Confort e sostenibilità con URSA Italia

Confort e sostenibilità con URSA Italia

Confort e sostenibilità sono le parole chiave che segnano il nostro viaggio in alta Val di Susa con Pasquale D'Andria e con il contributo speciale di Luca Mercalli.

Nell'antica grangia del '700 sono stati utilizzati prodotti ad alte prestazioni tecniche per ridurre notevolmente la necessità di riscaldare gli ambienti. Grande attenzione viene prestata anche al comportamento al fuoco dei prodotti utilizzati per l'isolamento. L'uso di materiali incombustibili e inorganici garantisce sicurezza e sostenibilità grazie anche alla conformità ai Criteri Ambientali Minimi(CAM)!


"Confort e calore, resistenza al fuoco e sicurezza", la quarta puntata dello Speciale Oulx, è disponibile su Di.Ma. Play, nel canale YouTube di URSA Italia.



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La sostenibilità ambientale degli isolanti URSA

La sostenibilità ambientale degli isolanti URSA

“In natura non ci sono né premi, né punizioni; ci sono solo conseguenze” sosteneva Robert Green Ingersoll, pensatore americano del XIX secolo.

In questa epoca iperconnessa, dove le informazioni viaggiano in tempo reale in ogni punto del globo, eludendo anche le censure più severe, è sempre meno probabile riuscire a non sentire e a non vedere almeno una delle “conseguenze” dello stile di vita insostenibile che la specie umana, in larga misura, ha adottato a partire dalla rivoluzione industriale. Orde di cavallette che invadono i campi riducendo popolazioni intere alla fame, nuove malattie associate agli allevamenti intensivi sconsiderati, microplastiche sui fondali marini e persino nei nostri organi, pinguini nel fango lì dove c’è sempre stato ghiaccio, orsi polari emaciati che fluttuano sperduti su iceberg, fiumi e isole di rifiuti…

Le “conseguenze” sono tante e di proporzioni tali, a volte, da farci sentire impotenti. Un sentimento comprensibile, ma del tutto sbagliato.

Il potere di cambiare scenario è ancora nelle nostri mani.

Lo sanno bene i tanti giovani e meno giovani che investono il loro tempo, la loro energia, il loro intelletto per sensibilizzare le coscienze, studiare sistemi socio-economici sostenibili e inventare tecnologie che ci permettano di sistemare i nostri pasticci e di mantenere la nostra qualità di vita, magari estendendola a chi oggi proprio non ne ha.

E’ con la consapevolezza dell’importanza del contribuito di ciascuno che URSA, azienda leader nella produzione di materiali isolanti, continua a fare della sostenibilità ambientale il tema principale del suo operato, sfruttando ogni occasione per divulgare la cultura dell’ambiente. E, nel contempo, URSA continua ad investire nella ricerca e nello sviluppo di soluzioni tecnologiche sempre più sostenibili.

Questo è l’approccio che ha portato alla nascita della tecnologia URSA BiOnic, un processo di realizzazione di prodotti isolanti che combina aspetti biologici e tecnici, che si traducono in prestazioni premium: il meglio di entrambi.

Tutti i prodotti isolanti sono, per loro natura, eco-friendly, amici dell’ambiente: isolando gli edifici, contribuiscono a ridurre le emissioni di anidride carbonica legate al raffreddamento/raffrescamento, che nel bilancio complessivo pesano per circa il 40% delle emissioni globali. Ciononostante, la sostenibilità dei prodotti isolanti può essere ulteriormente incrementata: questa è l’idea che ha portato ad URSA BiOnic.

Vediamo ora nel dettaglio cosa comporta…

URSA BiOnic per le linee di prodotto in lana minerale URSA GLASSWOOL e URSA TERRA:

  • materie prime prevalentemente da riciclato;
  • legante di nuova formulazione a base organica di origine vegetale, ecocompatibile e con una ridottissima emissività di VOC e formaldeide;
  • impianto produttivo dotato di sistemi di filtraggio dei vapori e di recupero dei materiali di scarto con la re-immissione nel processo produttivo;
    packaging riciclabile al 100%;
  • elevata comprimibilità dei materiali che consente di ridurre fino a 6 volte il numero dei camion necessari al trasporto;
    prestazioni termiche premium con conseguente riduzione del fabbisogno energetico e ritorno dei costi di intervento in tempo ridotto;
    versatilità e posa a secco con conseguente possibilità di riuso a seguito di decostruzione/demolizione;
    smaltimento in discarica per inerti oppure riciclo, nel caso di percorsi virtuosi di recupero.

Il progetto culturale Isola Ursa guarda al futuro e ai giovani

Il progetto culturale Isola Ursa guarda al futuro e ai giovani

Si è conclusa con successo la terza edizione di ISOLA URSA, il programma culturale promosso da URSA Italia nel contesto di Klimahouse – la Fiera dell’edilizia sostenibile e del risparmio energetico (Bolzano, 22-25 gennaio). Si tratta di un progetto volto a promuovere il concetto di sostenibilità ambientale in modo sempre più trasversale tra ogni disciplina e settore: una società sostenibile è tale se ogni ambito lavora per l’obiettivo dello sviluppo comune. URSA Italia, leader nel settore dell’isolamento termico e acustico, da anni riserva attenzione alle tematiche ambientali; in questo 2020 a Bolzano ha voluto nuovamente presentare iniziative di carattere didattico-divulgativo di sensibilizzazione, coinvolgendo però in modo particolare le nuove generazioni.
Nella precedente edizione, ISOLA URSA ospitò progettisti di prim’ordine, come Roj, Cavalli, Femia, Pontarollo, Pagliani, Miron e Mercalli, Boecker e divulgatori del calibro di Licia Colò, Syusy Blady e Luca Mercalli. Per l’edizione 2020 ha invece voluto approfondire la sfera didattica, concentrandosi sui ragazzi delle scuole secondarie di secondo grado, il cuore della futura generazione di progettisti, ideatori e ricercatori. Numerose sono state le conferenze, le attività e i dibattiti dove i professionisti hanno potuto ancora una volta condividere le proprie conoscenze ed esperienze in materia di sostenibilità ambientale.
Tra i momenti più significativi proprio quello d’apertura nel pomeriggio della prima giornata con il talk dedicato alla sostenibilità ambientale di cui sono stati protagonisti Riccardo Valentini, Premio Nobel per la Pace nel 2007, autore principale del Rapporto speciale IPCC sui Cambiamenti climatici e l'uso del territorio, e Luca Mercalli, climatologo e divulgatore scientifico accademico, Presidente della Società Meteorologica Italiana. Con loro anche Pasquale D’Andria, direttore tecnico e marketing di URSA Italia che ha contestualmente presentato Di.Ma. Play, un video magazine di informazione online, caratterizzato da contributi tecnici di professionisti del settore edile. Il primo contenuto è proprio di Mercalli, dedicato alla riqualificazione energetica degli edifici.
Da questo frizzante evento, seguito da un folto pubblico di giovani spettatori, si è confermata l’esigenza per l’uomo, e per la salute del Pianeta, di adottare abitudini e atteggiamenti virtuosi, dal basso impatto ambientale.
Tra i contributors di ISOLA URSA quest’anno si sono annoverati inoltre il climatologo Roberto Barbiero; il glaciologo del MUSE di Trento Christian Casarotto e i Proff. universitari Sonia Massari, Stefano Filacorda e Andrea Bisignano; dal mondo tecnico, l’architetto Mariadonata Bancher, in qualità di referente per l’Agenzia Casa Clima; il Direttore Scientifico di Klimahouse Start Up Award Luca Barbieri e, dal mondo dei social il CEO e Co-Fondatore di GreenApes Gregory Eve e la green influencer Martina Rogato.

Ad arricchire il programma, preziosi contributi video di sensibilizzazione, come quelli del Capo Gabinetto della FAO Mario Lubetkin; Alessandro Benetton, imprenditore, sportivo e appassionato del mondo digitale; Luca Lombroso, Climatologo Presidente dell’Associazione Meteo A.S.M.E.R.; Nico Colonna, Presidente di Smemoranda; Paolo Franceschini, Conduttore Radio Kiss Kiss e “Comicista” (Comico-Ciclista) e YAC - Young Architects Competitions, la realtà che promuove concorsi volti a ridare vita alle risorse architettoniche del territorio, come approccio sostenibile per valorizzare il patrimonio esistente, sfruttando il costruito anziché edificare su nuovi terreni.

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A fare da cornice, seguendo l’evento con il proprio format radiofonico, i ragazzi di Radio Immaginaria, il Network europeo diretto e condotto da adolescenti. Nel contesto di ISOLA URSA è stato inoltre presentato il progetto 2020 di cui URSA Italia è partner, che vedrà il travel blogger Salvatore Magliozzi alle prese con un viaggio in motorino elettrico attraverso le bellezze della penisola: 20 regioni in 20 giorni, ad impatto zero, promuovendo così un concetto di mobilità sostenibile e viaggi eco-friendly. Anche quest’anno il progetto ISOLA URSA è stato realizzato grazie alla collaborazione con Fiera Bolzano e Klimahouse e con il patrocinio del M.A.T.T.M. (Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare), di ASviS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile), del C.N.A.P.P.C. (Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori) e del C.N.I. (Consiglio Nazionale Ingegneri). Grazie all’impegno rivolto verso i temi ambientali, URSA Italia è entrata ufficialmente tra i partner dell’Agenzia CasaClima. Per merito di ISOLA URSA, ha inoltre ricevuto il ringraziamento ufficiale da parte del direttore di Fiera Bolzano spa, Thomas Mur che insieme alla delegazione delle autorità, ha cominciato il tour inaugurale di Klimahouse scegliendo di visitare come primo espositore proprio URSA Italia. Mur ha voluto sottolineare come l’azienda, per il suo grande impegno a investire nella formazione e nella sensibilizzazione delle generazioni future, abbia ispirato anche la nuova edizione della Fiera che ha moltiplicato al suo interno le attività specifiche rivolte ai più giovani.

Citylife: la piazza 2.0

Citylife: la piazza 2.0

Oggi, emblema di un nuovo concetto di sostenibilità.

Alzi la mano colui o colei che, passando da Milano non abbia sentito parlare di CityLife! O forse farete parte di quella fetta di persone che oltre a sentirne parlare, ha avuto modo di fare due passi nel nuovissimo e avvenieristico “quartiere” milanese.  Per chi non avesse avuto il piacere di vivere nessuna delle esperienze di cui sopra, spero che questo breve articolo vi possa incuriosire e perché no, spingere a visitare di persona Citylife. Per farlo ho pensato bene di cambiare il punto di vista. Non con il naso all’insù (vista grattacieli) ma guardando più in basso a una tra le più interessanti e moderne piazze realizzate negli ultimi anni. Potremmo definirla appunto una piazza 2.0.

Come vi dicevo Citylife non è solo l’imponente presenza dei 3 grattacieli (di cui l’ultimo ad oggi in costruzione). Il progetto in se ingloba svariate funzioni e attività e oltre al verde, che funge da trade union, la piazza principale di Citylife piazza Tre Torri rappresenta il cuore pulsante dell’area stessa. L’idea nasce tre le mura del rinomato studio milanese One Works, fondato dagli architetti Leonardo Cavalli e Giulio De Carli.

Ho avuto il piacere di parlare di questo importante intervento proprio con l’arch. Leonardo Cavalli, e di seguito vi riporto le sue parole in merito al progetto.

“Il progetto della piazza e delle infrastrutture, che si trovano al di sotto, è nel suo complesso molto interessante. Riconvertire un’area fieristica inglobata nel centro della città lo si può classificare come il primo esempio italiano di quello che viene chiamatoT.O.D.(1) (Transit – Oriented – Development). Ovvero lo sviluppo del territorio sfruttando la grande capacità del trasporto pubblico, e rendendo così sostenibile gli spostamenti da e per il sito, inseriti all’interno di grandi processi di sviluppo immobiliare. Questo è un luogo dove si arriva con la metropolitana e non è un fatto per nulla banale, quello di riuscire a far dialogare la pianificazione delle infrastrutture con la pianificazione e lo sviluppo del territorio. Un punto cardine del progetto della piazza è quello di costruire un “luogo” parte integrante della città e quindi sostenibile in termini urbanistici e in termini sociali, andando oltre alla connotazione di luogo privato e diventando un luogo accessibile per tutti. Fortemente legato alle attività che qui sorgono e si svolgono: dal commercio, agli uffici ai luoghi di intrattenimento.

Nel 2018 Citylife è stato visitato da più di dieci milioni di persone e questo dato quantitativo ci permette di capire quanto il progetto è stato in grado di integrarsi alla città pur trovandosi all’interno di un processo di sviluppo immobiliare di natura privata. Non è scontato realizzare una piazza all’interno di un parco perché in generale queste si trovano in mezzo alla città dove svolgono la loro funzione commerciale.

A cantiere non ancora ultimato, le attività commerciali erano di fatto non ancora aperte, la piazza è stata l’unica porzione di cantiere fruibile fin da subito (circa un anno prima della messa in funzione del tutto) dato che a tutti gli effetti era l’uscita d’emergenza della metropolitana sottostante. Fin da subito la piazza si è popolata di gente, persone che la attraversavano, in bici o a piedi, o persone che semplicemente sostavano seduti a guardare il nuovo quartiere che prendeva forma. Se in un primo momento questo utilizzo dello spazio era sembrato alla committenza un problema, si è poi arrivati a vedere il tutto come un grande vantaggio. Il luogo aveva superato la sua ragione specifica per la quale era nato, cioè essere un luogo deputato ad attività commerciali e terziarie, per diventare un “luogo per tutti”. Quindi diventare di fatto sostenibile, non solo perché ci si arriva con la metropolitana, non solo perché gli edifici che si sono costruiti sono naturalmente più performanti rispetto a quelli che si costruivano anche solo pochi anni fa ma è “sostenibile socialmente” perché è un luogo per tutti e non è un luogo che non ha necessità di una ragione specifica per essere visitato”.






Sicuramente le parole del progettista, meglio ci hanno permesso di cogliere i nuovi aspetti e la nuova funzione “sociale” che caratterizzano una “piazza” contemporanea.

Certo per chi non conosce Milano, forse diventa doveroso fare anche un piccolo excursus temporale e inquadrare ciò che prima sorgeva in questa importante porzione di città. Qui nasceva nei primi decenni del secolo scorso il nuovo quartiere fieristico di Milano, noto ai più come “Fiera campionaria”.

Ma nel 2005, ottantacinque anni dopo la prima fiera campionaria tenuta nell’Aprile del 1920, è stato inaugurato il nuovo polo fieristico milanese di Rho-Pero. Il trasferimento della fiera in altra sede, lontana dal centro di Milano, ha comportato un duplice beneficio per la città: l’eliminazione dei picchi di traffico generati dalle manifestazioni più imponenti e la liberazione di un’area di pregio. Da queste premesse nasce il “Progetto CityLife”, costituito da un’area complessiva di intervento di 366.000 m2 con un piano di trasformazione che prevede un mix articolato e bilanciato di funzioni pubbliche e private, oltre alle residenze, agli uffici, ai negozi, ai servizi, alle aree verdi e agli spazi pubblici è stato realizzato un edificio museale e le piastre ad uso commerciale e parcheggio. Il nuovo Landmark (2) di Milano è caratterizzato da tre torri a destinazione direzionale, progettate da grandi nomi dell’architettura mondiale Arata Isozaki, Zaha Hadid e Daniel Libeskind. Questi tre giganteschi grattacieli ribattezzati il Dritto, lo Storto e il Curvo, si candidano fin da subito per diventare un nuovo grande simbolo di Milano nel mondo. Iniziato nel 2007, il progetto CityLife non mira solo a creare una nuova urbanistica di grande impatto visivo con i tre grandi grattacieli, ma sviluppa anche un’anima verde volta a creare un grande parco, terzo per dimensione nel centro città.



Fonte Di.Ma. by URSA ITALIA