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I giovani e il Pianeta. Ecco la sostenibilità secondo gli under 18

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«Il valore della sostenibilità ambientale ed economica per i giovanissimi in Italia» è un approfon-dimento complementare al progetto S.a.v.e., che il Museo del Risparmio di Intesa Sanpaolo propone da tre anni insieme al Bei Institute, per sensibilizzare i giovani all’uso consapevole delle risorse finanziarie e ambientali, all’economia circolare e all’inclusione sociale.

Il tema del rapporto con la natura interessa anche i più piccoli, che rischiano di sviluppare patologie mentali a causa del prolungato isolamento in casa dovuto alla pandemia .
Dopo ben 400 interviste, gli stessi autori della ricerca sono stati sorpresi dal constatare che i ragazzi, nonostante le difficoltà di questo anno tremendo che li vede costretti a limitare le occasioni di socialità, sono la rappresentazione perfetta di un pensiero circolare: sostituendo all’io il noi a cui sentono di appartenere.
Se, per quanto riguarda il valore e l’uso del denaro, i ragazzi continuano a riconoscere nella figura genitoriale una guida, la prima fonte di denaro, per ciò che riguarda i temi ambientali, le cose cambiano: «I genitori non hanno più quel ruolo esclusivo: i ragazzi sono protagonisti da soli del cambiamento di attenzione verso l’ambiente. Ne parlano sui social, si informano attraverso Internet, e sono più bravi degli adulti nell’adottare comportamenti virtuosi», sottolinea la direttrice del museo torinese.
Resta, però, in pieno Terzo millennio e negli anni del #MeToo, un atavico pregiudizio nei confronti dei sogni professionali delle ragazze, rappresentato da pressioni e condizionamenti educativi in famiglia. E le differenze di genere si fanno sentire. I ragazzi hanno maggiore autostima delle ragazze (per un punteggio di 5,9 rispetto al 4,9 delle ragazze) e soprattutto ‘stracciano’ le loro coetanee nella predilezione per le materie scientifiche, con un 54,7 contro 32,3 per cento. Se poi, parlando di gestione del denaro, notiamo che la paghetta è una abitudine per il 27% dei ragazzi rispetto al 22,1 per cento delle ragazze, allora c’è qualcosa che comincia a non andare già in famiglia: è come se le materie scientifiche e tecnologiche dovessero essere ancora appannaggio dei maschietti, mentre per le femminucce si aprisse un solido e più sicuro futuro da maestre.
Un’altra caratteristica importante, sondando la consapevolezza economica e quella ambientale dei ragazzi, è l’individuazione di tre famiglie di personalità: gli inquieti, i curiosi e i coscienziosi. I primi rappresentano quasi la metà degli intervistati, mentre curiosi e coscienziosi si dividono equamente la restante fetta della torta.
Gli inquieti non sono altro che i ragazzi di oggi, costretti dalla pandemia a restare a casa, quasi reclusi, in cattività: sono sconfortati e hanno uno scarso indice di consapevolezza ambientale ed economica. L’opposto dei curiosi, i quali amano imparare cose nuove, sono solari e stringerebbero tranquillamente amicizia con coetanei di altri Paesi, e degli stessi coscienziosi: magari un po’ più ‘secchioni’, ma con la testa sulle spalle quando si parla di soldi e ambiente.
Fine delle sorprese? Per niente. Un’altra sfumatura sostanziale la ritroviamo nella provenienza geografica dei ragazzi: dal Piemonte alla Lombardia, passando per il Sud Italia, tutti d’accordo nel ritenere quanto siano importanti i comportamenti individuali per la salvaguardia del Pianeta. Ma sono gli under 18 del Nord Est i più parsimoniosi e sempre più votati ad un uso meno individualistico del denaro.

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