Prevenzione sismica: il Ministro Musumeci annuncia un piano decennale nazionale
Il Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del Mare, Nello Musumeci, ha annunciato il varo di un piano nazionale decennale per la prevenzione sismica, durante la 7^ edizione della “Giornata Nazionale della Prevenzione Sismica“. Questo programma ambizioso mira a mitigare i rischi sismici in Italia, un Paese caratterizzato da un elevato livello di vulnerabilità , attraverso investimenti strutturali e culturali.
Il piano nazionale per la prevenzione sismica
“Il piano durerà almeno 10 anni e partirà con un primo stanziamento di 250 milioni di euro“, ha dichiarato Musumeci. L’obiettivo è replicare questa dotazione annualmente, privilegiando le aree ad alto rischio e le infrastrutture pubbliche strategiche, come scuole e ospedali. Per gli edifici privati, il governo punta a ottenere un sostegno economico da parte dell’Unione Europea.
L’evento, organizzato dalla Fondazione Inarcassa, dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri e dal Consiglio Nazionale degli Architetti, ha sottolineato l’urgenza di una strategia organica e di lungo periodo per affrontare il problema dei terremoti e delle loro devastanti conseguenze.
Gli effetti economici e culturali dei terremoti
Durante la giornata, è stato presentato uno studio sui costi indiretti dei terremoti, analizzando tre grandi eventi sismici: Valle del Belice (1968), Friuli Venezia Giulia (1976) e Irpinia (1980). I dati evidenziano come i sismi non solo distruggano beni materiali ma abbiano un impatto duraturo sull’economia, sull’occupazione e sulla demografia dei territori colpiti.
Ad esempio, il PIL delle zone colpite è calato significativamente: -2,8% nel Belice e -12% in Irpinia, mentre in Friuli si è registrato un incremento del 20%, grazie a un modello di ricostruzione che ha favorito il passaggio da un’economia agricola a una industriale. Sul fronte dell’occupazione, il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 25,5% nel Belice e il 27,3% in Irpinia, contro una media italiana del 5,8%. Anche il patrimonio culturale ha subito danni irreparabili, con perdite del 100% nel Belice e del 70% in Irpinia.
Un patrimonio immobiliare fragile
In Italia, circa 18 milioni di immobili residenziali sono a rischio sismico e necessitano di interventi urgenti. La spesa stimata per mettere in sicurezza questi edifici è di 219 miliardi di euro in 30 anni, pari a poco più di 7 miliardi di euro l’anno. La situazione è aggravata dal fatto che il 57% degli edifici residenziali è stato costruito prima del 1971, quando le norme sismiche erano meno stringenti, e solo il 3% è stato costruito dopo il 2008, anno di introduzione delle norme più rigorose.
Le dichiarazioni dei professionisti
Andrea De Maio, presidente della Fondazione Inarcassa, ha sottolineato l’importanza di un approccio sistematico alla prevenzione: “Un Piano nazionale di prevenzione sismica rappresenta un primo passo fondamentale. Occorre affiancare azioni di lungo periodo, finanziamenti costanti e una conoscenza dettagliata dello stato del patrimonio immobiliare“.
Massimo Crusi, del Consiglio Nazionale degli Architetti, ha evidenziato la necessità di investire nella cultura della prevenzione: “La sicurezza e il benessere dei cittadini devono essere obiettivi strategici. Questo richiede un approccio innovativo alla rigenerazione urbana e alla conservazione del patrimonio culturale“.
Angelo Domenico Perrini, Presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, ha invece rimarcato la necessità di interventi strutturali ben pianificati: “Le risorse spese in emergenza e ricostruzione dal 1968 a oggi sono consistenti. Sarebbe più utile investire in opere di mitigazione del rischio sismico e messa in sicurezza“.
Un impegno collettivo per il futuro
La prevenzione sismica richiede una strategia condivisa tra istituzioni, professionisti e cittadini. Come ha sottolineato Giuseppe Santoro, presidente di Inarcassa, “la collaborazione tra tutti gli attori è fondamentale per promuovere lo sviluppo delle competenze e delle infrastrutture necessarie“.
L’annuncio del Ministro Musumeci rappresenta un passo importante, ma per affrontare la sfida sismica in Italia sarà necessario uno sforzo economico e culturale di lungo periodo. Solo con investimenti costanti e un’adeguata pianificazione sarà possibile garantire la sicurezza dei cittadini e preservare il patrimonio storico e culturale del Paese.
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