa fase iniziale del progetto partirà un tavolo tecnico con tutti i soggetti della filiera della ristrutturazione degli edifici. “Si partirà con il piede giusto solo se si riuscirà a lavorare in sinergia con progettisti, imprese, amministratori condominiali, consumatori, istituti finanziari e con il coinvolgimento dei Comuni del territorio metropolitano - afferma Mauro Marani, responsabile della Divisione Servizi Integrati per lo Sviluppo Territoriale del Dipartimento DUEE di ENEA - Città metropolitana di Milano con la sue competenze nella gestione del territorio e l’esperienza maturata nel controllo degli impianti termici, ed ENEA che, grazie alla presenza del suo CCEI di Milano è in grado di mettere a disposizione del territorio competenze scientifiche e strumenti innovativi, sono riuscite a sviluppare un progetto molto ambizioso e in linea con le nuove direttive europee”.

 

Fonte: Enea

Bonus mobiliNel mese di febbraio è stata pubblicata una nuova guida relativa alle detrazioni per l'acquisto di mobili ed elettrodomestici e una guida pratica alla ristrutturazione e riqualificazione energetica degli edifici per gli Amministratori di condominio.

L'Agenzia delle Entrate ha pubblicato la Guida, aggiornata al mese di febbraio 2020, relativa alle detrazioni per l'acquisto di mobili ed elettrodomestici.

Si può usufruire della detrazione Irpef del 50% per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici di classe non inferiore alla A+ (A per i forni), destinati ad arredare un immobile oggetto di ristrutturazione.
L’agevolazione è stata prorogata dalla Legge di bilancio 2020 (comma 175, dell'art. 1, della L. 160/2019) anche per gli acquisti che si effettuano nel 2020, ma può essere richiesta solo da chi realizza un intervento di ristrutturazione edilizia iniziato non prima del 01/01/2019.

Per avere l’agevolazione è indispensabile realizzare una ristrutturazione edilizia (e usufruire della relativa detrazione), sia su singole unità immobiliari residenziali sia su parti comuni di edifici, sempre residenziali.

 

Fonte: Bollettino Online di Legislazione Tecnica
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Venerdì, 17 Gennaio 2020 13:11

Sismabonus, il MIT aggiorna le Linee guida

Bonus ediliziaIl Ministero delle infrastrutture e trasporti ha pubblicato un nuovo decreto che aggiorna le Linee guida sul Sismabonus con alcune specifiche in merito alle modalità di presentazione dell’asseverazione nonché in merito all’applicabilità del Sismabonus anche agli interventi di demolizione e ricostruzione.

Il D. Min. Infrastrutture e Trasp. 09/01/2020, n. 24 - pubblicato sul sito del Ministero il 15/01/2020 - reca modifiche alle Linee guida tecniche concernenti la classificazione del rischio sismico delle costruzioni nonché le modalità per l'attestazione, da parte di professionisti abilitati, dell'efficacia degli interventi effettuati, ai fini dell’applicazione del c.d. “Sismabonus” (Linee guida a loro volta contenute nel D. Min. Infrastrutture e Trasp. 28/02/2017, n. 58).

Le modifiche scaturiscono essenzialmente:
1) dalla necessità di adeguare il D.M. 58/2017 alle disposizioni regionali in materia edilizia, con particolare riferimento alle istanze per il rilascio dei titoli abilitativi: il nuovo comma 3 dell’art. 3 del D.M. 58/2017 specifica che il progetto degli interventi per la riduzione del rischio sismico, con l’asseverazione della classe di rischio dell'edificio precedente l'intervento e quella conseguibile a seguito dell'esecuzione dell'intervento progettato, va presentato (in allegato alla SCIA o alla richiesta di permesso di costruire) tempestivamente, e comunque prima dell’inizio dei lavori;
2) dalla necessità di adeguare il modello di cui all’Allegato B (Asseverazione del progettista) alle conclusioni dell’Agenzia delle entrate in merito all’applicabilità del Sismabonus anche agli interventi di demolizione e ricostruzione (si vedano in proposito: Sismabonus ammesso per interventi di demolizione e ricostruzione e Sismabonus per intervento di demolizione con ricostruzione su diversa area di sedime).

Nel testo del D. Min. Infrastrutture e Trasp. 09/01/2020, n. 24, appaiono tuttavia presenti ancora alcuni piccoli refusi che hanno caratterizzato fin dalla prima versione l’Allegato A del D.M. 58/2017 (Linee guida per la classificazione del rischio sismico).

Si ricorda che il “Sismabonus” è al momento previsto fino a tutto il 2021.

 

 

Fonte: Bollettino Online di Legislazione Tecnica
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FRCMIl Consiglio superiore dei lavori pubblici ha prorogato di un anno il periodo transitorio previsto dalle Linee guida per l’identificazione, la qualificazione ed il controllo di compositi fibrorinforzati a matrice inorganica, denominati FRCM (Fiber Reinforced Cementitious Matrix), impiegati per il consolidamento strutturale.

Con D. Cons. Sup. LL.PP. 08/01/2019, n. 1, sono state approvate Linee guida contenenti le procedure per l’identificazione, la qualificazione e l’accettazione di materiali di compositi fibrorinforzati a matrice inorganica (FRCM - Fiber Reinforced Cementitious Matrix), allo scopo di consentire lo svolgimento delle attività del Servizio Tecnico Centrale relative al rilascio delle Certificazioni di Valutazione Tecnica per l'impiego di materiali e prodotti da costruzione per uso strutturale non soggetti a marcatura CE.
Il provvedimento si affianca al precedente D. Cons. Sup. LL.PP. 09/07/2015, n. 220, concernente i materiali compositi fibrorinforzati a matrice polimerica (FRP).

A partire dalla pubblicazione del decreto del Consiglio superiore dei lavori pubblici in commento, è possibile inoltrare al Servizio Tecnico Centrale istanze di qualificazione dei materiali in oggetto, in conformità a quanto riportato nelle Linee guida.
È peraltro previsto un periodo transitorio: è infatti consentito, per un periodo di un anno successivo al decreto stesso, ora ulteriormente prorogato di 12 mesi e quindi fino al 08/01/2021 dal D. Cons. Sup. LL.PP. 03/12/2019, n. 625, durante il quale - per quanto concerne l’impiego di composti fibrorinforzati a matrice inorganica (FRCM) da utilizzarsi per il consolidamento di costruzioni esistenti - è possibile continuare a fare riferimento a quanto disposto in merito al punto 8.6 delle Norme tecniche per le costruzioni (NTC 2018) di cui al D.M. 17/01/2018. Si richiama in proposito il Parere 20/07/2017, n. 31, del Consiglio superiore dei LL.PP.
Trascorso detto periodo transitorio, per il consolidamento di costruzioni esistenti tramite composti fibrorinforzati a matrice inorganica (FRCM), potranno essere impiegati solo materiali qualificati ai sensi della Linea guida in commento.

 

 

Fonte: Bollettino Online di Legislazione Tecnica
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Piano sport e periferieLa Delibera 45/2019 del CIPE, pubblicata nella G.U. del 29/10/2019, n. 254, modifica l'articolazione finanziaria del Piano operativo sport e periferie, con una dotazione complessiva di 250 milioni di euro a valere sulle risorse del FSC 2014-2020.

Il Piano operativo sport e periferie, approvato con la Delibera 16/2018 del CIPE, ha per oggetto un programma nazionale di interventi finalizzati alla implementazione del patrimonio infrastrutturale sportivo nazionale, con particolare riguardo alle aree svantaggiate e alle zone periferiche urbane.

Le risorse del Fondo saranno destinate a finanziare interventi di:
a) ricognizione di impianti sportivi esistenti su tutto il territorio nazionale;
b) realizzazione e rigenerazione di impianti sportivi finalizzati all’attività agonistica, localizzati nelle aree svantaggiate del Paese e nelle periferie urbane;
c) diffusione di attrezzature sportive nelle suddette aree, con l’obiettivo di rimuovere gli squilibri economici e sociali esistenti;
d) completamento e adeguamento di impianti sportivi esistenti da destinare all’attività agonistica nazionale e internazionale.

Al Piano operativo è assegnata una dotazione finanziaria complessiva di 250 milioni di euro a valere sulle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione 2014-2020.

Al fine di una più celere attivazione degli interventi, con la Delibera 45/2019 del CIPE è stata modificata l’articolazione finanziaria del Piano operativo sport e periferie - già approvato con Del. Cipe 16/2018 e modificato dalla Del. Cipe 10/2019 - come segue:

  • anno 2019: 45 milioni di euro (invariato);
  • anno 2020: 40 milioni di euro (in luogo di 25 milioni);
  • anno 2021: 60 milioni di euro (in luogo di 25 milioni);
  • anno 2022: 60 milioni di euro (in luogo di 25 milioni);
  • anno 2023: 25 milioni di euro (invariato);
  • anno 2024: 10 milioni di euro (in luogo di 20 milioni);
  • anno 2025: 10 milioni di euro (in luogo di 85 milioni).

 

Fonte: Bollettino Online di Legislazione Tecnica
www.legislazionetecnica.it

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Bonus facciateLa bozza della Legge di bilancio 2020 del 29/10/2019 prevede l'introduzione di detrazioni fiscali per gli interventi edilizi sulle facciate degli edifici (c.d. bonus facciate), nonché la proroga per il 2020 dei bonus per ristrutturazioni edilizie e riqualificazione energetica.

Il disegno di Legge di bilancio 2020 (bozza del 29/10/2019) prevede, tra l'altro, tramite modifiche al D.L. 04/06/2013, n. 63:
- l'introduzione del c.d. bonus facciate, il quale consiste nella detrazione dall'imposta lorda pari al 90% delle spese documentate, sostenute nell’anno 2020, relative agli interventi edilizi, ivi inclusi quelli di manutenzione ordinaria, finalizzati al recupero o restauro della facciata degli edifici;
- la proroga per l'anno 2020 del bonus per gli interventi di ristrutturazione edilizia e dell'eco-bonus per gli interventi di riqualificazione energetica.

Si veda sul tema la nota illustrativa Detrazioni per riqualificazione energetica, ristrutturazione, misure antisismiche, acquisto mobili.

 

 

Fonte: Bollettino Online di Legislazione Tecnica
www.legislazionetecnica.it

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Quarantatrè pali per l'illuminazione, quante sono le vittime del crollo del viadotto Morandi. E un'idea per la riqualificazione di tutta l'area

Quarantatré pali dell'illuminazione, tante quante sono le vittime del crollo del vecchio Morandi, su una linea semplice e pulita, priva di "strallatura", ovvero di strutture che sovrastino la carreggiata, con il peso sostenuto interamente dai piloni.

E' questa, secondo quanto anticipato dal Secolo XIX, l'idea del nuovo ponte Morandi, offerta da Renzo Piano e consegnata al commissario per l'emergenza e governatore ligure Giovanni Toti.


I pali dell'illuminazione sono l'elemento "memoriale" del progetto dell'archistar: renderebbero omaggio alle 43 persone che hanno perso la vita il 14 agosto scorso e sarebbero visibili in tutta la vallata. Il progetto di Piano è diverso rispetto a quello parzialmente annunciato da Autostrade per l'Italia, al momento società designata per demolire e ricostruire il ponte: un viadotto in acciaio con una struttura strallata. Entro il 31 agosto si conosceranno anche ulteriori dettagli di questo piano.


Non solo il ponte per Genova

Per Genova "serve un progetto di rinascita, di riscatto per tutta l'area colpita. Non c'è solo un ponte da ricostruire, ma un pezzo di città in trasformazione da ridisegnare" dice l'architetto che è anche senatore a vita a 'Repubblica'. "Questo - spiega Piano - è il classico caso in cui serve un concorso aperto a tutti: architetti, paesaggisti, ingegneri. Quello del ponte è un tema che tocca tutti e tutte le corde: da quella tecnologica a quella poetica. Ho fatto qualche schizzo, ma è soltanto l'inizio. La parte di città colpita dal crollo è fatta di aree industriali e ferroviarie parzialmente dismesse e comunque in trasformazione. Urbanisticamente è molto interessante. Dobbiamo cogliere l'opportunità per riscattare questo pezzo di Genova e quindi tutta la città".

"Le città - prosegue Piano - fanno questo, crescono costruendo sul costruito. E' un grande tema che non è associato soltanto al ponte crollato. Il paradosso è che per questa periferia c'era un progetto finanziato, ma il Parlamento con il Milleproroghe ha rinviato al 2020 i fondi stanziati per il piano nazionale delle periferie".

 

fonte: agi.it

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L’Aquila. “La rivitalizzazione del centro storico dell’Aquila passa attraverso il recupero delle piazze e degli spazi comuni del centro storico. Dopo il sisma del 2009 siamo tutti concentrati sul recupero del patrimonio edilizio, in particolare dei palazzi storici, ma è arrivato il momento di riprogettare gli spazi urbani: piazze, giardini e parchi”. E’ la proposta lanciata da Giuseppe Cimmino, segretario del Consiglio dell’Ordine degli architetti della provincia dell’Aquila, nell’ambito della seconda giornata nazionale del paesaggio, organizzata dal Mibac, che ha avuto come tema centrale “Paesaggi condivisi, tutela e valorizzazione”. Un appuntamento che ha visto protagonista, con una serie di iniziative l’Ordine provinciale degli architetti, in collaborazione con la Sovrintendenza ai Beni archeologici e paesaggistici.

“Rischiamo”, il monito lanciato da Cimmino, “di restituire alla città palazzi bellissimi, ma non i luoghi di socializzazione. Come architetti proponiamo una forte sinergia con il Comune, gli altri ordini professionali, la Sovrintendenza, i privati e la cittadinanza per elaborare dei progetti e dei “concorsi di idee” finalizzati alla riqualificazione degli spazi urbani comuni, con particolare riferimento alle piazze che, fino ad oggi, sono state oggetto di utilizzo ausiliario ai cantieri per il posizionamento delle gru e del carrabile e l’approvvigionamento dei materiali edili. Quando riscopriamo, restituendole agli aquilani, le bellissime facciate dei palazzi storici, che hanno una valenza architettonica indiscussa, le stesse affacciano su spazi dismessi, da riqualificare, spesso degradati. Ed è su questo”, conclude Commino, “che dobbiamo lavorare per restituire decoro anche agli spazi pubblici dell’Aquila. In particolare, in centro storico”. Proposte che si legano a doppio filo con la nuova campagna “Paesaggi condivisi 2018”, che ha visto la partecipazione dell’Ordine degli architetti e della Sovrintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio dell’Aquila, con il seminario “Paesaggio, tutela e valorizzazione”: una riflessione comune sul complesso tema del paesaggio, intesa come salvaguardia e protezione, in un’ottica di partecipazione e sul territorio aquilano e del cratere sismico del 2009.

abruzzolive.it

Pubblicato in Architettura
Martedì, 03 Ottobre 2017 17:27

Primo Bando di Gara Cammini e Percorsi

Parte la prima gara del progetto Valore Paese-Cammini e Percorsi per assegnare 43 immobili pubblici in concessione gratuita per 9 anni, ad imprese, cooperative e associazioni costituite in prevalenza da under 40, come previsto dal D.L. Turismo e Cultura (D.L. 31.5.2014, n. 83).

E’ la prima volta che l’Agenzia utilizza lo strumento della concessione gratuita per sostenere l’imprenditoria giovanile e il terzo settore allo scopo di incentivare iniziative a carattere innovativo, sociale, culturale, creativo e sportivo.

Da oggi fino al prossimo 11 dicembre è possibile consultare il bando unico nazionale, la “Guida al bando” e tutta la documentazione riguardante i 30 immobili di proprietà dello Stato in gara. Si tratta di case cantoniere, torri, ex caselli ferroviari e vari fabbricati distribuiti su tutto il territorio nazionale. Contestualmente, e nei prossimi giorni, anche gli altri enti locali coinvolti pubblicheranno sui rispettivi siti istituzionali i bandi dei 13 beni di loro proprietà inseriti nell’iniziativa.

http://www.agenziademanio.it/opencms/it/gare-aste/bandodigaracamminipercorsipagina/

Il Progetto
Cammini e Percorsi è il nuovo progetto a rete dell'Agenzia del Demanio, promosso da MIBACT e MIT che punta alla riqualificazione e riuso di immobili pubblici situati lungo percorsi ciclopedonali e itinerari storico-religiosi.

Gli obiettivi
L'obiettivo del progetto è riutilizzare gli immobili pubblici come contenitori di servizi e di esperienze autentiche per camminatori, pellegrini e ciclisti, in linea con la filosofia dello slow travel.

I destinatari
L'operazione è rivolta a tutti gli operatori che possano sviluppare un progetto turistico dall’elevato potenziale per i territori, in una logica di partenariato pubblico-privato, a beneficio di tutta la collettività.

La consultazione pubblica
Il 26 giugno scorso si è conclusa l'iniziativa di ascolto di tutti i soggetti interessati a dare il loro contributo sul futuro dei beni inseriti nel progetto. Hanno partecipato quasi 25.000 persone da tutto il mondo. Per saperne di più, visita la pagina dedicata http://www.agenziademanio.it/opencms/it/consultazionipubbliche/camminiepercorsi/

Fonte: angenziadeldemanio.it

Pubblicato in Concorsi & Appalti

L'obiettivo dei sindaci che lanciano questo tipo di iniziative è quello di fermare lo spopolamento dei borghi. Chi compra, ovviamente, deve ristrutturare e dare nuova vita all'appartamento. E nuova vita al territorio.

DOVE COMPRARE CASA A 1 EURO
Comprare casa a un euro per fronteggiare l’impoverimento del territorio e l’abbandono dei piccoli centri: questa la singolare iniziativa portata avanti in molti comuni italiani per ripopolare i paesi e riqualificare gli immobili vecchi e abbandonati.
Il primo bando sulle case a un euro è stato quello di Salemi, poco più di 10mila abitanti, in provincia di Trapani, in Sicilia, a cui poi sono seguite le iniziative di Lecce nei Marsi, nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Ollolai, un paesino sardo di poco più di mille anime a 45 chilometri da Nuoro e Regalbuto in Sicilia, 9mila abitanti ai piedi dell’Etna.

Il progetto riguarda le abitazioni molto vecchie, a volte anche fatiscenti, abbandonate o a cui i proprietari rinunciano perché impossibilitati a ristrutturarle o semplicemente perché vivono altrove. Il Comune, una volta ottenuta la disponibilità da parte dei rispettivi proprietari, fa rientrare le case all’interno dell’apposito bando e le offre a chi è interessato al costo simbolico di 1 euro con l’impegno, in tempi che variano da sei mesi a due anni, di ristrutturarle a spese proprie.
Un modo per ripopolare i borghi e i paesi, combattere lo spopolamento, dare un nuovo volto ai centri storici riqualificando gli edifici in cattive condizioni, favorire l’incremento demografico, lo sviluppo dell’economia e del turismo locale.

COME FUNZIONA
Chi decide di acquistare casa a un euro deve prevedere un progetto di ristrutturazione e rivalutazione della casa, sostenere le spese notarili per la registrazione, le volture e l’accatastamento e impegnarsi a far partire i lavori dal momento dell’ottenimento di tutti i permessi.
Tra gli altri paesi che hanno portato avanti l’iniziativa “Case a un euro” ci sono anche Gangi, in provincia di Palermo dove il progetto ha riscosso un incredibile successo e dove sono state oltre 100 le case assegnate alla cifra simbolica di un euro e Pizzone, 350 abitanti, nei pressi di Isernia, dove l’iniziativa ha assunto anche un risvolto culturale: il bando è stato infatti destinato solo agli scrittori. Anche in questo caso, lo scrittore selezionato deve impegnarsi a ristrutturare l’immobile entro un anno dall’acquisto.
E ancora: a Montieri, in Toscana, sono già stati ristrutturati due dei dieci immobili in vendita ad un euro, stessa cosa a Nulvi, in provincia di Sassari, dove sono diverse le case assegnate mediante l’apposito bando.
Sempre in Toscana, anche il comune di Fabbriche di Vergemoli ha aderito all’iniziativa Case a 1 Euro. Un’occasione che è stata colta al volo anche nel vicino paese di Vetriceto, dove per cento centesimi è stato venduto un grande casolare abbandonato da oltre 40 anni.
Nella provincia di Alessandria, nel comune di Carrega Ligure, invece, grazie all’iniziativa “Case ad 1 Euro” sono stati presentati quattromila progetti di ristrutturazione, con il Comune che ne ha ritenuti interessanti circa un centinaio anche se ancora non si è conclusa nessuna compravendita.

Ed è di questi giorni la notizia che anche il Comune di Patrica, un paese di tremila abitanti in provincia di Frosinone, nel Lazio, ha scelto di aderire al progetto in modo da valorizzare il centro storico e combatterne lo spopolamento.
Patrica è un antico paese dei Monti lupini, e qui, come in altri circa mille borghi italiani, si rischia l’abbandono e lo spopolamento, con la fuga verso i centri urbani. Così il sindaco ha deciso di mettere in vendita 38 immobili in completo abbandono a 1 euro, e ovviamente chi acquista dovrà ristrutturarli e abitarli. A chi sceglie di aderire al bando, il Comune assicura sgravi fiscali per tre anni e un sostegno concreto nell’attuazione delle procedure necessarie.

fonte: nonsprecare.it

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