Dissesto idrogeologicoUn team multidisciplinare di ricercatori ENEA ha messo a punto una metodologia innovativa che consente di prevedere intensità e percorso dei “fiumi di fango”, un tipo di frana dagli effetti particolarmente catastrofici, e individuare aree e infrastrutture a rischio. La novità della metodologia sta in un approccio basato sull’incrocio di dati geografici, storici e territoriali, ma anche su studi sul campo realizzati  in occasione delle frane di Messina e su test di mitigazione del rischio realizzati in Afghanistan con finanziamenti della Banca Mondiale.
Altro aspetto innovativo è l’attenzione alla“ricostruzione resiliente” delle aree, anche attraverso analisi costi/benefici e iniziative di formazione rivolte alla popolazione.Il modello verrà applicato prossimamente a un progetto da realizzare in Perù, in collaborazione con l’Università di Torino e ad un programma per la protezione delle infrastrutture critiche in Italia.
“Una volta rese fruibili sul web, le mappe che abbiamo realizzato consentiranno alle amministrazioni pubbliche di intervenire per mitigare il danno, valutandone anche costi e benefici in un’ottica di ricostruzione resiliente” sottolinea Claudio Puglisi del Laboratorio Tecnologie per la DInamica delle Strutture e la PREVenzione del rischio sismico e idrogeologico dell’ENEA.  “Approfondire l’analisi dello stato di rischio da eventi naturali tramite lastima di intensità, velocità, area di transito e di deposito del futuro fenomeno franoso rappresenta un importante passo in avanti nella difesa di strutture e infrastrutture presenti in un’area che mostra propensione ai fenomeni franosi; si tratta inoltre di un elemento fondamentale nelle strategie di mitigazione del danno atteso che può diventare un modello replicabile ed adattabile anche in altri contesti”, spiegaDissesto idrogeologico Puglisi.
Il metodo adottato dall’ENEA ha due livelli di approfondimento: a livello nazionale vengono individuati distinti livelli di suscettibilità per distinte tipologie di fenomeni franosi quali frane a lenta evoluzione, come le grandi colate di argilla tipiche del centro nord Italia o della Basilicata; frane a rapida evoluzione, vale a dire i crolli di massi di roccia da pareti verticali; frane superficiali a rapida evoluzione, i cosiddetti “fiumi di fango”. A livello locale e con particolare riferimento alle frane superficiali a rapida evoluzione, alle quali è imputabile il maggior numero di vittime e di danni - come accaduto nel 1998 nell’area di Sarno (Salerno) e nel 2007 e 2009 in provincia di Messina - vengono stimate le aree di possibile propagazione del fenomeno e le energie connesse. Incrociando tali carte di pericolosità con le quelle di uso del suolo è possibile individuare le aree e infrastrutture maggiormente a rischio.
“L’analisi dei dati storici incrociati con quelli di suolo, pendenza, tipo di roccia e di altri parametri permettono di individuare le zone di futuro innesco del fenomeno franoso anche in aree dove non è mai avvenuto”, aggiunge Puglisi.
Inoltre, ENEA ha progettato e sviluppato un’apposita banca dati territoriale insieme ad un sistema di supporto alle decisioni, dotato di interfaccia WebGIS. “In questo modo, caso per caso, è possibile organizzare tutti i dati geografici e le informazioni territoriali in maniera organica, rendendoli fruibili attraverso una specifica applicazione via web.Oltre a permettere la mappatura e la condivisione dei dati e dei risultati, questa applicazione si è rivelata fondamentale per fornire un supporto decisionale agli specialisti della Banca Mondiale e ai tecnici delle istituzioni afghane interessati come utenti finali”, evidenzia Maurizio Pollino del Laboratorio Analisi e Protezione delle Infrastrutture Critiche dell’ENEA.
“Posizione geografica e anni di degrado ambientale rendono l’Afghanistan un Paese molto incline a pericoli naturali particolarmente intensi e ricorrenti come inondazioni, terremoti, valanghe, frane e siccità. Nell’ambito dello studio finanziato dalla Banca Mondiale è emerso che il 70% del territorio afghano è soggetto a rischio frana. Nel 2014 vaste aree del Paese sono state colpite da disastri naturali che hanno provocato il più alto numero di morti al mondo per questo tipo di fenomeno secondo i dati dell'ultimo decennio”, conclude Puglisi.

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Multicon BasLa società romana Cool Projects, specializzata in Building Automation, ha realizzato un nuovo sistema hardware e software che consente di generare le migliori condizioni di comfort negli ambienti di lavoro e ottimizzare i costi dei consumi energetici.

Cool Projects, società specializzata in Project Management e Building Automation, ha realizzato nell’ambito dell’attività di ricerca e sviluppo denominata Multicon FRL, in collaborazione con la società Idea75, un innovativo sistema di regolazione climatica: MulticonBAS.
“Il miglioramento del comfort termico nei luoghi di lavoro e il contenimento dei consumi energetici - spiega Maurizio La Motta, General Manager di Cool Projects - è un aspetto che sempre più aziende tendono a curare con maggiore attenzione nell’ambito della Building Automation. L'organizzazione delle nostre attività quotidiane ci costringe spesso a trascorrere gran parte della giornata in ambienti confinati e in presenza di clima artificiale. La realizzazione di condizioni di comfort all'interno di tali ambienti è, pertanto, un’importante specifica progettuale della quale devono tenere conto sia le soluzioni edilizie che quelle impiantistiche”.
Partendo da questo presupposto Cool Projects ha posto alla base della ricerca lo sviluppo di un regolatore Fuzzy Logic (FLR) per il sistema Evolution-Multicon, prodotto di punta delle attività di ricerca e sviluppo di Cool Projects, che, integrando le informazioni acquisite da gruppi di sensori installati all'interno di un edificio, garantisce le migliori condizioni termoigrometriche ottimizzando i costi energetici. “Vorrei inoltre sottolineare - aggiunge La Motta - che questo innovativo sistema ha consentito di accedere alle agevolazioni concesse in forma di credito di imposta, un’opportunità attribuita a tutte le imprese che effettuano investimenti in attività di ricerca e sviluppo a partire dal periodo d’imposta 31 dicembre 2014 al 31 dicembre 2020. Il beneficio spettante viene calcolato come differenza positiva tra l’ammontare complessivo delle spese per investimenti in attività di ricerca e sviluppo sostenute nel periodo d’imposta in relazione al quale si intende fruire dell’agevolazione e la media annuale delle medesime spese realizzate nei tre periodi d’imposta precedenti”.
Multicon BAS è un innovativo sistema hardware e software che consente di superare quei problemi che prodotti similari hanno finora incontrato a causa della forte non linearità del fenomeno della variazione delle condizioni di benessere climatico all'interno di un ambiente, della significativa dipendenza del livello di comfort percepito da fattori di tipo personale e della difficoltà di gestire contemporaneamente tutti gli apparati presenti nell’ambiente indoor che concorrono al soddisfacimento delle esigenze degli utenti e al loro comfort.
Le normative vigenti, inoltre, impongono condizioni standard di temperatura e umidità relativa per garantire le condizioni di benessere, nello specifico:
• stagione invernale: temperatura 21°C con uno scarto di 2°C e umidità relativa del 45%;
• stagione estiva: temperatura 25°C con uno scarto di 2°C e umidità relativa del 60%.
Tuttavia, spesso gli utenti lamentano condizioni di malessere dovute a percezioni di troppo caldo o troppo freddo rispetto a tali parametri per ragioni soggettive dovute a situazioni misurabili, ma anche a condizioni non determinabili. Un esempio di parametro misurabile è la differenza di temperatura tra gli ambienti interni e le condizioni esterne, mentre una situazione non prevedibile è l’umore della persona che può influenzare la percezione delle reali condizioni ambientali.


Il nuovo Multicon BAS è nato proprio con l’intento di superare tutte le limitazioni sopra descritte. Il primo obiettivo è stato lo sviluppo di un sistema hardware, made in Cool Projects, che consente:
• di integrare all’interno di un’unica unità di controllo tutte le interfacce necessarie a gestire ogni dispositivo presente all’interno di uffici o ambienti industriali;
• di supportare contemporaneamente molteplici protocolli di comunicazione standard in aggiunta a quelli più comuni disponibili sul mercato in ambito di Building Automation, quale il MODBUS;
L’hardware è inoltre associato a un sistema software:
• contenente tutte le logiche di controllo necessarie per la regolazione climatica in funzione del locale specifico in cui è installato e dei correnti parametri ambientali;
• in grado di risolvere il disallineamento tra quanto descritto nelle normative vigenti in termini di benessere, in primis termoigrometrico, e la reale percezione di benessere da parte di chi vive in tale ambiente, senza snaturare le indicazioni imposte dalle normative;
• in grado di ridurre il consumo energetico dovuto all’utilizzo errato delle risorse a disposizione dell’utente
Sono state adottate tecniche a carattere innovativo basate su regolatori a logica fuzzy, indicati anche con l’acronimo FLR, i quali, rispetto ai classici regolatori, hanno il vantaggio di poter definire delle variabili linguistiche associate a opportuni insiemi - fuzzy set - che, unitamente a logiche appositamente sviluppate, permettono di migliorare la percezione di benessere da parte dell’utente. Il punto di forza di un sistema basato su logica fuzzy risiede nell’abbandono della teoria classica degli insiemi formulata da Eulero nella quale il concetto di appartenenza a un determinato aggregato si riferisce unicamente alla condizione VERO-FALSO.
La logica fuzzy ha il vantaggio di assegnare un valore, detto grado di appartenenza, al concetto di insieme. Ecco che i termini CALDO, FREDDO e BENESSERE assumono varie gradazioni in base alla temperatura percepita e quindi un utente può dire di essere in una condizione di BENESSERE al 70% o al 50%, e contemporaneamente affermare di percepire FREDDO al 30%
Per massimizzare, da un punto di vista qualitativo, le performance del sistema sono state effettuate delle misure sul numero d’interventi giornalieri effettuati dagli utenti per modificare il funzionamento del sistema di termoregolazione. Si è notato che il sistema implementato consente di ridurre di circa il 30% il numero di modifiche rispetto a un termostato con controllore PID classico riducendo, di conseguenza, la percentuale di insoddisfazione personale (PPD).
Le prime applicazioni del sistema hanno dato i risultati previsti in termini di risparmio energetico. Un 20% di consumi in meno è stato riscontrato sia presso il palazzo originariamente progettato dall’arch. Lafuente (di proprietà di Valle Giulia RE), oggi sede della Esso Italiana e altre primarie compagnie nel settore Oil & Gas, sia nella sede di ALD Automotive (il cui edificio è di proprietà  della  Immobilcinque Srl).

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Thirtyone e Coolprojects infiocchettano due palazzi romaniDue enormi decori natalizi infiocchettano i palazzi Lafuente e Argonauta di Roma di proprietà Valle Giulia Real Estate.
L’iniziativa è il frutto del lavoro sinergico e della collaborazione tra Thirtyone Design, studio della creativa romana Claudia Campone, e Cool Projects, società di ingegneria specializzata in Projects Management e Building Automation.
Le due opere sono concepite come enormi decori natalizi e sono composte da grandi fiocchi rossi dotati d’illuminazione interna in modo da essere visibili anche la notte sulle facciate degli edifici. Sul palazzo di Julio Lafuente - progettato nel 1977 dall’architetto spagnolo Julio Lafuente per Esso in collaborazione con l’ingegnere Gaetano Rebecchini e ora sede di aziende - i fiocchi sono su entrambi i lati dell’edificio, sia sull’ingresso principale sia sul lato sud (il primo misura 30 metri per 7, l’altro 10x7), mentre nel giardino antistante si può vedere un enorme rocchetto di nastro rosso con un paio di forbici, come se un gigante le avesse lasciate lì con l’intenzione di tornare a finire la decorazione.
“Per realizzare entrambi i fiocchi sono stati impiegati studi strutturali e complessi calcoli dei venti, oltre a test illuminotecnici. Siamo gratificati di aver dato il nostro contributo per gli aspetti di coordinamento, direzione cantiere e sicurezza” dichiara Maurizio La Motta, General Manager di Cool Projects. ''I fiocchi, che saranno visibili fino al 15 gennaio, sono due installazioni ambiziose, rese possibili grazie a un importante lavoro di squadra e realizzato insieme anche a Fly In, azienda specializzata in strutture gonfiabili'', spiega Claudia Campone. "Siamo orgogliosi e felici di fare a Roma e a chi la vivrà anche solo per giorno durante le feste un regalo che unisce arte, design e bellezza", dice Massimo Tarquini, Amministratore Unico di Valle Giulia Real Estate.

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Nuova sede ALD Automotive a RomaLa società romana specializzata in Project Management e in Building Automation ha trasformato un vecchio edificio in un gioiello architettonico tecnologicamente evoluto.

C’è un nuovo, intrigante palazzo che impreziosisce il cuore di Roma. Nel quartiere Eur, infatti, Cool Projects, società specializzata in Projects Management e Building Automation, ha totalmente reingegnerizzato un edificio rendendolo architettonicamente affascinante e tecnologicamente avanzato ed ecosostenibile.
Quello che fino a pochi anni fa era ancora uno scheletro in cemento armato è oggi un gioiello che ospita la sede della multinazionale dell’autonoleggio  a lungo termine e fleet management ALD Automotive.  
Di proprietà della Immobilcinque (Gruppo Valle Giulia) l’edificio aveva subito un primo restyling nel 2008 che gli consentì di diventare la sede romana di Saipem fino al 2015, ma è stato nel 2016 che il palazzo è stato oggetto della profonda ristrutturazione interna ed esterna che l’ha portato a essere uno degli edifici più prestigiosi anche in termini di efficientamento energetico della capitale.
Fino al 2007 la struttura non era ancora definita: la sommità dell’edificio era priva di tetto e di un “attacco al cielo” che lo proteggesse dalle intemperie e dall’irraggiamento. Al piano terra mancavano totalmente le connessioni tra sbarchi scale esterne provenienti dai piani interrati e gli atri degli ingressi che, tra l’altro, non erano segnalati nei prospetti. Internamente tutti i piani erano divisi in piccole stanze operative collocate in batteria sui due lati lunghi dell'edificio e separate centralmente da un corridoio cieco. Il lato nord era chiuso da una scala antincendio in acciaio e da un ascensore montacarichi completamente a vista.

IL RESTYLING ESTERNO

Il progetto di restyling, portato avanti dall’architetto Jacopo Rizzi e dallo staff tecnico coordinato da Cool Projects ha riguardato il completamento degli esterni dell’edificio e la riconfigurazione degli spazi interni secondo le esigenze del nuovo locatario e della proprietà. Si è trattato di un lavoro sinergico durante il quale collaborazione, convergenza di interessi e partecipazione tra i vari attori in causa si è trasformato in un risultato di notevole impatto visivo a livello architettonico e altamente funzionale in termini di impianti e domotica.
Alcuni elementi sono rimasti integri come, ad esempio, le facciate principali Est e Ovest ritmate da una maglia a moduli quadrati composti da un grande vetro trasparente centrale, che va da solaio a solaio, e da lesene rettangolari orizzontali e verticali in vetro satinato che nascondono i solai e i pilastri che corrono in aderenza. Un modulo, questo, che è stato utilizzato come unità di misura per proporzionare alcune parti del progetto. L’adeguamento alla normativa antincendio ha “imposto” la realizzare di una seconda scala collocata sul lato Sud e la messa in conformità, innalzandone l’altezza, del solaio di copertura.
Ma ciò che ha cambiato decisamente l'aspetto esterno e il volume  del palazzo, è stata la realizzazione di una cornice - curvilinea sul lato Nord e rettangolare a Sud - che, abbracciando l'intero edificio, nasconde le scale antincendio e protegge l’ultimo piano dall'irraggiamento solare e dalle intemperie.
L'intera cornice è composta da pannelli compositi di Alucobond, con finitura esterna in alluminio satinato, intervallati e fissati da pressori su cui sono applicate delle ogive in alluminio che sottolineano sia la verticalità che l'orizzontalità dei volumi riconnettendo visivamente le linee maglia che anima i prospetti principali. La scelta dell’Alucobond e della sua finitura in alluminio è stata fatta per inserire il nuovo intervento allineandolo con i materiali già presenti nell'edificio.  La cornice che abbraccia la scala antincendio sul lato Nord presenta dei tagli orizzontali come prese d'aria mentre sul versante Sud appare un'unica grande asola verticale ad agire come presa d'aria.
Al piano terra, sui due prospetti principali, sono stati realizzati due grandi portali di ingresso che servono a segnalare ai dipendenti e ai visitatori i punti di accesso principali all'edificio. I due portali, inseriti e proporzionati seguendo il ritmo delle facciate, sono composti da pannelli in Alucobond con finitura color antracite metallizzato che permette loro di staccarsi e mettersi in evidenza rispetto al resto delle facciate. Sulla sommità di questi portali sono state inserite due grandi lastre in vetro a sbalzo che hanno il compito di proteggere lo spazio sottostante dalle intemperie.
Un altro elemento importante del progetto è rappresentato da due pensiline vetrate di connessione tra le quattro scale esterne provenienti dalle autorimesse, collocate nei piani sottostanti, e i portali di ingresso: un percorso protetto dalla pioggia e ben evidenziato da un effetto galleria trasparente. Le pensiline sono composte da un telaio a “L” rovesciata, in acciaio verniciato bianco e controbilanciato da un puntone in acciaio verniciato antracite, su cui sono appese lastre di vetro trasparente tramite l'utilizzo di crociere e rotules in acciaio inox. Tutti gli elementi della pensilina e delle zone di sosta e ristoro adiacenti sono stati progettati in armonia con le facciate attraverso il loro dimensionamento e posizionamento nel rispetto della cadenza dei moduli di facciata e utilizzando una segnaletica orizzontale e una grafica in linea con quella aziendale.
La sistemazione delle aree perimetrali del lotto, in fase di completamento, prevede la realizzazione di un parco urbano che sarà articolato in più zone immerse in una sistemazione a verde con prato e alberature in cui verranno realizzati dei gazebo, delle tettoie, un teatro all'aperto per la sosta, il pranzo e il lavoro dei dipendenti, ma anche una pista per il running e un’area dove verrà posizionato un macchinario multifunzionale per un completo allenamento fisico.
Le facciate Est e Ovest sono state rivestite con pellicola filtrante trasparente per contenere l’irraggiamento solare verso l’interno del fabbricato e abbattere i costi di gestione. Sul prospetto Ovest è stata disegnata e applicata, una pellicola one-way a colori con il logo dell’azienda mentre sui prospetti Nord e Sud sono state posizionate le insegne luminose dell’azienda.

RICONFIGURAZIONE SPAZI INTERNI

L'edificio si sviluppa su 11 piani di cui due interrati adibiti ad autorimessa, un piano terra riservato all'accoglienza e al ristoro, 7 piani destinati a uffici, e l'ultimo piano rivolto ad attività dirigenziale. Tutte le tramezzature interne, ad eccezione dei blocchi destinati ai servizi igienici, sono state demolite secondo la logica dell’open space.
Nella parte centrale dell'edificio, al piano terra, due porte girevoli conducono verso la reception in cui spiccano una grande parete ledwall che proietta immagini legate all'attività dell'azienda. Il pavimento degli atri e della reception è stato mantenuto e integrato con nuove grandi lastre di marmo nero d’Africa lucidato a specchio in contrapposizione alla finitura a intonaco bianco delle pareti.
Dall'altro lato dei due atri di ingresso si apre la zona ascensori in cui è inserita un'elegante scala elicoidale, che si snoda in modo continuo e aereo per 8 piani, e che è stata mantenuta con il suo pavimento in marmo nero d’Africa, ma completamente ritinteggiata di colore scuro per metterla in evidenza rispetto alla scatola bianca che la contiene. Nel suo pozzo centrale è stata realizzata dallo studio THIRTYONE una pista per automobiline più lunga del mondo su cui corrono trainate da un piccolo motore elettrico piccoli veicoli realizzati su disegno della “Mascotte Car”, altro logo di ALD.
Una “giungla urbana” invade il piano terra nelle aree lounge disegnate dallo studio Gla: tavoli, aree relax, piante e carte da parati di ispirazione floreale rendono questi spazi rilassanti e giocosi, adatti per un pasto veloce o una breve riunione grazie alla flessibilità che li caratterizza: porte scorrevoli impacchettabili rendono possibile la suddivisione della lounge in più sale che possono assumere varie funzioni.
Parte del piano terra, in particolare il lato Sud, e i piani dal primo al settimo sono destinati all'attività di ufficio e sono sostanzialmente caratterizzati da open-space molto luminosi in cui sono inserite le scrivanie a gruppi di quattro e gli arredi. Oltre ai tavoli da lavoro, alcove o informal meeting, phone-boot disegnate custom e focus area sono i principali elementi che costituiscono questi spazi, a tutti i piani, insieme a stanze private per i dirigenti e aree break chiuse da pareti vetrate parzialmente schermate con pellicole filtranti e una grafica accattivante. L’attenzione nella scelta dei materiali è stata fondamentale, soprattutto per quanto concerne il fonoisolamento e il comfort ambientale dei dipendenti.
Ciascun piano è dotato di stanze chiuse destinate alla dirigenza e un area break, e il piano quarto in particolare è diviso in due semipiani con funzioni diverse: postazioni lavoro e sale meeting di diversa capienza, tutte divise con pareti vetrate filtrate da pellicole satinate adesive a gradiente.
L'ottavo piano è destinato alle attività dirigenziali. Le dimensioni inferiori a quelle dei piani sottostanti lasciano spazio a due ampie terrazze collegate da lunghi ballatoi e coperte da una struttura a tetto piano rivestita di Alucobond e provvista di grandi fori in parte tondi e in parte rettangolari per l’esalazione del fumo in caso di incendio. Le terrazze, che offrono un panorama affascinate del quartiere Eur, hanno un pavimento flottante coperto con del gres porcellanato effetto legno, e sono arredate con panche custom in legno di teak e fioriere in acciaio verniciato antracite, tavoli e poltrone di design che offrono ospitalità alla dirigenza e agli invitati, permettendo anche lo svolgimento di eventi.
L’edificio inoltre rappresenta un esempio importante in termini di efficientamento energetico, raggiungendo la più alta classe di riferimento, nonostante le grandi superfici vetrate, dotato di un sistema di Building Automation realizzato da Cool Projects, capace di controllare tutti parametri funzionali dello stabile, consentendo agli utenti l’intuitiva gestione delle condizioni ambientali tramite semplici touch screen. Cool Projects si è occupata anche della progettazione e della direzione dei lavori per gli impianti elettrici, meccanici e speciali e ha sviluppato i sistemi hardware e software di supervisione e controllo.

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3ti Progetti Rail Baltica3TI PROGETTI, dopo essersi aggiudicata la gara indetta da RB Rails AS, ha firmato il contratto per la redazione del manuale delle linee guida alla progettazione architettonica, del landscape e della visual identity del progetto Rail Baltica.
“Si tratta di un progetto di grande rilevanza – commenta Alfredo Ingletti, Presidente di 3TI PROGETTI – perché ha un grande respiro europeo essendo uno dei progetti di trasporto prioritari dell’Unione visto che integrerà gli Stati Baltici nella rete ferroviaria europea: Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia e indirettamente anche la Finlandia”.
La Rail Baltica sarà, infatti, il collegamento ferroviario transfrontaliero al momento mancante che unirà Varsavia, Vilnius, Kaunas, Panevežys, Riga, Pärnu, Tallin, Helsinki per un totale di 870 km. Mentre la maggior parte dei paesi europei utilizza binari con scartamento di 1435 mm, infatti, gli Stati Baltici ricorrono ancora agli standard russi che prevedono binari di 1520 mm di scartamento. Per tale ragione i collegamenti delle carrozze ferroviarie baltiche risultano finora inaccessibili alle reti ferroviarie di Polonia e Germania. Indirettamente questo percorso include anche la Finlandia visto che il progetto prevede anche la possibilità di costruire un tunnel ferroviario sottomarino che potrebbe collegare Tallin a Helsinki.
“In questo progetto – afferma Michele Amerio, direttore tecnico di 3TI e responsabile del progetto – 3TI PROGETTI avrà un ruolo prioritario dovendosi occupare dell’elaborazione di un insieme di criteri, regole, disegni concettuali che determineranno le linee guida paesaggistiche, tecniche, normative ed economiche per la progettazione architettonica della Rail Baltica”.
La linea ferroviaria Rail Baltica sarà completamente elettrificata e, quindi, a impatto ambientale zero e si svilupperà su 870 km, di cui 265 km in Lettonia, 213 km in Estonia e 392 km in Lituania. I treni passeggeri dovrebbero funzionare a una velocità massima di 249 km/h, con una velocità media di 170 km/h mentre la velocità massima per i treni merci è prevista in 120 km/h. Rail Baltica sarà realizzata utilizzando le tecnologie e i materiali più avanzati. Alcuni di essi sono ancora in fase di elaborazione, standardizzazione o appena commercializzati. Nuovi terminal saranno costruiti in ciascuno dei paesi baltici per consentire un trasferimento rapido ed efficiente di passeggeri e, in particolare, delle merci. Le stazioni ferroviarie rappresenteranno veri e propri centri multimodali per il collegamento con diversi servizi urbani, regionali e di lunga distanza con parcheggi per auto e biciclette, negozi e aree ricreative.
Rail Baltica verrà costruita secondo i più severi requisiti di sicurezza. L'ultima generazione del sistema europeo di gestione del traffico ferroviario (ERTMS) sarà utilizzata per controllare il movimento del treno. Tutti gli incroci con strade e percorsi pedonali saranno a due livelli. Le stazioni passeggeri avranno tutte le strutture necessarie per rendere l'accesso ai servizi ferroviari un'esperienza facile e piacevole per chiunque.
La linea è pianificata in modo da evitare per quanto possibile le aree protette di Natura 2000 e senza un impatto significativo su altre aree protette sensibili dal punto di vista ambientale. Ove necessario, verranno installate barriere antirumore e saranno anche realizzati passaggi speciali per gli animali.
“Con questo progetto – spiega Ingletti – raggiungiamo un’area geografica di grandi potenzialità infrastrutturali per noi ancora inesplorata ma da tempo monitorata. Oltre allo sviluppo di molti progetti nei paesi arabi e a una consolidata presenza in Romania, 3TI PROGETTI oggi si affaccia nei Paesi Baltici avvicinandosi sempre di più all’Europa, punto di riferimento strategico dove affrontare importanti sfide contro competitor di tutto rilievo”.

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Venerdì, 14 Settembre 2018 11:53

3TI PROGETTI ottiene la certificazione BIM

3TI Progetti Metropolitana di Doha3TI PROGETTI, società leader del mercato dell’ingegneria italiana, ha conseguito la certificazione BIM (Building Information Modeling) per le attività di progettazione architettonica, strutturale, impiantistica e infrastrutturale di opere civili rilasciata da ICMQ, Istituto di certificazione che sta promuovendo la diffusione della certificazione in questo settore.


“È motivo di grande soddisfazione aver ottenuto questo riconoscimento – commenta Alfredo Ingletti, Presidente della società - in primo luogo perché testimonia in maniera oggettiva il livello di competenza raggiunto da 3TI PROGETTI in ambito BIM, in secondo luogo perché possiamo vantarci oggi di essere tra i primi ad aver ottenuto questa importante attestazione, dopo essere stati tra i pionieri in Italia nell’utilizzo di questa nuova modalità progettuale.”.
Si tratta di un attestato di grande importanza perché permette a 3TI PROGETTI di essere già in linea con i dettami legislativi (Decreto n. 560/2017, cosiddetto Decreto BIM) che prevede, a partire dal 2019, l’obbligo per le Stazioni Appaltanti di prevedere l’utilizzo del Building Information Modeling per tutti i lavori di importo superiore a cento milioni e progressivamente, fino al 2025, anche per gli appalti di scaglioni di importo inferiori fino a riguardare tutto il sistema dei lavori pubblici.
“Fin dagli esordi del BIM in Italia – aggiunge Ingletti – abbiamo creduto nelle grandi potenzialità di questa nuova modalità progettuale, e nell’importanza di avere le competenze per poter cogliere le opportunità che i mercati, soprattutto quelli esteri, dove 3TI PROGETTI è particolarmente attiva, potevano offrire. Anche per tale ragione abbiamo voluto investire importanti risorse sia nell’acquisizione di nuove tecnologie, sia nella formazione di professionisti specializzati. Ciò ci ha portato oggi a una già consolidata esperienza, maturata in Italia, dalla progettazione dell’Ospedale di La Spezia alla progettazione del nuovo porto Offshore di Venezia, all’estero dalla progettazione della metropolitana di Doha al masterplan del nuovo aeroporto di Al Taif in Arabia Saudita”.


L’Ente Certificatore ICMQ, nel corso dell’Audit tenuto presso la sede di 3TI PROGETTI, ha potuto verificare l’altissimo livello di applicazione del sistema BIM raggiunto, riguardante sia le competenze acquisite dai progettisti e la formazione da loro effettuata, sia la strumentazione informatica.
“Abbiamo illustrato a ICMQ – spiega Franca Francescucci, Bim Manager di 3TI PROGETTI – il nostro sistema BIM finalizzato principalmente a rendere il lavoro più efficiente e con meno errori, attraverso metodi standardizzati che garantiscono la gestione dei dati e il controllo del progetto in ogni suo elemento, sia a livello progettuale che documentale. Ciò ci consente, oltre a produrre disegni e modelli tridimensionali, anche di ottimizzare i tempi fornendo al cliente un’unica risorsa per documentare, spiegare e comunicare una soluzione progettata. A meno di specifiche necessità contrattuali o richieste dei clienti, i modelli vengono prodotti a seconda delle diverse discipline (architettura, strutture, impianti) e specialistiche (progettazione antincendio, progettazione acustica, illuminotecnica, bioclimatica ecc.) seguendo procedure interne ormai consolidate, che coincidono con i requisiti richiesti dai clienti”.
“Le quotidiane verifiche – aggiunge Roberta Di Stefano, Responsabile tecnico del settore Building di 3TI PROGETTI – ci permettono di ridurre al minimo le problematiche di interferenza tra le discipline e costituiscono un vantaggio assoluto in termini di garanzia di qualità del prodotto finale.
Una volta elaborati i modelli 3D, se contrattualmente richiesto, si procede alla fase 4D (sequenza dei tempi), 5D (stima dei costi), e infine al record modeling.
Un metodo di lavoro che, indipendentemente dai ruoli specifici, responsabilità ed esperienza all’interno del team, vede ogni risorsa coinvolta attivamente nel progetto ed a conoscenza delle priorità e degli obiettivi che si prefigge di raggiungere. All’interno del nostro studio, l’intero processo BIM si traduce in una solida ed efficiente gestione delle fasi di progettazione, costruzione e consegna del progetto, attraverso una costante implementazione dei modelli, per garantire, nel rispetto delle tempistiche contrattuali, un alto standard di qualità”.

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Ponte Morandi GenovaGenova - Il ponte Morandi di Genova, opera dell'ingegnere Riccardo Morandi; inaugurato nel 67, crollato il 14 agosto 2018. Un tipo di ponte che non ha mai convinto Antonio Brencich, professore dell'Università di Genova del corso di costruzioni in cemento armato. Oggi, nel giorno del crollo, questa la sua analisi: "Io non mi sono occupato di quello specifico ponte, io ho fatto alcune osservazioni su quella tipologia di ponte. Molti lo ritengono un capolavoro dell'ingegneria, io lo ritengo un fallimento dell'ingegneria. E' uno dei tre ponti simili progettati da Riccardo Morandi, e che hanno avuto problemi; ce ne è uno sulla baia di Maracaibo, in Venezuela, primo in ordine di tempo (è il ponte General Rafael Urdaneta), e poi quello di Genova e il ponte sullo Wadi el Kuf in Libia. La storia ha dimostrato delle carenze strutturali su Genova e Maracaibo, non solo oggi ma nel passato. Sono esempi di come non si progettano i ponti" spiega il professore. "Il ponte è stato aperto l'anno che sono nato io nel 1967. Dopo vent'anni dalla sua apertura, e vent'anni nella vita di un ponte sono un battito di ciglia, hanno fatto un intervento sulla torre est. Oggi è crollata la torre ovest. Sono tre torri. Alla torre est hanno sostituito gli stralli cioé il sistema che collegava il ponte alla torre, quei cavi inclinati. Hanno messo dei cavi esterni che si vedono bene. Il mio è un giudizio tecnico dall'esterno; quello è un intervento pesantissimo su un ponte, fatto dopo vent'anni di vita. Il collasso di oggi ragionevolmente, lo diranno le indagini, ha un'origine simile" aggiunge Brencich. "C'era un mio vecchio professore di cemento armato che diceva che esiste un santo per le strutture, e il santo oggi ha fatto crollare la torre più lontana dalle abitazioni, per fortuna". Quindi lei pensa a una fragilità strutturale? "Questo è evidente. Un ponte che ha 51 anni di vita non può crollare. Il maltempo di questi giorni per una struttura significa zero. Se lei mi dicesse una tempesta di neve a meno 40 gradi... ma un po' di pioggia non cambia niente. So che quel ponte ha sempre avuto manutenzione, è il caso in cui non si può dire che mancasse la manutenzione. Teniamo conto che non tutto si può prevedere; resta sempre un'aliquota di imprevedibilità. Era sotto controllo da molto tempo. Non è un caso di disattenzione e mancanza di investimenti" conclude il professore.

Fonte: askanews

 

 

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oice logoL’engineering italiana che va oltre confine cresce di quasi il 37% nel 2014, con un’incidenza del 23,7% sulla produzione complessiva (era il 16,3% nel 2013), anche se i ricavi si riducono del 6%.La crescita del portafoglio ordini delle società di ingegneria, soprattutto nel settore dei trasporti, è elemento molto positivo che dimostra la capacità di aggregazione e di investimento delle società. Il mercato estero ormai rappresenta lo sbocco essenziale per cogliere maggiori e migliori opportunità rispetto al mercato nazionale che, per diverse ragioni, è in grande sofferenza.

Sono questi i dati di fondo che emergono dal “PRIMO RAPPORTO SULLA PRESENZA DELLE SOCIE DI INGEGNERIA E ARCHITETTURA ALL’ESTERO” elaborato dall’OICE in collaborazione con l'Università degli Studi di Bergamo e presentato oggi a Roma presso la sede dell’ICE alla presenza di unafolta rappresentanza di ambasciatori di Stati esteri, di vertici di Ministeri e di altre Amministrazioni, oltre che di esponenti del mondo politico, imprenditoriale e bancario.

Dal Rapporto - spiega Alfredo Ingletti, Vice Presidente OICE per l’Internazionalizzazione - si evince che la presenza delle società di ingegneria e architettura all’estero, quindi, si va consolidando seppure con le difficoltà che società di dimensioni organizzative come quelle italiane trovano nel confronto con i colossi stranieri che operano sui mercati internazionali. Il raffronto tra le dimensioni, sia di fatturato che di addetti, delle nostre aziende con quelle estere è quasi impietoso, tuttavia strategie intelligenti e capacità manageriali e progettuali italiane apprezzate in vaste aree del mondo hanno permesso di conquistare spazi interessanti in molti mercati internazionali.”

Tutto ciò, però, non basta: “Si rendono sempre più necessari - aggiunge Ingletti - modelli organizzativi più evoluti e processi di aggregazione che consentano anche a società di dimensioni ridotte di farsi valere all’estero. Una buona organizzazione, infatti, può compensare un deficit dimensionale. Non necessariamente essere grandi significa essere efficienti ed efficaci.”

Per il Presidente dell’OICE, Patrizia Lotti, “l’ottimo studio realizzato con la collaborazione dell’Università di Bergamo dimostra che il percorso di internazionalizzazione delle società di ingegneria e di architettura che l’Associazione ha promosso ormai da dieci anni e che con forza e determinazione sta portando avanti con il supporto del MISE e dell’ICE, rappresenta l’unica strada per superare le difficoltà che incontriamo ogni giorno in Italia e per fare crescere le nostre società.”

Nel corso dell’evento, il Direttore Generale dell'ICE-Agenzia, Roberto Luongo, ha fatto presente come “in questi anni si sia positivamente consolidata la partnership con OICE con l'obiettivo di essere proattivi sui mercati internazionali. Il nostro paese ha infatti grandi potenzialità e l'ingegneria italiana rappresenta una punta di eccellenza, quando l’Italia fa squadra e sa lavorare insieme riesce ad essere competitiva ed efficace.”

Il Ministro Plenipotenziario MAECI, Massimo Rustico, ha evidenziato che “il Rapporto OICE fa emergere un trend simile a quello rilevato per le imprese di costruzioni che vincono all’estero singolarmente, ma anche e soprattutto in consorzi strutturati in loco e che assumono competenze finanziarie e attivano networking di grande interesse per le società di ingegneria.”

Il Dirigente dell’Ufficio Alta Tecnologia dell’ICE-Agenzia, Lucio Coggiatti, ha rappresentato come sia “fondamentale presentarsi come Italia e come intera filiera delle costruzioni, è questo l’obiettivo che ICE si pone nella sua attività di internazionalizzazione condotta finora, che non è un punto di arrivo ma di partenza per nuovi successi."

Nella tavola rotonda sono state approfondite le esperienze di internazionalizzazione maturate da quattro società di ingegneria: D'Appolonia con Roberto Carpaneto, Politecnica Ingegneria ed Architettura con Francesca Federzoni, IRD Engineering con Paolo Orsini, JV AIRES Ingegneria/ALL Ingegneria con Gianfranco Laezza.

Il Rapporto, illustrato da Giuseppe Pedeliento dell’Università degli Studi di Bergamo, analizza anche come e dove il campione di società di ingegneria e di architettura italiane selezionato opera all’estero. La costituzione di nuove società e l’apertura di nuove sedi operative e di rappresentanza risultano essere le soluzioni preferite per presidiare il mercato oltre confine, ma sono prassi anche la partecipazione ad associazioni temporanee di impresa e a joint venture.

I paesi europei, sia aderenti alla UE sia quelli al di fuori, risultano essere l’approdo più stabile per ragioni di vicinanza geografica e di affinità culturali con il 36,9% degli ordini acquisito in questa zona. A seguire troviamo l’Africa (esclusa l’area Mediterranea) nella quale si sviluppa circa il 18% degli ordini. Ma è il Medio Oriente la zona che ha mostrato di ottenere il maggior consenso da parte dell’ingegneria italiana garantendo i migliori risultati, per quanto riguarda l’anno in corso, con una quota di ordini in forte crescita previsionale: 17,5% (contro il 10% del 2014).

Nonostante il calo del prezzo del petrolio, alcuni paesi della penisola arabica quali Arabia Saudita, Oman, Emirati Arabi e Qatar richiamano maggiormente gli interessi e gli investimenti delle società italiane, ma grande attenzione e considerazione va prestata ai paesi asiatici aderenti all’ASEAN (Indonesia e Singapore in primis) che hanno mostrato enormi potenzialità di sviluppo e stanno trainando le altre economie della zona.

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Domenica, 05 Luglio 2015 00:00

Una bussola solare elettronica superprecisa

bussolasolareL’ENEA ha brevettato una bussola solare elettronica più precisa di quelle esistenti, compatta e automatica, che rileva la posizione del sole con un sistema ottico innovativo. Lo strumento utilizza le equazioni che regolano il moto apparente del sole grazie ad un algoritmo semplice ma accurato, in grado di funzionare in ogni luogo della Terra e di fornire la direzione Nord-Sud con una precisione di circa 1/60 di grado. Oltre all’accuratezza nella misura della direzione, presenta diversi vantaggi tra cui la compattezza, i costi di costruzione contenuti, molto vicini a quelli di cellulari di fascia bassa, il funzionamento automatico a ogni latitudine, la velocità di rilevamento e l’insensibilità a interferenze dovute a campi magnetici anomali o a masse ferrose.

Può essere applicata in diversi settori e situazioni: nei rilievi per indagini topografiche e archeologiche, nell’ingegneria

civile, nella ricostruzione tridimensionale di scenari, nell’allineamento di pannelli fotovoltaici, solari e a concentrazione, nell’installazione di radar aeroportuali, nei sistemi di orientamento di automi (robot, macchine), nell’orientamento di sistemi di movimentazione su altri pianeti, nella taratura di altre bussole. In alcune applicazioni, come ad esempio il posizionamento degli impianti solari termodinamici, l’uso della bussola consente non solo di raggiungere un’elevata accuratezza di orientamento degli specchi dell’impianto ma anche di semplificarne notevolmente l’installazione (con conseguente riduzione dei costi), perché ogni anomalia di orientamento rispetto al progetto viene monitorata dalla bussola e inclusa nel calcolo della movimentazione degli specchi stessi. In un impianto dotato di numerosi specchi, inoltre, data la bassa incidenza del costo del dispositivo ENEA, si può installare una bussola su ogni specchio, in modo da ovviare alla necessità di allineare perfettamente tutti gli specchi tra di loro e dotandoli di un autonomo sistema di movimentazione.

Il passo successivo è una bussola solare in grado di funzionare anche su mezzi mobili. Questo  aprirà nuovi sbocchi sui mercati navale e aeronautico.

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convegnocalcestruzzoQuesto convegno si concentrerà sull’attività e i risultati conseguiti tra il 2002 e il 2009 dal progetto di ricerca, affiliato all’American Academy in Rome, dedicato all’ingegneria del calcestruzzo marino nell’antica Roma (progetto ROMACONS); saranno inoltre evidenziati gli esiti dei successivi studi di laboratorio pubblicati recentemente nel volume Building for Eternity: The History and Technology of Roman Concrete Engineering in the Sea (Oxbow, 2014). Utilizzando un metodo all’avanguardia per la raccolta di nuclei di cemento sia sulla terraferma che in mare e per la successiva analisi, il progetto ROMACONS ha accumulato e esaminato campioni da undici siti archeologici in Italia, Grecia, Turchia e Israele. L’analini storica, archeologica e scientifica che ne è seguita ha ampliato la nostra comprensione del modo in cui i romani costruivano gli impianti portuali sia sulla linea del bagnasciuga che sott’acqua e delle ragioni per cui le loro strutture in calcestruzzo sono durate tanto a lungo. I quattro interventi in programma si fondano sulle nuove acquisizioni fornite dal progetto ROMACONS, e intendono informare e incoraggiare altri studiosi ad intraprendere le ricerche sull’ingegneria del cemento in mare, uno dei risultati tecnologici più straordinari dell’antica Roma. Parteciperanno al convegno Marie Jackson, John Oleson, Chris Brandon e Robert Hohlfelder.

Le conferenze saranno in lingua inglese.

Marie Jackson – Sea-Water Concrete Fabrics: Volcanic Ash, Cementitious Binder, and Material Characteristics

John P. Oleson – Where Did the Roman Expertise in Maritime Concrete Come from and How did it Spread throughout the Roman Empire?

Chris Brandon – Designs of Roman Concrete Structures in the Sea and on the Shoreline

Robert L. Hohlfelder – Building a Maritime Infrastructure in the Age of Augustus: The Role of Marine Concrete

Il progetto ha ricevuto il generoso sostegno di CTG Italcementi Group, Bergamo.

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