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Direttiva Case Green: novità sulla classificazione e riqualificazione energetica

Nella bozza di revisione della direttiva EPBD, che attende conferma a settembre, ci sono novità incluse per quanto concerne la classificazione degli edifici e i target di decarbonizzazione. Fornite anche guidelines su come allinearsi agli obiettivi richiesti e le metodologie di bilancio energetico.

La revisione della Direttiva EPBD prevede che gli Stati membri forniscano dei piani di ristrutturazione che vadano a definire i percorsi per giungere agli obiettivi di riqualificazione secondo le deadlines stabilite. Questo andrà ad includere tutti i protagonisti della filiera dell'edilizia, dai progettisti fino ai produttori di materiali sostenibili e le imprese che si andranno a dotare di skills in grado di affrontare gli interventi richiesti.

Il testo della Direttiva è stato approvato già lo scorso ottobre, in una prima versione e poi successivamente modificato a marzo 2023. La priorità rimane sempre quella di gestire l'energia presente; solo successivamente si andrà ad intervenire sulla produzione di nuova energia da fonti rinnovabili. Altro obiettivo perseguito è quello della decarbonizzazione, in linea con il pacchetto "Fit for 55%": si punta ad un comparto edilizio sostenibile che aiuti l'intera società ad avere un basso impatto ambientale e un basso consumo di carbonio.

Gli Stati membri dovranno recepire le indicazioni della Direttiva entro 24 mesi dalla sua pubblicazione: ci sarà modo quindi per gli Stati e quindi anche per l'Italia di approfondire con attenzione le novità introdotte e attuare i cambiamenti richiesti per contrastare i cambiamenti climatici e la crescente povertà energetica, dovuta alle fluttuazioni nei prezzi dei vettori energetici principalmente utilizzati per climatizzare gli edifici, con la registrazione di picchi negli stessi prezzi.

Di grande rilevanza nell'attuazione delle nuove misure è e sarà la classificazione energetica degli edifici: a seguito del decreto interministeriale del 26 giugno 2015, viene applicato lo standard secondo la norma UNI/TS 11300 per la classificazione degli edifici di nuova costruzione o gli immobili da ristrutturare. In aggiunta, dopo il decreto Superbonus dell'agosto 2020, la classe energetica degli edifici ha assunto un ruolo primario per gli interventi di riqualificazione energetica e l'uso di fonti rinnovabili di energia.

Le novità introdotte dalla Direttiva forniranno ulteriori precisazioni in materia di classificazione energetica e del sistema di classificazione. Secondo il testo aggiornato di recente, solo il 15% degli edifici potrà rientrare nella classe G, cioè quella più bassa e che ha le peggiori performance energetiche. Gli unici edifici che potranno rientrare nella classe A, saranno gli edifici ZEB (edificio a zero emissioni).

Questo sicuramente porterà nei diversi Paesi e in Italia, ad una revisione delle classi degli edifici. Se al momento abbiamo circa il 35% di edifici in classe G, è probabile che con la Direttiva, questi slitteranno in classe F. Al contrario invece, gli edifici che attualmente sono classificati A1, A2, A3, A4 non saranno automaticamente riconfermati in classe A: dovrà essere certificato che si tratti di uno ZEB (Zero Emission Building). Le classi intermedie subiranno delle variazioni, di conseguenza.

I nuovi edifici dovranno rispettare il criterio dello ZEB, dove attualmente si richiede il criterio dello nZEB (near Zero Emission Building). Il riferimento attuale è il consumo di energia primaria non rinnovabile; con la Direttiva però, il criterio per definire uno ZEB sarà il calcolo delle emissioni di CO2.

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