Realizzare materiali di alta qualità, non tossici e a basso costo utili alla raccolta di energia sprecata come calore, ovvero produrre l’energia pulita convertendo le fluttuazioni termiche in energia elettrica. È questo il tema dello studio “NanoPyroMat” che ha permesso alla ricercatrice dell’Università di Belgrado Dr. Radenka Krsmanovic Whiffen di vincere la borsa biennale Marie Sklodowska-Curie Individual Fellowship (MSCA IF). La ricerca sarà condotta presso i laboratori ENEA della Casaccia in collaborazione con il Centro ENEA di Faenza e l’ex Università Pierre e Marie Curie di Parigi, ora Sorbonne University.
“Lo studio punta a sviluppare un nuovo approccio per realizzare materiali ceramici di alta qualità con proprietà piroelettriche, in grado cioè di generare una tensione temporanea quando vengono riscaldati o raffreddati”, spiega la ricercatrice ENEA Amelia Montone che farà da tutor alla borsista. “Questi materiali piroelettrici potrebbero aiutare a convertire le fluttuazioni termiche in energia elettrica sfruttando sia le variazioni di temperatura ambientale naturali che, ad esempio, quelle dovute all’emissione di gas di scarico”, conclude Montone.
Attualmente più del 50% dell'energia elettrica prodotta negli Stati Uniti viene dissipata in calore, mentre in Europa viene sprecata una quantità di calore superiore a quella che servirebbe a riscaldare tutti gli edifici.
Finanziata dal programma di ricerca e innovazione di Horizon 2020 della Commissione europea, le MSCA IF sono assegnate a ricercatori di eccellenza impegnati in proposte progettuali innovative presso istituti ospitanti di prestigio.
Mini ospedali mobili costruiti con materiali innovativi ecosostenibili di facile assemblaggio e interconnessi per l’invio e la ricezione di indagini mediche. È questo l’obiettivo del progetto SOS - Smart Operating Shelter, cofinanziato dalla Regione Puglia, che vede riuniti Centro Ricerche ENEA di Brindisi, Politecnico di Bari, Consorzio CETMA (Centro di Ricerche Europeo di Tecnologie, Design e Materiali) e le aziende ENA Consulting, Kinema, Mespo, Protom group e R.I.
Impegnati da anni nello sviluppo di materiali ecologici innovativi per il risparmio energetico in edilizia, i ricercatori ENEA di Brindisi metteranno a punto pannelli in fibra animale o vegetale e ne testeranno i requisiti termici, meccanici e di resistenza a muffe, funghi e al fuoco. Spetteranno all’ENEA inoltre le prove sulla salubrità e sul comfort abitativo del prototipo finale che si prevede sia pronto il prossimo anno.
“Attualmente molti shelter medicali vengono ancora realizzati con materiali non sempre riciclabili o riutilizzabili al 100%”, ha sottolineato Vincenza Luprano del Dipartimento Sostenibilità dei Sistemi Produttivi e Territoriali dell’ENEA.
“Per questo motivo la nostra ricerca si sta focalizzando nella realizzazione di microarchitetture più sostenibili e anche più leggere in grado di contribuire alla continuità di funzionamento degli ospedali in caso di emergenza o ristrutturazione, ma anche all’abbattimento delle liste d’attesa o all’ampliamento del bacino d’utenza, garantendo un rapporto costi/benefici elevato, conformità agli standard e livelli qualitativi tecnologici d’eccellenza”, conclude Luprano.
Il progetto risponde anche all’esigenza sempre più sentita da parte della sanità di operare in presidi mobili, capaci di raggiungere utenti e comunità, facilmente riconfigurabili sulla base del costante aggiornamento tecnologico imposto a livello di attrezzature diagnostiche e terapeutiche.