Sono queste alcune delle novità introdotte dal progetto TRAS.IRRI.MA per un'agricoltura 4.0 in Basilicata, finanziato dalla Regione con 260mila euro, e condotto da Asso Fruit Italia (coordinatore) in collaborazione con 11 partner, tra cui ENEA, Cnr (Istituto di Metodologie per l'Analisi Ambientale), CREA e Università degli Studi della Basilicata. Questa alleanza tra ricerca e impresa è riuscita a ridurre i consumi di acqua in agricoltura, preservando produttività e suolo dal rischio di erosione e salinità, attraverso il trasferimento di tecnologie già mature e di pratiche agricole sostenibili con protocolli di gestione ben definiti.
L'irrigazione è un fattore produttivo di grande importanza per le aziende agricole: l'utilizzo razionale di tale risorsa permette di ridurre i costi ottimizzando la produzione con effetti anche sul suolo per quanto riguarda salinità e vulnerabilità.
Il Gruppo Operativo ACQUA, di cui l'ENEA fa parte, ha individuato la carenza di trasferimento tecnologico d'innovazioni mature nel settore della gestione della risorsa idrica. Proprio in questo contesto si inserisce il Progetto TRAS.IRRI.MA (trasferimento di tecnologie e protocolli di gestione irrigua maturi per l'ottimizzazione dell'irrigazione).
Il progetto prevede l'implementazione di modelli gestionali di irrigazione automatizzati, tra cui l'ottimizzazione dell'utilizzo dei fertilizzanti per migliorare le produzioni dal punto di vista qualitativo e quantitativo e la diffusione di buone pratiche per la gestione irrigua.
Inoltre, è prevista la diffusione tra gli operatori del know-how sui sistemi di automazione e programmazione degli interventi irrigui e di fertirrigazione anche da remoto e l'utilizzo della sensoristica di feedback per il monitoraggio di alcuni parametri del terreno. Tutti i dati saranno poi utilizzati da sistemi avanzati di supporto alle decisioni. Tra gli aspetti innovativi anche la divulgazione di schemi di certificazione, utili ai fini della stima dell'impatto ambientale di tutto il processo ed all'individuazione di strategie di contenimento.
Per il progetto alcune aziende agricole del Metapontino (Matera) sono state coinvolte, una dedita alla produzione di pesche e l'altra alla coltivazione di kiwi. "Siamo riusciti a ridurre del 23% il consumo di acqua del pescheto, aumentando la capacità di immagazzinamento idrico del suolo e migliorando la gestione dell'irrigazione. Tutto questo senza influire sul livello produttivo del frutteto. Fondamentale è stata la compilazione del bilancio idrico integrato con ulteriori dati, come il volume di suolo interessato dall'intervento irriguo e le caratteristiche idrologiche, che hanno permesso di quantificare l'acqua contenuta nel terreno oggetto della nostra sperimentazione. Inoltre, ci siamo avvalsi di sensori per il monitoraggio dell'umidità del suolo che hanno consentito di correggere eventuali errori di gestione dell'irrigazione", sottolinea Ilario Piscioneri, ricercatore ENEA del Laboratorio Bioprodotti e bioprocessi presso il Centro Ricerche di Trisaia (Matera).
Il comparto agricolo impiega attualmente fino all'80% della risorsa idrica disponibile e l'aumento delle temperature, potrebbe determinare un incremento della domanda di acqua da parte delle colture fino al 250%, con un aumento delle incertezze sulla disponibilità futura di acqua. "Per garantire una gestione razionale della risorsa idrica appare sempre più urgente trasferire al settore agricolo le più moderne tecnologie di controllo e di gestione automatizzata dell'irrigazione e della fertirrigazione. Spesso informazioni e tecnologie non sono pienamente fruibili dalle piccole e medie imprese del Sud ma, grazie al network TRAS.IRRI.MA è stato possibile trasferire al settore agricolo della Basilicata conoscenze, competenze e innovazioni hi-tech per ridurre i consumi d'acqua", aggiunge il ricercatore ENEA.