Equo compenso: Anac solleva dubbi su norme poco chiare, ma si può scegliere di non applicarlo

L’equo compenso, principio che stabilisce la corretta remunerazione proporzionale alla qualità e quantità del lavoro svolto, è un pilastro fondamentale nell’ambito delle relazioni professionali, specialmente nel settore degli appalti pubblici. Tuttavia, il quadro normativo attuale risulta essere poco chiaro, lasciando ampio spazio a interpretazioni variegate e ambigue.
Una delle complicazioni deriva dal fatto che il Decreto Parametri, che regola il calcolo dei compensi professionali, fa ancora riferimento a livelli di progettazione ormai superati, generando confusione e incertezza nell’applicazione pratica del principio di equo compenso. In aggiunta, il Codice degli Appalti permette eccezioni che consentono incarichi a titolo gratuito, creando ulteriori complicazioni e sollevando interrogativi etici e legali.
Il Parere dell’Anac: discrezionalità e incertezza normativa
In risposta a una richiesta di chiarimento da parte di un’azienda ospedaliera, Anac ha dichiarato che, data l’attuale incertezza normativa, l’applicazione dell’equo compenso è lasciata alla discrezionalità delle stazioni appaltanti. Questo ha generato preoccupazioni e dubbi tra i professionisti del settore, che temono una possibile riduzione dei loro compensi a seguito di ribassi nelle gare d’appalto.
Anac ha inoltre evidenziato che l’assenza di indicazioni chiare e di orientamenti giurisprudenziali consolidati rende difficile l’eterointegrazione dei bandi di gara, complicando ulteriormente la situazione e alimentando l’incertezza riguardo all’applicazione dell’equo compenso.
Le Reazioni del Mondo Professionale: dalla preoccupazione all’indicazione di soluzioni
Nonostante l’incertezza normativa, rappresentanti del mondo professionale cercano di rassicurare i propri iscritti. Fondazione Inarcassa, ad esempio, sottolinea che i bandi privi del principio dell’equo compenso sono un’eccezione e che, in generale, vi è una crescente attenzione a tale aspetto, anche grazie all’orientamento fornito dall’Anac.
Tuttavia, altri organismi professionali, come il Consiglio Nazionale degli Ingegneri (CNI) e il Consiglio nazionale degli Architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori (Cnappc), sollevano ulteriori preoccupazioni e chiedono un riferimento esplicito all’equo compenso nelle norme che regolano gli appalti pubblici.
Le Richieste di Chiarezza Normativa: l’urgenza di un intervento
Anac solleva l’esigenza di una maggiore chiarezza normativa da parte del governo per evitare contenziosi e rallentamenti nei processi di appalto. Tale richiesta è supportata anche dai professionisti del settore, che evidenziano la necessità di risolvere le discrepanze tra le normative sull’equo compenso e il metodo di calcolo dei compensi.
Verso una maggiore trasparenza e giustizia nei processi di appalto
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