Nel 2020 diventerà finalmente accessibile ai visitatori la stanza situata sotto le Cappelle Medicee, sulle cui pareti Buonarroti disegnò alcuni schizzi dei suoi capolavori
Buone notizie per chi visiterà le Cappelle Medicee a Firenze, nel 2020. Tra due anni, la stanza segreta di Michelangelo Buonarroti, ospitata nel complesso monumentale della Basilica di San Lorenzo, aprirà finalmente al pubblico.
Scoperta nel 1957, in seguito a una serie di lavori di restauro alla Sagrestia Nuova, diretti dall’allora direttore del Museo, Paolo del Poggetto, era la stanza in cui uno dei maggiori rappresentanti del Rinascimento italiano si rifugiò nel 1530 per diversi mesi. Michelangelo temeva infatti ritorsioni personali da parte dei Medici per aver sostenuto lui stesso il governo repubblicano (che li aveva cacciati da Firenze), collaborando al progetto della struttura muraria che avrebbe dovuto difendere la Repubblica Fiorentina dagli spagnoli.
Un piccolo spazio di soli sette metri per due, situato sotto la Sagrestia Nuova della Basilica di San Lorenzo, sulle cui pareti uno dei maggiori artisti di sempre disegnò a carboncino schizzi che rappresentano opere che intendeva portare a termine una volta terminata l’auto-prigionia, ma anche capolavori del passato, come un dettaglio del David e alcune figure della volta della Cappella Sistina. Nella stanza si può ammirare, inoltre, lo schizzo di un corpo chinato e ripiegato su se stesso, interpretato come una sorta di autoritratto dell’artista durante la sua reclusione.
Per secoli, questi graffiti sono rimasti coperti da uno strato di biacca, fino ad essere riportati alla luce nel novembre del 1975, in seguito ai lavori preliminari per la creazione di un’uscita di sicurezza per le Cappelle Medicee. È a quel punto che viene fatto quello che il professore di storia dell’arte Frederick Hartt avrebbe definito uno dei più importanti ritrovamenti artistici del XX° secolo. Un patrimonio che ha alimentato accesi dibattiti, tra gli storici, in merito all’attribuzione dei disegni a Michelangelo, dibattiti che tutt’ora restano aperti. Non mancano studiosi scettici come William Wallace, docente della Washington University di St. Louis, secondo il quale Michelangelo sarebbe stato un personaggio troppo importante per rinchiudersi in un seminterrato. Altri studiosi, invece, hanno trovato somiglianze evidenti tra alcune delle figure disegnate sulle pareti e quelle realizzate sul soffitto della Cappella Sistina.
Nel 2013 i graffiti sono stati resi visibili attraverso un percorso monografico interattivo dotato di postazioni touch, ma i visitatori non hanno ancora la possibilità di accedere alla stanza segreta del Buonarroti. La svolta è attesa nel 2020, grazie al piano della direttrice del Museo Nazionale del Bargello, Paola D’Agostino, che consentirà finalmente al pubblico di ammirare i disegni attribuiti a Michelangelo nel suo rifugio ospitato sotto la Sagrestia Nuova.
fonte: initalia.virgilio.it
Nel 2020 apre a Firenze la stanza segreta di Michelangelo
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