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Roma come New York: la Capitale apre le porte ai grattacieli in periferia

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Roma, la Città Eterna, si prepara a rompere con una delle sue tradizioni più radicate: mantenere intatta la vista di San Pietro da ogni angolo della città. Con l’approvazione di un emendamento al Piano Regolatore, i grattacieli potrebbero presto trasformare zone periferiche come Acilia, Bufalotta e Anagnina, dando vita a una sorta di “New York di Roma”.

L’emendamento, presentato dal consigliere capitolino Marco Di Stefano, segretario regionale di Noi Moderati, è stato approvato insieme ad altre modifiche alle Norme Tecniche Attuative (NTA) del Piano Regolatore. “L’obiettivo è la rigenerazione urbana,” spiega Di Stefano. “Si tratta di demolire e ricostruire, soprattutto nelle periferie, creando vere e proprie città nella città.”

Costruire in altezza per ridurre il consumo di suolo
L’idea di fondo è quella di utilizzare le aree di riserva, terreni liberi destinati a nuovi sviluppi, per costruire in altezza e limitare il consumo di suolo. Questa strategia, secondo Di Stefano, consentirebbe di ridurre l’impatto ambientale, garantendo al contempo migliori servizi e collegamenti, soprattutto tramite infrastrutture ferroviarie.

Un progetto con sfide da affrontare
Il progetto non è privo di ostacoli. Per entrare in vigore, la delibera deve ottenere l’approvazione della Regione Lazio. “Se la Regione considerasse queste modifiche una variante significativa al Piano Regolatore, potrebbe assumere il controllo del procedimento,” spiega Di Stefano. Tuttavia, il consigliere è fiducioso: “Mi impegnerò affinché questa delibera fondamentale per la Capitale non subisca ritardi.”

L’impatto sulla politica regionale
Oltre agli aspetti tecnici e urbanistici, l’iniziativa ha aperto un nuovo capitolo nei rapporti politici regionali. Di Stefano sottolinea la necessità di maggiore equilibrio nella governance della Regione Lazio, auspicando che il presidente Francesco Rocca possa lavorare con serenità.

Cambiamenti nelle periferie romane
Se il progetto andrà avanti, le periferie di Roma potrebbero essere trasformate radicalmente. Zone spesso trascurate diventerebbero poli moderni e vivibili, con una nuova identità urbana. Grattacieli innovativi e servizi efficienti potrebbero ridefinire il volto di Roma, mantenendo al contempo il rispetto per la sua storia e la sua cultura.
Un cambiamento che, se ben gestito, potrebbe davvero rappresentare un punto di svolta per la Capitale.

Verso il 2027: il centrodestra pronto a candidarsi per Roma?
Con le elezioni comunali del 2027 all’orizzonte, si inizia a discutere della possibilità di vedere un sindaco di centrodestra alla guida della Capitale. Secondo il consigliere, è tempo di riformare la legge elettorale dei Comuni per renderla simile a quella regionale: “Chi supera il 40% deve eleggere il sindaco. Questo eviterebbe situazioni in cui, al ballottaggio, prevalgono candidati che al primo turno hanno ottenuto solo il 15%.”

La scelta del candidato ideale
Per conquistare Roma, Di Stefano ritiene fondamentale individuare un candidato forte, possibilmente con un profilo moderato e centrista, capace di attrarre anche l’elettorato più incerto. “Con un nome di centro potremmo convincere chi oggi è indeciso su chi votare”, sottolinea.
Alla domanda se stia avanzando un’autocandidatura, Di Stefano risponde con fermezza di no. Ritiene che per Roma sia necessario un processo decisionale a livello nazionale. Ribadisce il suo impegno per il partito Noi Moderati, guidato da Maurizio Lupi, sottolineando i successi recenti in comuni come Anzio, Nettuno e Palestrina.

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