Lo studio dell’architetto inglese presenta un nuovo progetto dedicato alla connessione tra ambiente costruito e fonti rinnovabili

Potrebbe nascere nelle acque della Corea del Sud il futuristico hotel alimentato dal mare

Da simbolo di inquinamento a vessillo di sostenibilità.
Questo il destino, disegnato da alcuni architetti, per la riconversione di una delle piattaforme petrolifere nelle acque della Corea del Sud. Ci troviamo in prossimità dell’isola di Jeju, situata nello Stretto di Corea.
È questo il luogo scelto da Margot Krasojević Architecture, studio di architettura con sede a Londra e a Pechino, per il loro nuovo e futuristico progetto edilizio offshore. Utilizzando la piattaforma petrolifera come supporto strutturale, gli architetti hanno disegnato un hotel faro energeticamente indipendente. La Krasojević non è nuova ai connubi tra architettura e fonti rinnovabili, e anche in questo caso ripropone l’idea di sfruttare il movimento di maree e correnti per rendere la struttura offgrid.
L’energia elettrica prodotta dovrebbe servire non solo ad alimentare l’edificio ma anche a far funzionare un sistema di dissalazione interno per la produzione di acqua potabile.

“L’hotel faro di Krasjević – spiega Designboom – mira a integrare l’energia rinnovabile nel processo di progettazione”, grazie a diverse turbine idrocinetiche “avvolte” intorno al nucleo principale della struttura. “Oltre a generare la propria energia, l’hotel offrirà opportunità di volontariato per gli ospiti che potranno impegnarsi nello studio della biodiversità e in altre iniziative sostenibili. Il progetto intende essere un’esperienza di viaggio unica e rivoluzionaria, offrendo una gamma di attività off-grid”.

L’interno avrà tre sezioni principali: le camere degli ospiti, un ampio atrio e varie aree sociali. Il design sarà composto da più volumi fluidi realizzati con superfici di alluminio stratificate e una serie di sezioni in ETFE, polimero termoplastico trasparente in grado di resistere ad agenti esterni e carichi applicati. Questi materiali sono stati scelti non solo per la loro durata, ma anche per il peso estremamente leggero. In caso di emergenza o onde anomale, le sezioni si potrebbero dividere e galleggiare. La stanza del faro vero e proprio, che si trova in cima all’edifico, avrà una lanterna di vetro Fresnel che proietterà raggi di luce verso il mare. La luce rifratta attraverserà anche l’interno dell’hotel, creando un’atmosfera vibrante e piena di luce.

fonte:rinnovabili.it

A cavallo tra due pendii montuosi speratati da un asse autostradale, il futuro Eco Bridge di Seoul sarà un ponte organico in acciaio. Ecco il progetto di Kild, vincitore del concorso “Yangjaegogae Eco Bridge Design Competition”

Un ponte organico ed ecologico che nasce dal movimento sinuoso di una struttura semplice per creare un’esperienza paesaggistica che si fonde con la topografia delle montagne circostanti. Questa è la proposta vincente di Kild, gruppo di architetti lituani che si è aggiudicato il primo premio del concorso “Yangjaegogae Eco Bridge Design Competition” promosso dall’amministrazione governativa di Seoul, in Corea del Sud. Con l’intento di creare un collegamento aereo tra due pendii montuosi separati da un asse autostradale, il futuro ponte Eco Bridge di Seoul rappresenta un nuovo esperimento di struttura completamente immersa nel verde, in grado di preservare la flora e la fauna del luogo nonostante l’infrastruttura inferiore della Gyeongbu Expressway.


Il progetto di Kild (architetti Ksnelashvili, Isora, Lozuraityte e Daunys), ispirato concettualmente alla natura ritmica dei giardini coreani (quelli con il tradizionale padiglione), mostra un design integrato in continuità con il luogo in cui sorge, a cavallo tra la cima del Monte Umyeonsan e quella del Parco Maljukgeori. Il valore del progetto risiede nella creazione di due differenti ambiti che coprono lo sviluppo del ponte, uno rettilineo dedicato all’attraversamento pedonale dell’uomo e uno collinare riservato al percorso degli animali che abitano le cime montuose; due ambiti limitrofi ma distinti, dettati anche dal carattere di pendenza naturale che ha permesso di separare le due zone.

Dal punto di vista costruttivo, la struttura riflette il dualismo del concept progettuale: il sentiero pedonale costituisce l’arco portante in acciaio che corre rettilineo senza variazione di quota, mentre la collina verde, progettata come un pendio ondulato per non interrompere l’habitat animale, rappresenta un’integrazione strutturale sospesa sul fianco del ponte in acciaio. Nervature metalliche completano la trama di supporto sui cui poggia l’impianto di irrigazione e drenaggio per la vegetazione con vasche impermeabili. Il sistema di irrigazione utilizza l’acqua piovana raccolta in un serbatoio di accumulo previsto ai piedi del ponte, insieme ad una terrazza di manutenzione. Un rivestimento in lamiera metallica avvolge la struttura e assolve anche la funzione di barriera di sicurezza con corrimano, regalando al ponte una forma in continuo movimento, come se fosse in torsione su sé stesso. La matericità di questo rivestimento segna inoltre il confine tra il paesaggio naturale all’estradosso e l’ambiente infrastrutturale all’intradosso.


Con una luce di 94 metri e una lunghezza di 120 metri, il futuro Eco Bridge di Kild offre ai cittadini l’esperienza naturalistica di camminare a picco sulla pendenza delle montagne e di godere di una vista panoramica della città di Seoul verso nord, poiché la struttura si piega proprio nel suo punto centrale per lasciare ampia visibilità. Il percorso pedonale (posizionato a sud) e la collina verde (a nord) raggiungono infatti la massima differenza di quota solo in corrispondenza degli ingressi al ponte (salto di 6 metri a ovest e 11 metri a est) per lasciare libera la visuale verso nord nel suo punto centrale.

Scheda del progetto
Architetti: KILD – Architetti Ksnelashvili, Isora, Lozuraityte, Daunys
Stato: primo premio nel concorso “Yangjaegogae Eco Bridge Design Competition” – 2017
Location: Seoul, Corea del Sud
Cliente: The Seoul Metropolitan Government
Area: 2.600 mq
Dati tecnici del ponte: lunghezza 120 m; luce 94 m; larghezza min 14 m – max 19,4 m; altezza min 3,3 m – max 15,5 m; posizionato ad una distanza di 29 metri dall’autostrada

fonte: ingegneri.info