Nuovo Testo Unico dell’Edilizia: le proposte dei tecnici per un sistema più chiaro ed efficiente

Il riordino delle tipologie di intervento edilizio, la semplificazione dei titoli abilitativi, la ridefinizione delle difformità edilizie e la digitalizzazione delle pratiche strutturali sono tra le principali richieste avanzate dai professionisti del settore edilizio per il nuovo Testo Unico delle Costruzioni.
A farsi portavoce delle istanze sono il Consiglio Nazionale degli Ingegneri, il Consiglio Nazionale degli Architetti, Paesaggisti, Pianificatori e Conservatori e il Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati, che hanno sottoposto le loro proposte al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti nell’ambito della recente consultazione del Tavolo Piano Casa.
Questa consultazione, conclusa il 28 febbraio 2025, è stata avviata per raccogliere i contributi degli operatori del settore, con l’obiettivo di elaborare un nuovo Testo Unico in grado di riordinare e semplificare la disciplina edilizia, rendendola più efficace e uniforme a livello nazionale.
Le proposte dei progettisti per il settore edilizio e delle costruzioni
1. Razionalizzazione delle tipologie di intervento edilizio
I tecnici ritengono fondamentale una revisione delle categorie di intervento, con particolare attenzione alla riqualificazione dell’esistente, nell’ottica della sostenibilità e dell’efficienza energetica. L’obiettivo è definire una classificazione chiara e univoca, riducendo le incertezze interpretative.
2. Semplificazione dei titoli abilitativi
La proposta mira a ridurre e razionalizzare il numero di titoli abilitativi richiesti per i diversi tipi di interventi edilizi. L’intento è evitare duplicazioni e sovrapposizioni burocratiche, rendendo il sistema più accessibile per i cittadini e i professionisti del settore.
3. Ridefinizione delle difformità edilizie
Attualmente, la normativa distingue numerose tipologie di difformità edilizia, spesso con margini interpretativi poco chiari. I progettisti propongono di semplificare il quadro normativo, limitandolo a due sole tipologie ben definite:
– Parziale difformità, per irregolarità di minore entità;
– Totale difformità, per interventi che comportano variazioni sostanziali rispetto al progetto approvato.
L’introduzione di queste categorie permetterebbe di rendere più semplice ed efficace la gestione delle sanatorie edilizie.
4. Stato legittimo degli immobili
I tecnici suggeriscono di includere tra i titoli legittimanti anche quelli divenuti efficaci per silenzio assenso o per decorrenza dei termini, come previsto dall’articolo 21-novies della Legge 241/1990. Ciò eviterebbe incertezze sull’idoneità giuridica degli edifici esistenti.
5. Norme Tecniche delle Costruzioni e sicurezza strutturale
Essendo state aggiornate nel 2018, le Norme Tecniche delle Costruzioni (NTC) devono essere integrate nel nuovo Testo Unico, stabilendo:
– Criteri chiari per la progettazione e gestione delle opere strutturali;
– Definizione del livello di affidabilità di una costruzione in base al livello di rischio.
Inoltre, viene proposta una standardizzazione digitale delle pratiche strutturali per garantire maggiore efficienza e trasparenza.
Digitalizzazione e responsabilità professionale
6. Creazione dello Sportello Unico Comunale
Uno dei punti chiave della proposta è l’istituzione di uno Sportello Unico Comunale per centralizzare le pratiche edilizie e accelerare i processi amministrativi.
7. Anagrafe e fascicolo digitale delle costruzioni
I tecnici propongono di digitalizzare l’intero ciclo di vita degli edifici, raccogliendo tutte le informazioni tecniche in un fascicolo digitale, disponibile per enti pubblici, professionisti e cittadini.
8. Maggiore tutela per i professionisti
Per garantire equità nella responsabilità professionale, i tecnici chiedono che il termine di prescrizione per eventuali contenziosi inizi dal completamento della prestazione professionale e si esaurisca entro 10 anni.
Sostenibilità e rigenerazione urbana: due pilastri della riforma edilizia
9. Criteri per la sostenibilità delle costruzioni
La nuova normativa edilizia deve prevedere l’adozione di criteri ambientali minimi (CAM), per incentivare:
– L’uso di materiali ecosostenibili;
– La riduzione dell’impatto energetico;
– Il riutilizzo adattivo degli edifici esistenti.
10. Distinzione tra ristrutturazione edilizia e rigenerazione urbana
I progettisti sottolineano la necessità di differenziare i concetti di ristrutturazione edilizia e rigenerazione urbana:
– La ristrutturazione edilizia riguarda il singolo edificio, con interventi mirati a migliorarne efficienza e sicurezza.
– La rigenerazione urbana ha una scala più ampia, coinvolgendo interi quartieri o aree degradate, con piani di riqualificazione che prevedano infrastrutture, servizi e spazi pubblici.
Questa distinzione è fondamentale per garantire un equilibrato sviluppo urbano, riducendo le disuguaglianze tra centro e periferia.
Le proposte avanzate dagli ingegneri, architetti e geometri mirano a creare una normativa più chiara, efficace e uniforme a livello nazionale. L’obiettivo è ridurre la burocrazia, aumentare la trasparenza e rendere l’edilizia più sostenibile e sicura.
Ora spetta al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti valutare questi suggerimenti e tradurli in una riforma concreta del settore edilizio e delle costruzioni, nella speranza di un Testo Unico finalmente chiaro ed efficace per il futuro dell’urbanistica italiana.
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