Pista ciclabileLa Legge di bilancio 2020 prevede lo stanziamento di risorse per i comuni finalizzati ad investimenti in progetti di rigenerazione urbana, di sviluppo sostenibile e infrastrutturale e di sviluppo delle reti ciclabili urbane.

La Legge di bilancio 2020 - L. 27/12/2019, n. 160, pubblicata nella G.U. del 30/12/2019, n. 304 ed in vigore dal 01/01/2020 - prevede l’assegnazione ai comuni, per ciascuno degli anni dal 2021 al 2034, di contributi per investimenti in progetti di rigenerazione urbana, volti alla riduzione di fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale, nonché al miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale ed ambientale, nel limite complessivo di 150 milioni di euro per l'anno 2021, di 250 milioni di euro per l'anno 2022, di 550 milioni di euro per ciascuno degli anni 2023 e 2024 e di 700 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2025 al 2034.
Con successivo decreto saranno individuati i criteri e le modalità di riparto, nonché le modalità di recupero ed eventuale riassegnazione delle somme non utilizzate.

Inoltre, nello stato di previsione del Ministero dell'interno è istituito un fondo per investimenti a favore dei comuni, con una dotazione di 400 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2025 al 2034. Il fondo è destinato al rilancio degli investimenti per lo sviluppo sostenibile e infrastrutturale del Paese, in particolare nei settori di spesa dell'edilizia pubblica, inclusi manutenzione e sicurezza ed efficientamento energetico, della manutenzione della rete viaria, del dissesto idrogeologico, della prevenzione del rischio sismico e della valorizzazione dei beni culturali e ambientali.
Con uno o più decreti del Presidente del Consiglio dei ministri saranno individuati i criteri di riparto e le modalità di utilizzo delle risorse, nonché le modalità di recupero ed eventuale riassegnazione delle somme non utilizzate.

Allo scopo di cofinanziare interventi finalizzati alla promozione e al potenziamento di percorsi di collegamento urbano destinati alla mobilità ciclistica, è istituito poi, nello stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, il Fondo per lo sviluppo delle reti ciclabili urbane, con una dotazione di 50 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022, 2023 e 2024. Il Fondo finanzia il 50% del costo complessivo degli interventi di realizzazione di nuove piste ciclabili urbane posti in essere da comuni ed unioni di comuni.
Con successivo decreto saranno definite le modalità di erogazione ai comuni e alle unioni di comuni delle risorse del Fondo, nonché le modalità di verifica e controllo dell'effettivo utilizzo da parte dei comuni e delle unioni di comuni delle risorse erogate. I comuni e le unioni di comuni, all'atto della richiesta di accesso al Fondo, devono comunque dimostrare di aver approvato in via definitiva strumenti di pianificazione dai quali si evinca la volontà dell'ente di procedere allo sviluppo strategico della rete ciclabile urbana.

 

 

Fonte: Bollettino Online di Legislazione Tecnica
www.legislazionetecnica.it

Efficienza energeticaIl DDL bilancio 2020, approvato dal Senato il 16/12/2019, prevede l'assegnazione ai comuni di 500 milioni di euro, per ciascuno degli anni dal 2020 al 2024, per la realizzazione di opere pubbliche finalizzate all'efficientamento energetico ed allo sviluppo territoriale sostenibile.

L'art. 1, commi da 29 a 37, del disegno di Legge di bilancio 2020 prevede l’assegnazione di contributi in favore dei comuni, nel limite massimo di 500 milioni di euro annui, per ciascuno degli anni dal 2020 al 2024, destinati ad opere pubbliche in materia di:
- efficientamento energetico, ivi compresi interventi volti all’efficientamento dell’illuminazione pubblica, al risparmio energetico degli edifici di proprietà pubblica e di edilizia residenziale pubblica, nonché all’installazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili;
- sviluppo territoriale sostenibile, ivi compresi interventi in materia di mobilità sostenibile, nonché interventi per l’adeguamento e la messa in sicurezza di scuole, edifici pubblici e patrimonio comunale e per l’abbattimento delle barriere architettoniche.

I contributi sono attribuiti a ciascun comune sulla base della popolazione residente, come di seguito indicato:
- ai comuni con popolazione inferiore o uguale a 5.000 abitanti è assegnato un contributo pari ad euro 50.000;
- ai comuni con popolazione compresa tra 5.001 e 10.000 abitanti è assegnato un contributo pari ad euro 70.000;
- ai comuni con popolazione compresa tra 10.001 e 20.000 abitanti è assegnato un contributo pari ad euro 90.000;
- ai comuni con popolazione compresa tra 20.001 e 50.000 abitanti è assegnato un contributo pari ad euro 130.000;
- ai comuni con popolazione compresa tra 50.001 e 100.000 abitanti è assegnato un contributo pari ad euro 170.000;
- ai comuni con popolazione superiore compresa tra 100.001 e 250.000 abitanti è assegnato un contributo pari ad euro 210.000;
- ai comuni con popolazione superiore a 250.000 abitanti è assegnato un contributo pari ad euro 250.000.

I contributi spettanti a ciascun comune devono essere attribuiti entro il 31/01/2020 con decreto del Ministero dell'interno, il quale assume altresì l'obbligo di comunicare a ciascun comune, entro il 10/02/2020, l'importo del contributo ad esso spettante per ciascun anno.

Si stabilisce l'obbligo per il comune beneficiario del contributo di iniziare l'esecuzione dei lavori entro il 15 settembre di ciascun anno di riferimento del contributo.
I contributi sono erogati dal Ministero dell'interno agli enti beneficiari:
- per il 50%, previa verifica dell'avvenuto inizio dell'esecuzione dei lavori, e
- per il restante 50% previa trasmissione al Ministero dell'interno del certificato di collaudo o del certificato di regolare esecuzione rilasciato dal direttore dei lavori.

 

 

Fonte: Bollettino Online di Legislazione Tecnica
www.legislazionetecnica.it

Riciclo ediliziaNuovi prodotti ecosostenibili per l’edilizia, come piastrelle, intonaci e malte, ricavati da pneumatici fuori utilizzo (PFU in gergo) e cavi elettrici dismessi, saranno realizzati nell’ambito di due progetti del valore complessivo di oltre 1,1 milioni di euro che vedono ENEA collaborare con l’Università della Calabria e due aziende calabresi. Si tratta dei progetti PFU PREDECORE, coordinato dalla società Gatim srl e PVC UpCycling coordinato da R.ED.EL. srl.

Il progetto PFU PREDECORE (PRemiscelati per l’EDilizia ECOcompatibili e a Risparmio Energetico) mira a realizzare intonaci malte e colle con premiscelati a base di PFU in sostituzione di un materiale aggregante tradizionale come la sabbia. Le attività consisteranno nella caratterizzazione fisica, chimica e meccanica dei manufatti, valutazione di durabilità e proprietà isolanti e allestimento di un impianto pilota su scala semi-industriale.
“L’importanza di questo progetto è duplice: da una parte consente di ottenere prodotti a basso impatto ambientale, caratterizzati da una matrice ad elevate prestazioni. Dall’altra offre la possibilità di incrementare notevolmente il valore economico del materiale PFU, aumentando di conseguenza la domanda e, quindi, valorizzando l’intera filiera che si occupa del recupero/trattamento”, sottolinea la responsabile ENEA del progetto Maria Bruna Alba.
Le attività sperimentali condotte presso i laboratori ENEA si sono concentrate sulla definizione della conducibilità termica e dell’isolamento acustico al fine di valutare le proprietà isolanti dei prodotti ottenuti. “Le caratteristiche termoacustiche dei manufatti realizzati con PFU sono risultate ampiamente soddisfacenti. Per quanto riguarda la capacità di isolamento termico, i campioni analizzati sono risultati di pari caratteristiche rispetto ad analoghi intonaci e malte isolanti presenti sul mercato. Dal punto di vista dell’isolamento acustico, invece, i manufatti realizzati con PFU si sono dimostrati più performanti, migliorando l’abbattimento acustico del 9%”, aggiunge Maria Bruna Alba.
Il secondo progetto, denominato PVC UpCycling, prevede di realizzare prodotti edili a basso impatto ambientale con PVC recuperato da cavi elettrici dismessi. Tre i principali ambiti: i rivestimenti per pavimentazioni esterne (piastrelle in PVC su massetto esistente), i piazzali carrabili (massetto armato con malta miscelata con granuli di PVC) e green parking (blocchi a spessore in PVC riciclato e giunti strutturali in PLA stampati in 3D).
L’ENEA ha sviluppato malte cementizie contenenti PVC riciclato studiandone gli aspetti meccanici, termici e di assorbimento dell’acqua. Inoltre ha realizzato prototipi in PVC e resina poliuretanica per il settore edilizio, conducendo test di durabilità, resistenza e tenuta del colore rispetto alla radiazione solare.
“In questo progetto mettiamo in campo le linee programmatiche prioritarie di ENEA, quali la valorizzazione, gestione e salvaguardia dell’ambiente, il recupero e riutilizzo di materiali in processi ecosostenibili e l’efficienza energetica, supportando aziende come R.ED.EL. che si prefiggono il triplice obiettivo di migliorare l’efficienza del sistema produttivo, ampliare il proprio mercato con nuovi prodotti e potenziare la propria competitività sul lungo periodo”, spiega il ricercatore ENEA Corradino Sposato.

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Giovedì, 22 Agosto 2019 16:16

URSA XPS NVII tra prestazione e ricerca

URSA XPS

Le massime prestazioni sotto carico, nel tempo

Le tecnologie di produzione più avanzate, di cui si avvale l’impianto di polistirene estruso URSA di Bondeno (Ferrara), unitamente al know-how e alla costante attività di ricerca e sviluppo condotta da URSA Italia, consentono di produrre il pannello termoisolante URSA XPS NVII, il prodotto top di gamma in termini di resistenza a compressione (700 kPa) e di prestazioni meccaniche nel tempo, 100% made in Italy.

Grazie alla sua struttura cellulare, composta da quasi il 100% di celle chiuse, URSA XPS NVII:

  • È un ottimo isolante termico;
  • È estremamente resistente alla penetrazione di umidità;
  • Presenta una bassa permeabilità al vapore acqueo;
  • Mostra una altissima resistenza ai cicli di gelo-disgelo;
  • Ha comprovate prestazioni a lungo termine;
  • È resistente alla muffa e alla corrosione;
  • Mantiene costanti le proprie caratteristiche nel tempo.

Inoltre URSA XPS NVII è facile da applicare, è riciclabile, è totalmente esente da HBCD, CFC, HCFC e gas a effetto serra e contribuisce alla riduzione delle emissioni di CO2.

Queste sono le principali peculiarità di questo materiale isolante e unita a queste non bisogna dimenticare l’elevata resistenza a compressione sia sul breve, ma cosa più importante, sul lungo periodo. Infatti nella prassi quotidiana, quando il progettista ha la necessità di garantire: buon isolamento termico e contemporaneamente un’ottima stabilità della pavimentazione sotto elevati carichi puntuali; la scelta non può che ricadere su un materiale isolante come URSA XPS NVII.

E’ stato questo uno dei temi  nella progettazione e poi nella realizzazione della Piazza Tre Torri di Citylife a Milano. La presenza sottostante la piazza, della linea metropolitana e della sua fermata, ha reso la stessa piazza anche una via d’uscita di sicurezza della metropolitana stessa in caso d’incendio. Questo ha fatto sì che oltre ad essere pedonale, la piazza Tre Torri diventasse, all’occorrenza, carrabile dai mezzi di primo soccorso dei Vigili del Fuoco per transitano e sosta sulla pavimentazione.

I carichi estremamente elevati, dati dal transito di tali mezzi, associati (per necessità di progetto) a ridotte altezze di massetto hanno indirizzato le scelte della progettazione ad optare per un isolante con altissime resistenze alla compressione. Per rendere l’idea il pannello URSA XPS NVII ha un valore di resistenza a compressione a lungo termine di 250 kPa (pari a circa 25.000 kg/m2) con una deformazione mai superiore al 2% dello spessore dopo 50 anni.

Sotto viene riportato lo schema funzionale, per meglio comprendere la distribuzione del carico puntuale che viene generato dall’impronta di una ruota (caso dell’autobotte dei VV.F.) e che ripartisce tramite il massetto i carichi al lembo superiore dello strato isolante.

URSA XPS schema
Fatto salvo quanto fin ora scritto, sono molteplici le applicazioni in cui si può impiegare URSA XPS NVII, esempi tipici sono: l’isolamento di platee di sottofondazione, nei sottofondi di pavimenti industriali, magazzini e magazzini refrigerati e nelle coperture carrabili/giardino. Ma inoltre può trovare impiego in altre applicazioni sotto carico, meno diffuse e meno conosciute (purtroppo, ndr), ma non per questo meno importanti. Ad esempio, le strutture per la viabilità destinata al traffico pesante sono maggiormente esposte al rischio di cedimenti o rigonfiamenti, e derivanti fratture, dovuti al gelo/disgelo. Predisporre uno strato isolante idoneo al di sotto della massicciata consente di mitigare gli sbalzi termici a carico di terreno e strutture ed, inoltre, di ridurre le vibrazioni date dal movimento dei mezzi, siano essi treni o autotreni, con ovvi benefici sia per quanto riguarda la durata e la manutenzione dei complessi assi viari, sia per quanto concerne il comfort acustico delle aree che su questi insistono.
Come le massicciate stradali e ferroviarie, anche le strutture per la manutenzione e l’atterraggio di velivoli beneficiano enormemente della progettazione e predisposizione di un idoneo strato isolante. Anche in questo caso, infatti, gli sbalzi termici a carico del terreno possono dare origine ad estesi ed onerosi, nonché scarsamente prevedibili e pericolosi, fenomeni di deformazione.

I pannelli URSA XPS NVII possono essere impiegati, infine, per applicazioni sotto campi sportivi, fornendo una base isolata per il layout di tappeti erbosi artificiali, piste di atletica, campi da gioco e piste su ghiaccio. Soprattutto per quanto riguarda quest’ultime, ricerche specifiche sull’argomento hanno dimostrato che una pista su ghiaccio correttamente isolata e progettata richiede un consumo energetico di appena il 7,6% rispetto alla richiesta energetica totale richiesta da una pista analoga non isolata.

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Giovedì, 22 Agosto 2019 15:57

Citylife: la piazza 2.0

CityLife

Oggi, emblema di un nuovo concetto di sostenibilità.

Alzi la mano colui o colei che, passando da Milano non abbia sentito parlare di CityLife! O forse farete parte di quella fetta di persone che oltre a sentirne parlare, ha avuto modo di fare due passi nel nuovissimo e avvenieristico “quartiere” milanese.  Per chi non avesse avuto il piacere di vivere nessuna delle esperienze di cui sopra, spero che questo breve articolo vi possa incuriosire e perché no, spingere a visitare di persona Citylife. Per farlo ho pensato bene di cambiare il punto di vista. Non con il naso all’insù (vista grattacieli) ma guardando più in basso a una tra le più interessanti e moderne piazze realizzate negli ultimi anni. Potremmo definirla appunto una piazza 2.0.

Come vi dicevo Citylife non è solo l’imponente presenza dei 3 grattacieli (di cui l’ultimo ad oggi in costruzione). Il progetto in se ingloba svariate funzioni e attività e oltre al verde, che funge da trade union, la piazza principale di Citylife piazza Tre Torri rappresenta il cuore pulsante dell’area stessa. L’idea nasce tre le mura del rinomato studio milanese One Works, fondato dagli architetti Leonardo Cavalli e Giulio De Carli.

Ho avuto il piacere di parlare di questo importante intervento proprio con l’arch. Leonardo Cavalli, e di seguito vi riporto le sue parole in merito al progetto.

“Il progetto della piazza e delle infrastrutture, che si trovano al di sotto, è nel suo complesso molto interessante. Riconvertire un’area fieristica inglobata nel centro della città lo si può classificare come il primo esempio italiano di quello che viene chiamatoT.O.D.(1) (Transit – Oriented – Development). Ovvero lo sviluppo del territorio sfruttando la grande capacità del trasporto pubblico, e rendendo così sostenibile gli spostamenti da e per il sito, inseriti all’interno di grandi processi di sviluppo immobiliare. Questo è un luogo dove si arriva con la metropolitana e non è un fatto per nulla banale, quello di riuscire a far dialogare la pianificazione delle infrastrutture con la pianificazione e lo sviluppo del territorio. Un punto cardine del progetto della piazza è quello di costruire un “luogo” parte integrante della città e quindi sostenibile in termini urbanistici e in termini sociali, andando oltre alla connotazione di luogo privato e diventando un luogo accessibile per tutti. Fortemente legato alle attività che qui sorgono e si svolgono: dal commercio, agli uffici ai luoghi di intrattenimento.

Nel 2018 Citylife è stato visitato da più di dieci milioni di persone e questo dato quantitativo ci permette di capire quanto il progetto è stato in grado di integrarsi alla città pur trovandosi all’interno di un processo di sviluppo immobiliare di natura privata. Non è scontato realizzare una piazza all’interno di un parco perché in generale queste si trovano in mezzo alla città dove svolgono la loro funzione commerciale.

A cantiere non ancora ultimato, le attività commerciali erano di fatto non ancora aperte, la piazza è stata l’unica porzione di cantiere fruibile fin da subito (circa un anno prima della messa in funzione del tutto) dato che a tutti gli effetti era l’uscita d’emergenza della metropolitana sottostante. Fin da subito la piazza si è popolata di gente, persone che la attraversavano, in bici o a piedi, o persone che semplicemente sostavano seduti a guardare il nuovo quartiere che prendeva forma. Se in un primo momento questo utilizzo dello spazio era sembrato alla committenza un problema, si è poi arrivati a vedere il tutto come un grande vantaggio. Il luogo aveva superato la sua ragione specifica per la quale era nato, cioè essere un luogo deputato ad attività commerciali e terziarie, per diventare un “luogo per tutti”. Quindi diventare di fatto sostenibile, non solo perché ci si arriva con la metropolitana, non solo perché gli edifici che si sono costruiti sono naturalmente più performanti rispetto a quelli che si costruivano anche solo pochi anni fa ma è “sostenibile socialmente” perché è un luogo per tutti e non è un luogo che non ha necessità di una ragione specifica per essere visitato”.






Sicuramente le parole del progettista, meglio ci hanno permesso di cogliere i nuovi aspetti e la nuova funzione “sociale” che caratterizzano una “piazza” contemporanea.

Certo per chi non conosce Milano, forse diventa doveroso fare anche un piccolo excursus temporale e inquadrare ciò che prima sorgeva in questa importante porzione di città. Qui nasceva nei primi decenni del secolo scorso il nuovo quartiere fieristico di Milano, noto ai più come “Fiera campionaria”.

CityLife schemaMa nel 2005, ottantacinque anni dopo la prima fiera campionaria tenuta nell’Aprile del 1920, è stato inaugurato il nuovo polo fieristico milanese di Rho-Pero. Il trasferimento della fiera in altra sede, lontana dal centro di Milano, ha comportato un duplice beneficio per la città: l’eliminazione dei picchi di traffico generati dalle manifestazioni più imponenti e la liberazione di un’area di pregio. Da queste premesse nasce il “Progetto CityLife”, costituito da un’area complessiva di intervento di 366.000 m2 con un piano di trasformazione che prevede un mix articolato e bilanciato di funzioni pubbliche e private, oltre alle residenze, agli uffici, ai negozi, ai servizi, alle aree verdi e agli spazi pubblici è stato realizzato un edificio museale e le piastre ad uso commerciale e parcheggio. Il nuovo Landmark (2) di Milano è caratterizzato da tre torri a destinazione direzionale, progettate da grandi nomi dell’architettura mondiale Arata Isozaki, Zaha Hadid e Daniel Libeskind. Questi tre giganteschi grattacieli ribattezzati il Dritto, lo Storto e il Curvo, si candidano fin da subito per diventare un nuovo grande simbolo di Milano nel mondo. Iniziato nel 2007, il progetto CityLife non mira solo a creare una nuova urbanistica di grande impatto visivo con i tre grandi grattacieli, ma sviluppa anche un’anima verde volta a creare un grande parco, terzo per dimensione nel centro città.



Fonte Di.Ma. by URSA ITALIA

Criteri Ambientali MinimiÈ stato pubblicato il Manuale operativo per gli acquisti verdi, il quale fornisce indicazione operative alle stazioni appaltanti e ai progettisti per la corretta applicazione dei Criteri Ambientali Minimi (CAM) per l'affidamento dei servizi energetici per gli edifici con criteri di sostenibilità.

Ai sensi dell'art. 34 del Codice appalti (D. Leg.vo 18/04/2016, n. 50), le stazioni appaltanti contribuiscono al conseguimento degli obiettivi ambientali previsti dal Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della pubblica amministrazione attraverso l’inserimento, nella documentazione progettuale e di gara, almeno delle specifiche tecniche e delle clausole contrattuali contenute nei Criteri Ambientali Minimi (CAM).

I CAM, e in particolare i criteri premianti, sono tenuti in considerazione anche ai fini della stesura dei documenti di gara per l’applicazione del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa di cui all'art. 95, del D. Leg.vo 50/2016.

Il Manuale operativo per gli acquisti verdi: Affidamento dei Servizi Energetici per gli edifici con criteri di sostenibilità (realizzato nell’ambito delle attività per la promozione del Green Public Procurement del progetto PREPAIR) fornisce indicazione operative alle stazioni appaltanti e ai progettisti per la corretta applicazione dei CAM per l'affidamento dei servizi energetici per gli edifici, di illuminazione e forza motrice e di riscaldamento/raffrescamento, adottati con il D. Min. Ambiente e Tutela Terr. e Mare 07/03/2012.

Il Manuale è diviso in 3 parti:
- la prima parte contiene le disposizioni introdotte dal D. Leg.vo 50/2016 per rendere “verde” una procedura di gara (obbligo di inserimento dei CAM e criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa);
- la seconda parte comprende le indicazioni operative per le stazioni appaltanti sull’ambito di applicazione del CAM Servizi Energetici (indicazioni e riferimenti normativi per impostare la documentazione di gara nelle varie fasi dell’appalto);
- la terza parte fornisce indicazioni in merito alle certificazioni di qualità richieste nei CAM Servizi Energetici.

 

 

Fonte: Bollettino di Legislazione Tecnica online
www.legislazionetecnica.it

Pubblicato in Normativa

Rehau EcoVadis

Processi di produzione basati sul risparmio delle risorse, fasi di riciclo complete, materiali innovativi e soluzioni energeticamente efficienti: nell’ottica di salvaguardare l’ambiente ed il clima, REHAU opera secondo principi di sostenibilità profondamente radicati. Per il suo costante impegno, già riconosciuto l’anno scorso dal conferimento dell’etichetta ambientale VinylPlus, lo specialista dei polimeri è stato recentemente premiato per la sua gestione della sostenibilità dall’agenzia di rating indipendente EcoVadis.      

Dal 2007, EcoVadis si occupa di valutare le performance sostenibili delle aziende nelle categorie ambiente, lavoro e diritti umani, etica ed approvvigionamento sostenibile, rendendo misurabili e confrontabili le attività delle imprese con filiere internazionali. REHAU si posiziona tra le migliori aziende al mondo nella lavorazione delle materie plastiche nelle categorie “Ambiente” e “Approvvigionamento sostenibile” e nel primo 10% di tutte le società valutate nel 2018. Dalla prima valutazione EcoVadis nel 2014, REHAU ha costantemente migliorato il proprio rating, aggiudicandosi l’importante riconoscimento Silver Award.

“E’ in particolare attraverso un’attenta gestione del riciclo che stiamo concretizzando il nostro impegno nel contribuire alla salvaguardia del clima e alla sostenibilità in tutti i settori per noi rilevanti; ovviamente, con la massima trasparenza sulle nostre performance” sottolinea Andreas Jenne, Responsabile della Sostenibilità in REHAU. In questo senso, l’azienda si prefissa obblighi volontari ambiziosi, presentando regolarmente, dal 2011, risultati raggiunti ed obiettivi futuri nei suoi report di sostenibilità.

Esempio tangibile del costante impegno dell’azienda è quello portato avanti dalla divisione Window Solutions che ambisce a produrre nei suoi stabilimenti europei fino al 50% dei profili con nucleo riciclato entro il 2020, grazie a precisi sistemi di smistamento appositamente modificati per REHAU, in grado di separare e ripulire i materiali, ricavandone materie prime di qualità. Per questo marcato senso di responsabilità, tutti e quattro i siti produttivi presenti in Europa e numerosi sistemi per finestre dell’azienda sono già stati certificati con l’etichetta ambientale VinylPlus per soluzioni in PVC sostenibili.

Pubblicato in Comunicati stampa

Giardiniere VirtualeUno strumento innovativo e di facile utilizzo per progettare aree verdi con le specie della flora d’Italia e individuare quelle più idonee sulla base dell’area geografica e delle caratteristiche ambientali. Si chiama Anthosart Green Tool ed è il risultato di un progetto omonimo coordinato da ENEA che punta a ridurre i costi di gestione delle aree verdi e il consumo di acqua, ma anche a scoprire eventuali utilizzi alternativi delle piante nell’alimentazione e nell’artigianato e i loro legami con l’arte, la letteratura, la musica e il territorio.

Disponibile gratuitamente anche per smartphone e tablet, questo “giardiniere virtuale” pensato per vivaisti, progettisti, amministratori e privati cittadini consente di selezionare un set di specie presenti nel nostro Paese tra le oltre 1.400 disponibili nel database per allestire spazi verdi ed accedere a un corredo di informazioni con l’obiettivo di promuoverne il valore ambientale e culturale, nel pieno rispetto delle esigenze di tutela della natura.

In pratica, dopo aver inserito i dati relativi all’area geografica, altitudine d’interesse, tipo di infrastruttura da realizzare (aiuola, giardino roccioso, viale, ecc.), tipologia e colori preferiti, livello di luminosità, umidità e salinità del terreno, potremmo accedere facilmente a tutte le informazioni sulle specie più idonee, ma anche fotografie, schede botaniche, approfondimenti culturali, consigli pratici e link utili.

Oltre a una migliore performance delle infrastrutture verdi e a una conseguente riduzione dei costi di gestione, l’innovazione targata ENEA mira a contribuire alla salvaguardia e alla valorizzazione della biodiversità nazionale e dei paesaggi urbani, e alla riduzione dei danni indotti dall’introduzione di specie aliene. Inoltre l’utilizzo del tool e il conseguente inserimento nelle aree verdi di specie spontanee, può favorire l’ampliamento dell’offerta del florovivaismo di “qualità” con la produzione di specie della flora d’Italia non ancora presenti sul mercato.

Secondo studi recenti, il valore della produzione florovivaistica italiana supera i 2 miliardi e 500 milioni di euro, con oltre 27 mila aziende, 29 mila ettari coltivati e 100 mila lavoratori. La spesa complessiva per consumi di gardening in Italia supera i 2 miliardi e 700 milioni di euro e con un trend in crescita costante nel quinquennio 2017-2022. Positivi anche i dati europei e mondiali con un giro di affari che supera rispettivamente 34 e 86 miliardi di dollari.

“La ricchezza della nostra flora, con oltre 7mila specie, e la capacità di adattamento alle diverse caratteristiche ambientali del territorio, offre grandi opportunità per la progettazione del verde e risponde anche alle esigenze di diversificazione dell’offerta del settore vivaistico”, sottolinea Patrizia Menegoni della divisione ENEA di Protezione e valorizzazione del territorio e del capitale naturale. “Giardini, bordure, aiuole, tetti e pareti verdi potranno divenire luoghi di collegamento tra le infrastrutture verdi e il paesaggio naturale per riportare la natura in città e costruire un verde urbano più sostenibile, migliorando anche la qualità della vita e il benessere delle persone”, aggiunge.
Realizzato nell’ambito del progetto Anthosart, condotto dall’ENEA in collaborazione con Forum Plinianum e Società Botanica Italiana e finanziato dal Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, il database è stato presentato nell’ambito di “My Plant & Garden - International Green Expo”, una delle più importanti fiere professionali internazionali del florovivaismo, del garden e del paesaggio in Italia.


Entro il 2030 si assisterà ad una crescita del volume di produzione di edifici. Il settore delle costruzioni sarà messo di fronte ad una nuova sfida: andare sempre di più verso un'ottica di green building.

Secondo alcune stime, entro il 2030 si assisterà ad una crescita di circa l’85% del volume di produzione di edifici. L’edilizia del futuro punterà ad una maggiore sostenibilità, che potrà essere raggiunta anche grazie all’ausilio dell’intelligenza artificiale ed a macchinari sempre più avanzati ed efficienti.

L’obiettivo, sarà quello di arrivare a ridurre notevolmente i costi di costruzione e di gestione, i consumi energetici ed idrici, nonché le emissioni inquinati, che stanno mettendo profondamente a rischio la salute del pianeta e dell’uomo.

Per riuscire in tale intento si punterà tutto sulla modularità e sull’impiego della progettazione digitale, al fine di minimizzare gli errori e di operare in tempi brevi. Tra i materiali più gettonati per quanto riguarda le costruzioni, saranno, probabilmente, il legno e l’acciaio, ma non è da escludere che verranno proposte soluzioni innovative e rispettose dell’ambiente.

La necessità di cantieri sempre più organizzati

Ovviamente, per riuscire in tale ambizioso intento, sarà necessario riuscire a realizzare cantieri sempre più organizzati, in cui i compiti saranno divisi in maniera efficace, così da ridurre i tradizionali tempi previsti per l’edificazione e la costruzione di strutture. L’intento, come già ricordato, in precedenza sarà quello di sprecare meno energie e risorse.

Di fatto, ciò comporterà ancora di più la necessità di utilizzare macchinari di qualità, in grado di compiere i diversi lavori efficacemente e senza causare sospensioni o ritardi. Di certo, non potranno mancare gru, escavatori e pale meccaniche, e nemmeno macchine per il trasporto ed il sollevamento dei carichi e piattaforme aeree.

Che dire poi degli accessori per le macchine da cantiere? Sicuramente, verranno utilizzate benne per miniescavatori, in grado di sollevare detriti, rifiuti, terra, sabbia e quant’altro, ma anche pinze per la movimentazione di rottami. Con tutta probabilità, vista la richiesta di una sempre maggiore efficienza, emergeranno soprattutto le ditte in grado di assicurare prodotti destinati a durare nel tempo, ma soprattutto in grado di garantire performance elevate.

Il Building Information Modeling (BIM)

Uno strumento che si dice risulterà molto utile nel campo dell’edilizia, è il Building Information Modeling, che consentirà l’ottimizzazione della pianificazione, della realizzazione e della gestione di costruzioni, tramite l’impiego di un software appositamente studiato. Tale sistema, attraverso l’elaborazione dei dati raccolti, permetterà di visualizzare la costruzione come un modello tridimensionale e di simulare una serie di parametri, così da riuscire a migliorare la logistica e le tempistiche ed abbassare i costi previsti.

Tuttavia, tra i vantaggi del BIM, che è la vera espressione dell’edilizia del futuro, vi sarà anche la minimizzazione degli errori di progettazione, che spesso portano ad attuare sprechi e ad allungare i tempi di realizzazione degli edifici e delle costruzioni. Dunque, nulla verrà lasciato al caso, ma sarà tutto progettato nei minimi dettagli. Se le previsioni dovessero effettivamente rivelarsi corrette, probabilmente il futuro dell’uomo e dell’ambiente sarà migliore.

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#SAIEinforma - Il 27 febbraio si terrà a #FieradelLevante la conferenza stampa di presentazione della prima edizione di #SAIEBARI (24-26 ottobre 2019). Verrà anche divulgato il Rapporto nazionale @FEDCostruzioni con focus sul settore delle costruzioni in Puglia.

Dal 24 al 26 ottobre 2019 il capoluogo pugliese ospiterà la nuova edizione della manifestazione dedicata alle tecnologie per l’edilizia e all’ambiente costruito 4.0.
Centro Sud Italia e bacino del Mediterraneo grandi protagonisti del prossimo appuntamento

Milano, 01 febbraio 2019 – SAIE, la fiera biennale delle tecnologie per l’edilizia e l‘ambiente costruito 4.0 di Bologna, raddoppia l’appuntamento, approdando il prossimo 24-26 ottobre 2019 per la prima volta a Bari, alla Nuova Fiera del Levante. Organizzato da Senaf, SAIE Bari è un evento professionale nato con l’obiettivo di diventare il punto di riferimento del Centro Sud Italia e del bacino del Mediterraneo, anche grazie al coinvolgimento delle principali associazioni del settore.

Un’area, quella del Centro e Sud d’Italia, che registra più di 330 mila imprese attive nel settore delle costruzioni, pari a circa il 45% del totale a livello nazionale. Inoltre, secondo l’ultima analisi degli istituti Ance, Svimez e Cresme, il Mezzogiorno attira ben 83 miliardi di investimenti destinati alla realizzazione di opere pubbliche e circa 44 miliardi provenienti dai fondi UE previsti dalla programmazione 2014-2020 e dalle risorse stanziate dal fondo Sviluppo e Coesione.

Tante le iniziative che animeranno SAIE Bari, tutte volte a mostrare l’eccellenza dell’intera filiera delle costruzioni, attraverso percorsi dedicati ai temi chiave dell’innovazione, della sicurezza sismica, della sostenibilità e della trasformazione digitale. Attraverso workshop e convegni che erogheranno crediti formativi ai professionisti, dimostrazioni e prove pratiche, la manifestazione darà spazio alle realtà consolidate del comparto, mostrando tutta la filiera, dal progetto alla realizzazione finale del prodotto. La fiera, grazie a formule espositive innovative e alle numerose iniziative speciali, offrirà una visione integrata e moderna della progettazione con un’importante attenzione al cantiere.

Protagonista di SAIE Bari sarà l’innovazione, fulcro della vetrina SAIE ECCELLENZE, che mostrerà i percorsi di crescita e di innovazione intrapresi da aziende, start-up e centri di ricerca internazionali.

Quattro i percorsi che visitatori e aziende potranno scoprire: Gestione Edificio e riqualificazione edilizia; Impianti tecnici in edilizia; Trasformazione urbana, Infrastrutture e territorio; Digitalizzazione e BIM. Ciascun percorso affronterà le tematiche di maggior interesse per imprese e visitatori. Nuovo costruito, ristrutturazione, riqualificazione energetica, adeguamento sismico, manutenzione e nuove infrastrutture e building automation saranno, dunque, i temi principali che verranno affrontati in occasione dell’appuntamento di Bari.

“Le trasformazioni in atto nel mercato delle costruzioni richiedono un format innovativo, che metta al centro non solo prodotti, tecnologie e servizi per le costruzioni, ma anche servizi per l’ambiente costruito” – ha dichiarato Emilio Bianchi, Direttore di Senaf. “SAIE Bari nasce proprio con l’obiettivo di offrire agli operatori del settore la possibilità di esporre i propri prodotti e di confrontarsi con le altre realtà più importanti attraverso la presentazione di case history d’eccellenza di tutta la filiera. Siamo felici di poter essere la vetrina del vivace mercato del Centro e del Sud Italia”.

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