Nell’ambito del progetto STS-Med[1]- che vede coinvolte 14 tra istituzioni, aziende locali, università ed enti di ricerca, tra cui l’ENEA - sono stati inaugurati quattro impianti solari a concentrazione multi-generativi di piccola taglia in Italia, Egitto, Cipro e Giordania. Finanziato con 5 milioni di euro dal Programma europeo di cooperazione internazionale ENPI CBC MED2, l’obiettivo principale di STS-Med è diffondere tecnologie innovative e sensibilizzare le comunità locali sulle potenzialità del solare a concentrazione per soddisfare il fabbisogno energetico. Gli impianti di piccole dimensioni - e questa è una novità assoluta visto che i sistemi a concentrazione solare sono prevalentemente di grande taglia (dal MW in su) - produrranno complessivamente 500 kW termici, fornendo elettricità, acqua calda e condizionamento a 20 milapersone nell’area del Mediterraneo.
"Questo progetto offre nuove opportunità di business alle imprese e contribuisce alla creazione di distretti locali e di filiere produttive con posti di lavoro qualificati - spiega Alberto Giaconia, ricercatore dell’ENEA - Una volta raggiunta la piena operatività, gli impianti verranno gestiti in modo autonomo; puntiamo a formare 1.000 professionisti del settore energetico e a portare 200 tra gestori e manager di strutture pubbliche a visitare questi impianti, che diventeranno veri e propri laboratori didattici”.
I prototipi – installati presso scuole e campus universitari - sono dotati di un sistema di stoccaggio dell’energia che garantisce funzionamento e fornitura di elettricità indipendentemente dall'effettiva radiazione solare, anche di notte; in particolare, nel progetto STS-Med l’ENEA ha sviluppato un nuovo sistema di accumulo termico per impianti solari a concentrazione su taglia medio-piccola. Gli impianti sono inoltre integrabili con biomasse e fonti fossili (anche se quest’ultima resta per il momento solo un’opzione) per garantire massima flessibilità nell’approvvigionamento energetico. Le caratteristiche di questi prototipi aprono nuove opportunità di sviluppo sostenibile per molte aree remote del Pianeta, soprattutto quelle localizzate nella cosiddetta “sun-belt” (la fascia del sole che comprende anche Nord Africa e Medio Oriente), dove lo sfruttamento dell’energia solare rappresenterà la maggiore fonte di approvvigionamento energetico. Ma non solo. Accanto alla fornitura di energia, la tecnologia STS-Med permetterà alle comunità locali di avere accesso all'acqua potabile grazie ai processi di dissalazione, altamente energivori.