Integrare natura e tecnologia per creare un'architettura simbiotica in grado di rispondere al meglio alle condizioni climatiche esterne
Una delle chiavi di volta per l’edilizia green risiede nell’utilizzo della tecnologia a servizio della sostenibilità ambientale. Le recenti innovazioni nel campo della progettazione e dei sistemi di raccolta e monitoraggio dei dati climatici consentono di sfruttare al meglio le risorse naturali e al tempo stesso di ottimizzarle in un’ottica di maggiore efficienza. Tutto questo senza dimenticare la natura, ma lavorando affinché si possa garantire una sempre maggiore integrazione fra costruito e ambiente. E’ ciò che fa l’architettura simbiotica, di cui il progetto delle Symbiotic Towers, proposto dallo studio AmorphouStudio per Dubai ne è uno dei massimi esempi.
Symbiotic Towers, architettura simbiotica iper-tecnologica
Il progetto, attualmente in forma di proposta che dovrà essere approvata, prevede la realizzazione di un complesso multiuso composto da tre torri: una destinata ad uso residenziale, un’altra per uffici e la terza che dovrebbe ospitare un hotel. I tre edifici saranno collegati da una piazza a due livelli.
Il principale obiettivo del progetto era quello di sviluppare un modello di architettura simbiotica che potesse adattarsi al meglio alle condizioni climatiche della città, garantendo comfort agli occupanti, specie nella torrida stagione estiva, senza consumare grandi quantità di energia per gli impianti di raffrescamento.
Geometrie ispirate dal diagramma di Voronoi
Per raggiungere questo scopo gli architetti sono partiti dall’analisi dei dati ambientali, che sono stati utilizzati per la progettazione dell’intero complesso. I progettisti si sono ispirati al noto diagramma di Voronoi, dividendo lo spazio metrico in zone distinte secondo l’equidistanza tra i punti adiacenti e progettando le singole parti delle strutture in base al proprio microambiente e alle strategie di sostenibilità che vi si potevano applicare.
Alberi e ombrelli fotovoltaici
Seguendo questa logica, la parte inferiore della piazza è stata pensata come “un’oasi verde semi-ombreggiata” con delle aree ricche di vegetazione e acqua, ideali per la stagione più calda.
La parte superiore è invece costituita da un’area allungata in feltro perforato, parzialmente ombreggiata grazie alla presenza di alberi. A fare ombra sono anche i diversi ombrelli fotovoltaici disseminati per l’area, che poggiano su strutture e che svolgono anche la funzione di produrre l’energia solare che serve per alimentare un sistema di ventilazione incrociata.
Secondo lo studio, l’impianto di ventilazione, insieme a tutta la vegetazione rigogliosa, contribuisce a creare un ambiente micro-climatico ideale anche quando le temperature si alzano.
Involucro bioclimatico intelligente
I dati sulle radiazioni solari riguardanti il periodo maggio-ottobre, i mesi più caldi per Dubai, sono stati utilizzati anche per mappare le geometrie degli edifici, influenzandone l’orientamento e la forma. Il risultato è un’architettura simbiotica di torri futuristiche che ruotano e si modificano al fine di ridurre l’esposizione ai raggi solari.
A ricoprire gli edifici è infatti un involucro bioclimatico intelligente che si adatta e risponde attivamente al variare delle condizioni climatiche esterne.
Progettare in base all’esposizione solare
Anche i balconi delle torri sono stati progettati in modo da avere delle profondità diverse, che consentono di creare delle zone di ombra a tutti i piani, e delle aperture diverse in facciata: gli appartamenti esposti ad alte radiazioni avranno balconi più profondi e aperture più piccole dell’involucro, mentre gli appartamenti meno esposti avranno balconi ridotti e aperture più grandi.
Sul fronte di materiali da utilizzare per la facciata invece i progettisti sono ancora alla ricerca di quello migliore in termini prestazionali. In lizza ci sono pannelli in terracotta a base di argilla o un materiale composito in fibra.
Fonte: green.it