I cantieri per l'efficientamento energetico e sismico di condomini e villette sono ancora in attesa di uno sblocco definitivo per avviare i lavori.
La questione riguarda il Superbonus 110% e i crediti fiscali ad esso legati che è in attesa di essere risolta e sbloccata.
I dati di Enea, relativi al mese di luglio, evidenziano che la mole di denaro in gioco è cresciuta in modo continuativo; solo nel mese di luglio si segnalano 25mila cantieri in più, quattro miliardi e mezzo di nuovi lavori. Il controvalore totale delle opere ammesse raggiunge all'incirca i 40 miliardi, la spesa prevista per lo stato i 44. I lavori effettivamente conclusi risultavano essere 28,2 miliardi. Nella "forbice" tra i due valori c'è la possibilità di correre il rischio di restare in sospeso.
Mesi decisivi per i condomini, game over per villette e immobili autonomi
Facendo riferimento alla parte operativa della questione, per i condomini c'è tempo fino al 31 dicembre 2023 per sfruttare l'agevolazione al 110%. Considerata l'importanza ed in particolare la durata dei cantieri (tra 10 e 12 mesi), i prossimi mesi saranno decisivi per organizzare i ponteggi e farli poi partire.
La situazione non è la stessa per le villette e gli immobili funzionalmente autonomi, il cui limite è segnato al 30 giugno. In questo caso però, il Superbonus è riconosciuto fino a fine anno solo con dei lavori già in corso al 30 giugno ma solo ed esclusivamente a patto di realizzare almeno il 30% del progetto entro il prossimo 30 settembre.
Il problema è che, nonostante gli ennesimi interventi di norma per cercare di risolvere la complicata situazione, sulla possibilità di concludere i lavori avviati e ancor più di aprirne di nuovi pesano le problematiche legate alla cessione dei crediti. Il decreto Semplificazioni, convertito definitivamente in legge e pubblicato sulla Gazzetta ufficiale con efficacia dal 20 agosto, consente agli istituti bancari di cedere i crediti ai correntisti titolari di partita Iva. Si da la possibilità di effettuare questo passaggio dei pacchetti ai clienti professionali indipendentemente dalla data in cui il credito è stato originato diversamente da come inizialmente previsto (era stata limitata la possibilità a quelli successivi a maggio). Concretamente, chi matura il credito avviando il lavoro lo può sfruttare cedendolo direttamente oppure come sconto in fattura, retrocedendolo all'impresa che esegue i lavori. Dal secondo al terzo passaggio, a comprarlo possono solo essere banche, assicurazioni o finanziarie. Come quarta cessione, è possibile il passaggio da banca a cliente professionale.
Nonostante la "catena"sia diventata più lunga e i potenziali acquirenti siano aumentati, la situazione non è ancora risolta. Circa due settimane fa,l'Ance Sicilia ha evidenziato come la situazione non si fosse ancora sbloccata. Pertanto, ha chiesto lo sblocco immediato dello stallo perché "se ciò non accadesse, a breve l'Agenzia delle Entrate potrebbe richiedere ai proprietari degli immobili, con i cantieri fermi da mesi, di restituire le somme finora percepite più le sanzioni perché i lavori non sono stati completati nei termini. E occorre salvare da sicuro fallimento le imprese edili coinvolte che attendono da mesi di recuperare gli investimenti anticipati."
Un'ulteriore questione in sospeso riguarda il costo. La stessa Ance Sicilia dice che banche e intermediari continuano a non acquistare crediti in quanto non sanno a chi cederli e in che modo oppure li svalutano eccessivamente per corpirsi da possibili rischi.