Garantire la migliore qualità dell’aria indoor, in tutte le tipologie di abitazione: con questo obiettivo, REHAU, azienda leader nello sviluppo di soluzioni per il massimo risparmio energetico e comfort abitativo, aggiorna la sua gamma di sistemi di VMC per il settore residenziale con l’introduzione di una nuova linea per unità abitative di piccole dimensioni e la sostituzione di alcune macchine con modelli dalle performance ancor più elevate. In un momento in cui il tempo trascorso tra le mura domestiche è aumentato e la qualità dell’aria indoor ha assunto un carattere prioritario, i nuovi sistemi REHAU consentono di apportare un costante ricambio d’aria fresca e pulita, risparmiando energia, e riconfermano l’attenzione dell’azienda nell’offerta di soluzioni per ambienti domestici più sani, sicuri e confortevoli.

Rehau impianti ventilazione aria

Da gennaio 2021, le macchine della gamma AIR 130-HV/220-HV ed AIR 330-H/470-H lasciano il posto alle nuove e più performanti soluzioni AIR FH ed AIR FV, unità di ventilazione a doppio flusso con recupero di calore ad alto rendimento che si distinguono per il montaggio orizzontale o verticale. La nuova serie AIR FH ad alta efficienza si compone di 4 modelli installabili a controsoffitto, con portate d’aria da 140 a 582 m3/h e By-pass totale che consente di sfruttare condizioni climatiche favorevoli esterne all’edificio per il free-cooling o il free-heating automatico. Con le medesime caratteristiche tecniche, la serie AIR FV si compone, invece, di 2 modelli da 130 a 290m3/h, studiati per un’installazione verticale che consente una riduzione degli ingombri frontali.

Per offrire un montaggio flessibile e veloce, i nuovi sistemi REHAU sono forniti in versione Plug n’ Play con quadro elettrico e controllo pre-cablati a bordo macchina. Il sistema di controllo, in particolare, è disponibile nella nuova versione semplificata CTR S – che  consente la selezione di  tre livelli di velocità per i ventilatori o il loro arresto, la  gestione automatica del By-pass e la notifica all’utente in caso di anomalia o necessità di sostituzione dei filtri – oltre al già noto controllo EVO PH, per una visione intuitiva dello stato di funzionamento della macchina e la regolazione della velocità dei ventilatori, ed alla versione predisposta per l’integrazione in impianti domotici, EVOD-PH-IP. Il passaggio da un sistema di controllo all’altro è effettuabile in modo semplice e rapido mediante sostituzione del pannello remoto, anche dopo l’installazione.  

Le soluzioni REHAU si completano, infine, con la nuova gamma AIR MICRO, composta da due modelli che trovano applicazione in abitazioni con superfici fino a 70-80 mq. Predisposte per l’installazione a soffitto o a pavimento, queste unità di ventilazione residenziale a doppio flusso con recupero di calore ad alto rendimento sono dotate di uno scambiatore di calore controcorrente in PP e ventilatori a pale rovesce, a singola velocità, nel modello AIR MICRO F AC, e a controllo elettronico, in quello AIR MICRO F EC, che consentono di raggiungere rispettivamente una portata massima di 77 m3/h e 115 m3/h, con un consumo di energia elettrica di soli 40 W e 45 W.

Le nuove macchine REHAU AIR FH, AIR FV ed AIR MICRO, si aggiungono ai deumidificatori, ai deuclimatizzatori ed alle soluzioni specifiche per il terziario, per una gamma dedicata al trattamento dell’aria completa, capace di soddisfare ogni esigenza e di garantire la salubrità in qualsiasi tipo di edificio.

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Nuova serie NRG e NRGI con refrigerante R32

Aermec serie NRG e NRGI

Le pompe di calore della serie NRG e NRGI, progettate per l'installazione esterna, sono particolarmente indicate per il riscaldamento, il raffrescamento e la produzione di acqua calda sanitaria.

Il sistema multiscroll, on off per NRG e ad inverter per NRGI, ottimizzato per il nuovo fluido R32 consente di ottenere i più alti valori di SEER e SCOP, i parametri che indicano l’efficienza energetica in raffrescamento e in riscaldamento al variare del carico. L’efficienza della serie è ulteriormente incrementata dalla possibilità di ventilatori inverter e della valvola di espansione elettronica.

L’attenzione all’ambiente è testimoniata dall’uso del refrigerante R32 il cui potenziale di Effetto Serra è pari a meno di un terzo rispetto al tradizionale R410A. Inoltre, l’impiego di batterie alettate con tubi di ridotto diametro consente di contenere al minimo la carica di refrigerante del circuito.
La silenziosità è garantita dall'uso dei compressori Scroll di ultima generazione che assicurano ridottissima emissione sonora e dall’adozione dei ventilatori dotati di inverter. Il dispositivo Night Mode consente, inoltre, a parità di efficienza energetica, di ridurre la potenza sonora nelle ore notturne, o più in generale, nelle ore più delicate dal punto di vista dell’impatto acustico.

La versatilità di installazione è assicurata dal kit idronico a bordo macchina e dalle possibilità di scelta del gruppo di pompaggio.
La gamma delle serie copre con quindici taglie e quattro configurazioni un range di potenza termica nominale che va da 97 a 190 kW.

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Venerdì, 30 Ottobre 2020 10:03

Trane rental services

Trane rental services

PROJECT SEVEN – CENTRO OLI ENI VAL D’AGRI
Customer Type    Contractor
Vertical market    Oil & Gas

SITUAZIONE INIZIALE
Grazie alla relazione commerciale in essere con installatore Serfrigo di Ravenna siamo riusciti a collaborare per la fornitura di un intero plant per il processo produttivo di raffinazione del Centro Oli di Val d’Agri in Basilicata di ENI.

Il progetto prevedeva la fornitura di un pacchetto completo per la fornitura  4.5 Mw di potenza frigo a condizione LWT 13°C corredato di cabina di trasformazione a media tensione e tutto quanto necessario alla distribuzione elettrica.

SOLUZIONE
Lavorando in Team con l’ufficio progettazione di Serfrigo, abbiamo sviluppato quotazione e piano lavori per la fornitura di un sistema di raffreddamento composto da:

- N.5 chiller RTAF245 da 850 Kw ;
- N.1 Cabina di trasformazione da 2500 KVA
- N.3 Quadri di distribuzione da 250 [A] cad
- N.60 corde di potenza da 240mm²
- N.5 serbatoi su skid capacità 3000 lt cad
- N.10 giunti a Y DN100 flangiati
- N.70 tubazioni flessibili dn 100 x 10 mt

VANTAGGI SOLUZIONE TRANE
Rapporto prezzo / efficienza superiore del 30% rispetto alla sluzione proposta dal nostro competitor.

CONSIDERAZIONI
Il lavoro eseguito in fase di progettazione con Serfrigo ha generato una stretta collaborazione che ha portato al migliore risultato per il cliente.

La relazione commerciale stretta e la capacità del servizio di noleggio di affrontare soluzioni complesse ci ha fatto accedere a un grande progetto di noleggio in un settore di mercato, quello del Oil & Gas.

 

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Unità polivalente plug and play per raffrescamento, riscaldamento a madia temperatura, riscaldamento ad alta temperatura e produzione A.C.S.

Aermec CPSLe unità nuove multi-funzione AERMEC CPS sono al servizio degli edifici residenziali e delle strutture ricettive che richiedono la contemporanea disponibilità di riscaldamento e raffrescamento degli ambienti serviti, e di acqua alta temperatura (in uscita dalla macchina fino a 80°C) per esigenze di riscaldamento e/o produzione A.C.S.
Per la versatilità delle funzioni e i limiti operativi estesi, oltre che per la facilità di installazione, le unità AERMEC CPS sono anche impiegabili all’interno di processi industriali di varia tipologia.
Realizzate ottimizzando l’abbinamento impiantistico tra unità polivalenti aria-acqua a 4 tubi AERMEC serie NRP (con compressori scroll e refrigerante R410A) AERMEC, e pompe di calore acqua-acqua per la produzione di acqua calda ad alta temperatura AERMEC serie WWB (con compressori scroll e refrigerante R134a), le nuove unità AERMEC CPS permettono di operare in spazi ridotti, con considerevole risparmio nei tempi di progettazione ed installazione, e con logiche di gestione ottimizzate e collaudate per avere un sistema plug and play di elevata affidabilità ed efficienza.
AERMEC CPS rappresenta pertanto la soluzione ideale sia nelle nuove realizzazioni che nelle riqualificazioni impiantistiche.

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Energia elettricaL’energia elettrica, che è una forma di energia secondaria (nel senso che deriva da altre forme di energia, dette per questo fonti primarie ) viene regolarmente utilizzata in Italia per il riscaldamento (sfruttando l’effetto Joule) da milioni di utenti, nelle forme più disparate. Basti pensare alle stufette, utilizzate per riscaldare i bagni nelle mezze stagioni o come integrazione alla carenza del sistema centrale, ai radiatori installati nelle seconde case, alle lampade ad infrarossi per rendere fruibili spazi all’aperto (dehors, bar, ecc.) o postazioni di lavoro isolate, ecc. . Talvolta questo sistema di riscaldamento è complementare ad altri che si rivelano insufficienti o non adatti perché lenti ad entrare in esercizio. Nelle seconde case, ad esempio, il riscaldamento elettrico è utilizzato per riscaldare la casa con comando di accensione a distanza e viene spento all’arrivo, quando intervengono altri sistemi: stufe e caminetti a legna, ecc.
E’ quindi incomprensibile che tale sistema sia pressoché ignorato dalla normativa e accusato di essere troppo costoso, subendo anche l’ostilità dei progettisti (specie termotecnici), se pur con argomentazioni vaghe. Tutto ciò ha contribuito a creare attorno al riscaldamento elettrico (ad effetto Joule) un clima pregiudizialmente ostile, tanto più ingiustificabile in una società che dipende quasi totalmente dall’elettricità. Dall’elettricità dipende il funzionamento dell’illuminazione e degli elettrodomestici, una buona parte tempo libero, l’informatica, le telecomunicazioni, i trasporti (tram, treni, metropolitane e ora anche le vetture elettriche).
I possibili sviluppi futuri, analizzati da studiosi come Mario Silvestri ne “Il futuro dell’Energia, Bollati Boringhieri, 1988) prevedono che il peso del sottosistema energia elettrica nel sistema energetico globale (penetrazione elettrica) sia sempre maggiore.
In questo quadro ci si chiede, perché solo il riscaldamento elettrico diretto suscita tante perplessità e critiche ? L’avversione, particolarmente vivace in Italia, coinvolge non solo l’utente comune (scottata da esperienze negative), ma anche da quasi tutti i professionisti (termotecnici, architetti, ecc.) e dagli “esperti energetici”. E’ un’avversione quasi sempre priva di motivazioni plausibili, talvolta acritica, che sembra nascondere, date le argomentazioni, una certa ignoranza e un condizionamento culturale esterno, quando non interessi particolari, non dichiarabili apertamente.

Il basso rendimento della rete di trasporto
Il principio di funzionamento del riscaldamento elettrico è semplice: trasformare dell’energia in calore facendo circolare elettroni in un materiale conduttore, creando una resistenza. Le soluzioni tecniche sono molteplici e tutte molto facilmente realizzabili. Questo fenomeno non è neppure annullabile e diventa molto grave nel trasporto dell’energia tra l’unità di produzione e il contatore di misura. Di conseguenza viene combattuto con investimenti importanti. Il paradosso sta proprio nel fatto che, di tutto il ciclo, solo il riscaldamento, che sfrutta proprio l’effetto Joule, sia demonizzato.
Eppure, a ben pensarci, è forse il solo sistema di riscaldamento ad avere un rendimento di emissione molto prossimo al 100%, un rendimento di distribuzione altrettanto vicino al 100% così come il rendimento di regolazione (questo grazie alle nuove tecnologie di regolazione e controllo). Senza considerare che, nell’ipotesi di utilizzazione di energia elettrica prodotta esclusivamente da fonti non combustibili (fotovoltaico, eolico, idraulico, ecc.), la produzione di gas ad effetto serra sarebbe nulla.

Pregiudizi ingiustificati e progressi tecnologici ignorati
Il riscaldamento elettrico viene classificato, in genere, come quello di più basso livello tecnologico e di costo di esercizio più elevato. Questo a causa di un passato fatto da installazioni errate e tecnici incompetenti. Viceversa, è molto economico sia in fase di acquisto dei componenti che di posa. Purtroppo è stato utilizzato spesso in maniera inopportuna e in condizioni non adatte.
Per esempio, è stato posato in edifici non isolati, o è stato sfruttato come unica fonte energetica, quando avrebbe dovuto essere abbinato ad altri sistemi. In molti casi vengono utilizzati apparecchi di trasformazione vecchi, ancora basati sull’effetto convettivo invece che sul radiante..
Se a tali errori si aggiunge il fatto che il costo dell’energia elettrica è di molto superiore al costo del gas, ecco che l’immagine del riscaldamento ad effetto Joule non può che essere negativa. Ma si tratta di un pregiudizio, privo di basi sia economiche che tecnologiche. In questo settore, infatti, molte sono le innovazioni che lo hanno interessato il settore, anche se pochi, purtroppo, le conoscono.
Per esempio, il riscaldamento elettrico a pavimento e a soffitto, se ben installato, presenta notevoli vantaggi rispetto a quello ad acqua: una progettazione molto più semplice (i costi vengono quasi azzerati), un’inerzia inferiore e una possibilità di gestione domotica molto più facile. Considerando che il rendimento di distribuzione è pari al 100% che emissione e regolazione sono anche vicine al 100%, si ottiene una riduzione del fabbisogno energetico complessivo anche superiore del 30% rispetto ai sistemi ad acqua.
Si pensi poi ai radiatori elettrici ad infrarossi lontani , ben diversi dai classici radiatori a convezione  naturale. I corpi scaldanti basati su questa tecnologia stanno, poco alla volta, sostituendo tutti gli altri. Associando, in maniera adatta, irraggiamento (almeno 80%) e convezione, consentono di ridurre l’inerzia del sistema riscaldante, la grande nemica delle case molto isolate. La conseguenza è un notevole miglioramento del comfort e una drastica riduzione del consumo energetico.
Anche i radiatori ad accumulo, che consentono un miglior sfruttamento dell’energia elettrica proveniente dal fotovoltaico, hanno contribuito a modificare il quadro dell’offerta di qualità.
Infine, ma non meno importante, l’evoluzione dei sistemi di controllo e regolazione del riscaldamento elettrico, che consentono una miglior interazione con l’utente e le sue abitudini, di quanto non possano fare altri sistemi di riscaldamento. Vi sono oggi controllori in grado di apprendere le abitudini degli occupanti e adattare il funzionamento degli apparecchi agli orari, anticipandone l’accensione o spegnendoli quando le finestre sono aperte. Vi sono esperienze che dimostrano come, solo cambiando tipologia di apparecchio e sistemi di controllo, si può arrivare fino al 45%  di risparmio energetico.

Come la normativa energetica rende non conveniente l’elevato isolamento degli edifici
L’utilizzo di riscaldamento ad effetto Joule penalizza la Classe energetica dell’edificio
Un edificio riscaldato elettricamente con sistemi ad effetto Joule, indipendentemente dal’elemento previsto (radiatori IR, pavimento, soffitto, ecc.), che risulta ininfluente, vede ridurre la sua classificazione di un buon 50% rispetto ad un normale sistema a combustione con impianto ad acqua. Questo vuol dire che, con il peggiore dei sistemi a gas, non si richiedono molti sforzi, né progettuali né realizzativi, per raggiungere il livello di prestazioni di un sistema elettrico. E, purtroppo, neppure per arrivare alle minime richieste della normativa. In sostanza, è sufficiente realizzare un edificio con un isolamento di poco superiore a quello di qualche anno fa e dotarlo di un impianto altamente “efficiente” (sulla carta e all’inizio della sua vita), per rientrare ampiamente nella norma e, anzi, ottenere elevate classificazioni (A e A+).
Questo a causa del criterio utilizzato, basato su una unità di misura convenzionale, che le Direttive europee hanno indicato: kWh di energia primaria. In Italia la conversione con l’energia elettrica si effettua con un coefficiente vicino a 2,5 per l’energia elettrica,  invece che 1 per i combustibili fossili (gas, gasolio).
L’eventuale maggior isolamento che una casa riscaldata elettricamente richiederebbe per raggiungere lo stesso livello di costo di esercizio (in termini di bolletta elettrica)  sarebbe ampiamente compensato dal minor costo di impianto (progettazione, materiali, montaggio, assistenza muraria, ecc.), dall’assenza di manutenzione e di obblighi burocratici (libretto di impianto, ecc.). Ma la penalizzazione in termini di classificazione è così penalizzante che ha reso pressoché inutilizzabile questa tecnologia.
L’assenza di una normativa chiara penalizza le case ben isolate
Nella normativa energetica, l’effetto Joule, al di là del fattore di conversione in energia primaria, non viene trattato in maniera tale da consentirne l’utilizzo: semplicemente viene ignorato. Pertanto, concepire in maniera diversa l’immobile e costruirlo con un isolamento molto elevato (casa passiva, per esempio), non conviene. I problemi tecnico-economici che si devono affrontare, scoraggiano il costruttore e disincentivano i progettisti più sensibili a proporre soluzioni innovative che privilegino l’immobile e la sua durata piuttosto che gli impianti. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: case scarsamente isolate con impianti tecnologicamente complicati, assurdamente costosi e ingestibili. Tali impianti sono destinati ad un rapido degrado e all’abbandono da parte dei centri di assistenza, impossibilitati ad intervenire.
Piuttosto che sforzarsi a proporre un riscaldamento elettrico ad effetto Joule, semplice ed economico abbinato ad un edificio ad alte prestazioni energetiche, il progettista preferisce ricorrere a soluzioni standardizzate: un isolamento scadente o posato spesso nel posto sbagliato (a cappotto) abbinate ad un impianto dalle prestazioni mirabolanti. Tutto ciò per raggiungere l’obiettivo ambito dal cliente: la Classe A. Ma tutto è solo sulla carta, perché non è in grado di mettere in guardia lo stesso cliente sulle conseguenze: costo vero di esercizio (energia, manutenzione, ricambi, ecc.)che lo stesso ha sostenuto (a sua insaputa).
E’ molto più facile dire che il riscaldamento ad effetto Joule non è regolamentare, piuttosto che sforzarsi a studiare nuove soluzioni e valutare i reali costi degli interventi proposti!

Necessità di un’analisi comparativa delle esperienze sul campo
Il riscaldamento diretto ad effetto Joule, che in molti casi, potrebbe essere il sistema più conveniente, viene così scartato in maniera preconcetta, mentre sarebbe necessario eseguire un’analisi comparativa edificio/impianto/costi (investimento, esercizio, manutenzione, ripristino) accurata, cosa che non viene fatta oggi. Questo consentirebbe, in moltissime situazioni (case abitate saltuariamente, seconde case, case ben isolate, case dotate di impianti autonomi di produzione elettrica da fonti rinnovabili, ecc.) di considerare conveniente, in termini di kWh di energia primaria, una tecnologia che ora è marginale ed è ingiustamente avversata. Una sua corretta valutazione e, conseguentemente, una precisa descrizione normativa, potrebbe anche essere un’occasione da non tralasciare per stimolare lo sviluppo di innovazioni interessanti. Basti pensare ai prodotti (terminali e controlli), alle metodologie costruttive (isolamenti non a cappotto), agli abbinamenti tra diversi sistemi riscaldanti e, in definitiva, alla creatività delle proposte progettuali.
L’avviamento di una ricerca e classificazione delle esperienze nell’uso di tali tecnologie (abitazioni ad uso continuativo o saltuario, ecc.) nelle varie zone geografiche (climatiche), potrebbe far emergere dei risultati molto interessanti e sorprendenti, tali da valorizzare una corretta applicazione di una tecnologia ora emarginata. Senza contare che ciò favorirebbe la ricerca di nuove soluzioni e sarebbe di stimolo per innovazioni tecnologiche.

Conclusioni
Ma il futuro del riscaldamento ad effetto Joule non dipende solo da valutazioni meno prevenute degli operatori (in primo luogo progettisti, ma anche installatori) e degli utenti. Sarebbe necessaria una più attenta analisi delle esigenze regolamentari verso cui ci si sta avviando. Gli edifici passivi o ad energia “quasi zero”, richiedono una urgente revisione delle norme, in particolare su quelle relative al riscaldamento ad effetto Joule, sensibilizzando i progettisti a rivedere la sua marginalizzazione. Prendere in considerazione un sistema di riscaldamento molto reattivo, a bassissima inerzia termica, facilmente regolabile e gestibile con le più avanzate tecnologie, è, in molti casi, la soluzione più logica. Non si comprende perché debba anche essere la più avversata.    
Forse perché il riscaldamento elettrico diretto è molto conveniente, non solo in abbinamento con altre fonti energetiche rinnovabili (biomasse, fotovoltaico e accumulatori, ecc.) e sistemi di gestione intelligenti (telefono), ma anche perché favorisce la diffusione delle reti di scambio localizzato di energia (smart grid)? Certo se questa tecnologia potesse superare l’ostacolo dei grandi monopoli, sarebbe possibile sfruttare localmente (anche a livello di vicini di casa, condomini o piccoli paesi) l’extra produzione di energia elettrica prodotta (fotovoltaico), ora immessa in rete e spesso “dispersa”. Magari si potrebbe sfruttare anche la possibilità di accumulo garantita dai sistemi di batterie che, prima o dopo, saranno economicamente accessibili a tutti.


di Sergio Strata (consulente ATH Italia srl)

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Venerdì, 20 Dicembre 2019 16:19

L’ultimo nato in casa MAXA: CALIDO PENSILE

Calido pensile

Il nuovo arrivato in casa Maxa si chiama Calido Pensile è uno scaldacqua a pompa di calore con sorgente ad aria ad applicazione murale o a terra.  Può contenere fino a 110 Litri d’acqua gode di  dimensioni ridotte ed estetica curata grazie al design tutto italiano.  Dedicato al mondo residenziale  è perfetto per la sostituzione degli scaldacqua elettrici su impianti già esistenti,  grazie anche alle funzioni di set della temperatura dell’acqua calda, impostazione timer e vacanza,  funzione antilegionella, gestibili anche da connessione wi-fi o app.  L’installazione è veramente semplice, è sufficiente collegare i tubi di ingresso/uscita acqua, lo scarico condensa e l’alimentazione elettrica.  Il bollitore, è realizzato in acciaio con trattamento di vetrificazione, coibentato in poliuretano espanso rigido (PU).  La resistenza elettrica integrata da 1.5kW permette di riscaldare l’acqua da 62°C ( temperatura massima con la sola pompa di calore) a 75°C.  Il condensatore è avvolto al bollitore in acciaio, che non è  immerso in acqua mentre il compressore rotativo garantisce  la massima efficienza e silenziosità ed infine il ventilatore centrifugo permette la canalizzazione dell’aria necessaria al corretto funzionamento della pompa di calore. L’accesso alla batteria è facilitato dall’ apposito vano. La macchina ha delle ottime rese anche con temperature esterne che vanno da -5°C  a +43°C grazie anche alla valvola di espansione elettronica che ne migliora le prestazioni  e lo fa rientrare nel conto termico.

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Giovedì, 10 Ottobre 2019 18:39

L'Innovazione della E-lettrificazione

Trane fornisce servizi e soluzioni energetiche all'avanguardia che hanno un impatto notevole sulla tua attività.
Sostenibilità 2030 è uno dei nostri più grandi obiettivi, che ci consente di avere un impatto positivo sul mondo.

L'innovazione dell'elettrificazione

Il progetto ruota intorno alla catena di approvvigionamento e alle operazioni, prodotti, sistemi e servizi leader a livello mondiale e migliorando la qualità della vita, mettendo a disposizione le nostre migliori risorse e tecnologie.

Il nostro 2030 Sustainability Commitment rivede il processo di produzione e distribuzione, i prodotti leader mondiali, i servizi e i sistemi nell’ottica di una migliore qualità della vita. È questo che ci sprona ulteriormente ad affrontare questioni globali come i cambiamenti climatici e divenire un giorno parte dei marchi di riferimento nella ricerca di soluzioni per la riduzione di emissioni e dipendenza dall’energia, per conservare il cibo, l’acqua e le altre risorse naturali.
“Da sempre abbiamo a cuore la questione climatica” - afferma Michael W. Lamach, Presidente e CEO di Ingersoll Rand.
Oltre all’incremento di efficienza delle macchine termiche, anche la elettrificazione gioca un ruolo fondamentale nel campo della sostenibilità. Con il termine elettrificazione intendiamo il processo di conversione di energia elettrica in energia termica.
È noto come nei processi di conversione dell’energia (centrali termoelettriche) il fattore di scala sia determinante in termini di rendimento e, quindi, di tonnellate di CO2 prodotte per kWh di energia convertito.
Alla luce di ciò risulta chiaro come l’elettrificazione del riscaldamento giochi un ruolo cruciale nell’abbattimento delle emissioni di CO2 rispetto ad una configurazione classica che vede la produzione di energia termica come un processo periferico ed associato direttamente alla combustione.

L'innovazione dell'elettrificazione

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Teknopoint a Klimahouse 2019Tekno Point, prima azienda italiana a produrre una linea completa di “Climatizzatori Invisibili” sarà presente a KLIMAHOUSE 2019 nella sezione dedicata alle Start Up innovative. La kermesse, che si terrà dal 23 al 26 gennaio 2019 a Bolzano, rappresenta una vetrina importante per tutte le aziende del settore HVAC+R e dell’efficienza energetica. All’interno dello Stand di Tekno Point, c/o lo START UP VILLAGE in galleria al piano -1, i visitatori potranno scoprire tutte le novità e gli aggiornamenti che l’azienda veneziana ha in previsione per il 2019. Molte le novità per il nuovo anno, sia per quanto riguarda la linea dei climatizzatori invisibili che per la gamma dei commerciali. Il team di Tekno Point avrà il piacere di presentare, in particolare ai progettisti, il nuovo sistema di climatizzazione invisibile dedicato ai grandi impianti, Elfo VFR. Nato e pensato seguendo la filosofia dei climatizzatori senza unità esterna, Elfo VFR si propone come soluzione ottimale per rispondere alle esigenze degli ambienti commerciali ove non sia possibile installare unità motocondensanti esterne. Per le installazioni domestiche Tekno Point presenta I-clim, il nuovo monoblocco in pdc a circuito idraulico, completamente invisibile dall’esterno. La gamma dei climatizzatori commerciali per il 2019 si amplia grazia al nuovissimo WINE, il climatizzatore progettato esclusivamente per il settore delle cantine.

Il nostro staff è disponibile per dare ai visitatori tutte le informazioni in merito alle nostre soluzioni di climatizzazione e comfort abitativo.
Nella giornata del 23 gennaio alle ore 13.30 c/o la Sala Cevedale, il Direttore Commerciale di Tekno Point, Dott. De Gregorio, parteciperà a un seminario formativo dedicato ai progettisti, ingegneri ed architetti con crediti formativi. Un’ottima occasione per approfondire le ultime novità in ambito di climatizzazione efficiente, sostenibilità e decoro architettonico.

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