Le aziende cinesi offriranno supporto tecnologico e finanziario

(ANSA)  La Africa Renewable Energy Initiative (Arei) e l'Alleanza sino-africana per la cooperazione e l'innovazione sulle energie rinnovabili hanno siglato un memorandum d'intesa volto a incrementare la produzione energetica africana da fonti verdi. In base all'accordo, riferito dall'agenzia cinese Xinhua, le aziende cinesi del settore rinnovabile offriranno supporto tecnologico e finanziario.

I progetti pilota prevedono l'aiuto a costruire sia micro-reti elettriche per famiglie e villaggi africani, sia impianti su larga scala. L'iniziativa è in linea con il programma di Sviluppo delle Nazioni Unite, che sostiene il trasferimento di tecnologie verso i Paesi in via di sviluppo.

L'intesa, ha osservato l'Arei, indica l'intenzione comune di combattere il cambiamento climatico e promuovere uno sviluppo sostenibile. Le energie rinnovabili, ha evidenziato, saranno il pilastro della collaborazione tra Africa e Cina sulle tematiche ambientali.

afrykariumIn Polonia, dalla fine del 2014, lo zoo di Wroclaw propone l’Afrykarium, un oceanario, il primo del genere in Europa, dove è possibile ammirare esempi di flora e fauna del continente africano. La facciata dell’edificio che ospita l’Afrykarium è una novità come il suo contenuto: è realizzata con 6000 metri quadrati di tecno-superficie DuPont™ Corian®, marchio di fama mondiale, leader tra i materiali ad alte prestazioni funzionali ed estetiche per architettura e design. L’Afrykarium è in grado di attirare in un anno fino a tre milioni di visitatori provenienti da tutta Europa.

I visitatori dell’Afrykarium possono entusiasmarsi davanti a piante e animali che vivono in Africa, nell’ambiente del Nilo, dei laghi della Great Rift Valley, del Mar Rosso, del Canale del Mozambico, della costa della Namibia e della giungla del Congo.  All’interno di 19 acquari e vasche riempiti con circa 15 milioni di litri d'acqua, vivono infatti cento specie di animali africani.

Radoslaw Ratajszczak, presidente dello zoo di Wroclaw, commenta, "L’Afrykarium dimostra che è possibile sognare.  Sono un amante degli animali e sono appassionato alla mia professione.  Nell’arco di sette anni sono riuscito a realizzare investimenti per circa 300 milioni di zloty polacchi (73 milioni di euro) tra cui l’Afrykarium, il primo oceanario in Polonia, una struttura unica al mondo, dedicata esclusivamente a flora e fauna africane."

Il nuovo edificio costruito appositamente per ospitare l’Afrykarium è lungo 160 metri e largo 54 metri e ha un’altezza di 15 metri.  La facciata presenta cinque diversi habitat e le acque vivificanti dell’Africa.  La sua forma ricorda "una grande onda nera che sovrasta l'ingresso," come descrive l'architetto Dorota Szlachcic di ArC2 Fabryka Projektowa, lo studio di architettura autore del progetto.  La facciata di colore nero è stata realizzata con pannelli di tecno-superficie DuPont™ Corian® nella tonalità nera denominata Nocturne.

L’architetto Dorota Szlachcic di ArC2 Fabryka Projektowa spiega: "il progetto in origine prevedeva la realizzazione di un rivestimento nero dell'edificio principale dell’Afrykarium in malta gunite B37, dello spessore di 8 centimetri, utilizzando lastre di 15 metri quadrati di basalto, levigate e lucidate.  Dopo aver eseguito una serie di prototipi e sviluppato la tecnologia di produzione, si è scoperto che solo il processo di macinazione sarebbe durato oltre un anno e mezzo, durata non accettabile per lo zoo, nelle immediate vicinanze di animali.  Inoltre, la fisica dell'edificio con questa disposizione avrebbe presentato una serie di difficoltà tecniche originate dalla mancanza di spazi d'aria tra calcestruzzo e parete.”

“Abbiamo quindi iniziato la ricerca di una soluzione alternativa e le priorità erano: pannelli di colore nero, di grandi dimensioni, capaci di soddisfare le specifiche esigenze di fisica delle costruzioni, il loro comportamento a contatto con l’acqua potabile, la loro velocità di realizzazione e la lunga durata.  Nel frattempo, la tecno-superficie DuPont™ Corian® è stata certificata da ITB come materiale con resistenza al fuoco B-s1, d0 e questo ci ha permesso di iniziare i test di applicazione  alla facciata e in parte al tetto.” prosegue l’architetto Dorota Szlachcic.

“DuPont™ Corian® ha soddisfatto tutte queste esigenze: bello, perfettamente nero, dalla superficie lucida, caratterizzato dalla possibilità di effettuare i tagli organici necessari per i giunti di dilatazione, e capace di offrire sicurezza e velocità di montaggio.  L'acqua piovana fuoriesce e finisce nelle vasche con gli animali senza rilasciare sostanze nocive, condizione di fondamentale importanza per i biologi.  Inoltre, le intercapedini d’aria consentono l'evaporazione dell'acqua dall'interno di un edificio con umidità pari all’80 percento ! " conclude l’architetto Dorota Szlachcic.

Un elemento importante relativo all’installazione della facciata riguardava il calcolo dell’espansione di DuPont™ Corian® di 3 millimetri per metro.  La struttura su cui sono installati i pannelli in DuPont™ Corian® doveva consentirne un certo movimento.  Giunti di dilatazione di due centimetri sono stati previsti tra i grandi pannelli di 5 metri per 3,6 metri.

La società polacca CCI, dotata di grande esperienza nella lavorazione di DuPont™ Corian®, ha debuttato con questo importante progetto nella costruzione di una facciata realizzata con questo materiale.  La sfida più grande è stata la realizzazione senza sbavature di enormi pannelli trapezoidali in DuPont™ Corian®, diversi l’uno dall’altro.  Molto complessa inoltre è stata la fabbricazione delle copertura del muro nord dell’edificio: 2000 metri quadrati di pannelli in DuPont™ Corian® parzialmente curvati all’altezza del tetto, come a smussarne l’angolo in un semiarco.  Questi pannelli hanno richiesto l’esecuzione di complesse soluzioni di modellatura e termoformatura.

La sottostruttura è costituita da componenti in acciaio zincato sui quali sono stati montati i pannelli in DuPont™ Corian®.  Questa soluzione ha permesso di alleggerire il carico originato dai pannelli (alcuni di loro pesano fino a 500 chilogrammi) e del vento.  La sottostruttura riduce anche i movimenti termici, che possono arrivare a un differenziale di 20 millimetri.  Lo stesso sistema è stato adottato anche nella parte dell’edificio coperta da pannelli curvi.  Occorre ricordare che questi pannelli sagomati funzionano in modo diverso da quelli piatti.

Jarek Gruszecki di Blicksystem.com, società appaltatrice del progetto, dichiara, "l'intero progetto ha rappresentato una grande sfida sotto ogni aspetto.  A partire dallo spostamento di manufatti di grandi dimensioni, trasportati grazie a un’apposita griglia di supporto, fino alla loro installazione finale.  Ottimizzando il coordinamento del lavoro siamo riusciti a installare giornalmente 200 metri quadrati di rivestimento.  Data la grande superficie dei pannelli, l'installazione è stata eseguita solo in presenza di condizioni meteorologiche favorevoli."

La tecno-superficie DuPont™ Corian® è stata lavorata in vari modi: i pannelli sono stati modellati e incollati, levigati e alcuni di loro sono stati sottoposti a un ulteriore trattamento di curvatura e termoformatura.  Tutte queste lavorazioni sono state eseguite rispettando le raccomandazioni tecniche di DuPont.  Anche alcuni controsoffitti dei bagni dell’Afrykarium sono stati realizzati in DuPont™ Corian®.

Lo zoo di Wroclaw (www.zoo.wroclaw.pl) – Lo zoo Wroclaw, il più antico e famoso della Polonia, è un esempio di perfetta combinazione tra tradizione e modernità, cura del patrimonio e audaci investimenti per il futuro.  Lo zoo di Wroclaw ha la più ricca collezione di animali della Polonia –circa 6 000 esemplari che rappresentano oltre 1 000 specie – e festeggerà i 150 anni il 10 luglio 2015.

Nel corso degli ultimi sette anni, grazie a significativi investimenti, sono stati costruiti nuovi padiglioni e percorsi.  Il recente investimento per l’Afrykarium riguarda ben 1 ettaro.  Dallo scorso autunno la fauna comprende più di 7 000 pesci, tra cui squali, razze, cernie, barracuda e favolosi pesci della barriera corallina del Mar Rosso e dei laghi africani del Malawi e Tanganica.  La popolazione dell’Afrykarium annovera le antilopi Dikdik, ippopotami e coccodrilli del Nilo, Kotiki africano, pinguini africani e lamantini polacchi.

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Piccoli Kit fotovoltaici donati dagli studenti italiani per illuminare venti scuole in zone rurali della   Mauritania e del Burkina Faso in Africa. E’ questo uno dei risultati della campagna di cooperazione internazionale SUSTAIN (Sustainable future STudents African Italian Network), fiore all’occhiello di “Educarsi al futuro”, il progetto dell’ENEA dedicato all’informazione e alla sensibilizzazione degli studenti sui temi dell’energia, dell’ambiente e dello sviluppo economico sostenibile.

educarsi al futuroSUSTAIN, sviluppato nell’ambito di una collaborazione con dell’IFAD, l’Agenzia delle Nazioni Unite per lo sviluppo agricolo dei Paesi più poveri, si propone inoltre di coinvolgere studenti italiani e africani in partenariati finalizzati allo scambio di esperienze didattiche e alla promozione delle fonti rinnovabili nel contesto rurale africano. “Educarsi al futuro” è stato inserito tra le buone pratiche dell’ultimo Piano d’azione nazionale sulla responsabilità sociale d’impresa, promosso dal Ministero dello Sviluppo Economico e dal Ministero del Lavoro.

Nell'ambito di SUSTAIN , la rete di scuole di Taranto coordinata dall'Istituto Righi, ha realizzato un vero e proprio centro di formazione per tecnici fotovoltaici in Burkina Faso. Docenti e studenti italiani hanno donato e installato un impianto dimostrativo nell’istituto tecnico di Fada n'Gourma, curando anche un manuale per la formazione di tecnici locali capaci di installare e gestire gli impianti fotovoltaici e promuoverne la diffusione nelle scuole del territorio.

In questo contesto, l’ENEA sarà tra i protagonisti della Settimana Scolastica della Cooperazione Internazionale allo Sviluppo, con la partecipazione di esperti dell’Agenzia al seminario “La cooperazione internazionale a scuola: imparare a condividere le limitate risorse del pianeta per costruire insieme un futuro sostenibile” che si terrà domani presso l’ITIS Galilei di Roma. L’iniziativa è aperta a tutti gli studenti della Capitale.

Educarsi al futuro”, che può contare sulla collaborazione del MIUR, si propone la costruzione di una vera e propria rete nazionale di scuole, dalle primarie alle secondarie di secondo grado, per favorire la conoscenza, anche a livello territoriale, delle tematiche relative all’efficienza energetica, alle energie rinnovabili e alla mobilità sostenibile. In uno scenario segnato dall’aumento della popolazione e dalla necessità di condividere le limitate risorse del pianeta, con le nazioni più sviluppate chiamate e ridurre i consumi, ad adottare stili di vita più consapevoli e ad impegnarsi nella ricerca e nella diffusione di nuove tecnologie e nuove fonti di energia, l’ENEA vuole assicurare al mondo della scuola il suo contributo per educare i giovani a costruire un futuro sostenibile.

coltivazione 1Resa agricola più che triplicata, consumo idrico abbattuto del 70 per cento e costo dell’energia elettrica dimezzato grazie a nuovi impianti fotovoltaici e pompe ad alta efficienza. Le sfide vinte dal progetto FREDDAS, promosso da MAECI, Green Cross ed ENEA come partner tecnico-scientifico. Un’occasione anche per le imprese italiane.

Coltivare terreni a rischio desertificazione utilizzando  tecnologie innovative che abbinano impianti fotovoltaici con elettropompe ad alta efficienza per l’irrigazione. È quanto sta accadendo in Africa, nel nord del Senegal, grazie a know how italiano applicato nell’ambito di un progetto finanziato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale con il supporto di un gruppo di tecnici ENEA.

Gli esperti dell’Agenzia per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile hanno curato la progettazione e la realizzazione dei due impianti fotovoltaici da 100 kWp e 50 kWp che alimentano sistemi di irrigazione goccia a goccia, utilizzando l’acqua del fiume Senegal e di alcuni pozzi. In questo modo il consumo idrico si riduce del 70% ed è possibile coltivare circa 60 ettari di terreno, assicurando il fabbisogno alimentare di oltre 900 persone.

L’energia elettrica prodotta dai moduli è pressoché costante nell'arco dell'anno e, nei periodi in cui non serve per il pompaggio, viene utilizzata per conservare i prodotti in celle frigorifere. Un piccolo generatore diesel integra la produzione fotovoltaica per le richieste di picco.

“Finora per pompare l’acqua le famiglie utilizzavano motopompe diesel, con un costo di produzione di 40-50 centesimi a kilowattora - spiega Marco Stefanoni, il tecnico ENEA che ha progettato gli impianti. Con l’ ‘irrigazione solare’, invece, la spesa si dimezza ed è possibile ottenere fino a tre raccolti annuali, aumentando sia la resa agricola che il reddito dei beneficiari’’.

L’utilizzo di questi nuovi impianti favorisce inoltre il miglioramento delle  attività di conservazione e trasformazione dei prodotti alimentari, un aspetto fondamentale per un continente dove la popolazione  raddoppierà da 1 a 2 miliardi entro metà secolo.

“Per una realtà come quella dell’Africa  con un’economia che quadruplicherà in meno di 40 anni, ma dove ad oggi solo 300 milioni di persone hanno accesso all’energia elettrica, il ricorso alle rinnovabili sarà decisivo non solo per contrastare la povertà – sottolinea Giovanni De Paoli, responsabile per l’ENEA del progetto FREDDAS - ma anche per limitare l’uso dei combustibili fossili e contribuire alla lotta ai cambiamenti climatici’’.

“Nonostante l’insolazione particolarmente favorevole tutto l’anno, in Africa lo sviluppo del fotovoltaico incontra ancora molti ostacoli quali la scarsa qualità dei componenti, la mancanza di tecnici locali, le difficoltà di accesso al credito e i rischi legati alle situazioni politico sociali. Progetti come FREDDAS – aggiunge De Paoli - consentono di superare queste barriere“.

Prima di costruire gli impianti, i tecnici ENEA - agronomi, ingegneri e biologi – hanno lavorato per 2 anni insieme alle comunità locali per individuare le soluzioni tecniche ed economiche più appropriate. Oltre alla formazione di tecnici locali, il progetto FREDDAS ha realizzato un modello di simulazione, fruibile sul web, per l’analisi tecnico-economica delle prestazioni dei sistemi fotovoltaici off-grid, cioè non collegati alla rete.

“Oggi sono già presenti in Africa imprese cinesi, indiane, coreane che si occupano di elettrificazione – conclude De Paoli. Ora, perché l’Italia che è a un passo dall’Africa non deve sfruttare la grande opportunità di mercato rappresentata dall’elettrificazione off grid dell’Africa? In particolare l’ENEA, grazie alle conoscenze interdisciplinari di cui dispone, può svolgere un ruolo fondamentale nel potenziamento e nella qualificazione dei progetti promossi dalla Cooperazione Italiana e nel favorire l'ingresso di imprese italiane nei nuovi mercati africani di tecnologie verdi”.