Apple ha rivoluzionato il mondo della domotica. In un certo qual modo la domotica, come la intendiamo oggi, è nata grazie alla diffusione di dispositivi come l'iPhone e l'iPad. Oggi Apple rilancia e, riconoscendo l'importanza di questo mercato, propone una propria soluzione: l'HomeKit.
Non si tratta di un prodotto o di un sistema per la domotica. L'HomeKit è una sorta di database condiviso, una specie di standard. I vari produttori di dispositivi destinati al mondo della domotica potranno adottare le librerie condivise e aperte, sviluppate da Apple, per rendere i propri prodotti compatibili con HomeKit.
Dall'altro lato, i sviluppatori iOS potranno realizzare App in grado di riconoscere e gestire qualsiasi dispositivo connesso alla rete domestica compatibile con HomeKit. Un App del genere riconosce automaticamente tutti i dispositivi presenti in casa, consentendo all'utente di realizzare un sistema di gestione praticamente plug 'n play. In più l'HomeKit è compatibile con Siri, quindi il controllo vocale di casa diventa automatico.
Insomma, Apple cerca di creare una piattaforma condivisa in modo spontaneo da diversi produttori e sembra aver già incassato il consenso di un colosso come Philips, già alla ricerca di un upgrade per il proprio sistema luci HUE.
La comunicazione tra dispositivi HomeKit avviene tramite wifi. Sistemi wireless con protocolli differenti, come Z-wave, adotteranno interfacce wi-fi per comunicare con App HomeKit. Questo rappresenta un po' il primo limite evidente della proposta Apple. D'altro canto, l'idea di utilizzare iPhone o iPad come unico sistema di supervisione è limitante, se non altro perché non c'è modo di garantire la continuità del funzionamento. Un altro aspetto problematico è legato alla obsolescenza tecnologica. Legare il funzionamento della casa, che generalmente deve durare più di vent'anni, a componenti informatici che sono vecchi dopo due-tre anni, potrebbe rivelarsi un grosso errore.