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Roma, per ENEA il patrimonio edilizio diventa una miniera urbana

Una metodologia innovativa per valorizzare i materiali da edifici dismessi

Il patrimonio edilizio di Roma si trasforma in una preziosa miniera urbana grazie a un'innovativa metodologia sviluppata da ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile) e dalla Università La Sapienza di Roma. Questo nuovo approccio rivoluzionario permette di individuare e quantificare tutti i materiali presenti in edifici vecchi o in disuso, aprendo la strada a progetti di riqualificazione architettonica e a nuove costruzioni improntate all'economia circolare.

La ricerca, condotta nell'ambito del progetto ES-PA dell'ENEA, è stata pubblicata sulla rivista Sustainable Chemistry and Pharmacy, dimostrando che oltre il 95% dei materiali provenienti da demolizioni può essere riutilizzato. Questo dato è significativo, poiché indica che solo una minima percentuale (4,7% in volume e 4,2% in peso) è destinata allo smaltimento in discarica, riducendo del 25% la soglia minima di legge per il recupero dei materiali da demolizione, attualmente stabilita al 70%.

La metodologia è stata applicata con successo a un deposito di autobus di 11 mila metri quadrati, costruito negli anni '30 a Roma e in disuso dal 2008. Questo sito rappresenta solo uno dei tanti presenti in Italia, che occupano il 3% del territorio nazionale per una superficie di 9 mila chilometri quadrati.

Antonella Luciano, ricercatrice del Laboratorio ENEA Valorizzazione delle risorse nei sistemi produttivi e territoriali, sottolinea l'ampia scala di applicazione della metodologia. "L'approccio proposto consente la valutazione a diverse scale, da quella nazionale per individuare l'entità dei materiali recuperabili dal parco edilizio italiano, passando per quella intermedia finalizzata alle pianificazioni strategiche locali, fino ad arrivare alla scala locale per la pianificazione delle aree urbane, di quartieri o di singoli edifici".

Dalle analisi preliminari effettuate sul deposito preso in considerazione, è emerso che circa 18 mila metri cubi di materiali, principalmente cemento armato, possono essere recuperati per la riqualificazione architettonica. Il progetto prevede la conservazione della struttura in cemento armato e il recupero quasi totale di alcuni materiali ed elementi strutturali, come finestre con telaio in ferro e porte in legno.

Un aspetto chiave della metodologia di ENEA-Sapienza è la conservazione e il riutilizzo dei materiali, riducendo al minimo la quantità destinata alla discarica. Questo approccio innovativo può essere applicato non solo a edifici industriali dismessi, ma anche a edilizia residenziale e scolastica.

La ricercatrice Antonella Luciano sottolinea l'importanza di considerare i siti dismessi come un'opportunità per la rigenerazione urbana e la valorizzazione degli stock di materiali presenti negli edifici. La presenza diffusa di edifici e infrastrutture 'a fine vita' può essere vista come una vera e propria miniera urbana, una fonte potenziale di nuove risorse che richiedono una quantificazione e una mappatura accurata per sviluppare strategie efficaci di riuso e riciclo.

"In concreto, l'implementazione su larga scala della circolarità nel settore edile richiede un processo innovativo di progettazione e costruzione che integri diverse attività", sottolinea Luciano. Queste attività includono la stima degli stock di materiali, la demolizione selettiva, l'approvvigionamento locale e il riciclo degli scarti provenienti da settori industriali diversi, conosciuto come simbiosi industriale.

Per promuovere questo nuovo approccio si considerano fondamentali quattro fattori: quantificazione del valore ambientale dello stock di materiali di costruzioni in disuso o a fine vita; banche dati dei materiali e mappature georeferenziate per conoscere le aree di distribuzione dei materiali potenzialmente riutilizzabili presenti su un territorio, integrabili nei software BIM (Building Information Modeling) per l'ottimizzazione della pianificazione, della realizzazione e della gestione delle costruzioni; piattaforme di scambio di componenti e materiali provenienti dalle decostruzioni.

A livello globale, il settore delle costruzioni è responsabile del 60% del consumo di materie prime, del 23% delle emissioni di anidride carbonica e del 50% dei rifiuti prodotti dalle attività di costruzione e demolizione. La metodologia innovativa di ENEA e Sapienza Università di Roma rappresenta un passo significativo verso una gestione più sostenibile dei materiali edili, contribuendo a ridurre l'impatto ambientale e promuovere l'uso efficiente delle risorse.

Il settore delle costruzioni, sebbene responsabile di una significativa quantità di rifiuti e emissioni, sta lentamente muovendosi verso una direzione più sostenibile. Recentemente, alcuni aggiornamenti normativi hanno puntato a ridurre lo smaltimento dei rifiuti da costruzione e demolizione, facilitando la creazione di un mercato per i componenti recuperati. Questi passi positivi indicano una crescente consapevolezza dell'importanza di adottare pratiche costruttive più ecocompatibili.

In conclusione, la metodologia innovativa sviluppata da ENEA e Sapienza Università di Roma apre nuove prospettive per la gestione sostenibile del patrimonio edilizio, trasformando gli edifici dismessi in risorse preziose per il futuro. La quantificazione accurata dei materiali e la loro mappatura consentiranno lo sviluppo di strategie mirate, contribuendo a plasmare un futuro in cui l'economia circolare diventa la norma nel settore edile.

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