A Parigi l'Arc de Triomphe sarà avvolto da tessuto in polipropilene blu e argento e corda rosso vivo.
Lo sviluppo dei progetti di Christo e Jeanne-Claude è sempre stato tribolato, dalla morte del protagonista all'età di ottantaquattro anni al Covid, che ha sostanzialmente paralizzato il mondo per un anno e mezzo. Ma l'omaggio al genio bulgaro si compirà in autunno.
L' Arc de Triomphe, Wrapped, fu concepito per la prima volta nel 1962. Prevede l'impacchettamento del celeberrimo arco parigino con 25mila metri quadrati di tessuto in polipropilene riciclabile blu e argento e oltre 3 chilometri di corda rosso vivo.
Vladimir Yavachev, direttore del progetto che vede coinvolto un grande team di artisti in collaborazione con il Centre de monuments nationaux (CMN) e con il sostegno della Città di Parigi e del Centre Pompidou, descrive la realizzazione del progetto con più di mille lavoratori, tra cui una squadra di costruzione di 140 persone con 95 alpinisti, 30 aziende partner, studio tedesco di ingegneria e design Schlaich Bergermann Partner (SBP) e la società tedesca di ingegneria delle membrane büro für leichtbau / Tritthardt + Richter.
Il progetto è stato interamente finanziato attraverso la vendita di opere d'arte originali di Christo, ma l'aspetto più interessante è che previsto il totale riutilizzo e riciclo dei materiali utilizzati.
I materiali infatti, già di riciclo, dopo essere stati smistati, per tipo e colore, lavati e sfaldati, saranno mescolati al Parley Ocean Plastic®, dando vita a un materiale innovativo utilizzabile con diverse funzioni. I prodotti saranno messi in vendita sulla piattaforma di raccolta fondi Clean Waves, e i proventi saranno destinati a sostegno della pulizia degli oceani e di progetti didattici e infrastrutturali per isole remote.
"Questa partnership vuole lanciare il chiaro messaggio che proteggere i nostri oceani e il nostro clima può avere successo solo come uno sforzo collaborativo. Riutilizzare e riciclare tessuti e corde, compensare la plastica e l'impronta di carbonio è solo l'inizio. La soluzione a lungo termine sta nello sviluppo di nuovi materiali che possano sostituire gli standard dannosi del passato. Artisti e scienziati svolgono un ruolo vitale in questo processo" ha affermato Cyrill Gutsch, fondatore e CEO di Parley for the Oceans.