Riforma delle Autorizzazioni Paesaggistiche: Nuove Proposte per Limitare i Poteri delle Soprintendenze
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Presentato dalla Lega un ddl con la revisione del Codice dei beni culturali per tutelare il patrimonio semplificando i procedimenti amministrativi.
Ridimensionare il ruolo delle Soprintendenze nelle procedure di autorizzazione paesaggistica con l’obiettivo di garantire la tutela del patrimonio culturale e paesaggistico in maniera più efficace e mirata e semplificare i procedimenti amministrativi evitando che la PA diventi un ostacolo allo sviluppo economico e territoriale del Paese.
La Lega mantiene la promessa di limitare i poteri delle Soprintendenze dando più spazio ai Comuni e – dopo aver tentato, senza successo, la strada dell’emendamento al DL Cultura alla Camera – presenta al Senato il ddl 1372 ‘Delega al Governo per la revisione del codice dei beni culturali e del paesaggio in materia di procedure di autorizzazione paesaggistica’.
Attualmente – spiegano i Senatori che hanno proposto il ddl – le Soprintendenze sono chiamate ad esprimersi su un numero elevato di pratiche, comprese quelle che non riguardano i grandi monumenti o le opere di particolare pregio storico-artistico. Questo comporta un notevole rallentamento nei processi decisionali e una dispersione di risorse che potrebbe essere evitata.
Il disegno di legge – si legge nella relazione – intende, quindi, introdurre modifiche normative che permettano di razionalizzare il sistema delle autorizzazioni, attribuendo ai comuni maggiore autonomia decisionale per gli interventi di minore impatto e definendo tempi certi per l’espressione del parere delle Soprintendenze ed evitando lungaggini burocratiche.
Il ddl 1372 interverrebbe sulle disposizioni contenute nel Codice dei beni culturali e del paesaggio di cui al Dlgs 42/2004, con riguardo alle procedure di autorizzazione paesaggistica. In particolare:
– all’articolo 146, comma 5, viene introdotto un meccanismo di silenzio-assenso: se il parere della Soprintendenza non viene reso entro 30 giorni, si considera automaticamente favorevole, consentendo così all’amministrazione competente di procedere senza ulteriori ritardi;
– all’articolo 152, comma 1, il parere delle Soprintendenze, attualmente vincolante, diventa obbligatorio ma non vincolante, lasciando quindi maggiore discrezionalità agli enti locali nella decisione finale;
– all’articolo 167, comma 5, e all’articolo 181, comma 1-quater, viene esteso il principio del silenzio-assenso per le richieste di autorizzazione, evitando che l’inerzia amministrativa possa bloccare progetti di sviluppo territoriale.
Inoltre, il ddl prevede che entro 45 giorni dalla data di entrata in vigore della legge, venga emanato un Regolamento che, all’elenco degli interventi e delle opere in aree vincolate esclusi dall’autorizzazione paesaggistica, aggiunga gli interventi di edilizia libera sottoposti a CILA e quelli sottoposti a SCIA nei casi in cui l’eventuale aumento di volume non ecceda il 20% dell’esistente o le modifiche, asseverate dal tecnico abilitato, rispettino il carattere dell’immobile.
Autorizzazione paesaggistica, delega per la revisione delle procedure
Il disegno di legge attribuisce al Governo una delega per una revisione organica delle procedure di autorizzazione paesaggistica, da adottare entro 6 mesi dalla data di entrata in vigore della legge.
>La revisione dovrà:
– assicurare l’esercizio uniforme delle azioni di tutela a livello nazionale;
– prevedere che gli interventi di lieve entità (ex Allegato B al DPR 31/2017) non siano sottoposti a parere della Soprintendenza e competano esclusivamente agli enti locali, previa verifica di conformità con il Piano paesaggistico regionale;
– prevedere che, nel caso di autorizzazione paesaggistica relativa a infrastrutture strategiche e di preminente interesse nazionale (ex art. 39 del Codice Appalti), il parere spetti al Ministero della cultura;
– escludere dall’autorizzazione paesaggistica gli interventi relativi alle parti interne di edifici di cui è vincolata la facciata nonché quelli adiacenti o in prossimità di edifici vincolati;
– prevedere che il parere della Soprintendenza sia obbligatorio e non vincolante nell’iter di autorizzazione paesaggistica di interventi ricadenti in fasce costiere e lacuali di 300 metri dalla battigia, fiumi, torrenti e corsi d’acqua, montagne oltre una certa altitudine (ex art. 142, comma 1, lettere a), b), c) e d), del Codice dei Beni culturali) e per le opere di difesa idraulica sottoposte a parere del Genio civile;
– istituire, in collaborazione con gli enti locali, sportelli unici per il rilascio delle autorizzazioni paesaggistiche e urbanistiche, assicurando agli utenti un riscontro entro 45 giorni dalla presentazione dell’istanza;
– prevedere che, in caso di interventi o richieste autorizzative annuali ripetitive che non presentano variazioni rispetto alla richiesta precedentemente autorizzata, il richiedente possa limitarsi a presentare un’autocertificazione, corredata dall’asseverazione di un tecnico abilitato, in luogo di una nuova istanza;
– individuare gli interventi che, se realizzati nel rispetto delle regole indicate in uno specifico documento di prevalutazione, differenziato in relazione alle diverse tipologie di beni tutelati, non comportano incidenze negative dal punto di vista paesaggistico e dunque non hanno bisogno di autorizzazione paesaggistica.
Una proposta di legge analoga a quella presentata in Senato è stata presentata alla Camera dal deputato leghista Gianangelo Bof, autore dell’emendamento al DL Cultura. Si tratta del ddl 2230 ‘Modifiche al codice dei beni culturali e del paesaggio e delega al Governo per il riordino delle procedure di autorizzazione paesaggistica’ presentato il 6 febbraio 2025.
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