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Umidità risalita muri portanti

Quali sono le garanzie e le responsabilità legali

La maggior parte dei tecnici progettisti e delle imprese edili, quando progettano e affrontano un risanamento di murature umide, non pensano che la quasi totalità dei muri umidi sono anche portanti.
Esistono diversi studi e pubblicazioni che dimostrano comportamenti statici e dinamici anomali dei muri umidi rispetto a quelli asciutti.
Per questo motivo, quando si interviene su un muro umido dichiarando di risanarlo, ci si assume una responsabilità che investe anche l‘aspetto statico del muro. E questo porta ad assoggettare l’intervento ad una garanzia decennale.

Gli intonaci deumidificanti.
In Italia circa il 92% del fatturato speso per “risanare” i muri umidi è determinato dagli intonaci deumidificanti. Se questi sono applicati su muri portanti, con l’impegno di risanarli, scatta la garanzia decennale. Normalmente gli intonaci, secondo il Codice Civile, risentono invece della garanzia biennale.

Sistemi di consolidamento strutturale su muri umidi.
Le superfici umide potrebbero impedire o limitare l’adesione dei materiali collanti (sintetici o minerali) usati in alcuni sistemi di consolidamento strutturale. Anche in questo caso, numerose recenti esperienze eseguite su murature consolidate con i più moderni sistemi di consolidamento (es. FRP) dimostrano come l’adesione tra matrice e muratura sia pressoché impossibile in caso di muro umido.
I Sali che cristallizzano in superficie in modo discontinuo (fenomeno dovuto alle variazioni climatiche stagionali) possono provocare distacchi dei sistemi di consolidamento applicati sulle superfici delle murature.

Cosa succede se, nel periodo di 10 anni dall’intervento di risanamento, i muri umidi non si prosciugano?
Riportiamo alcune sentenze delle Corte di Cassazione, dalle quali si evince che, nel caso non si riesca a risolvere la patologia entro 10 anni dall’installazione, il cliente può pretendere non solo il risarcimento dei soldi spesi e dei costi per il rifacimento dei lavori ma, addirittura, i danni per compensare la perdita di valore di un immobile che presenta ancora problemi di insalubrità ambientale e muri più “sensibili” a eventi sismici rispetto ai muri asciutti.
“Oltre alla rovina, totale o parziale, ovvero al pericolo di rovina, la garanzia dell’appaltatore copre i “gravi difetti”, i quali, secondo la costante giurisprudenza della Cassazione, sono da ascriversi a quei vizi – non solamente strutturali ma – tali da incidere sulla funzionalità globale della costruzione, al punto da comprometterne in modo apprezzabile il godimento e così l’idoneità a fornire l’utilità a cui essa era destinata. Essi prescindono dall’importo in denaro necessario alla loro eliminazione, ma – ancorché afferiscano ad elementi secondari od accessori – riguardano lesioni, imperfezioni o difformità tali da incidere sensibilmente sul valore economico dell’edificio o di parti di esso (da ultimo, ex pluribus, si veda Cass. Civ. sez. VI, ord. N. 1423 del 18.1.2019).
Nell’ambito della casistica, va sottolineata la ammissibilità della garanzia per vizi “non totalmente impeditivi dell’uso dell’immobile, come quelli relativi all’efficienza dell’impianto idrico o alla presenza di infiltrazioni e umidità, ancorché incidenti soltanto su parti comuni dell’edificio e non sulle singole proprietà dei condomini” (ex multis, Cass. Civ. sez. VI, Ord. N. 3674 del 7.2.2019).”

Come tutelarsi nei confronti di chi ci promette di risanare i nostri muri umidi?

Le analisi diagnostiche
Per verificare se i muri affetti da patologia per risalita capillare stanno procedendo verso il prosciugamento è indispensabile monitorare, almeno per un certo periodo di tempo, minimo un anno, l’andamento dei valori di umidità.
Questo deve essere fatto con metodi diagnostici che analizzano ciò che sta avvenendo all’interno del muro. Parliamo delle analisi ponderali o conduttimetriche svolte ad una profondità di 5-10 cm dalle superfici. In un prossimo editoriale analizzeremo i vantaggi dei vari sistemi di monitoraggio.
Possono essere ripetute periodicamente, per poter vedere l’andamento dell’umidità attraverso grafici, oppure monitorate in continuo con sistemi di telemetria che trasmettono i dati direttamente nel nostro computer.
Le analisi diagnostiche si possono quindi attivare anche dopo anni da quando si sono svolti i lavori di risanamento. L’importante è che siano per un periodo precedente il termine dei 10 anni.

Come valutare se il sistema di risanamento applicato ha funzionato o sta funzionando
Il monitoraggio, periodico o continuo, deve indicare se i valori sono in calo, stabili, o in crescita. I valori della parte che inizialmente era umida devono essere confrontati con i valori della zona asciutta. E’ tollerabile una maggiore percentuale di acqua superiore del 20-30% rispetto alla zona sana. I muri compromessi per anni o secoli dalla patologia hanno un contenuto anomalo di sali igroscopici disciolti e veicolati dall’acqua che mantengono un maggior contenuto di acqua.

Atena ha brevettato un sistema di telemonitoraggio in continuo dell’umidità nei muri
La tecnologia si chiama Wired monitoring system by Atena, abbreviata Wired msa.
Clicca qui per maggiori dettagli

Pergolato

Quando si parla di pergolato o porticato ci si riferisce a "opere edilizie minori": in questa categoria appartengono appunto pergolati, tettoie, gazebo, tensostrutture, porticati, ecc.
Definire queste opere esclusivamente come "minori" non è prettamente corretto inquanto dipende da tanti fattori che determinano una serie difficoltà a standardizzare e prevedere casistiche specifiche.
In questi casi, si procede interpellando il tribunale che, dopo aver analizzato il caso di specie, potrà dare una defizione appropriata all'opera.

Il caso sotto esame riguarda un titolare di un'attività di ristorazione che per la realizzazione di un pergolato in legno lamellare smontabile, aveva presentato una segnalazione certificata di inizio attività (SCIA). Allo scadere dei lavori però ha chiesto di riformulare il progetto precisando la data in cui la struttura sarebbe stata smontata, sospendendo l'efficacia della SCIA.
Successivamente, alcuni tecnici del Comune, dopo un sopralluogo, hanno inviato un'ordinanza di demolizione, con ripristino dei luoghi e sanzione pecuniaria.
Per il Comune si trattava infatti di "intervento di nuova costruzione" che necessitava non solo del permesso di costruire, ma anche di autorizzazione sismica, trovandosi, il Comune interessato, in una zona a rischio sismico.

Il titolare dell'attività di ristorazione ha fatto ricorso al TAR, lamentando tra le altre cose l'erronea qualificazione dell'opera da parte del Comune.
Il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) ha emesso la sentenza n. 6189 del 16 dicembre 2020 con la quale affronta il ricorso presentato.

Le osservazioni del Comune
I tecnici del Comune che hanno effettuato il sopralluogo, con le dovute misurazioni dell'opera, hanno dichiarato che si tratta di un porticato che necessita di autorizzazione come "nuovo intervento", secondo quanto disposto dal DPR n. 380/2001 (c.d. Testo Unico Edilizia).
Secondo alcuni giudici, il manufatto presenta "caratteristiche intrinseche e modalità costruttive, nonché dimensioni, che ne evidenziano la natura di struttura non leggera, bensì permanente, idonea a determinare un notevole impatto sull'area circostante ed atta a produrre una trasformazione definitiva del territorio".

Queste osservazioni si discostano da quanto dichiarato nella presentazione della SCIA, dove era stato descritto come"un pergolato in legno lamellare smontabile di supporto all’attività lavorativa, una struttura di carattere temporaneo e che non comporta aumento di volume in quanto non presenta alcun tipo di tamponamento laterale e/o frontale e di copertura; difatti, quest’ultima sarà del tipo aperto poiché realizzata con travi in legno trasversali su cui verranno installati, in alcune parti, teli in tessuti sintetici o materiale plastico, in altre parti con cannucciaia o similare".

Inoltre, i giudici precisano la differenza tra pergolato e tettoia:
- il pergolato "ha una funzione ornamentale, è realizzato in una struttura leggera in legno o in altro materiale di minimo peso, deve essere facilmente amovibile in quanto privo di fondamenta e funge da sostegno per piante rampicanti, attraverso le quali realizzare riparo e ombreggiatura di superfici di modeste dimensioni, non necessitando, di regola, del previo rilascio del permesso di costruire";
- la tettoia non è altro che un pergolato coperto superiormente, anche in parte, con una struttura non facilmente amovibile; questo è soggetto al rilascio del permesso di costruire.
Aggiungono infine che si parla di "nuova costruzione" anche quando c'è l'installazione di manufatti leggeri o di strutture che non siano dirette a soddisfare esigenze temporanee (articolo 3 del Testo Unico Edilizia). Bisogna, quindi, dimostrare un uso precario e temporaneo per fini specifici, con limiti temporali di durata e smontaggio.

Ultima contestazione fatta dal Comune riguarda la mancanza di autorizzazione sismica del manufatto che ricade in zona sismica.
"La normativa in materia antisismica è applicabile in ogni caso di esecuzione di lavori edilizi in zona sismica, a prescindere dalla natura degli interventi e dai materiali usati, nonché a prescindere dal carattere pertinenziale del manufatto": questo è quanto dichiarato dai giudici.

In conclusione, nella sentenza viene precisato che "sebbene l'autorizzazione sismica non costituisca il presupposto per il rilascio del permesso di costruire, o per la presentazione della Scia, è pur sempre una condizione di efficacia dello stesso e quindi è necessaria per l'inizio dei lavori".

Il proprietario dell'attività commerciale dovrà quindi demolire il manufatto mentre i giudici hanno annullato la sanzione pecuniaria.

 

A cura di Geom. Lucia Coviello - Edilsocialnetwork

La pandemia di quest'anno ha portato, nella vita quotidina di ciascuno di noi, grandi cambiamenti da vari punti di vista.

Smart Working

Conseguenze rilevanti si sono presentate anche nel mondo del lavoro che, oltre a dover affrontare una crisi economica, si è dovuto adeguare in tempi brevi ad un nuovo modo di lavorare.
Molte sono le realtà che non potendo consentire la distanza, per ridurre i contatti ha fatto propria l'introduzione del lavoro in Smart Working.

In altri campi, come quello dell’edilizia e dell’architettura, ci sono state alcune problematiche. Per quanto il computer sia effettivamente uno degli strumenti fondamentali per la professione, rimangono altrettanto importanti il confronto con collaboratori e altri professionisti, le visite in cantiere e il costante ricorso a molte risorse “non digitali” (ad esempio i plotter per le stampe).

Una delle problematiche riscontrate è stata quella di portare avanti il processo creativo senza un confronto tradizionale, in particolare:
- l’esigenza di interagire direttamente con le maestranze coinvolte in un cantiere;
- accedere al cantire e verificare in prima persona l’andamento dei lavori;
- la necessità di utilizzare tutte le risorse necessarie (programmi con licenze);
- la complessità della gestione del rapporto con il cliente a distanza.

La tecnologia, però, viene in aiuto offrendo strumenti che sicuramente aiutano a ridimensionare e a gestire in modo efficace il lavoro da casa, facendo anche leva sulla maggior flessibilità (anche di orari) di cui si può godere lavorando da remoto.

Per gestire la collaborazione e il confronto con altri professionisti è opportuno munirsi di strumenti, come ad esempio Dropbox o Google Drive, per condividere file mentre per confronti, riunioni e interazioni in tempo reale con la possibilità di condividere schermo e file si possono utilizzare programmi come Zoom, Skype o Google Meet, Microsoft Teams, e altri. Per quanto riguarda la messaggistica, per confrontarsi in breve tempo su varie questioni si può utilizzare Slack.

Difficoltà che si riscontrano lavorando da casa è proprio il non riuscire a organizzare e pianificare il lavoro, anche per il fatto che spesso sono coinvolti diversi professionisti.
In questo caso, sono d’aiuto le applicazioni per il project management come Asana e Trello che permettono di gestire i progetti e di assegnare task, monitorando l’andamento e lo stato delle attività, così da rimanere costantemente allineati e aggiornati anche sulle attività affidate a colleghi o collaboratori.

Nel caso in cui lo Smart Working debba iniziare in modo improvviso, è fondamentale aver la possibilità di accedere alla propria postazione in ufficio anche da casa. Tramite applicazioni come TeamViewer è possibile accedere al pc da remoto, consultando file o anche programmi presenti sul computer in ufficio.

Importante inoltre è la giusta postazione di lavoro. Questo significa avere un piano di lavoro adeguato, su cui non solo è possibile appoggiare un pc, ma anche documenti, libri, quaderni, schizzi e così via; una seduta adeguata, soprattutto se si passano ore davanti al computer e una corretta illuminazione.

Monitorare come usiamo il nostro tempo è il primo passo per riorganizzare il nostro lavoro
Per gestire la produttività si possono utilizzare alcune app che, una volta attivate, monitorano le nostra attività e ci restituiscono un resoconto su come gestiamo il nostro tempo e su quali attività di quelle che svolgiamo ne impiegano di più. Alcuni esempi sono RescueTime, Toogl o Focus Booster.

 

A cura di Geom. Lucia Coviello - Edilsocialnetwork

Venerdì, 22 Gennaio 2021 18:15

Google Earth: prova degli abusi edilizi

Mappa

Con la sentenza 37611/2020, la Cassazione ha dichiarato che Google Earth può essere utilizzato per provare la presenza di un abuso edilizio e risalire alla data della sua realizzazione.
La documentazione fotografica rappresenta quindi un indizio che, insieme ad altri elementi, può rappresentare una vera e propria prova dell'abuso realizzato.

Viene però precisato dal TAR Sardegna, sez. II, sent. 31 gennaio 2018, n. 54 che «i rilevamenti tratti da Google Earth prodotti in giudizio non possano costituire, di per sé ed in assenza di più circostanziati elementi, documenti idonei allo scopo di indicare la data di realizzazione di un abuso».

Ricordiamo inoltre che con la sentenza 1604/2018, il Tar Calabria ha affermato che i fotogrammi del programma Google Earth costituiscono prove documentali pienamente utilizzabili anche in sede penale.
Grazie a questo strumento è stato possibile scoprire che le opere edilizie abusive erano state realizzate dopo la domanda di sanatoria edilizia.
 Nel caso esaminato dal TAR Calabria, il proprietario di un immobile aveva presentato domanda di condono edilizio ai sensi della Legge 47/1985. Il Comune aveva quindi rilasciato la concessione edilizia in sanatoria, ma l’aveva poi annullata dopo lo svolgimento di analisi successive, ordinando anche la demolizione delle opere realizzate.
Per ottenere ottenere il condono in base alla legge del 1985, l’opera doveva essere ultimata entro il 1° ottobre 1983. Dopo le varie indagini e grazie anche al contributo di Google Earth, era invece emerso che alcune opere erano state realizzate dopo il 2001.
 
In questo caso il Comune ha esercitato il proprio potere di autotutela, ritirando l’atto, senza necessità di esternare alcuna particolare ragione di pubblico interesse; inoltre i giudici hanno confermato la revoca del titolo abilitativo e l’ordine di demolizione delle opere realizzate abusivamente.

Ritornando all'ultima sentenza della Cassazione, i giudici si sono pronunciati sul ricorso presentato dai proprietari di un terreno, che erano stati condannati per aver realizzato una piscina in muratura senza aver ottenuto il permesso di costruire.
 
La controparte dichiara infatti che non era stata effettuata nessuna istruttoria e le uniche prove erano delle immagini provenienti da Google Earth, strumento che, a loro avviso, era privo di rilevanza giuridica e non consentiva di valutare l’usura dei materiali, la data effettiva di realizzazione del manufatto e l’eventuale prescrizione del reato.
 
I giudici hanno respinto le motivazioni dei ricorrenti spiegando che i proprietari dimoravano nell’immobile interessato dai lavori senza aver dimostrato la propria contrarietà alla realizzazione della piscina. Per questo motivo la Cassazione li ha identificati come committenti delle opere.
Inoltre la Cassazione ha sottolineato che grava sull’imputato l’onere di allegare le prove da cui si possa desumere una diversa data di realizzazione dell’opera.
 
Per concludere, la Cassazione sulla base di queste due prove ha confermato la condanna a carico dei due proprietari.

 

A cura di Geom. Lucia Coviello - Edilsocialnetwork

Portone sezionale Persus Breda

Trasformare il garage di casa in uno spazio accogliente e versatile è questione di dettagli.
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Questo esclusivo optional è realizzato in lamiera piegata e permette di nascondere con eleganza gli elementi tecnici all’interno della struttura del portone. Il vantaggio è doppio: estetico e di isolamento termico. La guarnizione superiore, fissata direttamente in architrave, consente infatti di migliorare la tenuta all’aria rendendo più confortevole l’ambiente interno al tuo garage.

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Il basculante in acciaio di Breda si fa ancora più robusto e performante grazie a un nuovo accessorio, progettato per mantenere la temperatura ideale all’interno del garage.

Grazie alle nuove guarnizioni a spazzola che sigillano completamente i tre lati di battuta della porta, Swing offre elevate performance di isolamento termico e una resa estetica ancora migliorata.

Dal 15 gennaio al 31 marzo 2021, acquista il tuo portone Swing, completo del nuovo optional isolante. Ti attende uno sconto riservato, da scoprire presso i rivenditori Breda.

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I vantaggi dell’impiego innovativo da parte di Italferr del modello BIM costruito per il progetto del nuovo viadotto, vengono illustrati in un webinar in programma il 19 gennaio 2021.

Digital Twin Cad Connect Bentley
Ponte San Giorgio: un progetto in soli tre mesi
Come tutti sappiamo, Il 14 agosto 2018 a Genova ha segnato una tragica data nel mondo delle infrastrutture italiane: il collasso del Ponte Morandi ha portato con sé, oltre al dramma delle vittime e delle loro famiglie, anche l’interruzione di un’importante arteria veicolare per turismo e trasporti.

Ciò nondimeno, il nuovo Ponte San Giorgio di Genova è stato inaugurato solo due anni dopo la tragedia, grazie ai poderosi sforzi di un team di lavoro esteso e multidisciplinare.

Fondamentale è stato il contributo di Italferr, Società di progettazione del Gruppo Ferrovie dello Stato, che sulla base dei suoi 30 anni di esperienza nella progettazione di ponti, ha potuto realizzare un nuovo progetto, con una tempistica serratissima di soli tre mesi.

PARTECIPA AL WEBINAR

Le soluzioni Bentley per il progetto del Ponte San Giorgio a Genova
Grazie all’impiego di innovativi strumenti software Bentley e a un ambiente BIM ottimizzato per ridurre i costi, velocizzare le decisioni, aumentare l'accuratezza e produrre un programma di costruzione più rapido ed efficiente, Italferr ha implementato un ambiente aperto e interconnesso di dati per gestire il flusso di informazioni multidisciplinari e stabilire metodi operativi chiari che favorissero la collaborazione.

L'azienda ha definito standard, modelli e criteri di base per creare e mantenere un modello digitale “gemello” alla realtà (Digital Twin) e un modello di informazioni che costituisse la base per le attività di progettazione, costruzione e gestione.

La modellazione computazionale con un set ridotto di informazioni, inclusi codici di identificazione WBS (Work Breakdown Structure), materiali di costruzione e dimensioni, ha permesso al team di sviluppare script 4D in grado di ottimizzare e automatizzare i processi che in passato venivano completati manualmente.

Includendo la documentazione dettagliata nel digital twin e utilizzando la visualizzazione 4D per determinare le tappe di costruzione fondamentali, Italferr ha generato un documento da utilizzare durante lo sviluppo e ha definito e ottimizzato il programma di costruzione. I progettisti di varie discipline hanno fornito il proprio contribuito in un unico iModel federato, migliorando il rilevamento delle interferenze e garantendo un'unica fonte di dati attendibili.

Ponte San Giorgio ItalferrLa creazione di metodi operativi efficienti all'interno di un ambiente BIM ha consentito a Italferr di ridurre i costi di progettazione, velocizzare le decisioni, aumentare l'accuratezza e migliorare la comunicazione nel team multidisciplinare. Di conseguenza, il team di progetto è riuscito a ridurre il numero di varianti nel sistema e a migliorare il progetto del ponte nel suo complesso, portando a termine una sfida senza precedenti.

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Come realizzare una costruzione NZEB con Isotex, normative, vantaggi, EPD, confronto tra tipologie costruttive

Edifici NZEB IsotexProdurre un sistema costruttivo che permetta di realizzare edifici il cui consumo energetico è quasi pari a zero è una delle mission di Isotex.

In che modo i componenti Isotex intervengono in una costruzione NZEB?
Le caratteristiche di un “edificio a energia quasi zero”, ovvero NZEB, in Italia sono stabilite dal Decreto Ministeriale 26 giugno 2015 del Ministero dello Sviluppo Economico.

Per la realizzazione di nuovi edifici NZEB è necessario ricorrere a soluzioni innovative sia per i componenti che per i sistemi, a partire dall’involucro edilizio sino alla combinazione ottimale degli impianti. La normativa non impone scelte o limiti, quindi non ci sono casistiche predefinite per la realizzazione di un edificio NZEB. La progettazione deve tener conto di vari equilibri e combinazioni di materiali e di tecnologie, di fattori climatici e ambientali. Ovviamente l’involucro costituisce una parte molto rilevante nella creazione di questi equilibri e Isotex ha tutte le caratteristiche necessarie per soddisfare le esigenze delle diverse zone climatiche e tipologie di edifici.

Quale ruolo giocano i prodotti Isotex nella definizione di una costruzione NZEB?
Poiché gli edifici NZEB devono essere efficacemente isolati e senza ponti termici il ricorso al sistema ISOTEX risponde già da solo a questa fondamentale esigenza. Grazie alla massa importante delle pareti riempite di calcestruzzo, abbiamo una elevata inerzia termica che consente in inverno di massimizzare l’accumulo di calore all’interno della parete e con l’isolamento termico dei blocchi garantire il mantenimento delle temperature confortevoli all’interno senza ricorso a consumi elevati per il riscaldamento. Per lo stesso motivo, l’isolamento performante e la massa del calcestruzzo assicurano il mantenimento di un clima fresco in estate.

Quali sono i vantaggi dell’utilizzo dei prodotti Isotex nella bioedilizia e nelle costruzioni NZEB?
Gli NZEB sono edifici ad elevatissime prestazioni che coniugano la riduzione dei consumi e degli impatti nocivi sull’ambiente e i prodotti ISOTEX sono esattamente concepiti in quest’ottica.

Nel 2017, in collaborazione con ANIT, è stato realizzato un importante studio approfondito per le “Valutazione energetiche di edifici di nuova costruzione in relazione alla classificazione energetica e Nzeb”.

La certificazione EPD cosa comporta, quali vantaggi apporta?
La Dichiarazione Ambientale del Prodotto EPD è un documento informativo che fornisce dati quantitativi sul profilo ambientale di un prodotto, basandosi su una valutazione di ciclo di vita (Life Cycle Assessment – LCA) per la quantificazione degli impatti ambientali, considerando quindi gli impatti non legati solamente al processo produttivo, ma anche agli impatti che si generano all’inizio e alla fine dello stesso. La certificazione EPD non definisce dei valori limite di accettabilità per gli indicatori d’impatto, ma ha l’obiettivo di fornire in maniera trasparente quali sono gli impatti ambientali associati al prodotto analizzato.

Essendo una etichetta ambientale di Tipo III, conforme alla norma UNI EN 15804 e alla ISO 14025, l’EPD è il tipo di certificazione richiesta anche dal D.M. 11 ottobre 2017 riguardante i C.A.M. obbligatori per gli appalti pubblici ed ora richiamati anche dal recente Decreto Legge n. 34: “Decreto rilancio”, che introduce vari incentivi per interventi di efficientamento energetico e/o sismico degli edifici. Quindi, i prodotti ISOTEX hanno tutte le credenziali per poter accedere ai diversi incentivi ed essere utilizzati per l’edilizia pubblica.

Bioedilizia

Si tratta di una certificazione diffusa o è un plus di Isotex?
Isotex ha realizzato la dichiarazione ambientale di prodotto (EPD) per offrire la massima trasparenza sugli impatti ambientali associati ad ogni singolo prodotto. Questo prima che fossero emanati i decreti relativi ai “bonus” fiscali. Già dal 2006 ISOTEX aveva ottenuto da ANAB-ICEA il Certificato di conformità per la Bioedilizia, basato anch’esso sull’Analisi del Ciclo di Vita (LCA) dei prodotti. ISOTEX è sempre stata la prima ad avere le attestazioni delle caratteristiche dei propri prodotti, proprio perché gli aspetti ambientali e di sostenibilità sono sempre stati tra i suoi principali obiettivi. È bastato attestare quello che già era stato posto in essere. Adesso sono le normative che inducono molti a rincorrere questo tipo di certificazione.

I componenti Isotex sono ideali per la bioedilizia; perché questo tipo di costruzione è vantaggiosa?
La moderna architettura, oggi è molto più attenta all’ambiente. Gli studi di progettazione più prestigiosi sono alla costante ricerca di tecniche costruttive innovative che possano coniugare un minor impatto ambientale a strutture comunque molto performanti e resistenti.

Gli edifici realizzati secondo criteri ecosostenibili possono ridurre, in maniera significativa, gli impatti negativi sull’ambiente per cui la scelta di materiali e metodi costruttivi migliorativi rispetto a quelli tradizionalmente in uso sta divenendo inderogabile e consente di mantenere una posizione privilegiata nel mercato dell’edilizia in virtù della riduzione dei costi e dei consumi sia da parte dei produttori che degli utilizzatori finali nell’ottica di crescita sostenibile che ISOTEX® ha sempre perseguito nello sviluppo dei propri prodotti.

La casa in bioedilizia deve essere una casa progettata e realizzata per avere impatti ambientali minimi e nello stesso tempo offrire tutti i vantaggi di comfort, di risparmio energetico e di sicurezza. Con Isotex possiamo soddisfare tutti questi aspetti. Infatti i suoi componenti fondamentali sono legno e cemento Portland.

Cosa c’è di più sostenibile del legno? ISOTEX utilizza legno di recupero, quindi a “zero” impatto ambientale, e con un processo del tutto naturale lo rende “mineralizzato” e pertanto inerte agli attacchi di muffe, insetti, fuoco. Inoltre il sistema costruttivo in legno cemento Isotex, proprio grazie al processo di mineralizzazione del legno, non necessita di alcuna manutenzione nel tempo. Tutti i vantaggi del legno senza alcuno dei suoi punti deboli.

Il cemento Portland è una delle varianti più sostenibili. Il cemento è il materiale più utilizzato in edilizia. Nel metodo costruttivo Isotex vengono sfruttate al meglio tutte le sue potenzialità: conferisce resistenza e durata al legno cemento, completa la struttura con il getto di calcestruzzo in cantiere per cui gli edifici sono garantiti anche sotto il profilo della sicurezza sismica. Il sistema costruttivo ISOTEX si integra perfettamente con i principi fondamentali della costruzione eco sostenibile e ne coniuga le eccellenze con le esigenze normative, ma soprattutto con il benessere di chi ama vivere in edifici sani, sicuri ed energeticamente equilibrati.

Cosa distingue Isotex dai suoi competitor?
ISOTEX pone la massima attenzione alla salvaguardia dell’ambiente e alla salubrità e sicurezza delle persone in tutte le fasi connesse al processo produttivo sin dall’insediamento del primo stabilimento produttivo, nel 1985. Essendo la prima azienda italiana che ha introdotto il sistema costruttivo in blocchi cassero di legno cemento, la prima nota distintiva è senz’altro la lungimiranza. Sin dagli esordi infatti, ISOTEX ha creduto in un prodotto al tempo stesso ecologico e performante sotto tutti gli aspetti. L’azienda ha perseguito con costanza gli obiettivi di salubrità, sicurezza, risparmio energetico e confort abitativo, cercando sempre di anticipare i tempi e proponendo al mercato prodotti sempre all’avanguardia.

 

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Texture Planium

Planium indaga i metalli e le loro potenzialità: con l’idea costante di stupire e rinnovare nascono finiture dalle texture invidiabili:

- Calamina, un ossido dell’Acciaio dai colori sfumati e freddi;
- Cemento Inossidabile, una specialità di Planium dall’effetto cromatico, ovvero un certo “pattern” che si ripete mostrando una scala di grigi con lucentezza invidiabile, ottenuto poi attraverso processi di elettrolisi.
- Acciaio inossidabile classico, oppure Acciaio Ossidato dai toni bruni e fili d’argento nelle versioni spazzolato, satinato e tela: questo metallo si ottiene attraverso dei processi di elettrolisi effettuati sulla superficie degli acciai inossidabili;
- Rame dalle note rosse, il metallo classico per eccellenza, grande conduttore; oppure Ottone e Bronzo dai riflessi dorati, le sue due leghe storiche che ne mantengono i caratteri

Proponiamo sistemi meccanici, one-click, magnetici oppure a semplice appoggio. Se è necessaria un’installazione di tipo tradizionale, però, le nostre lastre si incollano a pavimento o a parete; ogni lastra è personalizzabile, resa unica dai processi e dalla tecnologia che Planium sa sempre aggiungere ai suoi prodotti a catalogo. Serigrafie, incisioni laser, progetti speciali: realizziamo in co-design disegni specifici e particolari trattamenti superficiali. Per una posa rapida e a secco secondo i Sistemi tecnologici progettati da Planium – e tra le più veloci da adottare – è quella magnetica di MG01 che si avvale del principio per il quale l’anima metallica contenuta nelle texture si lega magneticamente al sottile sottofondo di cui il Sistema è munito.

Superfici Planium

Altri possibili sistemi a secco – facili da rimuovere e da applicare perché senza colle - sono AP01 Lay ad appoggio (il più veloce), PL01 – one-click con fissaggio a pressione tra piastrelle e SM02 Evolution, un sistema meccanico con vite di aggancio tra lastra e lastra.

 

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Antighiaccio Eco Touch è un trattamento anti-gelo di nuova generazione per uso professionale e fai-da-te, prodotto e commercializzato da R&R Group.

Antighiaccio Eco Touch R&R Group


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Antighiaccio Eco Touch è semplice da utilizzare: può essere applicato puro in forma solida, in miscela liquida e mediante mezzi spargisale.
Il prodotto agisce per 10-15 giorni, non occorre un trattamento giornaliero.
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Antighiaccio Eco Touch è rispettoso dell’ambiente: non arreca danni a suolo e infrastrutture.
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Associato al Sistema Antiscivolo Tekno Touch®, Antighiaccio Eco Touch rende le pavimentazioni sicure e protette.

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Se ci troviamo di fronte ad un intervento di ristrutturazione edilizia con ampliamento, che spese sono soggette alla detrazione del 110%?

RistrutturazioneLa risposta a questa domanda arriva direttamente dall'Agenzia delle Entrate chiarendo eventuali dubbi sulla detrazione fiscaale nel caso di interventi di riduzione del rischio sismico o di interventi di efficentamento energetico di un edificio con ampliamento.

Nel DPR n. 380/2001 (c.d. Testo Unico Edilizia) è riportata la definizione di ristrutturazione edilizia, aggiornata con il Decreto Semplificazioni.

Cosa è cambiato?
Tra gli interventi di ristrutturazione edilizia, precisati nel Testo Unico, sono compresi quelli di demolizione e ricostruzione di edifici esistenti con diversi sagoma, prospetti, sedime e caratteristiche planivolumetriche e tipologiche, con le innovazioni necessarie per l’adeguamento alla normativa antisismica, per l’applicazione della normativa sull’accessibilità, per l’istallazione di impianti tecnologici e per l’efficientamento energetico.

Al Comune o altro ente territoriale spetta la qualificazione delle opere edilizie; pe ottenre la detrazione  dal titolo amministrativo rilasciato che autorizza i lavori, deve risultare che non si tratta di un intervento di nuova costruzione.
Le opere devono essere eseguite su edifici esistenti e non devono realizzare una nuova costruzione, fatta eccezione la realizzazione di autorimesse o posti auto pertinenziali.

L'Agenzia delle Entrate nella circolare 8 luglio 2020 n. 19/E mette in chiaro che la detrazione fiscale spetta per interventi eseguiti su singole unità immobiliari residenziali, di qualsiasi categoria catastale, anche rurali e sulle loro pertinenze, accatastate o in via di accatastamento.

Ristrutturazione senza demolizione
Senza la demolizione dell'edificio esistente e con ampliamento dello stesso si avrà diritto alle detrazioni previste dall'articolo 16-bis del TUIR (attualmente disciplinate dall'articolo 16 del decreto legge n. 63/2013) riguardo le spese riferibili alla parte esistente.

L'Istante potrà quindi usufruire del superbonus relativamente alla coibentazione della superficie disperdente dell'edificio e della sostituzione del generatore di calore che intende effettuare, sempre se l'immobile oggetto di istanza possiede le caratteristiche previste dalla normativa.
Allo stesso tempo, non potrà utilizzare il sismabonus 110% in quanto i lavori di ristrutturazione per l'intervento di ristrutturazione con ampliamento sono iniziati nel 2019 e nell'istanza non è stata presentata la prevista asseverazione delle classi di rischio.

Ristrutturazione"...il progetto degli interventi per la riduzione del rischio sismico e l'asseverazione di cui al comma 2, devono essere allegati alla Segnalazione certificata di inizio attività o alla richiesta di permesso di costruire, al momento della presentazione allo sportello unico competente di cui all'articolo 5 del citato decreto del Presidente della Repubblica, n. 380 del 2001, per i successivi adempimenti, tempestivamente e comunque prima dell'inizio dei lavori» questo è infatti puntualizzato al comma 3 articolo 3 del 9 gennaio 2020 nel Decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

Ampliamento volumetrico
In questo caso, la detrazione fa riferimento alle spese riferibili alla parte esistente in quanto l'ampliamento configura una "nuova costruzione".
Gavante del contribuente è mantenere distinte le due tipologie di intervento - ristrutturazione e ampliamento - in termini di fatturazione, o disporre di un'apposita attestazione rilasciata dall'impresa di costruzione o ristrutturazione ovvero dal direttore dei lavori sotto la propria responsabilità, che evidenzi gli importi riferibili a ciascuna tipologia di intervento.
Se invece si fa rifermiento a ristrutturazione con ampliamento di un box pertinenziale, la detrazione spetta anche per le spese relative all'ampliamento a condizione che lo stesso sia funzionale alla creazione di un nuovo posto auto.

 

A cura di Geom. Lucia Coviello - Edilsocialnetwork