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L’intelligenza artificiale come architettura del futuro?

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Nascono nuove possibilità per la progettazione: il mondo dei software dedicati a creare render il più realistici possibile, si è avvicinato fortemente a quello che è il mondo dell’IA in riferimento a sistemi come DALL-E e MidJourney, programmi con il compito di generare immagini iperealistiche a partire da descrizioni di testo.

Designer ed architetti si sono chiesti quanto questo sistema possa contribuire al miglioramento dell’architettura e delle città del futuro.

Il risultato è positivo. Tra i nomi più accreditati in questo panorama c’è sicuramente quello di Manas Bhatia, o anche Andrew Kudless con le particolarissime architetture fuse nei tronchi degli alberi.

Lo stesso Kudless, servendosi dell’IA di MidJourney è riuscito ad immaginare città del futuro costellate da grattacieli biofili, architetture che purificano l’aria ed edifici autogenerati dalle alghe.

Al fine di ottenere risultati soddisfacenti, l’input viene inserito diverse volte con combinazioni di parole e immagini diverse.

L’intelligenza artificiale, oltre a poter essere utilizzata per creare architetture organiche, può essere impiegata anche per la pianificazione urbana. Anche in questo caso si tratta solo di stimoli visivi dal grande effetto scenico (una città caotica e grigia, può essere rivitalizzata da viali pedonali, spazi verdi rigogliosi).

Anche ENEA, ha sperimentato l’intelligenza artificiale. In questo caso, l’AI è stata utilizzata per migliorare le strategie di efficientamento energetico del patrimonio edilizio italiano nel medio e lungo termine.

Il team di esperti, al fine di verificare la nuova tecnologia, ha scelto come caso studio specifico la Regione Umbria dove l’84% degli immobili è stato costruito prima degli anni ’90, ha una superficie compresa tra i 60 ed i 150 mq ed è dotata per la maggior parte, di impianti autonomi alimentati a gas.

Il team di ricercatori è partito dalla stima del consumo energetico totale del patrimonio edilizio della Regione pari a circa 870.000 tonnellate equivalenti di petrolio, corrispondenti ad un consumo medio per abitazione di 206 kWh/mq. Qui è stata sviluppata l’Intelligenza Artificiale; una rete neurale artificiale composta da un modello avanzato di elaborazione dati, capace di simulare i consumi energetici del patrimonio edilizio.

Dopo i primi risultati gli esperti ENEA hanno scelto di continuare a sperimentare l’Intelligenza Artificiale cambiando però l’obiettivo. Le previsioni energetiche elaborate dovevano individuare quali edifici riqualificare tenendo conto anche del clima per aumentare l’efficientamento totale. Scegliendo di intervenire sugli edifici più energivori della Regione, il risultato è stato un aumento fino al 23% del risparmio energetico ed una riduzione complessiva della domanda energetica del settore del 13%.

Ovviamente, è bene specificare che l’intelligenza artificiale non andrà certo a sotituire il lavoro e soprattutto il ruolo dell’architetto o del designer, ma più che altro ad alleggerirlo; “Nella maggior parte dei casi, questi risultati vanno considerati come spunti e suggerimenti a cui il designer faticherebbe ad arrivare senza l’aiuto di una IA”, spiega Niccolò Casas, architetto e ricercatore alla Bartlett UCL (University College of London) e autore di Plasticity. “Probabilmente ci sarebbe bisogno di un intero studio di collaboratori che selezionano quali idee tenere e quali scartare: l’intelligenza artificiale dà quindi la possibilità anche ai microstudi di creare interi cataloghi di situazioni architettoniche“.

L’intelligenza artificiale lavora sull’intuizione e sulla capacità di visualizzazione. Questo non significa che non ci sarà più lavoro in questo settore in futuro, ma che con il tempo, è destinato a cambiare.

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