Ponte sullo Stretto di Messina: progetto entro il 2024
Con la nuova bozza di decreto, il Governo ha nuovamente rilanciato la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina, che andrebbe finalmente a collegare la Sicilia al resto del Continente, rendendo scambi e spostamenti più agevoli ed apportando benefici economici per il Paese.
La questione “ponte sullo Stretto” anima il dibattito su diversi fronti, ormai da decenni. Questa situazione di stallo sembra però essersi venuta a risolvere grazie al nuovo intervento governativo, promosso dal Ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini che ritiene il giorno dell’approvazione del decreto come “una giornata storica non solo per la Sicilia e la Calabria ma per tutta Italia”. Il progetto esecutivo è approvato entro il 31 luglio 2024: solo dopo questa data potranno quindi avviarsi i lavori. La concessione prevista dalla bozza di decreto prevede l’affido dei lavori entro 30 anni dall’entrata in esercizio dell’opera.
Il progetto vedrà la realizzazione del ponte strallato, cioè sospeso e sostenuto da cavi, più lungo al mondo con un’estensione di circa 3,2 km. Si baserà sul progetto presentato nel 2012, adeguato però ai nuovi standard ambientali, tecnici e di sicurezza. Vedrà al suo interno essere percorso da 6 carreggiate, 3 per senso di marcia, con 2 binari ferroviari nel mezzo. I due piloni principali saranno posizionati nelle località di Ganzirri e Cannitello, cioè in corrispondenza del punto più stretto della lingua di mare.
Si stima che il costo totale dell’opera si aggiri intorno ai 7 miliardi di euro. Tale costo non sembra sarà però, coperto dai fondi del PNRR, dato che l’opera non andrebbe a rientrare in alcuni dei dettami europei in materia ambientale, incompatibili con il progetto. Al momento ci sono trattative in corso con la BEI (Banca Europea degli Investimenti). I lavori saranno affidati alla società Stretto di Messina srl, costituita nel 1981 proprio per la progettazione del ponte che collegherà Calabria e Sicilia.
L’opera si prospetta come un’occasione utile per creare nuovi lavori e per attirare nuove professionalità. Lo stesso Ministro delle Infrastrutture ha annunciato che l’opera andrebbe a creare 150.000 posti di lavoro negli ambiti della cantieristica, nautica, automotive e costruzioni.
Nonostante l’entusiasmo generale, sono diversi i pareri sfavorevoli provenienti da ambientalisti, ingegneri e geologi a causa degli elevati costi di realizzazione, senza considerare l’impatto ambientale: le zone che verrebbero interessate dai lavori, sono di “Protezione Speciale”. Inoltre, l’area dello Stretto è caratterizzata da un alto rischio sismico: il Presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia Carlo Doglioni ha spiegato che la zona fra la Sicilia e la Calabria è notoriamente area soggetta a fenomeni sismici, a causa dell’intersecazione di una serie di faglie attive. Si renderanno quindi necessari interventi che utilizzino strategie che possano garantire la messa in sicurezza della struttura nell’eventualità di questi fenomeni.
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