Pavimenti esterni per la casa al mare
I pavimenti per esterni per la casa al mare devono essere scelti con grande attenzione perché oltre che belli esteticamente devono assicurare ottima resistenza a sabbia e sale ed essere facili da pulire.
Quali materiali scegliere per i pavimenti esterni della casa al mare?
- gres porcellanato;
- cotto;
- parquet per esterni o decking
Nonostante gres porcellanato e cotto siano materiali molto diffusi nella scelta della pavimentazione esterna per abitazioni al mare perchè resistenti e di facile manutenzione, decidere di orientarsi su pavimenti tipo decking regala sicuramente un grande senso di eleganza e accoglienza incluse ottime prestazioni prestazioni tecniche date dagli ultimi materiali innovativi usciti sul mercato.
Decking DURO 2.0 e Etherno Bamboo
Decking DURO 2.0 e Etherno Bamboo sono le innovative pavimentazioni effetto legno anti macchia e di facile pulizia, ma soprattutto facili da montare e smontare grazie alla clip iFly. Decking DURO 2.0 è composto da una composizione di buccia del chicco di riso che favorisce ottime performance in zone umide e piovose, e bamboo e polimeri HDPE che aumentano la stabilità della messa a terra delle doghe.
Etherno Bamboo è la pavimentazione per esterni in 100% bamboo carbonized, in combinazione con i sistemi iDecking EasyClick e EasyChange e le sue caratteristiche principali sono quelle di avere ottima resistenza a fuoco e agenti atmosferici, oltre che essere assolutamente inattaccabile da tarli e insetti e i danni da loro provocati. Vediamo nello specifico le caratteristiche dei materiali sopra citati e le peculiarità dei sistemi di montaggio che abbassano drasticamente il bisogno di manutenzione, elemento importantissimo se si parla di un pavimento per una casa al mare:
Decking composito DURO 2.0
Il decking DURO 2.0 è un pavimento per esterno composito ottenuto per estrusione e composto dai seguenti materiali:
- LOLLA: ovvero, la buccia del chicco del riso! Materiale che ne garantisce le performance migliori negli ambienti più umidi: lago, mare, pioggia.
- Bamboo: polvere di bambù! Questa la prima novità che si aggiunge alla lolla del riso per aumentare la stabilità delle doghe di pavimento.
- Polimeri HDPE: per la parte plastica, che insieme ai due ingredienti naturali compone un pavimento molto più stabile del predecessore.
Antimacchia e Color performance: La novità eclatante, oltre alla composizione del DURO 2.0, sta nella capsula che lo avvolge in superficie! Un vero e proprio ritrovato in termini di tecnologia per garantire due dei fatturi più importanti per un pavimento da esterno, ovvero: Scolorimento e Pulizia! Grazie a questa capsula il DURO 2.0 è garantito anti macchia (in quanto il film non permette assorbimento) ed estremamente facile da pulire! La capsula protegge il pavimento dai raggi UV garantendo una stabilità del colore scelto per molte stagioni senza subire drastiche variazioni di colore!
Superficie Pavimento Composito DURO 2.0
Il Duro 2.0 migliora anche nella superficie che risulta davvero il fiore all’occhiello di questo nuovo materiale per pavimenti da esterno. L’effetto è quello del legno, con tutte le sue sfumature cromatiche nel colore e non solo! Infatti la superficie è lavorata in modo tale da riprodurre l’effetto del legno spazzolato. Disponibile in 5 colori: Teak - Burma - Denim - Helmut - Terra.
Sistemi di installazione DURO 2.0
Il decking DURO 2.0 è ovviamente compatibile con tutto il range dei sistemi di installazione iDecking, ovvero: EasyClick - EasyChange e la nuovissima clip iFly.
Grazie alla tecnologia iDecking, il pavimento per esterni DURO 2.0 si monta senza viti! E non solo… ogni doga, per chi sceglie clip iFly o il sistema EasyChange diventa totalmente intercambiabile / smontabile in qualsiasi parte della pavimentazione senza dover smontare/rimuovere il pavimento!
Decking Bamboo Etherno
Un nuovo prodotto sviluppato dal team iDecking Revolution dalle qualità a dir poco straordinarie: ETHERNO BAMBOO. Partiamo dalla materia prima, ovvero il Bamboo... Molti si chiederanno, come è possibile fare un pavimento in Bamboo??? In effetti, la canna di bamboo al centro è vuota e prima di diventare ETHERNO
Bamboo Decking deve passare attraverso una serie di steps che prevedono: il taglio delle canne, il trattamento, il ricompattamento ed il taglio a doghe. Per fare questo viene utilizzata la qualità di Bamboo dal fusto più grande, ovvero il così detto MOSO ( Phyllostachys Edulis Moso).
Per i più attenti del Panorama Ecologico Green e EcoFriendly dei prodotti c’è da dire che il Bamboo è classificato come erba ed è tra le risorse più abbondanti del pianeta. Materiale dunque con importanti certificazioni ambientali.
Ma cosa lo rende così speciale come pavimento per hotel e ristoranti?
Un segreto processo di “carbonizzazione” brevettato gli conferisce delle qualità in termini di durezza, stabilità e design INCREDIBILI. Ci troviamo davanti all’unico pavimento al mondo, 100% naturale, quasi indistinguibile dal legno, che non si muove neanche di un millimetro!!! Quest’ultimo punto è fondamentale, in quanto chi ha avuto già a che fare con pavimenti decking sia in legno che in composito ha sicuramente dovuto faticare per controllarne la stabilità rispetto ai sbalzi di temperatura.
Altro particolare da non sottovalutare è che la sua superficie non scheggia, consentendo il calpestio a piedi nudi in tutta tranquillità! ETHERNO BAMBOO Decking è la soluzione IDEALE per i posti ad alto calpestio come Bar, Ristoranti, Terrazze.
Ma c’è qualcosa di ancor più particolare che rende questo straordinario pavimento UNICO sul mercato: i sistemi di installazione EasyClick ed EasyChange, brevetti internazionali di iDecking Revolution.
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Da piattaforma petrolifera a hotel alimentato dalle maree, il progetto firmato Krasojević
Lo studio dell’architetto inglese presenta un nuovo progetto dedicato alla connessione tra ambiente costruito e fonti rinnovabili
Potrebbe nascere nelle acque della Corea del Sud il futuristico hotel alimentato dal mare
Da simbolo di inquinamento a vessillo di sostenibilità.
Questo il destino, disegnato da alcuni architetti, per la riconversione di una delle piattaforme petrolifere nelle acque della Corea del Sud. Ci troviamo in prossimità dell’isola di Jeju, situata nello Stretto di Corea.
È questo il luogo scelto da Margot Krasojević Architecture, studio di architettura con sede a Londra e a Pechino, per il loro nuovo e futuristico progetto edilizio offshore. Utilizzando la piattaforma petrolifera come supporto strutturale, gli architetti hanno disegnato un hotel faro energeticamente indipendente. La Krasojević non è nuova ai connubi tra architettura e fonti rinnovabili, e anche in questo caso ripropone l’idea di sfruttare il movimento di maree e correnti per rendere la struttura offgrid.
L’energia elettrica prodotta dovrebbe servire non solo ad alimentare l’edificio ma anche a far funzionare un sistema di dissalazione interno per la produzione di acqua potabile.
“L’hotel faro di Krasjević – spiega Designboom – mira a integrare l’energia rinnovabile nel processo di progettazione”, grazie a diverse turbine idrocinetiche “avvolte” intorno al nucleo principale della struttura. “Oltre a generare la propria energia, l’hotel offrirà opportunità di volontariato per gli ospiti che potranno impegnarsi nello studio della biodiversità e in altre iniziative sostenibili. Il progetto intende essere un’esperienza di viaggio unica e rivoluzionaria, offrendo una gamma di attività off-grid”.
L’interno avrà tre sezioni principali: le camere degli ospiti, un ampio atrio e varie aree sociali. Il design sarà composto da più volumi fluidi realizzati con superfici di alluminio stratificate e una serie di sezioni in ETFE, polimero termoplastico trasparente in grado di resistere ad agenti esterni e carichi applicati. Questi materiali sono stati scelti non solo per la loro durata, ma anche per il peso estremamente leggero. In caso di emergenza o onde anomale, le sezioni si potrebbero dividere e galleggiare. La stanza del faro vero e proprio, che si trova in cima all’edifico, avrà una lanterna di vetro Fresnel che proietterà raggi di luce verso il mare. La luce rifratta attraverserà anche l’interno dell’hotel, creando un’atmosfera vibrante e piena di luce.
fonte:rinnovabili.it
Ambiente: ENEA mette “in mare” le prime alghe artificiali per studiare il cambiamento climatico
L’ENEA ha progettato, stampato in 3D e ‘trapiantato’ nella Baia di Santa Teresa (La Spezia) 60 alghe in resina siliconica atossica simili alle alghe naturali, per testarne l’idoneità alla colonizzazione da parte di organismi marini. Gli studi serviranno anche a comprendere l’effetto di mitigazione al cambiamento climatico e di protezione esercitato dall’alga naturale sulla fauna associata. Questi gli obiettivi del progetto “Will coralline algae reef mitigate climate change effects on associated fauna?”, condotto da ENEA in collaborazione con CNR e Università di Portsmouth (che ha proposto l’iniziativa) e finanziato dalla Royal Society International Exchange Grant RS-CNR. La notizia è stata pubblicata sulla prestigiosa rivista New Scientist.
I 60 reef artificiali detti anche mimics sono stati realizzati imitando il colore e le proprietà strutturali dell’Ellisolandia elongata, un’alga corallina tipica dei fondali bassi del Mediterraneo e nota per essere in grado di sopportare periodi fuori dall’acqua, forti variazioni di temperatura, salinità e pH. Tra le fronde flessibili di questa alga, importante “ingegnere ecosistemico” e vera e propria oasi di biodiversità del nostro mare, trovano riparo, cibo e aree favorevoli alla riproduzione, numerosi organismi marini.
Queste 60 alghe “sosia” delle alghe naturali, sono state ‘trapiantate” all’interno del reef naturale a circa 50 cm di profondità per avviare la fase di acclimatazione e permettere al biofilm batterico di ricoprire i mimics, favorendone la colonizzazione da parte di organismi come piccole stelle di mare, crostacei, molluschi e molte altre specie.
“L’innovatività di questo studio è duplice” - sottolinea Chiara Lombardi del Dipartimento Sostenibilità dei Sistemi Produttivi e Territoriali dell’ENEA - da una parte c’è l’importanza di comprendere come un organismo ‘tollerante’ come l’Elissolandia elongata, vera e propria ‘oasi’ di biodiversità del nostro mare, può essere in grado di ‘mitigare’ gli effetti del cambiamento climatico proteggendo la fauna ad esso associata. D’altro canto con la verifica dell’idoneità dei mimics alla colonizzazione, si aprono nuovi orizzonti applicativi come ad esempio la creazione di micro reef artificiali per il recupero e il ripristino di habitat naturali particolarmente sfruttati ed impoveriti dall’azione dell’uomo.”
Il progetto della durata di due anni (2016-2018) si divide in due fasi: durante la prima fase di progettazione sono state realizzate scansioni microtomografiche delle alghe naturali; successivamente, presso il Centro Ricerche Ambiente Marino di Santa Teresa, sono stati “stampati” in 3D i primi prototipi di mimics, costituiti da fronde artificiali e basi, poi testati per verificarne resistenza e atossicità. Nella fase di sperimentazione tuttora in corso è stato avviato un osservatorio multiparametrico per l’acquisizione di dati marini quali temperatura, salinità, alcalinità, pH, ossigeno: nell’arco di un anno i mimics verranno monitorati e campionati, con l’obiettivo di valutarne l’idoneità alla colonizzazione da parte della fauna che popola il reef naturale.
Nella seconda fase del progetto, da giugno a dicembre 2018, i reef naturali e i mimics verranno immersi nelle vasche del Laboratorio “Acquari” presso il Centro Ricerche Ambiente Marino dell’ENEA e sottoposti a sperimentazione: saranno analizzati parametri di pH e temperatura con previsioni al 2100, verrà valutata la risposta della fauna associata ed analizzati eventuali cambiamenti nella fisiologia strutturale e geochimica delle alghe naturali.