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Modifiche al Decreto FER 2: stretta sulle rinunce strategiche e nuove richieste delle Regioni per il biogas agricolo

Il Decreto FER 2, pilastro della strategia italiana per la transizione energetica, si prepara a una nuova fase. Approvato nell’agosto 2024, il provvedimento promuove impianti innovativi alimentati da fonti rinnovabili ad alto potenziale e ridotto impatto ambientale. Ora, la Conferenza Unificata ha dato il via libera alle modifiche che puntano a rafforzare l’efficacia degli incentivi, prevenire abusi e aggiornare le tariffe alla luce dei cambiamenti economici globali.

Il cuore delle modifiche: niente premi per chi rinuncia
Il cambiamento più significativo interessa l’articolo 7 del decreto. In particolare, il nuovo comma 4 introduce un meccanismo penalizzante per gli operatori che rinunciano strategicamente a posizioni utili in graduatoria per partecipare a future aste. In caso di rinuncia, infatti, non sarà possibile ottenere un incentivo superiore a quello precedentemente assegnato, che anzi subirà una riduzione del 5%.
Una scelta chiara: evitare che i promotori ritardino la realizzazione degli impianti speculando su futuri rialzi tariffari, come consentito finora dalla clausola di salvaguardia. Una misura che dovrebbe accelerare i tempi di realizzazione e aumentare la prevedibilità del sistema.

Valutazione e copertura dei costi: nuove regole
Modifiche anche all’articolo 14, che disciplina la valutazione dell’efficacia degli incentivi. Il termine per la presentazione della relazione intermedia del Piano di Valutazione sarà armonizzato con quanto previsto dalla Commissione europea. Inoltre, ARERA non dovrà più valutare l’entità dei costi del soggetto valutatore, ma solo disciplinarne le modalità di copertura tariffaria, allineandosi agli standard europei in materia di regimi di sostegno.

Le richieste delle Regioni: più attenzione a biogas e piccoli impianti agricoli
La Conferenza Unificata, pur approvando le modifiche, ha avanzato due raccomandazioni. La prima riguarda la tariffa incentivante del 2021 per gli impianti agricoli a biogas fino a 300 kW (0,233 €/kWh), ritenuta inadeguata a causa dell’aumento dei costi di materiali e tecnologie. Le Regioni temono che questa soglia non consenta un adeguato ritorno economico, soprattutto nelle aziende zootecniche, fondamentali per la gestione sostenibile dei nutrienti e la riduzione dell’inquinamento nel bacino padano.

La seconda raccomandazione invita a rilanciare il parco impiantistico medio-piccolo, spesso escluso dalla strategia nazionale sul biometano. Tra le proposte:
sostituzione dei generatori endotermici con fuel cell alimentate da biogas;
sistemi catalitici per la riduzione degli NOx;
accumulo di biogas o calore per rispondere meglio alla domanda;
tecnologie per il trattamento del digestato in chiave di economia circolare.

Gli obiettivi del FER 2 e i prossimi passi
Il Decreto FER 2 mira a incentivare 4,6 GW di nuova capacità entro il 2028, attraverso procedure competitive e criteri specifici per ciascuna tecnologia. Il primo bando si è svolto tra dicembre 2024 e febbraio 2025, focalizzato su impianti a biogas e biomasse. Ora, con le modifiche in corso, si punta a un sistema più equo, efficiente e reattivo alle esigenze del mercato e degli operatori.
Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica dovrà ora recepire le raccomandazioni e approvare formalmente il nuovo testo. Le prossime aste si annunciano più selettive, ma anche più strategiche per chi intende investire in un futuro energetico sostenibile.

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