Ministra Dadone: la Pubblica Amministrazione ha bisogno di tecnici

In audizione sul Recovery Fund, la ministra Dadone ha proposto, come obiettivo per la Pubblica Amministrazione, la sua reingegnerizzazione e di renderla più efficiente investendo sul capitale umano, soprattutto con lāassunzione di tecnici, e sulla digitalizzazione.
Per fare ciò la ministra afferma che è necessario attuare un maxi-piano di assunzioni per far fronte alle uscite dovute al pensionamento con Quota 100, prediligendo ingegneri, geologi, architetti, oltre ai giuristi.
Servono, inoltre, secondo Dadone, anche figure con competenze tecniche per la gestione finanziaria dei fondi comunitari che vadano oltre le semplici competenze amministrative.
Una delle strategie per investire sulle competenze e sul capitale umano della Pubblica Amministrazione, ĆØ la cooperazione con le UniversitĆ . Questa collaborazione ha l’obiettivo di orientare gli studenti universitari meritevoli alla scelta consapevole di una carriera nel pubblico impiego.
Secondo Dadone, attraverso le UniversitĆ la Pubblica Amministrazione deve diventare un’attrattiva per i giovani. Ad oggi, invece, poco più del 2% dei dipendenti pubblici ha meno di 34 anni.
La ministra afferma che questo piano di nuove assunzioni potrebbe costare all’incirca 3 miliardi di euro in 5 anni, ma una volta a regime consentirebbe la velocizzazione di tutti i procedimenti.
Durante il lockdown in questi mesi di emergenza Covid-19 ĆØ emersa l’importanza del decentramento e del lavoro agile tramite smart working. Infatti,per la Dadone ĆØ proprio su questo che deve puntare la Pubblica Amministrazione per il suo efficientamento. Ć necessario dunque creare dei poli decentrati, da utilizzare sia per lo svolgimento delle procedure concorsuali sia come spazi di coworking e formazione per i dipendenti pubblici. Per queste strutture inoltre, si potranno utilizzare immobili confiscati alla criminalitĆ o edifici dismessi o abbandonati da riqualificare.
Per facilitare lo smartworking i dipendenti potrebbero essere dotati di computer portatili e le attività progettate in modo funzionale, con dati e documenti digitali, videoconferenze e assistenti virtuali. In questo modo cambierebbero le modalità di lavoro diventando più flessibile. Ciò sarebbe possibile con un investimento di circa 4 miliardi di euro in 5 anni.
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A cura di Ing. Alessia Salomone – Edilsocialnetwork
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