Rigenerazione Urbana: prospettive e incentivi per un ddl adatto al XXI secolo

Recentemente presentati 6 disegni di legge insieme al ddl del Senatore Gasparri sul tema della rigenerazione urbana. In particolare, Gasparri basa il suo ddl sui contenuti dell’ultimo, decaduto in quanto ostacolato da operatori del settore e Ragionieria di Stato.
Si predispone quindi un barlume di speranza a fronte delle varie iniziative riguardanti la rigenerazione urbana le cui normative non hanno ritrovato, nel corso di questi anni, un punto d’arrivo. Di seguito un’analisi delle proposte avanzate e delle prospettive di cui tener conto per la loro applicazione.
Il ddl del Senatore Gasparri
Il ddl presentato dal Senatore FI Gasparri sembra il più consono ad iniziare l’iter in Parlamento, in quanto tiene conto del confronto politico ormai inoltrato della maggioranza.
Di seguito per punti gli elementi distintivi del ddl:
– riduzione del consumo di suolo favorendo la densificazione
– detrazioni fiscali per facilitare gli interventi su immobili di proprietà privata
– emissione di concorsi di progettazione
– aprovazione di norme per la semplificazione degli interventi di rigenerazione urbana da parte delle regioni (es. deroghe, modifiche alla sagoma e destinazioni d’uso).
– fondo da 3,5 miliardi di euro fino al 2036
– detrazione del 50% sull’Iva per l’acquisto di case che necessitano interventi di rigenerazione urbana
L’ostacolo principale che Gasparri dovrà aspettarsi, come nel caso dell’ultimo ddl, è però l’adesione da parte della Ragioneria di Stato, Enti locali e operatori del settore. La Ragioneria, infatti, non approvò il precedente a causa degli importanti incentivi che avrebbero potuto causare una perdita economica. Nel secondo caso, invece, l’opinione principale è la poca valorizzazione del privato e l’eccessiva rigidità delle regole prescritte. Ad essi da aggiungersi le opinioni contrastanti di INU (Istituto Nazionale di Urbanistica) e Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) che nell’ultima occasione avevano evidenziato la necessità di semplificare e specificare alcuni punti del ddl.
Ulteriori ddl presentati
– la maggioranza, l’On. della Lega, Alessandro Manuel Benvenuto, a ottobre 2022 ha presentato un ddl per la realizzazione di interventi di rigenerazione urbana e ambientale, il quale prevederà una deroga agli standard urbanistici e alle norme sulle distanze e le altezze degli edifici.
– la Lega prevede di rivedere i bonus volumetrici e quelli per l’efficientamento energetico, la messa in sicurezza antisismica, il risanamento acustico e l’eliminazione dei materiali nocivi in base alla zona da ristrutturare.
– l’opposizione propone tre ddl provenienti dal Partito Democratico. Due di essi si trovano in Senato e, come primi firmatari, hanno il Senatore Franco Mirabelli e la Senatrice Anna Rossomando. Quello presentato da Mirabelli prevede il riutilizzo di aree urbanizzate, la salvaguardia dei centri storici, l’impiego dei concorsi di progettazione e propone incentivi come le detrazioni fiscali del 65% per gli interventi di ristrutturazione e riqualificazione energetica e del 50% per l’acquisto di case in classe energetica A o B. In secondo luogo, il ddl Rossomando punta ad una riduzione progressiva del consumo di suolo per la tutela delle attività agricole e del paesaggio, incentivando il riuso del patrimonio edilizio e fornendo contributo per i permessi di nuove costruzioni su nuovo suolo.
Da prevedere il fatto che, trattandosi di un testo dell’opposizione, non potrà contare sul sostegno del Governo.
– Ddl dell’on. PD, Mauro Antonio Donato Laus, contenente materie complesse e che difficilmente riceveranno adesione proponendo disposizioni in materia di rigenerazione urbana, sia per la delega al Governo che per l’adozione del nuovo Testo unico dell’edilizia.
Proprio recentemente, infatti, Matteo Salvini, Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, ha annunciato l’arrivo del nuovo Testo Unico dell’edilizia per metà luglio.
Le prospettive per il futuro
Cosa aspettarsi dalle varie proposte? Innanzitutto, la legge urbanistica 1150/1942 secondo l’Ance (Associazione Nazionale Costruttori Edili), non è più in grado di rispondere alle necessità del territorio odierno, avendo avuto applicazione in un momento storico caratterizzato dall’espansione urbana e dal boom economico.
Le necessità urbanistiche nazionali nel 2023 sono ben diverse e basate su una attenta riqualificazione e attenzione verso l’impatto ambientale degli edifici urbani.
È infatti il Mit (Ministero per le Infrastrutture e Mobilità Sostenibili), che ha specificatamente proposto alcune integrazioni da predisporre nel nuovo ddl, con l’obiettivo di favorire gli interventi privati e consentire l’introduzione di incentivi.
Attraverso questa prospettiva, attendiamo i successivi passi per approvare un ddl a prova di XXI secolo.
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