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Opere strategiche Il Governo nomina i commissari per 57 opere da 83 miliardi 29 commissari straordinari

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Potranno rielaborare i progetti e approvarli senza autorizzazioni, pareri e nulla osta
Avranno il compito di assicurare la realizzazione di 57 opere pubbliche per un valore di circa 83 miliardi e un impatto occupazionale che nel 2025 arriverà a valere 100 mila posti di lavoro.
I 29 commissari straordinari hanno avuto il difficile compito di gestire progetti e lavori impantanati da anni nella palude della burocrazia. Si tratta di 16 infrastrutture ferroviarie, 14 stradali, 12 caserme per pubblica sicurezza, 11 opere idriche, 3 infrastrutture portuali e una metropolitana e potranno avere un ruolo determinante per abbattere il gap infrastrutturale del nostro Paese e ancora di più quello tra nord e sud: la parte più consistente degli interventi, infatti, proprio al Mezzogiorno sarà concentrata, con 36,3 miliardi impegnati mentre quelli per il Centro Italia valgono circa 24,8 miliardi e quelli per il Nord 21,6.
Si tratta di opere già finanziate per circa 33 miliardi di euro ai quali dovranno essere aggiunte ulteriori risorse nazionali ed europee, compreso il Next Generation EU.
Secondo le previsioni nel 2021 si apriranno 20 cantieri , 50 nel 2022 e 37 nel 2023. L’impatto occupazionale sarà in media di 68 mila posti all’anno che diventeranno 118 mila nel 2025. Per accelerare i tempi un accordo sindacale ha previsto la possibilità di lavorare 24 ore su 24 e l’avanzamento delle opere sarà monitorato trimestralmente dal ministero.
Ai commissari spetterà un’ ampia capacità decisionale aldilà dei vincoli previsti dal Codice degli appalti e da altre normative.
Intanto però il tempo stringe e quindi per garantire la realizzazione di queste 57 infrastrutture è previsto che l’approvazione dei progetti da parte dei Commissari, d’intesa con i Presidenti delle regioni territorialmente competenti, “sostituisca a effetto di legge ogni autorizzazione, parere, visto e nulla osta occorrenti per l’avvio o la prosecuzione dei lavori”, eccezion fatta per i vincoli legati alla tutela ambientale e dei beni culturali e paesaggistici, “per i quali è definita una specifica disciplina”.
In dettaglio gli investimenti in infrastrutture ferroviarie valgono circa 60,8 miliardi, le strade 10,9 , i presidi di pubblica sicurezza 528 milioni, le opere idriche 2,8 miliardi, le infrastrutture portuali 1,7 miliardi, la metropolitana 5,9 miliardi. Tra le opere ferroviarie ci sono le linee AV/AC Brescia-Verona-Padova, Napoli-Bari, Palermo-Catania-Messina; il potenziamento delle linee Orte-Falconara e Roma-Pescara; la chiusura dell’anello ferroviario di Roma; il potenziamento con caratteristiche di AV della direttrice Taranto-Metaponto-Potenza-Battipaglia.
Tra le opere stradali principali rientrano: la SS Ionica 106; la E 78 Grosseto-Fano; la SS 4 Salaria e la SS 20 del Colle di Tenda; la SS 16 Adriatica; la SS 89 Garganica. I presidi di pubblica sicurezza verranno realizzati a Palermo, Catania, Reggio Calabria, Crotone, Napoli, Bologna, Genova e Milano. Gli altri interventi riguardano l’Acquedotto del Peschiera e numerose dighe in Sardegna, i porti di Genova, Livorno e Palermo.

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