Pertinenze urbanistiche: opere di modestissima entità e accessorie rispetto a un’opera principale
Le pertinenze possono essere qualificate come tali solo se consistono in opere di modestissima entità e accessorie rispetto a un’opera principale, quali ad esempio i piccoli manufatti per il contenimento di impianti tecnologici e simili.
FATTISPECIE
Nel caso di specie, il ricorrente realizzava, senza titolo, un manufatto edilizio di mq. 18,29, con altezza interna di ml. 2,10 e volume complessivo di mc. 38,41, suddiviso in due parti. La costruzione era ubicata all’interno del cortile di proprietà, a ridosso del muro di recinzione e destinata a ricovero dell’autoclave e del serbatoio a servizio del complesso residenziale.
Al fine di regolarizzare l’edificazione, il ricorrente presentava, al Comune di San Benedetto del Tronto, istanza di sanatoria che veniva respinta sulla scorta delle seguenti considerazioni:
- l’intervento ricadeva in zona soggetta a vincolo paesistico;
- l’entità dell’intervento risultava eccessiva per poterlo considerare una pertinenza.
PRINCIPI DI DIRITTO E CONCLUSIONI
In proposito, la Sent. TAR. Marche 23/09/2019, n. 593 ha richiamato la giurisprudenza ormai consolidata, secondo la quale la qualifica di pertinenza urbanistico-edilizia va riconosciuta soltanto ad opere di modestissima entità e accessorie rispetto a un’opera principale, quali ad esempio i piccoli manufatti per il contenimento di impianti tecnologici e simili, ma non anche a opere che, dal punto di vista delle dimensioni e della funzione, si caratterizzino per una propria autonomia rispetto all’opera cosiddetta principale e non siano coessenziali alla stessa, di tal che ne risulti possibile una diversa e autonoma utilizzazione economica.
Di conseguenza, il Tribunale, rilevato che si trattava di un manufatto di oltre mq.18, cioè di dimensioni planimetriche equivalenti a due camere da letto singole; ha ritenuto che si trattasse di un vero e proprio ampliamento di cui non veniva fornita alcuna particolare giustificazione tecnica ineludibile, poiché risultava verosimile, anche in base alla comune esperienza, che l’impianto di autoclave (praticamente una pompa) potesse limitarsi ad occupare spazi modesti all’interno di cantine o garage o anche all’esterno sotto piccole tettoie all’uopo dedicate.
Fonte: Bollettino di Legislazione Tecnica online
www.legislazionetecnica.it
RESTAURO BALCONE DI GIULIETTA
TECNORED Verona
RESTAURO BALCONE CASA DI GIULIETTA
Ufficio stampa
Per chi conosce la tragedia immortale “Giulietta e Romeo” di William Shakespeare ha 700 anni. E’ il balcone più celebre al mondo, scandito da 20 nicchie gotiche. Ogni anno attira oltre un milione di persone nel cortile veronese di via Cappello 23, sede in stile della Casa di Giulietta. Nel 2016 quasi 329 mila visitatori si sono affacciati sullo storico cortile dal verone di arenaria, marmo rosso scaligero e tufo di Avesa, nel complesso medioevale della famiglia Dal Cappello, trasformato nella prima metà del 900 – su ispirazione del cinema hollywoodiano – e arredato con mobili d’epoca, per dare un preciso riferimento agli innamorati che, da ogni paese, giungevano già allora in città per confermarvi il loro pegno d’amore.
E’ stanco il verone di Giulietta: fessurazioni, abrasioni, consunzioni lo hanno intaccato.
Sponsor una ditta veronese ben nota in Italia e Spagna – per la sua produzione di sistemi per la deumidificazione ed il consolidamento di edilizia civile e monumentale – la Tecnored, arriva ora il suo restauro gratuito dell’affaccio consacrato all’amore, specie a quello contrastato ma quasi sempre vincente; anche a carissimo prezzo.
“Esso funge da simbolo di un affetto divenuto immortale grazie al genio di Shakespeare, e del sentimento amoroso in generale. – Dice Margherita Bolla, direttrice dei Musei d’Arte del Comune di Verona. – Siamo molto grati alla Tecnored che si è resa disponibile gratuitamente alla globalità dell’intervento che prevede un’indagine statica ed un accuratissimo restauro, con analisi dei materiali e studio delle più moderne tecniche non invasive di conservazione.
Responsabile della Tecnored il dottor Paolo Mariani: “Verona non solo è il mito mondiale dell’amore ma la sede della nostra società ed è anche la mia città, che amo in ogni suo aspetto. – Spiega Mariani. – E’ un dono impegnativo che facciamo volentieri, un contributo al suo mito che concreteremo in autunno quando l’afflusso dei visitatori sarà più contenuto, cosa difficile peraltro, visto che, dal 2015, sono cresciute di 20 mila unità solo i visitatori che sono salite ai quattro piani della casa dell’eroina e, naturalmente, si sono affacciate al celeberrimo verone di Giulietta. Evidentemente in tempi di crisi mondiale l’amore resta un sogno universale ed un mito concreto, scespiriano appunto”.