Spazi confinatiLe Linee di indirizzo per la gestione dei rischi derivanti dai lavori in ambienti confinati o a rischio di inquinamento sono state approvate il 29/01/2020 dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri (CNI) e sono destinate ai professionisti del settore, ai datori di lavoro committenti, alle imprese ed a tutte le figure coinvolte nelle attività svolte in ambiente confinato o sospetto di inquinamento.


Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri aveva approvato il 02/10/2019 le Linee di indirizzo per la gestione dei rischi derivanti dai lavori in ambienti confinati o a rischio di inquinamento.
Successivamente, sono stati recepiti una serie di valutazioni e contributi sul documento, inviati dall’Ordine di Milano, e pertanto il CNI, il 29/01/2020, ha riapprovato il documento.

Fra gli ambienti confinati facilmente identificabili vengono citati, a titolo esemplificativo e non esaustivo, i seguenti:
- cisterne interrate, seminterrate o fuori terra contenenti prodotti o sottoprodotti di tipo organico, alimentare, zootecnico che possono dare luogo a fermentazioni derivanti sia dal ciclo produttivo (ad es. silos per foraggi, vini) che di origine accidentale o comunque indesiderata (ad es. infiltrazioni d’acqua in silos per sfarinati);
- serbatoi pensili (ad esempio quelli degli acquedotti) o vasche interrate (ad esempio quelli delle reti di bonifica o degli acquedotti);
- cunicoli di fogne e di impianti di smaltimento di liquami sia di origine civile che zootecnica (fosse settiche, biologiche ed altro);
- silos, cisterne o altri contenitori per sostanze o prodotti chimici organici e inorganici;
- recipienti di reazione e serbatoi di stoccaggio;
- pozzi e tubazioni;
- cisterne su autocarri.

Il documento fornisce orientamenti e strumenti operativi efficaci per la progettazione e la esecuzione in sicurezza delle attività all’interno degli ambienti confinati e costituisce uno strumento che consente agli addetti ai lavori di individuare quando ricorrono le condizioni per le quali ci si trova ad operare in ambiente confinato o sospetto di inquinamento, nonché quali siano le figure coinvolte e i relativi compiti.

Un particolare approfondimento è stato dedicato alle seguenti tematiche:
- applicazione del D.P.R. 177/2011 alle attività gestite con risorse aziendali interne;
- riconoscimento di un ambiente confinato;
- ruolo del DDL Committente, del Rappresentante del Datore di Lavoro Committente (RDLC) e verifica dell’idoneità tecnico professionale (VITP) in relazione al D.P.R. 177/11;
- medico Competente e D.P.R. 177/11;
- gestione delle emergenze e salvataggio in ambiente confinato;
- regolamentazione della Formazione ed addestramento in ambito ambienti confinati.

 

Fonte: Bollettino Online di Legislazione Tecnica
www.legislazionetecnica.it

Pubblicato in Sicurezza

Il Consiglio Nazionale Ingegneri, attraverso una nota, esprime il profondo cordoglio per le vittime e  propone una strategia per evitare altre tragedie come quella di Genova e per prevenire i rischi delle infrastrutture. Rilanciando il Paese.

Da Armando Zambrano il cordoglio per le vittime del ponte polcevera“Il crollo del Ponte Morandi sul Polcevera a Genova ci induce, prima di tutto, ad esprimere i sentimenti di cordoglio e di partecipazione al dolore per le vittime di questa immane tragedia. Il Consiglio Nazionale, interpretando il sentimento di tutti gli ingegneri, ha espresso la sua vicinanza alle famiglie delle vittime e dei feriti”.

Con queste parole, a nome dell’intero Consiglio Nazionale, Armando Zambrano, Presidente del CNI, apre una nota dedicata alla catastrofe di Genova che si intende condividere con tutti gli ingegneri italiani e con l’opinione pubblica nazionale.

Le immagini che hanno preceduto il crollo e quelle ugualmente devastanti che lo hanno seguito riaprono e ripropongono il tema antico ed attuale della sicurezza del costruito. Ancora una volta le parole manutenzione e prevenzione diventano centrali nel linguaggio dei media e della comunicazione in generale, ed ancora una volta la loro declinazione viene affidata alla dialettica, non sempre obbiettiva,  delle forze politiche.

Il CNI ha detto e sostenuto con forza, in questa occasione come nel passato, che la cura, la sicurezza, la manutenzione e la prevenzione devono essere un abito da indossare in modo permanente e non nelle occasioni del lutto e del dolore; che il piano per la sicurezza del costruito deve andare oltre i democratici avvicendamenti dei governi e divenire, finalmente, indirizzo permanente condiviso e difeso da tutti, affidato, nella gestione, alle strutture dello Stato che ne devono essere garanti di continuità ed aggiornamento.

In più occasioni, su questi temi, il CNI e la Rete delle Professioni Tecniche hanno prodotto documenti e proposto soluzioni, sempre compatibili e congruenti con le grandi capacità del nostro Paese. Basti ricordare il Piano sulla prevenzione del rischio sismico, sottoscritto da molti altri enti, anche scientifici, ed organizzazioni pubbliche e private, o i contributi sulla tutela dal rischio idrogeologico, inviati e condivisi da Italia Sicura.

Gli ingegneri hanno più volte chiesto e dato il loro contributo, come professionisti, alle attività della P.A. nel rispetto dell’impegno alla sussidiarietà, sancito anche da una legge dello Stato. Nei documenti evidenziavano anche la necessità di piani di manutenzione programmati e di controlli obbiettivi.

Da ricordare, inoltre, documenti importanti, sottoscritti dal PAT (Professioni area Tecnica), successivamente sostituito dalla Rete delle Professioni area tecnica, in occasione del Professional Day del 1 marzo 2012, sul tema delle concessioni autostradali, o della Rete stessa, successivamente, in audizione, in occasione  della conversione in legge di decreti tesi a rilanciare l’economia, nei quali si evidenziava la necessità di importanti modifiche che imponessero adeguati ammodernamenti delle infrastrutture.

Il tema della prevenzione ha indotto il Consiglio, tra l’altro, ad organizzare una campagna (detta “Diamoci una scossa”), per promuovere gli interventi di riduzione del rischio sismico sul costruito, insieme al Consiglio Nazionale Architetti ed a Fondazione Inarcassa, ormai in avanzato stato, le cui iniziative su tutto il territorio nazionale partiranno nel prossimo mese di settembre. Anche il Congresso Nazionale, tra il 12 ed il 14 settembre, vedrà un’ampia discussione su questi temi.
Ma sul tema della sicurezza delle infrastrutture occorre pensare alla necessità di interventi urgenti, immediati.

D’altra parte, i numeri delle infrastrutture lineari di trasporto, relativamente alle reti autostradali, sono molto importanti. Sono 1.608 i ponti e viadotti, per una lunghezza di 1.013 km su un totale di circa 6.000 km di rete. Ma nel complesso sono circa 61 mila i ponti e viadotti lungo i 255.000 km totali che compongono la rete stradale italiana, fatta da autostrade, strade statali, regionali, provinciali e comunali per una lunghezza complessiva di 38.000 km. Dati che segnalano le problematicità poste dalla complessità dell’orografia del nostro Paese.

Per questo, il Consiglio Nazionale intende avanzare alcune proposte che dovranno vedere coinvolte, per il loro sostegno, l’intera comunità degli ingegneri, a partire dal mondo ordinistico e delle sue rappresentanze territoriali, oltre alle professioni tecniche.

Precisamente:

- Un piano nazionale pluriennale di verifica delle infrastrutture, con un’anagrafe delle opere d’arte importanti ed a rischio e delle condizioni di sicurezza, basata su dati messi a disposizione dagli enti proprietari/concessionari, verificati, con metodi scientifici, da un soggetto indipendente. Un impegno condiviso e sottoscritto dal Governo.

- La gestione ed il coordinamento di questo piano devono essere affidati ad una specifica struttura dello Stato allo scopo dedicata ed operante in stretto accordo con i ministeri competenti che devono esserne l’anima, ponendo fine ad inutili e dannosi antagonismi che, a volte, sono emersi nell’attribuzione di ruoli e competenze.

- Il piano di manutenzione, che è da anni un elemento obbligatorio a corredo del progetto esecutivo, deve essere redatto da soggetti competenti e deve essere aggiornato sulla base di un costante monitoraggio diagnostico, dell’avanzamento delle ricerche scientifiche, delle conoscenze, delle tecnologie. Esso va esteso anche alle opere esistenti.

Il Consiglio Nazionale, in una logica di sussidiarietà, prevista dalla legge, intende dare il necessario contributo alla realizzazione del piano di manutenzione ed alle verifiche necessarie.

Una volta di più gli ingegneri italiani intendono mettersi a disposizione del Paese.


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Giornata nazionale della Prevenzione SismicaLa Fondazione Inarcassa, con il Consiglio Nazionale degli Ingegneri e il Consiglio Nazionale degli Architetti, con il contributo scientifico del Consiglio Superiore dei Lavori pubblici, del Dipartimento della Protezione Civile, della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane e della Rete dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica, ha istituito la prima Giornata Nazionale della Prevenzione Sismica che si terrà il 30 settembre 2018.

L’iniziativa dall’elevato valore sociale, è stata ideata con lo scopo di migliorare le condizioni generali di sicurezza del patrimonio immobiliare del nostro Paese e soprattutto di chi lo abita, attraverso la divulgazione di una maggiore consapevolezza da parte dei cittadini della pratica della prevenzione sismica, è stata presentata ufficialmente il 14 giugno a Roma, presso la sala del Parlamentino del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici - Ministero delle Infrastrutture.

Il 30 settembre, in occasione della Giornata celebrativa, prenderà il via la campagna di sensibilizzazione “Diamoci una scossa!”, grazie a centinaia di punti informativi nelle piazze delle principali città italiane a cura degli Ordini provinciali degli Architetti e degli Ingegneri, con l’obiettivo di far conoscere alla collettività l’importanza della sicurezza sismica delle abitazioni e di divulgare il programma di “prevenzione attiva”. Professionisti esperti in materia saranno a disposizione dei cittadini per spiegare in modo chiaro il rischio sismico, le variabili che possono incidere sulla sicurezza di un edificio (modalità costruttive, area di costruzione, normativa esistente al momento della costruzione, etc.) e le agevolazioni previste dal legislatore (Sima Bonus e Eco Bonus).

Migliaia di Architetti e Ingegneri, consapevoli del valore sociale dell'iniziativa e del proprio ruolo, grazie al coordinamento degli Ordini di appartenenza, parteciperanno volontariamente alla campagna di sensibilizzazione "Diamoci una scossa!", la prima nel suo genere in Italia, e saranno a disposizione per effettuare delle visite tecniche informative nel mese di ottobre, per fornire una prima indicazione sullo stato di rischio degli edifici e sulle possibili soluzioni finanziarie e tecniche per migliorarlo a costi quasi zero.

L’iniziativa prevede la partecipazione attiva dei professionisti che nei prossimi giorni riceveranno dall’Ordine di appartenenza un’informativa analitica con le modalità di adesione.

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