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Equo compenso garantito ai professionisti

Sono stati stanziati 150 milioni di euro annui a decorrere dal 2022, per garantire l'equo compenso ai professionisti. Tale somma verrà attinta dal Fondo per esigenze indifferibili di cui al comma 200 della Legge di Bilancio 2015.

Il relativo emendamento al disegno di legge 3179 in materia di equo compenso delle prestazioni professionali (ddl Meloni) è stato approvato dalla Commissione Giustizia della Camera.

Stando alla relazione tecnica del Ministero dell'Economia, la cifra servirà a coprire i costi che l'Agenzia delle Entrate - Riscossione dovrebbe sostenere per gli incarichi legali esterni.

L'altro emendamento approvato, presentato dalla deputata Chiara Gribaudo (PD), aumenta da 2 a 5 il numero dei referenti indicati dal Ministero dello Sviluppo economico per il sistema delle professioni non ordinistiche.

Dopo una interruzione di due mesi, il 5 ottobre la Commissione ha dato una accelerata al disegno di legge, che dovrebbe approdare il 12 ottobre in Aula. Domani, quindi, l'Assemblea sarà chiamata ad esprimersi sulla volontà di assicurare compensi equi a tutti i professionisti.
Ricordiamo che a fine giugno 2021 ha iniziato il suo iter alla Camera il ddl presentato dai deputati Meloni (FdI), Morrone (Lega) e Mandelli (FI), sintesi di quelli già all'esame, presentati dagli stessi deputati. Il testo, tra le altre cose, limitava le regole alle prestazioni rese alle imprese con più di 60 lavoratori o più di 10 milioni di euro di ricavi.
Immediatamente sono emersi i dubbi di ProfessionItaliane, che chiedeva di "calare il provvedimento nella realtà del nostro Paese" e delle associazioni sindacali che contestavano l'attribuzione agli Ordini professionali del ruolo di rappresentanza, ricordando che gli Ordini "sono enti pubblici che si occupano della tutela dei clienti".

Al coro di proteste, si sono poi uniti Confprofessioni che ha chiesto ritocchi al testo, il CoLAP, secondo cui il testo rischia di creare più problemi che benefici, e Asso Ingegneri ed Architetti: "gli Ordini non possono rappresentarci".

All'inizio di agosto il testo è quindi tornato in Commissione ma è stato ripreso in esame soltanto la scorsa settimana.

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