Generico
Cerca nel titolo
Cerca nel contenuto
Cerca parola esatta
Tipologia
Seleziona tutti
Articoli
Prodotti
Pagine Aziendali
Generico
Cerca nel titolo
Cerca nel contenuto
Cerca parola esatta
Tipologia
Seleziona tutti
Articoli
Prodotti
Pagine Aziendali

Lo studio del CNI: gli effetti del PNRR sulla progettazione

tipi-di-ingegneria-1280x72_20230209-093511_1.jpg

tipi-di-ingegneria-1280x72_20230209-093511_1.jpg

Il CNI (Consiglio Nazionale degli Ingegneri) ha prodotto uno studio che offre una visione sugli effetti del PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza). Il monitoraggio è avvenuto a partire dai bandi di gara per i servizi di ingegneria riportati nella banca dati di Infordat, con cui il Consiglio Nazionale degli Ingegneri ha creato un rapporto di collaborazione a beneficio di tutti gli iscritti all’Ordine degli Ingegneri. L’indagine mostra come durante l’arco del 2022, siano stati pubblicati bandi per servizi di ingegneria e architettura per un totale di oltre 4 miliardi di euro e 3,5 miliardi circa in più rispetto all’anno precedente. Da quanto emerso quindi, il periodo compreso fra gennaio e dicembre 2022 ha visto un notevole incremento nella pubblicazione di bandi da parte delle stazioni appaltanti.

Limitandosi a studiare i bandi di gara definiti “tipici”, senza tener conto quindi di accordi quadro, bandi di esecuzione dei lavori, concorsi di idee e progettazione e bandi per servizi ICT, l’importo complessivo a base d’asta loro destinato arriva alla cifra di 1 miliardo e mezzo di euro a fronte degli 806 milioni del 2021. Solo una piccola percentuale, circa 0,1% dei 4 miliardi totali, è riconducibile ai concorsi di idee e progettazione , analizzando gli importi a base d’asta dei servizi di architettura e ingegneria.

Il PNRR ha anche modificato le dinamiche di approccio nei confronti delle gare per i servizi di ingegneria e architettura: i liberi professionisti sembrerebbero essersi concentrati su committenze private (grazie ai bonus edilizi, in particolare il Superbonus); a crollare sarebbero stati infatti i lavori su appalti pubblici, dove sono intervenute società di ingegneria più strutturate per gestire commesse particolarmente impegnative nel settore pubblico.

Nel 2022, lo studio del CNI, vede affidate ai liberi professionisti (liberi professionisti singoli, studi associati, società di professionisti, ATI/RTI tra solo professionisti) una quota di gare inferiore: dal 40% del 2021 al 34% registrato nel 2022, aggiudicandosi solo il 2,7% degli importi in rapporto all’11,3% dell’anno precedente di riferimento.
Più rassicurante pare invece, la situazione per quanto riguarda le gare con importo d’asta inferiore a 75 mila euro: i liberi professionisti si aggiudicano circa il 63% delle gare e oltre il 62% degli importi, nonostante anche in questo ambito si sia registrata un’inflessione rispetto agli anni precedenti.

Ma in generale, si riscontra grande crescita nel settore, soprattutto nel campo dell’ingegneria con esecuzione (appalti integrati, concessioni, project financing etc.) per i quali si è osservato un incremento di circa 1 miliardo di euro rispetto al 2021, negli importi a base d’asta destinati ai Sia, passando così da 327 milioni di euro a 1 miliardo e 528mila euro ( da cui sono esclusi gli importi per l’esecuzione dei lavori). Emerge nuovamente quindi, l’appalto integrato utilizzato ancora una volta con l’entrata in vigore del decreto Sblocca Cantieri prima, il Dl Semplificazioni bis poi, e per avere nuovo riconoscimento come strumento di attuazione del Pnrr.

Articoli Correlati

Articoli recenti

Risposte