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Fondazione Inarcassa Vs Cocontest: “così si svaluta la professione”

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INARCASSA“I liberi professionisti devono mostrarsi aperti al cambiamento e alle opportunità che internet e le nuove tecnologie offrono, soprattutto in un momento di crisi del mercato. Tuttavia, ciò non può e non deve tradursi in un deprezzamento della prestazione o nella violazione dei diritti dei consumatori. Al contrario, l’apertura alle nuove possibilità del web deve avvenire nel pieno rispetto del sistema di garanzie e del codice deontologico che il legislatore ha posto a tutela delle professioni e dei clienti e che costituisce la condizione imprescindibile per qualsiasi nuova modalità di incontro tra domanda e offerta di servizi professionali.”

E’ quanto afferma Andrea Tomasi, Presidente Fondazione Inarcassa, dopo la denuncia del Consiglio nazionale degli Architetti all’Antitrust e l’interrogazione parlamentare presentata dall’On. Pellegrino, in merito alla startup italiana Cocontest, piattaforma che, tramite il crowdsourcing, mette in collegamento clienti e progettisti e aggiudica il servizio attraverso concorsi tra privati.

“In passato, Fondazione Inarcassa aveva avviato uno studio per creare un’app – prosegue Tomasi – che declinasse, secondo modalità innovative, l’incontro tra domanda e offerta di servizi di architettura e ingegneria. Il progetto prevedeva la figura di un tutor a presidio del corretto svolgimento della prestazione e a tutela dei professionisti coinvolti, nonché a garanzia dei clienti. Tuttavia, riscontrammo delle difficoltà, di natura essenzialmente organizzativa e legata alla figura del tutor. Inoltre, non va sottovalutata l’importanza dell’interazione cliente-professionista: si tratta di un elemento essenziale per il buon esercizio del servizio di architettura o ingegneria. Occorre quindi fare un’analisi e una riflessione affinché possano cogliersi gli aspetti positivi che l’innovazione tecnologica porta con sé, senza abdicare alle garanzie imprescindibili poste a tutela di tutto il mercato della progettazione. Soprattutto in un momento nel quale la Commissione Lavori pubblici del Senato, impegnata nell’esame della delega appalti, e in particolare il Relatore del provvedimento, il Sen. Stefano Esposito, stanno finalmente restituendo al progetto la dovuta centralità.”

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